31.05.2013 Views

Brochure CYPMED - Arsia

Brochure CYPMED - Arsia

Brochure CYPMED - Arsia

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

spese degli apparati radicali, soggetti a decorticazioni spesso totali ed estese fino al colletto (Figg. 15-16). La<br />

pericolosità degli Oziorrinchi ai giorni nostri si è notevolmente attenuata nell’areale vivaistico considerato e<br />

l’eventualità che pianticelle di cipresso in contenitore possano incorrere in esiziali decorticazioni radicali operate<br />

da larve di Oziorrinchi si fa attualmente alquanto remota.<br />

CRITERI DI DIFESA<br />

Individuato nell’afide Cinara cupressi il fitomizo che attualmente è fonte di maggiore<br />

preoccupazione, al vivaista si offre una vasta gamma di efficaci formulati aficidi autorizzati all’impiego su<br />

colture ornamentali: fosforganici e carbammati di vecchia registrazione, piretroidi, piretine naturali,<br />

insetticidi-aficidi dell’ultima generazione, compresi alcuni recenti prodotti di origine naturale. L’odierna<br />

produzione fitofarmaceutica concede quindi opportunità di agire con oculatezza nella scelta di prodotti<br />

aficidi. Vi è oggigiorno possibilità di escludere insetticidi-aficidi del passato, totipotenti e di indubbia<br />

efficacia, caratterizzati tuttavia da elevata tossicità, pesante impatto ambientale e scarsa selettività nei<br />

riguardi degli antagonisti naturali dei fitofagi, a beneficio di più recenti formulati dal profilo ecotossicologico<br />

rassicurante, altrettanto efficaci e che comunque vanno opportunamente alternati nell’impiego onde evitare<br />

l’insorgenza di resistenza nelle popolazioni dell’afide. Si tenga presente che ad impedire la dannosità<br />

dell’afide possono rivelarsi utili getti forzati di acqua (eventualmente ripetuti), sufficienti a disperdere le<br />

colonie del cinarino e interrompere la loro dannosa attività di suzione.<br />

Accertato quindi che la lotta all’afide del cipresso non presenta particolari difficoltà (il getto aficida<br />

deve comunque ben penetrare all’interno delle chiome infestate), preme rilevare che solo dalla tempestività<br />

dell’intervento può scaturire una effettiva protezione del cipresso. Come dimostrato (Inserra et al., 1979) lo<br />

stazionamento indisturbato delle colonie dell’afide sui rametti di cipresso anche per poche settimane conduce<br />

inevitabilmente ad esiti nefasti per l’integrità delle chiome. Interventi aficidi tardivi, accurati quanto si<br />

voglia, su chiome ospitanti da settimane affollate colonie dell’afide e ancora esenti da manifestazioni di<br />

danno, concedono solo di abbattere la popolazione afidica ma non impediscono affatto la comparsa, nelle<br />

settimane successive, dei seccumi di foglie e rametti. Al produttore di cipressi resta quindi l’incombenza di<br />

ripetute ispezioni alle parti interne delle chiome, il loro settore inferiore in particolare, nei periodi di abituale<br />

incremento della popolazione dell’afide (all’uscita dall’inverno e in autunno), ben evidenziato anche da<br />

bagnatura e untuosità appiccicaticcia di foglie e cortecce di rami e rametti, dovute all’abbondante melata<br />

emessa dagli afidi in rapida moltiplicazione. Il tutto finalizzato ad evitare trattamenti aficidi con prodotti di<br />

sintesi chimica cosiddetti “preventivi”, effettuati in assenza di effettiva infestazione, comunque inquinanti e<br />

perturbatori di equilibri fra fitofagi e loro antagonisti naturali che, nel nostro interesse, dobbiamo mantenere<br />

e potenziare.<br />

Specifiche attenzioni sono richieste anche nella lotta all’eriofide. Attivo all’interno delle gemme ove<br />

vive costantemente, gode di una protezione che può rendere problematico il successo del trattamento<br />

acaricida, assicurato solo se l’intervento si riveli tempestivo (ai primi sintomi di attacco) e in periodo<br />

stagionale appropriato, che è quello primaverile allorquando la popolazione svernante dell’eriofide inizia a<br />

incrementare la sua consistenza. Idonei a contrastare le infestazioni dell’eriofide sono indicati formulati<br />

acaricidi a base di clorobenzilato* 1 , bromopropilato**, endosulfan (Castagnoli e Simoni, 1998). Il vivaista<br />

può fare ricorso ad altre sostanze attive quali abamectina, amitraz, ecc. dotate di spiccato potere citotropico e<br />

proposte anche nella difesa dagli eriofidi.<br />

Una lotta alle cocciniglie che possa rivelarsi efficace richiede, quantomeno, sufficienti conoscenze<br />

sui loro cicli biologici, essendo noto che solo le forme giovanili (neanidi) da poco sgusciate dall’uovo e prive<br />

di ina qualsiasi protezione sono altamente vulnerabili all’intervento insetticida. Contro gli stadi adulti che già<br />

godono della protezione di scudetti, rivestimenti cerosi e quant’altro si ottengono di norma risultati<br />

deludenti. Fosforganici, carbammati, piretroidi, polisolfuri, oli minerali (semplici o attivati) hanno una lunga<br />

tradizione nella difesa anticoccidica di colture agrarie, floreali, ornamentali. L’impiego di alcuni di questi<br />

anticoccidici, indubbiamente efficaci, cozza con le odierne esigenze di salvaguardia ambientale e di<br />

1 (*) (**) Entrambi revocati, il secondo per l’impiego su colture ornamentali.<br />

47

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!