XXII CNIE - Accademia nazionale italiana di Entomologia
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Sessione III – Insetti Sociali e Apidologia RUOLO DI BOMBUS TERRESTRIS NEL FLUSSO GENICO FRA PIANTE TRANSGENICHE E CONTROLLO DI POMODORO IN SERRA G.M. Di Leo 1,2 & S. Arpaia 1 1 ENEA – Centro Ricerche Trisaia, Rotondella (MT) 2 Università degli Studi della Basilicata, Potenza. Gli impollinatori rivestono una fondamentale importanza nel garantire la produttività di molte specie di piante coltivate. Nel caso di agroecosistemi contenenti piante geneticamente modificate (PGM), gli impollinatori potrebbero contribuire alla dispersione del transgene nell’ambiente attraverso meccanismi di trasferimento genico verticale. Un altro importante risvolto, anche di tipo economico, è rappresentato dalla possibile coesistenza delle PGM con le colture di tipo convenzionale o biologico. Gli impollinatori sono perciò divenuti fra gli organismi comunemente monitorati per la valutazione dell’impatto ambientale delle PGM (Arpaia et al., 2006). Nel corso del presente lavoro le prove sperimentali sono state impostate con l’obiettivo di: a) valutare le caratteristiche di attrattività e l’accettazione da parte degli impollinatori di PGM di pomodoro, b) quantificare l’ibridazione fra PGM di pomodoro e piante di pomodoro non trasformato, e c) valutare la correlazione fra eventi di incrocio spontaneo e mobilità dei pronubi. L’esperimento è stato condotto in serra. Nella parte centrale è stata predisposta un’area contenente 120 piante invasate di pomodoro GM esprimenti il gene cry3Bb, distanziate circa 30 cm da ogni lato. Il resto della serra è stato occupato con 639 piante dell’ecotipo Agrinocerino disposte intorno all’area coltivata con piante Bt. Una famiglia di bombi (Bombus terrestris L.) è stata posta al centro della serra per favorire l’impollinazione. Sono state effettuate osservazioni sull’attività alimentare dei bombi su piante Bt e su piante controllo misurando la durata di ogni visita ed il numero di fiori visitati su ogni infiorescenza. Inoltre sono state effettuate 150 analisi immunologiche dei semi da bacche di Agrinocerino prelevate in 10 aree da 20 piante ciascuna. La percentuale totale di bacche in cui è stata rilevata la presenza del gene cry3Bb è stata dell’1.9%. La percentuale di esoincrocio naturale che si registra in campo è solitamente inferiore, pertanto l’attività dei bombi in serra ha contribuito alla dispersione del polline. Non si sono registrate differenze significative nella percentuale di bacche positive al test immunologico rispetto alla posizione delle parcelle nella serra (F=0,85, p=0,60). L’omogeneità del trasferimento del polline all’interno della serra è stata confermata in tre diverse date di raccolta delle bacche. Parole chiave: impollinatori, impatto ambientale, piante geneticamente modificate Bibliografia: S. Arpaia, et al., 2006. In: Environmental isk Assessment of Genetically Modified Organisms. Vol. 2. CABI Publishing, UK, pp: 155-174 103
Sessione III – Insetti Sociali e Apidologia EFFETTO DI STRESS BIOTICI E ABIOTICI SUI LIVELLI DI INFEZIONE VIRALE NELL’APE (APIS MELLIFERA) G. Di Prisco 1 , Y. P. Chen 2 , E. Caprio 1 & F. Pennacchio 1 1 Università degli Studi di Napoli “Federico II” - Dipartimento di Entomologia e Zoologia Agraria “Filippo Silvestri” - Via Università n.°100, 80055 Portici, Napoli, Italy E-mail: gennaro.diprisco@unina.it 2 Bee Research Laboratory, Agricultural Research Service, U.S. Department of Agriculture. 10300 Baltimore avenue, BARC-EAST Bldg 476, 20705 Beltsville, Maryland, USA. L'ape (Apis mellifera L.) gioca un ruolo vitale negli agro-ecosistemi, legato all'impollinazione di molte piante agrarie. Da alcuni anni si riscontrano spopolamenti e morie diffuse di api che spesso portano alla distruzione di interi apiari, senza che sia stata ancora definita una causa ben precisa. Il fenomeno, denominato anche “sindrome da spopolamento”, è diffuso in tutto il mondo, in particolare negli Stati Uniti, dove viene correntemente indicato con l’acronimo CCD (Colony Collapse Disorder). Gli studi al riguardo mettono in relazione l’insorgenza di questo fenomeno con l’esposizione dell’ape a diversi stress biotici e abiotici (patologie, parassitosi, agrofarmaci, condizioni ambientali avverse, deficit nutrizionali, ecc.), o a loro combinazioni. Il presente contributo punta a valutare l’effetto di diversi agenti di stress, quali l’infestazione di Varroa destructor Anderson & Trueman, l’infezione di Nosema ceranae o l’intossicazione da agrofarmaci, sui livelli di replicazione virale nelle api, in particolare BQCV (Black Queen Cell Virus), DWV (Deformed Wing Virus) e IAPV (Israeli Acute Paralysis Virus). Ciò costituisce un primo passo verso la caratterizzazione molecolare dell’impatto che diversi fattori ambientali possono avere sul sistema immunitario dell’ape e sulle sue capacità di contenimento di patogeni ad essa comunemente associati. Api operaie neosfarfallate sono state allevate in cella climatica, a temperatura e umidità controllata, e sottoposte a trattamenti con gli agenti di stress sopra citati. L’effetto di questi trattamenti sui livelli di infezione virale è stato valutato tramite RT-PCR quantitativa (Real Time One-Step RT-PCR). I risultati ottenuti indicano l’esistenza di un livello di immunomodulazione variabile da parte dei diversi agenti di stress considerati, in molti casi capaci di indurre un significativo aumento della replicazione virale. Parole chiave: CCD, virus, agrofarmaci, Varroa destructor, Nosema ceranae. 104
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Sessione III – Insetti Sociali e Apidologia<br />
EFFETTO DI STRESS BIOTICI E ABIOTICI SUI LIVELLI DI INFEZIONE<br />
VIRALE NELL’APE (APIS MELLIFERA)<br />
G. Di Prisco 1 , Y. P. Chen 2 , E. Caprio 1 & F. Pennacchio 1<br />
1 Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Napoli “Federico II” - Dipartimento <strong>di</strong> <strong>Entomologia</strong> e<br />
Zoologia Agraria “Filippo Silvestri” - Via Università n.°100, 80055 Portici, Napoli, Italy<br />
E-mail: gennaro.<strong>di</strong>prisco@unina.it<br />
2 Bee Research Laboratory, Agricultural Research Service, U.S. Department of<br />
Agriculture. 10300 Baltimore avenue, BARC-EAST Bldg 476, 20705 Beltsville,<br />
Maryland, USA.<br />
L'ape (Apis mellifera L.) gioca un ruolo vitale negli agro-ecosistemi, legato<br />
all'impollinazione <strong>di</strong> molte piante agrarie. Da alcuni anni si riscontrano spopolamenti e<br />
morie <strong>di</strong>ffuse <strong>di</strong> api che spesso portano alla <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> interi apiari, senza che sia<br />
stata ancora definita una causa ben precisa. Il fenomeno, denominato anche “sindrome<br />
da spopolamento”, è <strong>di</strong>ffuso in tutto il mondo, in particolare negli Stati Uniti, dove viene<br />
correntemente in<strong>di</strong>cato con l’acronimo CCD (Colony Collapse Disorder). Gli stu<strong>di</strong> al<br />
riguardo mettono in relazione l’insorgenza <strong>di</strong> questo fenomeno con l’esposizione<br />
dell’ape a <strong>di</strong>versi stress biotici e abiotici (patologie, parassitosi, agrofarmaci, con<strong>di</strong>zioni<br />
ambientali avverse, deficit nutrizionali, ecc.), o a loro combinazioni.<br />
Il presente contributo punta a valutare l’effetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi agenti <strong>di</strong> stress, quali<br />
l’infestazione <strong>di</strong> Varroa destructor Anderson & Trueman, l’infezione <strong>di</strong> Nosema<br />
ceranae o l’intossicazione da agrofarmaci, sui livelli <strong>di</strong> replicazione virale nelle api, in<br />
particolare BQCV (Black Queen Cell Virus), DWV (Deformed Wing Virus) e IAPV<br />
(Israeli Acute Paralysis Virus). Ciò costituisce un primo passo verso la caratterizzazione<br />
molecolare dell’impatto che <strong>di</strong>versi fattori ambientali possono avere sul sistema<br />
immunitario dell’ape e sulle sue capacità <strong>di</strong> contenimento <strong>di</strong> patogeni ad essa<br />
comunemente associati.<br />
Api operaie neosfarfallate sono state allevate in cella climatica, a temperatura e umi<strong>di</strong>tà<br />
controllata, e sottoposte a trattamenti con gli agenti <strong>di</strong> stress sopra citati. L’effetto <strong>di</strong><br />
questi trattamenti sui livelli <strong>di</strong> infezione virale è stato valutato tramite RT-PCR<br />
quantitativa (Real Time One-Step RT-PCR). I risultati ottenuti in<strong>di</strong>cano l’esistenza <strong>di</strong> un<br />
livello <strong>di</strong> immunomodulazione variabile da parte dei <strong>di</strong>versi agenti <strong>di</strong> stress considerati,<br />
in molti casi capaci <strong>di</strong> indurre un significativo aumento della replicazione virale.<br />
Parole chiave: CCD, virus, agrofarmaci, Varroa destructor, Nosema ceranae.<br />
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