Brochure CYPMED - Arsia
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ALTRI FITOFAGI DI IMPORTANZA SECONDARIA<br />
È dato osservare, talvolta, anche sulle chiome dei cipressi in vivaio sporadici disseccamenti di<br />
rametti (Fig. 14) provocati dai punteruoli del cipresso (Phloeosinus aubei e, meno frequentemente, P.<br />
thujae). Il minuscolo Coleottero scolitide in una precisa<br />
fase del suo ciclo biologico, quella della maturazione<br />
sessuale, è solito erodere piccoli rametti di Cupressus<br />
spp. e di altre cupressacee ben vegetanti, dopo essere<br />
sciamato da cipressi deperienti e seccaginosi ove, come<br />
impostogli dalla sua natura di fitofago secondario, ha<br />
luogo la fase di riproduzione. La dannosità diretta dello<br />
scolitide appare alquanto modesta sui cipressi in vivaio,<br />
considerata anche la saltuarietà delle sue comparse,<br />
legate comunque alla presenza, in prossimità del vivaio<br />
o al suo interno, di cipressi adulti con chiome devastate<br />
da perdite legnose, idonee a richiamare il punteruolo alla<br />
riproduzione. Più temibile una sua dannosità indiretta,<br />
Fig.14 - Rametti di cipresso disseccati a seguito di erosioni<br />
provocate dal Fleosino in fase di maturazione sessuale.<br />
essendo state da tempo accertate sue responsabilità nella<br />
trasmissione dell’agente fungino del cancro corticale<br />
(Covassi et al., 1975). Ad evitare pericoli di contagio<br />
provocato dal Fleosino sono sufficienti intuibili misure di prevenzione cui accenneremo più avanti trattando<br />
dei possibili interventi di difesa a protezione della produzione vivaistica del cipresso.<br />
Alla dannosità di Lampra festiva sfugge durante la permanenza in vivaio il cipresso comune che pur si<br />
annovera fra gli ospiti del Buprestide (Covassi et al., 1998). A fronte di una massiccia diffusione dello xilofago<br />
nella vivaistica toscana, quale quella registrata in anni di recente trascorsi – a spese, in particolare, di Cupressacee<br />
molto appetite quali alcune varietà di Thuja occidentalis (“Atrovirens” e “Smaragd”) e di Juniperus virginiana<br />
(“Skyrocket”) assai raramente – e comunque sempre su cipressi in sofferenza per cause le più varie – siamo<br />
riusciti a documentare una sua presenza negli impianti di cipresso comune, anche quando contigui ad altre<br />
resinose pesantemente infestate.<br />
Anche il cerambicide Semanotus russicus è dato talvolta di potere osservare in attività su esemplari di<br />
cipresso di grosse dimensioni costretti a vivere in contenitore, malvegetanti ( e su altre cupressacee in analoghe<br />
condizioni). Le sue profonde escavazioni all’interno dei fusti non concedono di sopravvivere ai cipressi infestati<br />
(Covassi et al., 1998).<br />
Fig. 15 – Innesti di cipresso comune<br />
cresciuti in contenitore con apparati<br />
radicali e colletti decorticati da larve<br />
di Oziorrinco.<br />
Infine si ricorda come in periodo trascorso (anni ’80) quando nella<br />
vivaistica pistoiese la vasetteria più giovane di numerose latifoglie e conifere<br />
ornamentali ebbe a subire estese falcidie provocate da una straripante presenza<br />
di Oziorrinchi, nell’ampio ventaglio dei loro ospiti vegetali trovò posto anche il<br />
cipresso comune (Del Bene e Parrini, 1986). Pur non collocandosi nel novero<br />
degli ospiti più appetiti dai predetti<br />
Coleotteri curculionidi anche giovani<br />
piante di cipresso comune<br />
allevate in contenitore non di rado<br />
divennero bersaglio della voracità<br />
delle larve ipogee di alcune specie<br />
di Otiorrhynchus ( in particolare O.<br />
armadillo, O. sulcatus, O. salicicola)<br />
che giungevano a maturità a<br />
Fig. 16 – Larve e pupe di Oziorrinco.<br />
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