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Brochure CYPMED - Arsia

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devitalizzazione con formazione di germogli soprannumerari, aborto e caduta di fiori, rugginosità di foglie e<br />

frutti, bollosità, distorsioni e arricciamenti fogliari, ecc..<br />

T. juniperinus, che è capace di colonizzare anche Juniperus spp., Cedrus spp. Chamaecyparis spp.,<br />

evidenzia il suo attacco prevalentemente nelle parti superiori delle chiome del cipresso comune, provocando<br />

alterazioni vegetative quali ingrossamento, imbrunimento o disseccamento di gemme, vistose deformazioni<br />

di apici vegetativi o loro disseccamento, proliferazione di gemme e conseguenti accestimenti vegetativi. È<br />

stata accertata una notevole differenza di suscettibilità all’attacco dell’eriofide fra cloni diversi di cipresso.<br />

Come già ricordato anche i coni subiscono deformazioni e disseccamenti e non giungono a maturare i semi.I<br />

giovani cipressi che devono sopportare una folta popolazione dell’eiofide accusano marcati arresti vegetativi<br />

ed esibiscono chiome vistosamente alterate nelle loro parti superiori, di aspetto cespuglioso, disordinato,<br />

affastellato (Figg.10-11). Il valore estetico dei cipressi pesantemente parassitizzati si riduce notevolmente.<br />

Sfuggono alla dannosità dell’eriofide i cipressi adulti sui quali il fitofago non è più capace di prodursi in<br />

manifestazioni di danno di una qualche entità.<br />

Sono stati definitivamente chiariti importanti aspetti della biologia e modalità di infestazione dell’eriofide<br />

(Castagnoli e Simoni, 1998). In sintesi: lo svernamento è sostenuto da tutti gli stadi di sviluppo (uovo, ninfa e<br />

adulto), a conferma che neppure in detto periodo viene ad interrompersi la sua attività riproduttiva; la popolazione<br />

dell’eriofide si fa più folta in due distinti periodi dell’anno (aprile-maggio e autunno), un sua minore presenza si<br />

registra in piena estate ed inverno e comunque in ogni periodo dell’anno sono reperibili tutti gli stadi evolutivi del<br />

fitofago (uova, ninfe e adulti maschi e femmine); vive pressoché esclusivamente all’interno delle gemme,<br />

preferibilmente quelle apicali come dimostra una sempre più ridotta presenza dell’eriofide quanto più ci si<br />

allontana dall’apice dei rametti.<br />

Cocciniglie<br />

Sul cipresso si evolvono anche alcune cocciniglie. Il Diaspidide Carulaspis carueli, a distribuzione<br />

geografica circummediterranea, è ritenuta la principale cocciniglia del cipresso comune ed è stata oggetto, in<br />

Toscana, di approfonditi studi morfo-biologici (Baccetti,1960). Si rende visibile sul fogliame e galbule di<br />

cipresso e forti infestazioni riescono a deprimere visibilmente lo sviluppo vegetativo delle piante ospiti. Si<br />

rinviene anche su altre specie di cipresso e su cupressacee dei generi Juniperus, Chamaecyparis, Thuja, ecc.<br />

Le femmine adulte presentano follicoli biancastri e subrotondeggianti con esuvie eccentriche di<br />

colore giallastro, delle dimensioni di 1-2 mm e nei microclimi più caldi può svolgere sino a due generazioni<br />

annuali, con presenza di neanidi in maggio e agosto-settembre. Lo svernamento è sostenuto da femmine<br />

adulte fecondate. È conosciuto anche il maschio. Ha efficaci nemici naturali: predatori (Coleotteri<br />

coccinellidi e acari fitoscidi) e parassitoidi (Imenotteri afelinidi). A questi si riconoscono concrete capacità di<br />

contenimento della dannosità del Diaspino.<br />

La cocciniglia è capace di colonizzare giovani cipressi così come esemplari adulti e vetusti. In<br />

passato sono stati segnalati suoi dannosi sviluppi anche nelle coltivazioni di cipresso in vivaio (Baccetti,<br />

1960). In realtà nell’ambiente vivaistico da noi frequentato abbiamo avuto rare occasioni di rilevare piante di<br />

cipresso comune pesantemente attaccate da C. carueli. La breve permanenza della resinosa in vivaio<br />

impedisce, di norma, alla cocciniglia di prodursi in manifestazioni di attacco vistose e intense,<br />

verosimilmente in virtù anche dell’azione di freno svolta dai suoi nemici naturali. Più spesso la sua rarefatta<br />

presenza sulla giovane produzione in vivaio si svela solo ad occhi particolarmente attenti e di solito sfugge<br />

ad interventi anticoccidici. Occasionalmente il cipresso può ospitare anche la congenere C. juniperi che è<br />

solita volgere la sua attenzione, preferibilmente, verso Juniperus spp. Morfologicamente affine alla prima se<br />

ne distingue per presentare un’unica generazione annuale.<br />

Riteniamo che maggiori attenzioni debbano prestarsi a prevenire sviluppi indesiderati sui giovani<br />

cipressi che sostano in vivaio di altra cocciniglia, lo pseudococcide Planococcus vovae. La sua prima<br />

segnalazione in Italia – sotto altra denominazione – risale al 1981, reperito in Puglia su C. macrocarpa<br />

(Roberti e Tranfaglia, 1981). Da noi è stata occasionalmente rinvenuto nel 1986 su cipressi comuni di<br />

provenienza estera, introdotti nel pistoiese dopo le eccezionali minime termiche del gennaio 1985 che in<br />

pratica avevano azzerato la locale produzione cipressicola. In seguito, nello stesso ambiente, non si sono fatti<br />

rari i rinvenimenti di giovani cipressi infestati dallo pseudococcide.<br />

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