XXII CNIE - Accademia nazionale italiana di Entomologia

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Sessione III – Insetti Sociali e Apidologia RISULTATI DI UN TRIENNIO DI STUDI SULLA BIODIVERSITÀ DI INSETTI ANTOFILI IN UN PECULIARE BIOTOPO DEL VULCANO ETNA* A. R. Seminara, S. Bella, G. Mazzeo & S. Longo Dipartimento di Scienze e Tecnologie Fitosanitarie, Via S. Sofia, 100, 95123 Catania E-mail: arsemina@unict.it Nel triennio 2005-2007 sono state condotte indagini sulla composizione dell’entomofauna antofila presente in un biotopo della zona C alto-montana del Parco dell’Etna, all’interno del Sito Natura 2000 ITA 070009 Fascia altomontana dell’Etna, caratterizzato da una ricca vegetazione costituita da numerose piante endemiche. Le fioriture presenti sono state rappresentate principalmente da endemismi di notevole interesse apistico per polline e/o per nettare. Astragalus siculus, Senecio squalidus var. aetnensis, Rubus aetnicus, Tanacetum siculum, Epilobium angustifolium, Berberis aetnensis, Linaria purpurea, Scrophularia canina, Potentilla calabra ed Erysimum bonannianum sono tra le essenze più visitate dagli apoidei selvatici, tra i quali predominano gli Alittidi e i Bombi. Nel triennio sono stati rilevati in totale 11.848 esemplari di insetti antofili, costituiti per il 41% da Lepidotteri, 30% Ditteri, 18% Imenotteri e 11% Coleotteri. In particolare, per quanto riguarda gli Imenotteri Apoidei, nel 2005 sono state censite 24 specie per lo più rappresentate da Halictidae dei generi Halictus Latreille, 1804, Lasioglossum Curtis, 1833 e Sphecodes Latreille, 1804; nel 2006, ne sono state riscontrate 13, costituite per oltre il 30% dai Bombi Bombus (Bombus) terrestris terrestris L., B. (Thoracobombus) pascuorum siciliensis Tkalcu, 1977, B. (Melanobombus) lapidarius decipiens Perez, 1879 e B. (Psithyrus) rupestris siculus Reinig, 1931. Nel 2007, anno caratterizzato da un andamento climatico favorevole e abbondanza di fioritura (in termini di numero di essenze fiorite e quantità di fiori in antesi), sono stati rilevati 47 taxa, afferenti per oltre il 50% alla famiglia Halictidae e per il 28% ad Apidae. I Bombi, organismi particolarmente sensibili alle variazioni dell’ambiente, sono risultati sia come numero di specie che come densità di popolazione più rilevanti nel 2006 e nel 2007, in concomitanza con condizioni climatiche favorevoli durante le fioriture delle essenze dominanti. Tra gli Alittidi e i Bombi censiti sono state rilevate specie che ricoprono un interesse anche faunistico, trattandosi di nuove segnalazioni per l’entomofauna siciliana. Parole chiave: diversità, Monte Etna, ecosistema, pronubi, Imenotteri Apoidei *Lavoro eseguito nell’ambito del progetto di ricerca di Ateneo “Indagini sugli insetti pronubi in ambienti naturali e antropizzati”. 111

Sessione III – Insetti Sociali e Apidologia IL MODULO FORAGING E PRODUCTION DEL MODELLO APIPOP F. Sgolastra 1 , P. Medrzycki 2 , C. Porrini 1 , A. G. Sabatini 2 & G. Burgio 1 1 Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroambientali (DiSTA)-Entomologia, viale G. Fanin 42, 40127, Bologna. 2 CRA-API Unità di Ricerca di Apicoltura e Bachicoltura, via di Saliceto 80, 40128 Bologna. ApiPop è un modello di simulazione del “sistema alveare” in interazione con il suo ambiente. Il modello è costituito da diversi moduli integrati tra di loro e sviluppati con il linguaggio di modellazione SEMoLA (Simple, Easy to use, Modelling Language) (Danuso, 2003). Attraverso ApiPop è possibile stimare vari aspetti relativi all’alveare e al suo ambiente, come la forza della famiglia e la produzione di miele. ApiPop potrebbe essere utile anche per testare ipotesi sperimentali sulla biologia delle api o per valutare gli effetti sulla famiglia di fattori esterni all’alveare, come ad esempio l’impatto dei pesticidi. Il modulo foraging si occupa in particolare di studiare l’attività di bottinamento delle api in funzione di fattori ambientali come la disponibilità e la qualità del pascolo attorno all’alveare, i fattori climatici e la secrezione di nettare dai fiori. Nel modello, il tasso di raccolta nettare dipende dal numero di api bottinatrici, dal numero medio di voli giornalieri per ape e dalla quantità di nettare trasportato per ogni volo. Il risultato principale di questo modulo è la stima della quantità di nettare e polline trasportato giornalmente nell’alveare. Dal modulo production è invece possibile determinare la quantità di miele, polline e pappa reale prodotta dall’alveare. Il modello sarà calibrato e validato mediante la raccolta di dati sperimentali. Inoltre verranno fatte sperimentazioni ad hoc per migliorare la struttura dei vari moduli ed aggiustare il peso di ogni parametro, come ad esempio l’effetto della temperatura interna all’alveare sulle api. Le api adulte mantengono l’area di covata ad una temperatura quasi costante di 34,5 °C, tuttavia uno studio recente (Medrzycki et al., 2008) ha dimostrato che l’abbassamento anche di soli due gradi della temperatura di allevamento della covata provoca una maggiore durata dello sviluppo, una ridotta longevità e una maggiore suscettibilità ai pesticidi. Parole chiave: modellistica, apicoltura, territorio, temperatura, pesticidi. Bibliografia: Danuso F., 2003. SEMoLa: uno strumento per la modellazione degli agroecosistemi. Atti 25° Conv. SIA, Napoli, 16-19/9/2003: 283-284. Medrzycki P., Sgolastra F., Bortolotti L., Tosi S., Bogo G., Padovani E., Porrini C., Sabatini A. G., (in stampa). Influence of the brood rearing temperature on honey bee development and susceptibility to intoxication by pesticides. Mitteilungen aus dem Julius Kuehn-Institut. 112

Sessione III – Insetti Sociali e Apidologia<br />

IL MODULO FORAGING E PRODUCTION DEL MODELLO APIPOP<br />

F. Sgolastra 1 , P. Medrzycki 2 , C. Porrini 1 , A. G. Sabatini 2 & G. Burgio 1<br />

1<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze e Tecnologie Agroambientali (DiSTA)-<strong>Entomologia</strong>, viale G.<br />

Fanin 42, 40127, Bologna.<br />

2<br />

CRA-API Unità <strong>di</strong> Ricerca <strong>di</strong> Apicoltura e Bachicoltura, via <strong>di</strong> Saliceto 80, 40128<br />

Bologna.<br />

ApiPop è un modello <strong>di</strong> simulazione del “sistema alveare” in interazione con il suo<br />

ambiente. Il modello è costituito da <strong>di</strong>versi moduli integrati tra <strong>di</strong> loro e sviluppati con il<br />

linguaggio <strong>di</strong> modellazione SEMoLA (Simple, Easy to use, Modelling Language)<br />

(Danuso, 2003). Attraverso ApiPop è possibile stimare vari aspetti relativi all’alveare e<br />

al suo ambiente, come la forza della famiglia e la produzione <strong>di</strong> miele.<br />

ApiPop potrebbe essere utile anche per testare ipotesi sperimentali sulla biologia delle<br />

api o per valutare gli effetti sulla famiglia <strong>di</strong> fattori esterni all’alveare, come ad esempio<br />

l’impatto dei pestici<strong>di</strong>.<br />

Il modulo foraging si occupa in particolare <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are l’attività <strong>di</strong> bottinamento delle api<br />

in funzione <strong>di</strong> fattori ambientali come la <strong>di</strong>sponibilità e la qualità del pascolo attorno<br />

all’alveare, i fattori climatici e la secrezione <strong>di</strong> nettare dai fiori. Nel modello, il tasso <strong>di</strong><br />

raccolta nettare <strong>di</strong>pende dal numero <strong>di</strong> api bottinatrici, dal numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> voli<br />

giornalieri per ape e dalla quantità <strong>di</strong> nettare trasportato per ogni volo. Il risultato<br />

principale <strong>di</strong> questo modulo è la stima della quantità <strong>di</strong> nettare e polline trasportato<br />

giornalmente nell’alveare.<br />

Dal modulo production è invece possibile determinare la quantità <strong>di</strong> miele, polline e<br />

pappa reale prodotta dall’alveare.<br />

Il modello sarà calibrato e validato me<strong>di</strong>ante la raccolta <strong>di</strong> dati sperimentali. Inoltre<br />

verranno fatte sperimentazioni ad hoc per migliorare la struttura dei vari moduli ed<br />

aggiustare il peso <strong>di</strong> ogni parametro, come ad esempio l’effetto della temperatura interna<br />

all’alveare sulle api. Le api adulte mantengono l’area <strong>di</strong> covata ad una temperatura quasi<br />

costante <strong>di</strong> 34,5 °C, tuttavia uno stu<strong>di</strong>o recente (Medrzycki et al., 2008) ha <strong>di</strong>mostrato<br />

che l’abbassamento anche <strong>di</strong> soli due gra<strong>di</strong> della temperatura <strong>di</strong> allevamento della covata<br />

provoca una maggiore durata dello sviluppo, una ridotta longevità e una maggiore<br />

suscettibilità ai pestici<strong>di</strong>.<br />

Parole chiave: modellistica, apicoltura, territorio, temperatura, pestici<strong>di</strong>.<br />

Bibliografia:<br />

Danuso F., 2003. SEMoLa: uno strumento per la modellazione degli agroecosistemi.<br />

Atti 25° Conv. SIA, Napoli, 16-19/9/2003: 283-284.<br />

Medrzycki P., Sgolastra F., Bortolotti L., Tosi S., Bogo G., Padovani E., Porrini C.,<br />

Sabatini A. G., (in stampa). Influence of the brood rearing temperature on honey bee<br />

development and susceptibility to intoxication by pesticides. Mitteilungen aus dem<br />

Julius Kuehn-Institut.<br />

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