Brochure CYPMED - Arsia
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Scelta del materiale<br />
Le gemme apicali di rami laterali sono prelevate dalla parte inferiore della chioma di cloni resistenti al<br />
cancro, che hanno di conseguenza un’età compresa tra 9 e 12 anni. Il materiale scelto deve essere comunque<br />
in uno stadio fisiologico di piena crescita ed essere costituito da tessuti giovani (età inferiore ad un anno). Se<br />
si tratta di un cipresso in situ, occorre cercare di ringiovanire i tessuti sia per innesto (annotare le percentuali<br />
di attecchimento dell’innesto) che per talea radicata controllandone il tasso di rizogenesi spontanea (ovvero<br />
quella ottenuta senza trattamenti auxinici). Da prove effettuate dall’INRA ad Antibes, sembra che i valori<br />
elevati per questi due caratteri indichino una certa predisposizione del clone alla rizogenesi in vitro. Se si<br />
tratta, invece, di un clone allevato in vaso, è opportuno potare drasticamente la pianta a partire dalla base in<br />
modo da ottenere la formazione di vegetazione “primaria”, ossia rametti con foglie lanceolate ed appuntite<br />
come le foglie primarie.<br />
Messa in coltura del materiale<br />
Gli espianti, dopo essere stati lavati in acqua per 60 minuti, vengono sterilizzati con un trattamento a base di<br />
70% di etanolo per 2 minuti, risciacquati in acqua sterile e poi immersi in una soluzione di ipoclorito di sodio<br />
all’1,5% per 20 minuti. Infine il materiale viene risciacquato 4 volte in acqua sterile deionizzata.<br />
La messa in coltura dell’espianto avviene su un mezzo minerale specifico (micro e macroelementi, carbonio<br />
in forma organica, vitamine) in cui l’equilibrio tra i regolatori di crescita (citochinine ed auxine) è calibrato<br />
in funzione dello stadio di sviluppo dell’espianto e dell’evento morfogenetico che si intende provocare.<br />
Le tappe della micropropagazione possono essere in breve così indicate:<br />
a) scelta e prelievo del materiale e sua sterilizzazione;<br />
b) messa in coltura. L’introduzione in vitro (in tubi o vasi di coltura di dimensioni appropriate) può<br />
essere fatta utilizzando una semplice soluzione agarizzata, con lo scopo di avere una conferma della<br />
sterilità del materiale. In seguito, questo viene trasferito su mezzo minerale in grado di favorire:<br />
- la crescita del tessuto aereo<br />
- la proliferazione delle gemme<br />
- la rizogenesi<br />
c) acclimatazione, che prevede il passaggio dal vitro (costituito da un ambiente sterile, controllato e con<br />
umidità ambientale vicina alla saturazione) all’esterno;<br />
d) piantagione e controllo: può essere utile, infatti, testare l’adattabilità ad ambienti diversi delle piante<br />
propagate ed eseguire prove comparative tra piante di uno stesso clone derivate da<br />
micropropagazione e quelle ottenute attraverso radicazione di talea o innesto.<br />
Germoglio di Cupressus sempervirens radicato in<br />
vitro.<br />
Risultati<br />
Il risultato più evidente scaturito da nostre prove e confermato<br />
dalla bibliografia, è l’evidente differenza nel comportamento di<br />
espianti da tessuti di giovani semenzali rispetto a quello da<br />
cipressi adulti. La capacità di organogenesi e di rigenerazione<br />
della pianta, in genere, diminuisce passando dalla fase giovanile<br />
vegetativa a quella adulta riproduttiva. Il tasso di proliferazione<br />
è risultato alto per il materiale giovane di cipresso, mentre solo<br />
pochissimi espianti da piante adulte hanno rigenerato. Inoltre gli<br />
espianti da piante giovani si allungano rapidamente, mentre<br />
quelli da piante adulte necessitano di numerose subcolture per<br />
raggiungere un adeguato sviluppo che consenta successive<br />
proliferazioni o il passaggio alla radicazione. L’uso di carbone<br />
attivo è risultato efficace nelle fasi di allungamento perché viene<br />
ridotto l’effetto negativo della BA (N6-benzyladenine) sullo<br />
sviluppo del germoglio e sulla successiva radicazione.<br />
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