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Brochure CYPMED - Arsia

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Il damping off, la cui sintomatologia è inequivocabile, appare essere di gran lunga la “malattia” più dannosa<br />

e complessa che possa colpire i giovani semenzali. Ciò è dovuto sia ai numerosi agenti eziologici che ne<br />

entrano a far parte e che determinano il quadro patologico, sia alle interazioni che si possono instaurare fra i<br />

vari fattori coinvolti. Non è compito nostro indagare in questa direzione, ma pensiamo sia essenziale riferire<br />

che per ogni singola specie occorre ricreare, artificialmente, le condizioni naturali ottimali fino dalla raccolta,<br />

conservazione e germinazione del seme per assicurare a questo e alle plantule uno sviluppo normale.<br />

La moria può avvenire in pre-emergenza, prima che l’epicotile sia riuscito ad emergere dal terreno. In questo<br />

caso gli attacchi parassitari sono favoriti da una cattiva raccolta e/o conservazione del seme. Talvolta può<br />

essere una concia non ben eseguita che non è riuscita ad eliminare alcuni pericolosi patogeni presenti sui<br />

tegumenti esterni del seme. Nello stadio erbaceo di post-emergenza, fase fenologica molto sensibile, la cui<br />

durata varia da specie a specie, le piantine subiscono le perdite più gravi, succubi di agenti patogeni presenti<br />

nel terreno e/o provenienti dal seme. Una volta che il fusticino della plantula lignifica le morie gradatamente<br />

diminuiscono fino a cessare del tutto.<br />

Alle conifere appartengono gran parte delle specie forestali che sono più sensibili al damping off o caduta dei<br />

semenzali. Questa caduta è dovuta alla necrosi e collasso dei tessuti del colletto. Fra le conifere, le<br />

cupressacee e fra queste il C. sempervirens sembrano possedere un maggiore grado di resistenza (Vaarta &<br />

Crem; 1961, Magnani, 1975; Frisullo et al., 1984; Perrin & Sampangi, 1986; Troiani & Anselmi, 1997;<br />

Turchetti e Panconesi, 2001).<br />

Fra gli agenti eziologici che sono la causa di damping off sono stati individuati numerosi patogeni primari<br />

quali Phytium sp., Fusarium sp., Rhizoctonia sp., Phytophthora sp. ecc. che in genere causano il marciume<br />

delle radici e del colletto. Sono tuttavia presenti, a completare il quadro sintomatologico complessivo, anche<br />

se in misura minore, funghi appartenenti ai generi Cylindrocarpon, Pestalotiopsis, Alternaria, Diplodia,<br />

Botrytis, ecc. che conducono una eminente vita saprofitaria sui tessuti danneggiati o uccisi dagli agenti<br />

primari.<br />

Per ridurre al minimo i danni dovuti ai vari microrganismi che attaccano in vivaio, oltre ad una buona<br />

raccolta e conservazione del seme, occorre che i semenzali siano situati su terreno di semina ben appropriato<br />

in ambienti spaziosi e ben ventilati e che l’apporto idrico sia tenuto al minimo indispensabile e attentamente<br />

regolato. Per limitare lo sviluppo di eventuali marciumi radicali, prima delle semine, oltre alla concia del<br />

seme potrebbe essere necessaria una sterilizzazione del suolo che si ottiene fumigandolo o trattandolo con<br />

una soluzione fungicida.<br />

MALATTIE DELLE GIOVANI PIANTE<br />

Vengono descritte in questo capitolo le principali malattie del cipresso (C. sempervirens), con riferimento a<br />

quelle che si manifestano in vivaio dal momento in cui il fusto delle piantine ha raggiunto uno stadio legnoso<br />

fino alla commercializzazione.<br />

Phomopsis occulta (teleomorfo: Diaporthe eres)<br />

La malattia colpisce le piante di tutte le età sulle quali causa il disseccamento degli apici vegetativi. Si<br />

sviluppa e si diffonde in forma epidemica soprattutto quando la stagione primaverile risulta fredda, umida e<br />

nebbiosa (Panconesi et al., 1999).<br />

Le piante adulte subiscono disseccamenti diffusi degli apici vegetativi che talvolta<br />

possono riguardare l’intera chioma. In primavera inoltrata e nella successiva estate<br />

i processi infettivi in corso vengono bloccati dalla reazione della pianta e<br />

solitamente non proseguono. Sui fusti delle piante adulte il processo infettivo non<br />

completamente bloccato dalla reazione della pianta può dar luogo a cancri a<br />

bersaglio (tipo Nectria sp.) che possono costituire un punto di debolezza<br />

suscettibile di eventuali rotture.<br />

Fig. 8 – Semenzali di C. sempervirens<br />

gravemente danneggiati da attacchi<br />

di P. occulta.<br />

Sulle giovani piantine di vivaio, il processo necrotico circonda velocemente i<br />

tessuti corticali del fusto determinando la morte e il disseccamento della parte<br />

soprastante. Durante particolari annate la pericolosità del patogeno è tale che solo<br />

alcune piantine possono sopravvivere in un letto di semina di migliaia di<br />

individui (Fig. 8).<br />

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