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Brochure CYPMED - Arsia

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PROPAGAZIONE DEL CIPRESSO PER TALEA<br />

G. Pacini, S. Gozzo, L. Paggetti<br />

Amministrazione Provinciale di Siena, Servizio Attività Agricole e Forestali.<br />

G. Della Rocca<br />

Istituto per Protezione delle Piante, CNR, Firenze<br />

Presentazione del Vivaio “Il Campino”, Provincia di Siena<br />

Nel 1932 il Vivaio “Il Campino” fu costituito come supporto ai cantieri forestali sotto la direzione del corpo<br />

Forestale dello Stato (CFS) che operava nei bacini montani della provincia. Il Vivaio provvedeva<br />

esclusivamente alla produzione di piantine forestali da mettere a dimora nei rimboschimenti producendo<br />

annualmente dalle 150 alle 200 mila piante di varie essenze destinate soprattutto alla difesa del suolo. Una<br />

superficie di circa 1100 ettari fu interessata allora da tali opere. Le sistemazioni a “gradoni” sono ancora<br />

conservate ed efficienti, portate ad esempio e meta di visite di tecnici. Negli anni ’80 il Vivaio “Il Campino”<br />

fu trasferito alla Provincia di Siena (L.R. di delega 15/81). L’Amministrazione Provinciale ha indirizzato<br />

l’attività del Vivaio verso la sperimentazione, divulgazione ed innovazione tecnologica (progetti su piante<br />

officinali, sull’olivo, sul tartufo, sul cipresso, ecc.).<br />

Nel 1985, a seguito della gelata che distrusse il 70% del patrimonio olivicolo provinciale, il Vivaio iniziò la<br />

propagazione dell’olivo per talea a partire da piante che avevano mostrato tolleranza al freddo, ottenendo<br />

ottimi risultati. Anche il cancro del cipresso, causato da Seiridium cardinale, aveva decimato le piante di<br />

cipresso, simbolo insostituibile del paesaggio senese. Questa epidemia richiese una bonifica consistente con<br />

l’abbattimento ed il taglio di risanamento di cipressi, opere finanziate dalla Regione Toscana. Le attrezzature<br />

impiegate nella moltiplicazione dell’olivo per talea radicata e le competenze acquisite dal personale del<br />

Vivaio “Il Campino” furono estremamente strategiche ed utili per la moltiplicazione per talea radicata del<br />

cipresso. Questa necessità di produrre in modo massale piante di cipresso a partire da piante scelte nel<br />

territorio provinciale incrementò l’attività di ricerca del Vivaio per mettere a punto metodi di moltiplicazione<br />

del cipresso per talea radicata economicamente validi. In diverse località della provincia di Siena di<br />

particolare pregio paesaggistico-ambientale, quale la Val d’Orcia, esemplari monumentali di cipresso sono<br />

stati identificati, catalogati e moltiplicati per talea radicata, piantati e quindi sottoposti ad inoculazione<br />

artificiale con micelio di S. cardinale per valutarne il grado di resistenza. Tra queste piante madri, 7 sono<br />

state registrate presso l’Ufficio Italiano Brevetti (Cipresso Val di Paglia, Cipresso Monte Cetona, Cipresso<br />

Monticchiello, Cipresso di Pienza, Cipresso di Siena, Cipresso Val d’Orcia, Cipresso Castiglioncello del<br />

Trinoro).<br />

Moltiplicazione vegetativa del cipresso per talea: note tecniche<br />

Perché moltiplicare il cipresso per talea?<br />

La propagazione per radicazione di talea nel cipresso comune (Cupressus sempervirens) è pratica più<br />

problematica e costosa dell’innesto. Infatti la permanenza delle talee in bancali di radicazione posti in serra<br />

con mist dura vari mesi e richiede anche spese per il controllo sanitario. Anche le altre fasi di indurimento e<br />

di trasferimento in serra e all’aperto sono in genere più lunghe, incerte e complesse di quelle legate<br />

all’innesto. Le talee radicate dello stesso clone offrono però il grande vantaggio di costituire un materiale<br />

geneticamente omogeneo, che favorisce enormemente certe indagini e studi. I risultati di tali studi possono<br />

poi essere utilizzati con certezza nel settore applicativo.<br />

Due esempi possono illustrare meglio l’importanza di poter disporre di materiale da talea radicata.<br />

Il primo è dato dalla necessità di recuperare terreni particolarmente difficili con il cipresso. Ad es., nei terreni<br />

argillosi del Senese sono stati identificati e moltiplicati per talea radicata i cipressi che si sono bene adattati a<br />

questi terreni, sceglendo quelli con caratteristiche morfologiche migliori. Tale materiale è stato poi piantato<br />

nelle parcelle di studio, valutandone la reale tolleranza al tipo particolare di terreno. È questo l’unico<br />

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