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Brochure CYPMED - Arsia

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piccole, poste in appezzamenti uniformi e c’è disponibilità di mezzi e mano d’opera per cui i costi incidono<br />

in modo relativo sulla produzione.<br />

Botryodiplodia theobromae<br />

Oltre ai disseccamenti sulla chioma ed al cancro sui rami delle piante adulte, questo parassita può causare<br />

gravi danni e la morte dei semenzali di un anno le cui radici appaiono imbrunite. Con l’appassimento ed il<br />

disseccamento le piantine assumono un colore marrone (tannico) mentre l’apice si ripiega ed assume una<br />

forma ad uncino. Nella corteccia uccisa dal patogeno si sviluppano dei tessuti stromatici contenenti le<br />

fruttificazioni picnidiche del parassita che a maturità producono dei conidi bruni ovoidali e bicellulari molto<br />

simili a quelli della Diplodia pinea f. sp. cupressi. I conidi che spesso fuoriescono dal picnidio sono<br />

immaturi, ovoidali, ialini ed unicellulari. La malattia segnalata in Israele (Bruck et al., 1990), va ad<br />

aggravare la situazione sanitaria del cipresso già prostrato dagli attacchi di altri pericolosi parassiti fungini.<br />

Non siamo a conoscenza di mezzi specifici di lotta per cui pensiamo sia utile suggerire l’eliminazione delle<br />

piante infette ed un trattamento preventivo con benzimidazolici.<br />

Diplodia pinea f. sp. cupressi (sin. Sphaeropsis sapinea f. sp. cupressi, Diplodia mutila; teleomorfo:<br />

Botryosphaeria stewensii).<br />

Questa malattia, già presente in Israele, Marocco ed in Grecia (Solel et al., 1987; Frisullo e Graniti, 1990;<br />

Xenopoulos e Tsopelas, 2000), è stata segnalata per la prima volta in Italia nel 1997 su piante giovani e<br />

adulte di C. sempervirens e C. arizonica (Frisullo et al,. 1997). Il patogeno, anche se non segnalato<br />

ufficialmente, è presente anche in altre regioni dell’Italia centrale e, probabilmente, meridionale.<br />

Il parassita si presenta con cancri corticali molto stretti ed allungati, lunghi da pochi cm ad un metro, con<br />

evidenti bordi cicatriziali che dalla fessurazione fanno intravedere il sottostante legno. Talvolta l’evoluzione<br />

del processo infettivo, accompagnato dalla fuoriuscita di resina, porta al disseccamento dei rami e della<br />

pianta. I sintomi esterni sono simili al S. cardinale per cui occorre una buona conoscenza delle due malattie<br />

per poterli distinguere. Talvolta i due parassiti si possono riscontrare sulla<br />

stessa pianta o addirittura sullo stesso cancro e ciò può complicare, non<br />

poco, la diagnosi. Uno dei caratteri distintivi fra i due patogeni si osserva<br />

tagliando trasversalmente un ramo all’altezza del cancro. Nella S. sapinea, il<br />

settore triangolare di cilindro legnoso posto sotto la corteccia infetta appare<br />

leggermente imbrunito. Un altro carattere distintivo è che lungo il tronco i<br />

cancri causati da D. pinea f. sp. cupressi hanno una progressione<br />

eminentemente di tipo verticale dovuto alla forte reazione della pianta; per<br />

questo motivo occorre molto tempo e la somma di più infezioni per<br />

conseguire il disseccamento. I giovani rami, di minor diametro, possono<br />

Fig. 11 - Picnidi di Diplodia pinea f. sp.<br />

cupressi visti in sezione al microscopio<br />

ottico.<br />

essere aggirati e uccisi molto rapidamente.<br />

Sopra la superficie esterna della corteccia,<br />

nella zona interessata dal cancro, sono ben<br />

visibili i picnidi (350-400 mµ), organi di<br />

riproduzione agamica (anamorfa) del<br />

parassita il cui corto collo fuoriesce<br />

leggermente dall’epidermide scaricando<br />

all’esterno la massa conidica (Fig. 11). I<br />

picnoconidi prodotti sono oblunghi, ialini e unicellulari quando immaturi,<br />

marroni, bicellulari e con parete spessa a maturazione raggiunta (Fig. 12).<br />

Un’altra delle caratteristiche di questo parassita e quella di incrementare il<br />

suo sviluppo nelle piante stressate, questa è una caratteristica<br />

particolarmente pericolosa, specialmente nei vivai dove le piante più grandi<br />

fortemente indebolite dai trapianti in contenitore possono subire gravissimi<br />

danni.<br />

34<br />

Fig. 12 – Conidi maturi (settati) e<br />

immaturi di Diplodia pinea f. sp.<br />

cupressi.

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