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Brochure CYPMED - Arsia

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A questi si affiancano altri parassiti animali di più limitata importanza: Orsillus maculatus e O. depressus,<br />

impegnati, su coni ancora verdi, ad impedire la maturazione dei semi; l’Imenottero torymide Megastigmus<br />

watchli capace, tramite il suo ovopositore, di deporre uova nei semi di cui si nutriranno le larve, ecc..<br />

Maggiori dettagli su morfologia, biologia e dannosità degli artropodi sopraelencati (e di altri) sono<br />

state resi in recenti pubblicazioni (Guido et al., 1995; Roques e Battisti, 1999) e a queste si rimanda.<br />

L’attività dei predetti fitofagi impedisce la maturazione dei coni o danneggia i semi annullandone o<br />

deprimendone la capacità germinativa e mancate e stentate nascite fanno inevitabilmente seguito a semine<br />

effettuate con materiale deteriorato.<br />

FITOFAGI DANNOSI AL CIPRESSO IN CRESCITA IN VIVAIO<br />

In ordine decrescente di importanza vengono presentati gli insetti ed acari che procurano i più<br />

frequenti danni al cipresso comune in vivaio, radicato in piena terra o allevato in contenitore, capaci di<br />

ostacolare gli attesi sviluppi delle piante, di azzerarne i pregi ornamentali, di pregiudicarne la vitalità. Sarà<br />

fatto cenno anche ad altri parassiti del cipresso che rivestono comunque importanza secondaria, per<br />

dannosità modesta e/o saltuarietà della loro comparsa. Compresi fra questi anche fitofagi che, temibili in<br />

passato, hanno ai nostri giorni drasticamente ridotto la loro pericolosità.<br />

Afide del cipresso<br />

L’afide corticicolo Cinara cupressi si è posto all’attenzione dei vivaisti toscani nell’ultimo scorcio<br />

degli anni ’70 allorquando una sua eccezionale e imprevista pullulazione nel triennio 1976-78 apportò gravi<br />

distruzioni sulle chiome dei popolamenti ornamentali del cipresso comune e di altre specie esotiche<br />

dell’intera penisola, a partire dalle nostre regioni meridionali. L’afide descritto sin dagli inizi del secolo<br />

scorso, per più decenni mai si era proposto come seria avversità del cipresso.<br />

La produzione vivaistica, come del resto prevedibile, non riuscì a sottrarsi alle conseguenze di questa<br />

abnorme esplosione delle popolazioni della C. cipressi e gravi danni si registrarono in Toscana anche sui<br />

giovani cipressi accolti sulle superfici a vivaio, sotto forma di diffusi seccumi di foglie e rametti, associati a<br />

vistosa fumaggine, che intristivano ampi settori delle chiome sempreverdi del cipresso comune e quelle<br />

argentate dei cipressi dell’Arizona. Anche su varietà ornamentali di C. macrocarpa non fu difficile accertare<br />

la malefatte del parassita. Il tutto in risposta a sviluppi della Cinara in folte colonie avvolgenti a manicotto i<br />

rametti dei cipressi, sottoposti a cospicua sottrazione di linfa e all’azione tossica di sostanze salivari immesse<br />

nei tessuti vegetali nel corso della alimentazione dell’afide tramite il suo apparato boccale pungente-<br />

succhiante. Risale a quel periodo (Parrini, 1979) l’invito rivolto ai produttori vivaisti a voler considerare<br />

l’afide del cipresso avversità che si poneva su livelli di pericolosità identici a quelli espressi dall’agente<br />

fungino del cancro corticale, patologia che in quegli anni mortificava la rinomata produzione vivaistica<br />

toscana della resinosa.<br />

Il fitomizo sin da quando si è reso responsabile di vistosa dannosità ai popolamenti del cipresso<br />

comune sul territorio è stato oggetto in Toscana di approfondite ricerche sulla sua biologia ed etologia<br />

(Binazzi 1978, 1997). Sono state chiarite le sue modalità di svernamento, è stato definito il numero di<br />

generazioni (10-11) svolte annualmente delle virginopare attere e dalle alate, sono stati individuati i periodi<br />

di sua più affollata presenza nell’arco dell’anno (quello primaverile e autunnale) inframezzati da una stasi<br />

estiva dopo la comparsa delle forme alate e la dispersione delle colonie. Individuati anche come fattori di<br />

mortalità naturale le minime termiche invernali e gli eccessi termici estivi.<br />

Sui cipressi in vivaio C. cipressi è ormai solita fare frequenti comparse, pur con diversa densità di<br />

popolazione e oggigiorno costituisce una costante minaccia (Figg. 5-6-7-8-9). Di tanto il produttore vivaista<br />

sembra averne piena consapevolezza. Peraltro le presenza dell’afide in ambiente vivaistico viene assicurata<br />

dalla consistente produzione di cipressi esotici che costituiscono le sue matrici vegetali preferite. Al loro<br />

sempre più diffuso impiego ornamentale sul territorio è stata dagli entomologi attribuita responsabilità certa<br />

nelle esplosioni delle popolazioni della Cinara.<br />

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