Brochure CYPMED - Arsia
Brochure CYPMED - Arsia
Brochure CYPMED - Arsia
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Introduzione<br />
LE MALATTIE DEL CIPRESSO IN VIVAIO<br />
dal frutto al seme, dalla plantula alla commercializzazione<br />
A. Panconesi, R. Danti<br />
Istituto per la Protezione delle Piante del CNR, Firenze<br />
Molto si è parlato in questi ultimi anni del cipresso, delle sue malattie e delle enormi difficoltà che si<br />
incontrano nel loro controllo. Mi riferisco in modo particolare al Seiridium cardinale, agente patogeno del<br />
cancro corticale del cipresso (Cupressus sempervirens), la malattia più importante e distruttiva che abbia mai<br />
colpito questa specie, i cui devastanti effetti si possono riscontrare in gran parte dei paesi che si affacciano<br />
sul bacino mediterraneo (Grasso e Raddi, 1979; Ponchet, 1990; Panconesi, 1991; Teissier du Cros, 1999;<br />
ARSIA, 2003).<br />
Numerosi studi sono stati effettuati sulle malattie delle piante adulte, ma molto poco si conosce sui parassiti<br />
dei coni 1 , dei semi e delle giovani piantine in vivaio, dalla germinazione al momento della loro<br />
commercializzazione. In questo lavoro vorremmo contribuire a descrivere brevemente quali sono questi<br />
patogeni, come sono coinvolti nel processo riproduttivo e vegetativo del cipresso e quali sono le possibilità<br />
di controllo.<br />
MALATTIE DELLE GALBULE<br />
Seiridium cardinale<br />
All’inizio della primavera e in autunno, non è difficile osservare, anche ad occhio nudo, sulle galbule del<br />
cipresso, delle piccole pustole nere, delle dimensioni di 0,5-1,5 mm, erompenti<br />
dall’epidermide (Fig. 1). Queste pustole, dette acervuli, contengono migliaia di<br />
conidi che sono gli organi di riproduzione del parassita. Questi conidi sono<br />
costituiti da 6 cellule, 2 ialine apicali senza<br />
appendici e 4 centrali più scure (Fig. 2). Gli<br />
acervuli si sviluppano singolarmente, non sono<br />
molto fitti e appaiono disposti irregolarmente<br />
sulle squame. La loro presenza può interessare<br />
Fig. 1 – Galbule con acervuli<br />
di S. cardinale.<br />
Fig. 3 – Squama con acervuli di S.<br />
cardinale e foro di uscita (a sinistra<br />
in basso) del Mega-stigmus wachtli.<br />
una singola squama o l’intera superficie della<br />
galbula. Galbule infette possono essere<br />
osservate sia su rami infetti che su rami sani;<br />
galbule sane possono trovarsi anche su rami<br />
Fig. 2 – Conidi di S. cardinale.<br />
infetti. Se l’infezione è precoce, ovvero avviene quando le galbule sono<br />
molto piccole, da alcuni mm fino ad 1 cm di diametro circa, queste si<br />
disseccano e cadono anticipatamente, in modo simile a quanto si verifica in<br />
seguito ad attacchi del Lepidottero tortricide Pseudococcyx tessulatana. Se<br />
l’infezione è più tardiva, alcune squame o l’intera galbula possono essere<br />
interessate dalla malattia per cui tutta la galbula o parte di essa può aprirsi<br />
anticipatamente mostrando i semi ancora immaturi (di colore giallo<br />
paglierino) avviluppati da un intreccio di ife di colore biancastro. Molto<br />
spesso si verifica che su una galbula adulta possa essere colpita una singola<br />
squama (Fig. 3), in questi casi l’infezione può essere trasmessa da alcuni<br />
insetti frequentatori o infeudati con i coni o con i semi del cipresso quali il<br />
Megastigmus wachtli e l’Orsillus maculatus. Le squame colpite da S.<br />
cardinale imbruniscono e necrotizzano, si disidratano e riducendosi di<br />
1 I coni sono i frutti delle conifere, nel cipresso sono detti anche galbule.<br />
28