Brochure CYPMED - Arsia
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Talee poste a radicare in bancale riscaldato.<br />
butirrico (IBA). Per il controllo dei funghi parassiti sono<br />
consigliati trattamenti a base di benlate (1%). I risultati<br />
ottenuti da Stankova e Panetsos (1997) mostrano che il<br />
trattamento ormonale influenza significativamente la<br />
risposta rizogena di alcuni cloni più che di altri. Va<br />
ricordato che ogni genotipo esprime un differente<br />
potenziale rizogeno e, in genere, in cloni a basso<br />
potenziale rizogeno naturale il trattamento auxinico non<br />
riesce ad aumentare il livello di radicazione fino a quello<br />
dei cloni a potenziale naturale già elevato.<br />
Le talee vengono messe in bancali con riscaldamento<br />
basale (22-24°C) in serra dotata di mist, inserendole nel<br />
substrato per circa 1/3, ovvero 4 cm. Il processo di<br />
formazione delle radici avviene in tempi relativamente<br />
lunghi e variabili a causa di<br />
molti fattori (tra i quali l’età<br />
della pianta madre, il periodo<br />
di raccolta delle marze, il<br />
genotipo della pianta madre,<br />
la gestione della serra, ecc.).<br />
Infatti alcune talee dopo<br />
circa un mese formano abbondante<br />
callo, altre neces-<br />
sitano di 2-3 mesi.<br />
Una così lunga permanenza<br />
delle talee nel substrato può<br />
facilitare attacchi di funghi<br />
patogeni, che devono essere<br />
tenuti sotto controllo con<br />
Formazione delle radici dalle talee.<br />
trattamenti anticrittogamici<br />
idonei. Il substrato ed i<br />
contenitori, già impiegati in precedenti prove di radicazione, devono essere comunque completamente<br />
sottoposti a sterilizzazione con vapore prima di procedere alla collocazione di nuove talee.<br />
d) Indurimento<br />
Le talee radicate vengono invasate (è usato comunemente un vasetto, meglio se di torba, di 5cm (100cc), con<br />
torba, sabbia e perlite nel rapporto 3:1:1) ed acclimatate in bancale in serra con impianto mist a 22°C per 4<br />
settimane. Quindi vengono reinvasate in un contenitore da 1,5 - 2,5 l con terriccio, torba e terreno sabbioso<br />
nel rapporto 2:2:1 e messe in ombrario per circa un anno in modo da sviluppare un apparato radicale tale da<br />
garantire la riuscita del trapianto in pieno campo.<br />
In genere la sopravvivenza delle talee radicate dopo il secondo trapianto è molto alta, circa il 100%,<br />
indicando chiaramente che il sistema radicale di queste piante è fisiologicamente funzionante.<br />
Dopo 2 anni le piante autoradicate raggiungono un’altezza media di 38-42 cm, senza differenze consistenti<br />
tra cloni o tra talee prelevate dalla parte più bassa o più alta della chioma (Capuana e Lambardi,1995).<br />
Conclusioni<br />
La percentuale di radicazione delle talee di cipresso oscilla di anno in anno e dipende dal genotipo delle<br />
diverse piante madri caratterizzato da diverso potere rizogeno. Nel Vivaio Campino la percentuale di<br />
radicazione di talee di cipresso varia dall’80% al 30%. L’impiego di tale tecnica di moltiplicazione del<br />
cipresso è soprattutto necessario per riuscire ad individuare i candidati tolleranti le argille senesi scegliendoli<br />
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