31.05.2013 Views

Brochure CYPMED - Arsia

Brochure CYPMED - Arsia

Brochure CYPMED - Arsia

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Temibili sono in particolare gli sviluppi primaverili dell’infestazione che possono preannunciarsi già<br />

in fine inverno quando andamenti climatici del periodo invernale si rivelino idonei a una pronta ripresa della<br />

biologia dell’afide. Non sono tuttavia mancate, in questi anni occasioni per accertare anche una dannosità in<br />

vivaio delle generazioni autunnali della Cinara (Parrini, 2000) che riesce, in detto periodo, ad incrementare la<br />

sua popolazione stimolata dai ritmi delle ripresa vegetativa del cipresso dopo la stasi estiva. Gli esiti degli<br />

sviluppi autunnali dell’infestazione si renderanno visibili, in forma di scolorimenti fogliari seguiti da<br />

disseccamenti, nell’ultimo scorcio invernale, talvolta all’inizio della primavera, trascorso il periodo più<br />

freddo che ritarda il manifestarsi dei danni sulle chiome.<br />

Acaro eriofide<br />

Una importanza sempre maggiore è riuscito ad assumere in questi ultimi anni l’acaro eriofide<br />

Trisetacus juniperinus. La sua crescente aggressività verso i giovani cipressi lo colloca attualmente, a buon<br />

diritto, fra le principali avversità della resinosa che cresce in vivaio e dei giovani impianti ornamentali e<br />

giovani cipressete. I cipressi in vivaio, di norma sottoposti a forzatura colturale, si rivelano particolarmente<br />

idonei a ospitare consistenti popolazioni dell’ acaro.<br />

Segnalato per la prima volta in Italia pochi decenni orsono in un rimboschimento di C. sempervirens<br />

in area pugliese (Nuzzaci e Monaco, 1977) non ha tardato a farsi notare anche nella vivaistica toscana. Negli<br />

anni ’80 già si facevano frequenti i rinvenimenti dell’eriofide sui giovani cipressi dei vivai della Toscana e<br />

dell’Umbria (Castagnoli e Simoni, 1998).<br />

Gli eriofidi, dal corpo vermiforme di colore chiaro, provvisti di due paia di zampe e di minute<br />

dimensioni (non visibili ad occhio nudo), tramite i loro apparati boccali si nutrono dei contenuti cellulari e<br />

provocano sui diversi ospiti vegetali manifestazioni di danno differenziate: ipertrofia di gemme o loro<br />

Figg. 10-11 – Alterazioni vegetative provocate dall’eriofide del cipresso (Trisetacus juniperinus).<br />

43

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!