Ali del Levante N.52 Agosto 2012 - Aeroporti di Puglia

Direttore Responsabile
Michele Fortunato
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Finito di stampare nel mese di agosto 2012 presso la Litotipografia Alcione (TN)
Periodico di attualità, economia, opinione e cultura edito da Aeroporti di Puglia SpA
Anno IX / n.52 / agosto 2012
Sommario / Contents
3 EDITORIALE
di Michele Fortunato
5 L’ASILO CHE NON C’ERA (E CHE ORA C’È)
di Michele Fortunato
8 LISBONA, LA CITTÀ DELLA LUCE
di Rosangela Pappalepore
14 VERSO UNA COMUNITÀ SOSTENIBILE.
IL PIANO DI RICOSTRUZIONE DI ONNA
52
di Witti Mitterer
20 MASSERIE DIDATTICHE, IMPARARE DIVERTENDOSI
di Rosaria Bianco
24 MARTA, TESTIMONIANZA VIVA DI UN’ANTICA CIVILTÀ
di Gino Martina
26 I PUNTI FERMI DEL “PUGLIESE” OZPETEK
di Katja Brinkmann
28 GERMANIA LOW COST
di Giusy Petruzzelli
32 VINI IN “ROSA”: DALL’ENOTECA ITALIANA DI SIENA
AL FESTIVAL DEL CINEMA DI VENEZIA
37 IL BUON USO DEL MONDO
di Silvia Viterbo
40 MOSTAR E MEDJUGORJE PIÙ VICINE ALLA PUGLIA
di Michele Fortunato
43 IL TESORO DI SAN NICOLA
di Nino Lavermicocca
47 SPORT E RELAX TRA GLI ULIVI (E I PINI)
di Anna Puricella
59 A PARIGI, IL PRIX CHARLES CICCIONE A LUCA DE NAPOLI
60 UN’ESTATE TUTTA SPORT ED EVASIONE
di Rosangela Pappalepore
62 ENGLISH SUMMARY
by Gino Lorenzelli
1
51 ALL’OMBRA DEL DUOMO: PICASSO IN MOSTRA A MILANO
di Stefania Di Mitrio
55 LIBRI NEL BORGO ANTICO: VIAGGIO AL “CENTRO” DI BISCEGLIE
di Francesco Martucci

Ci accingiamo a riporre paletta
e secchiello - o, se preferite, lettino e
ombrellone. Settembre si presta a viaggi
che non prevedono necessariamente l’accoppiata
sole - spiaggia. Una puntatina a
Lisbona o un tour - magari low cost - nel
nord della Germania, possono essere
una buona opportunità per chi volesse
scegliere questo periodo dell’anno per
un meritato riposo.
Lisbona è probabilmente tra le capitali
europee più ricche di storia. Città di gran
fascino, frutto del contrasto tra architetture
del passato e opere più avveniristiche,
la capitale lusitana ha dalla sua,
quale ulteriore elemento di appeal, una
luminosità molto particolare, che probabilmente,
le deriva dalla sua straordinaria
posizione geografica che la vede affacciata
sull’Atlantico e sulle sponde del
fiume Tago.
Monumenti, natura, gastronomia, tradizioni
e la struggente atmosfera del fado,
la melodia nata per le vie della città:
ognuno di questi “elementi” concorre a
fare di Lisbona - e dei suoi dintorni - un
luogo piacevolmente interessante.
Di genere completamente opposto le
sensazioni che possono nascere da un
tour, all’insegna del low cost, nel nord
della Germania. Qui, più che in altre
aree del continente europeo, il contrasto
tra l’antico e il moderno è una costante
imprescindibile, accentuata forse dal fatto
che buona parte delle città tedesche,
tranne alcune rarissime eccezioni, furono
completamente rase al suolo nel corso
della seconda guerra mondiale. A set-
tant’anni da quei tragici avvenimenti, le
città della “nuova” Germania, sorta dalle
ceneri di quei tragici avvenimenti, sono
tutte un fiorire di magnifici centri per le
arti a cui il Paese sembra aver affidato il
proprio riscatto culturale.
Tuttavia, senza andar così lontano - si fa
per dire - la nostra bella Puglia, pur ad
autunno incombente, rappresenta una
scelta di prim’ordine sia per chi avesse
ancora voglia di sole e mare, sia per chi
si muove sulla base di altre aspettative.
Anche in quest’ultimo caso, che si tratti
della visita ad un museo - come il MAR-
TA di Taranto, o di una full immersion
in una delle novanta masserie didattiche
pugliesi pronte a trasformarvi in un provettocontadino/allevatore,
la Puglia è in
grado di assecondare le vostre passioni.
L’amore per lo sport e per l’aria aperta,
distinguono invece gli amanti del golf
che qui in Puglia sembrano aver trovato
un nuovo paradiso.
Ampio spazio anche in questo numero,
alle tante notizie relative all’attività di Aeroporti
di Puglia che, senza trascurare la
propria mission, dedica una sempre più
particolare attenzione a temi e iniziative
di carattere più spiccatamente sociale di
cui vi daremo conto.
Non vogliamo annoiarvi troppo con le
anticipazioni di quello che troverete in
questo numero, il 52°, di Ali del Levante.
Allora, buone vacanze a chi si appresta a
partire, e buon rientro a chi in vacanza ci
è già stato.
Michele Fortunato
editoriale
3

Confederazione Nazionale
ArtigianatoPiccola
Media Impresa

P
er una volta i grandi hanno
dovuto cedere il passo ai più
piccoli. Proprio loro, infatti,
sono stati gli autentici
protagonisti dell’inaugurazione del
Centro Polifunzionale per l’Infanzia
“Fly Family” dell’aeroporto di Bari,
il primo in tutta Italia (e forse Europa)
costruito all’interno di un’area
aeroportuale.
Clown, giocolieri, personaggi dei
cartoons, palloncini e festoni colorati
(per non parlare dei dolcetti di ogni
tipo) hanno accolto i tanti, tantissimi
bambini che con la loro gioiosa
presenza hanno trasformato questo
importante appuntamento in una
giornata di festa.
La gioia dei piccoli ha finito, inevitabilmente,
per contagiare anche i più
grandi che forse avranno “faticato”
un po’ per rientrare nel ruolo più
istituzionale previsto per questo tipo
di occasioni.
L’asilo
che non c’era
(e che ora c’è)
“Con questa nuova bella iniziativa Aeroporti
di Puglia si conferma come una società
di gestione che oltre a conseguire eccellenti
risultati sul piano di una migliore accessibilità
al territorio e sul potenziamento delle
infrastrutture, si propone come per le modalità di approccio,
risoluzione e gestione di tematiche di forte
impatto sociale quali possono essere quelle
della sostenibilità ambientale e quelle delle
politiche di conciliazione famiglia - lavoro
del proprio personale”.
Così l’Amministratore Unico di
Aeroporti di Puglia, Domenico Di
Paola, ha salutato tutti gli ospiti
intervenuti.
“Siamo consapevoli della grande responsabilità
e del valore sociale che ogni nostra
singola attività assume per la nostra comunità
- ha concluso Di Paola -; contribuire
a migliorare la qualità della vita dei
cittadini pugliesi, garantendo loro collegamenti
aerei comodi, economici, capillari e
servizi aeroportuali di eccellente qualità;
5
Aeroporti di Puglia News
di Michele Fortunato
creare le migliori condizioni di lavoro per
i nostri dipendenti, anche attraverso opere
come quella che oggi inauguriamo è per
Aeroporti di Puglia motivo di grande e
legittima soddisfazione”.
Per il Presidente della Regione Puglia
Nichi Vendola, intervenuto unitamente
agli Assessori Gentile e Minervini,
“il centro, oltre che esteticamente
bello, è anche un prototipo di bioarchitettura
e di bioedilizia, perchè interamente
costruito secondo principi di ecosostenibilità
e di ecocompatibilità. È un asilo pensato
per l’agio dei bambini”.
“Gli asili nido - ha spiegato il Presidente
Vendola - sono la chiave della
modernità. C’è qualcuno che non li vorrebbe
perchè così sarebbe più facile costringere
le donne a tornare al vecchio ruolo di angeli
del focolare; eliminare le donne dal mercato
del lavoro con l’alibi della crisi. E invece
noi siamo impegnati a promuovere l’ingresso
delle donne nel mercato del lavoro.
Impossibile parlare di civiltà se non si im-

para che il mondo è a due, è il maschile e il
femminile, e che bisogna sempre promuovere
i diritti delle donne”.
“Il welfare - ha concluso Vendola - non
è spesa improduttiva, i servizi sociali non
sono uno spreco o il lusso della domenica.
Sono la cartina di tornasole di una realtà
che si ispira a valori di civiltà. È benzina
nel motore dello sviluppo economico e aiuta
le famiglie a liberare tempo e risorse per
poter investire in un futuro migliore”.
Il Centro Polifunzionale, la cui gestione
è stata affidata alla cooperativa
sociale Orlando, è una struttura a
esclusivo supporto delle famiglie dei
lavoratori dell’aeroporto - e in quota
parte anche del territorio circostante
(il 5% sui posti, con possibilità di
assorbire ulteriore domanda esterna
in presenza di una maggiore disponibilità
di posti) - che offrirà un servizio
di sostegno temporaneo ai passeggeri
dello scalo di Bari che dovessero aver
necessità di supporto per i loro piccoli
durante la permanenza in aeroporto.
Anche per la realizzazione del Centro,
Aeroporti di Puglia ha operato
scelte di progetto ispirate alla biocompatibilità
e all’eco-sostenibilità
(uso di materiali atossici, riciclabili,
a basso impatto ambientale; azioni
mirate all’innalzamento delle prestazioni
termiche dell’edificio, agendo
sul doppio fronte del risparmio energetico
e dell’uso di energie da fonti
rinnovabili).
La peculiarità principale del Centro -
denominato FLYFAMILY -, che sarà
aperto tutto l’anno, dalle ore 7,30
alle ore 19,30, sarà quella di offrire
servizi diversi e della massima qualità
in un unico ampio spazio, al fine di
ottimizzare i tempi degli spostamenti
e conciliare i diversi impegni.
Al suo interno è prevista la compresenza
di molteplici strutture/servizi
che si occuperanno di bambini da
3 mesi a 12 anni, quali Asilo Nido;
organizzazione didattica in laboratori;
corsi sperimentali di alfabetizzazione
linguistica e musicale;
cucina interna biologica; atelierista;
consulenza pediatrica mensile; griglia
osservativa dello sviluppo complessivo;
consulenza pedagogica durante
l’ambientamento e in corso d’anno.
Previsti, altresì, servizi di supporto
alle neo-mamme quali: corsi di
massaggio infantile, corsi di rilassamento
e gestione dei turni di veglia
e riposo, alimentazione, e profilassi
di prevenzione per le malattie da raffreddamento;
corsi di supporto della
gravidanza e del puerperio; corsi
sul ruolo genitoriale e sulla gestione
dei conflitti all’interno del gruppo
famigliare; centro di ascolto. Verrà
attivato un centro per la diagnosi e
la terapia dei disturbi dell’apprendimento,
destinato a bambini dai
4 ai 12 anni che hanno bisogno di
supporto ed aiuto riabilitativo; dopo
- scuola e laboratori pomeridiani
destinati ai bambini da 6 ai 12 anni,
che non possono essere seguiti
dalle famiglie nelle attività di studio.
Previsto, poi, il centro ludico estivo,
il baby-Parking ( dalle ore 14,00 alle
ore 19,00 tutti i giorni e dalle 7,30
alle 19,00 nei giorni di chiusura della
scuola statale e nei mesi estivi).
L’apertura del Centro Polifunzionale
per l’Infanzia si inserisce in un più
ampio contesto di carattere sociale
attuato da Aeroporti di Puglia, che
ha già permesso la realizzazione di
6
numerose importanti iniziative sul
piano della sensibilizzazione alla
cultura della conciliazione, quali
l’analisi sulla composizione sociale
della popolazione lavoratrice; l’attivazione
dello sportello sindacale di
informazione sulla conciliazione; il
potenziamento dei servizi aziendali
a favore della salute e del benessere
della famiglia; la creazione di nuovi
servizi di supporto alla conciliazione
dei tempi.
Emozionatissima l’Assessore al Welfare
della Regione Puglia, per la quale
“Fly-family è uno degli oltre 200 asili nido
finanziati con il Por Fesr che consentirà
alla Puglia di raggiungere un obiettivo
straordinario, ossia quello di offrire all’intera
regione 350 strutture per la primissima
infanzia. Nel 2005 eravamo la terz’ultima
regione italiana con appena 80 asili nido,
certamente non realizzati con quel profilo
di qualità e di modernità con il quale invece
è stata costruita questa struttura. Oggi - ha
concluso l’assessore al Welfare - abbiamo
risalito la china e siamo orgogliosi di aver
raggiunto il risultato che pone la Puglia tra
le regioni italiane che meglio hanno saputo
utilizzare le opportunità offerte dai fondi
comunitari. Ma noi non vogliamo parlare
solo di risorse, vogliamo parlare di un’idea
attenta, moderna e gioiosa di servizi alle
persone”.

Lisbona,
la città della luce
di Rosangela Pappalepore
foto www.imagesofportugal.com
8

Lisbona, probabilmente una tra le capitali europee più ricche di
storia, frutto di oltre ottocento anni di contaminazioni culturali,
accoglie i visitatori con un clima e un temperamento solari dovuti
alla sua posizione geografica che la vede affacciata sull’Oceano
Atlantico e sulle rive del fiume Tago.
Parte del fascino indiscusso della città deriva dal contrasto magico tra
architetture avveniristiche, degne di una grande capitale, e costruzioni che
rispecchiano il passato e le tradizioni. Non c’è dubbio, quindi, che Lisbona
possa offrire al suo pubblico un’amplissima scelta di attrazioni ed esperienze
a partire dai suoi monumenti per finire con la buona gastronomia, passando
per la natura e il celebre fado, canzoni struggenti nate per le strade
della città e adesso riconosciute addirittura come Patrimonio dell’Unesco.
Le origini di Lisbona sono antichissime e probabilmente risalgono a un
insediamento fenicio. Lo stile moresco, che contraddistingue parte delle
costruzioni più antiche, si deve invece alla lunga dominazione araba durata
ben 450 anni. Il periodo più florido della storia della città coincide con le
grandi esplorazioni marittime dei celebri navigatori, come Vasco de Gama,
che trasformarono Lisbona da capitale costiera a ricco centro di scambi e
commerci di gioielli e spezie con le colonie d’oltreoceano.
9
Dal Levante al mondo

I Quartieri
Anche a Lisbona, come in molte altre
capitali che si sono tenute al passo con
i tempi, convivono felicemente un’anima
antica e una ultramoderna.
Per semplicificare la visita della città,
e permettere al viaggiatore di dare
uno sguardo d’insieme che abbracci
entrambe le sue anime, per prima cosa
si potrebbe fare una distinzione tra i
quartieri della Lisbona antica e quelli
della Lisbona moderna. Del primo
gruppo, corrispondente al centro storico
della capitale, fa parte Baixa dove
passeggiando lungo Piazza Rossio, una
delle piazze più frequentate della città,
si può godere, come in pochi altri
luoghi di Lisbona, di una luce incredibile.
Il tutto associato allo spettacolare
e scenografico colpo d’occhio offerto
dalle bellissime facciate delle costruzioni
che vi si affacciano, tra le quali il
monumentale Teatro Donna Maria II.
Nel bel mezzo della piazza, invece, la
statua di Don Pedro IV.
Rimanendo nel centro storico di
Lisbona ci si può muovere verso le
strade dei quartieri di Chiado e Bairro
Alto. Nei pressi di piazza Camões
(Chiado), l’attenzione viene certamente
attratta dalle vetrine di botteghe e
negozi; per quelli che invece offrono
scarsa resistenza alle lusinghe del palato,
impossibile non farsi catturare dalle
golose specialità pasticciere. Un’esperienza
da non perdere, ad esempio,
può essere quella di sorseggiare un
buon caffè all’ultimo piano del Bairro
Alto Hotel, in piazza Camões,
o presso il bar della pasticceria “A
Brasileira”. A Bairro Alto si trova la
più alta concentrazione di ristoranti
tipici della città, che propongono piatti
della tradizione lusitana, di bar e case
dove lasciarsi incantare dalle melodie
del fado. Per un soggiorno a Lisbona
un buon consiglio può essere quello di
soggiornare - albeghi o appartamento
in affitto che sia - in zona, perché ciò
garantisce un’ottima soluzione dal
punto di vista logistico, oltre a garantire
un buon punto di osservazione
della città.
Sempre nella parte storica della città
si trovano il quartiere di Castelo, che
prende il nome dal Castello di San
Giorgio e Alfama e Mouraria, quartieri
cittadini legati alla cultura e alle tradizioni.
Con una visita al quartiere di Belem,
invece, ci si assicura un salto nel tempo,
al periodo dei grandi navigatori
portoghesi. È proprio da qui che molti
di loro intrapresero le loro esplorazioni
alla scoperta di posti sconosciuti.
Oggi Belem si caratterizza per i giardini,
i parchi, i musei
e i monumenti più
iconografici dell’intero
Portogallo,
risalenti al periodo
d’oro del Paese. Tra
questi una menzione particolare va al
Monastero dos Jerónimos, costruito
nel XVI secolo.
Per l’immancabile pausa all’insegna
della dolcezza, è assolutamente consigliata
una sosta alla “Antiga Confeitaria
de Belém” che dal 1837 produce
i famosi “Pastéis de Belém”, piccole
torte di pasta sfoglia con crema al latte
e uova, realizzate secondo l’antica
ricetta del monastero, con ingredienti
e dosaggi segreti tramandati dai maestri
pasticceri. (Antiga Confeitaria de
Rossio
10
Anche a Lisbona, come in molte altre
capitali che si sono tenute al passo con
i tempi, convivono felicemente un’anima
antica e una ultramoderna
Belém - www.pasteisdebelem.pt - Rua
de Belém 84-92 - Lisboa - tel. + 351
21 363 80 77)
A questa parte della città, tutta storia,
arte e cultura, fa da contraltare una
Lisbona decisamente più proiettata nel
futuro, ricca di locali notturni, ristoranti
alla moda e attrazioni. Questa
parte della capitale si sviluppa nei
moderni quartieri moderni di Docas
(Alcantara) e Parque das Nações.
Parque das Nações corrisponde alla
superficie dell’ex area industriale della
città riqualificata
in occasione dell’Expo
’98-World
Exhibition. Da
allora, completamentetrasformata,
questa è diventata una zona della
città assolutamente piacevole e moderna,
dove trascorrere il tempo libero
indugiando tra ristoranti, bar e negozi.
Elementi caratterizzanti di Parque das
Nações sono il Centro Commerciale
Vasco da Gama e la tecnologica
Stazione Orientale, progettata dall’archi-star
spagnolo Santiago Calatrava,
dove fanno capo tutti i treni da/per le
principali città del Portogallo.
Interessante per i visitatori può rivelarsi
l’Oceanario - progettato dall’ar-

chitetto nord-americano Peter Chermayeff
-, uno tra i più grandi acquari
al mondo che ospita 8.000 animali e
piante di 500 specie diverse.
Ristoranti, bar e discoteche affacciati
sul fiume Tago, è quello che potrà
trovare chi invece volesse optare per la
movida del quartiere di Alcantara.
Ma non si può certo dire di aver visto
Lisbona se prima non si è saliti su una
delle sette colline della città, a bordo
di un ascensore o di una funicolare.
Salendo con l’Elevador de Santa Justa,
ad esempio, si gode di una vista favolosa
sulla Igreja do Carmo, sulla Baixa
pombalina, sul Castelo di San Giorgio
e sul fiume Tago. Se invece si decide
di salire in cima al Bairro Alto, usando
l’Elevador da Glória, si potrà sostare al
Belvedere di São Pedro de Alcântara.
Da qui si può scendere fino al quartiere
della Bica per poi raggiungere il Belvedere
di Santa Catarina per osservare
l’andirivieni dei traghetti, il Cristo Rei e
il Ponte del 25 aprile.
Per completare il tour “Lisbona dall’alto”,
dal Belvedere della Senhora do
Monte, e dalla cima del Parco Eduardo
VII, la vista spazia sulla Baixa, sul
Castelo e sul fiume, mentre il tramonto
visto dal Belvedere di Santa Luzia,
dalle Portas do Sol, permette di am-
mirare l’estuario e la riva sud del fiume
Tago, e il quartiere tipico dell’Alfama.
Fuori Lisbona
Lisbona, oltre che essere la capitale
portoghese, è anche il capoluogo
dell’omonima regione, ricca di centri
o siti monumentali più che meritevoli
di attenzione. La Riviera di Lisbona
con la Costa do Estoril e Sintra
(Patrimonio Unesco); il Santuario della
Madonna di Fatima; Setubal e la Costa
Azzurra; la città di Tomar e la zona dei
Templari; la città medievale di Obidos
(riconquistata ai mori nel 1148)
e Ribatejo, sono solo alcune delle
possibilità offerte a quanti decidessero
di arricchire il soggiorno a Lisbona
scoprendo i paesaggi e le bellezze, forse
poco conosciute, che il Portogallo
può offrire.
Il forte legame di Lisbona con l’Oceano,
appare in tutta la sua evidenza sulla
Costa do Estoril - Estoril, Cascais e
Guincho le località più conosciute
- la cui vicinanza alla capitale, circa
30 chilometri, fa sì che sia facilmente
raggiungibile. La ricchezza di attrazioni
naturali e culturali, fa sì che questa
zona del Portogallo possa essere una
meta a sé stante per quanti decidano
di intraprendere un viaggio alla
11
Dal Levante al mondo
Lisbona in Tram
Il tram 28 è il mezzo di trasporto ideale
per fare un giro della città. Partendo
dal centro storico, a Martim Moniz, il
tram si dirige verso il quartiere della
Graça, continuando verso l’Igreja de
São Vicente de Fora. Prosegue poi
per l’Alfama, passando per alcune
delle strade e slarghi più pittoreschi
della zona medievale, come la Rua
das Escolas Gerais, il Largo das Portas
do Sol, il belvedere sul pendio della
collina e, più in alto, il Castelo de São
Jorge.
Il percorso continua in direzione della
Baixa, passando dalla Cattedrale, con
l’austera facciata romanica, l’Igreja de
Santo António, e scende verso la Rua
da Conceição. Il tram riprende salendo
verso l’elegante collina del Chiado,
fermandosi nei pressi della famosa
pasticceria “A Brasileira”. Lungo l’intero
tragitto si possono ammirare le
architetture degli edifici storici e gli
“azulejos” (decorazioni fatte con ceramiche
smaltate dai colori vivaci) che
ricoprono alcune facciate o fanno da
fregi in stile Arte Nova ai palazzi signorili.
Rimanendo a bordo del “Tram
dei turisti” si prosegue per il Caminho
da Estrela, con il Parlamento e l’antico
Convento de São Bento, che sorge in
cima a un’imponente scalinata.

volta del Paese. L’offerta, vastissima,
annovera il Casinò di Estoril, il più
grande d’Europa; ristoranti, locali, bar
e discoteche. Ma soprattutto spiagge
spettacolari, come quelle della marina
di Cascais, alcune delle quali vere e
proprie attrazioni per i surfisti (come
quella di Guincho, subito dopo Cascais)
e campi da golf.
Sempre lungo la Costa do Estoril,
presso Oeiras, degne di attenzione
l’antica residenza del primo ministro
del Re - una magnifica casa signorile
del XVIII secolo -, il Palazzo del Marquês
de Pombal e Conde de Oeiras, in
stile barocco e rococò.
Sintra è stata nel passato meta prediletta
di artisti e scrittori provenienti da
tutto il mondo. L’inglese Lord Byron
la definì “paradiso terrestre”, mentre
scrittori portoghesi come Eça de
Queiroz, l’hanno celebrata nei loro
libri consacrandone la bellezza. Molto
bello il centro storico della città, con il
Paço Real (Palazzo Reale) e il Palacio
da Pena.
Mafra, a 40 chilometri da Lisbona, è
nota per il Palácio Nacional de Mafra,
detto Convento de Mafra, e per la
Tapada Nacional, creata alla metà del
1700 come parco di divertimento per
il Re D. João V e la sua corte. Un altro
elemento di forte attrattiva è rappresentato
poi dalla riserva per surfisti più
grande dell’Europa, ad Ericeira
La Costa Azul di Lisbona è l’area degli
estuari del fiume Tago. Chiusa tra
montagne e mare, è la maggiore area
umida di tutto il Portogallo e tra le più
grandi d’Europa. Al suo interno vi
sono due importanti riserve naturali:
la Reserva Natural do Estuário do
Tejo, di oltre 45.000 ettari e, più a sud,
l’Estuário do Sado, di 25.000 ettari,
dove è possibile incontrare i delfini.
Il Ribatejo è un territorio famoso per
gli allevamenti dei cavalli purosangue
di razza lusitana e dei tori. Il suo centro
principale, Santarém, è una città dal
patrimonio architettonico unico. Il Castelo
de Almourol del XII secolo, ad
esempio, sorge su un isolotto granitico
nel bel mezzo del fiume Tago. Alla tra-
Torre Vasco de Gama
dizione culturale originaria della zona
si rifanno le corse dei tori organizzate
nel periodo estivo e le corride che si
tengono nelle apposite arene. A ovest
di Lisbona si trova invece un’area dal
fascino diverso e speciale. I paesaggi
sono colorati e i piccoli paesi dipinti di
bianco con i caratteristici mulini a vento.
L’Oceano e le montagne segnano i
confini di questa zona rurale antichissima,
coltivata a vigneti e punteggiata da
cantine belle da visitare percorrendo la
“Rota dos Vinhos”.
Peniche, la città più occidentale d’Europa,
oltre ad essere il più grande
porto di pesca tradizionale del Paese
e un’altra delle mete ambite dai surfer
provenienti da tutto il mondo.
Anche Obidos, città medievale circondata
da antiche mura risalenti al tempo
Eventi estivi
• Obidos - Festival Medievale - dal 7 al 24 luglio
• Obidos - Opera Festival - dal 30 luglio al 30 agosto
• Lisbona - Fondazione Gulbenkian “Jazz ad Agosto” concerti jazz nei giardini della
Fondazione - dal 3 al 12 agosto
• Praia Grande - Sintra Portugal Pro Bodyboard - organizzato sotto l’egida dell’IBA,
l’International Bodyboarding Association, il Sintra Portugal Pro, si disputa
per le categorie maschile e femminile ed è l’unica tappa europea del circuito
mondiale di bodyboard - dal 25 agosto al 2 settembre
• Feniche - Tappa del Rip Curl Pro Portugal prova dell’ASP World Tour, a cui prendono
parte i surfisti migliori del mondo - dal 10 al 21 ottobre
Per informazioni:
www.visitlisbao.com / www.visitportugal.com
12
dei Mori, merita una visita. Obidos
viene anche chiamata “la città delle regine”
perché veniva tradizionalmente
regalata dal re alla sua sposa in occasione
delle nozze reali.
Ma tra tutte, la località di maggior
interesse turistico resta Fatima, poco
più di cento chilometri da Lisbona. A
Fatima i pastorelli Lúcia, Francisco e
Jacinta Marto assistettero all’apparizione
della Vergine Maria nel luogo in cui
è stata in seguito costruita la Basilica
dedicata alla Madonna. Ogni anno
Fatima è mèta di pellegrinaggio di
oltre sette milioni di fedeli, che possono
visitare il Santuario, la Casa dei
pastorelli il Museu de Cera de Fátima
e il Museu Aparições. Ma la città non
è interessante solo per chi è mosso da
motivi religiosi. Qui, infatti, si trova
anche il Parco Naturale della Serras di
Aire e Candeeiros; la costa è ricca di
spiagge, e c’è anche la pista ciclabile
più lunga d’Europa, che si estende per
65 chilometri e che collega Nazaré alla
spiaggia di Osso da Baleia. La zona,
inoltre, è famosa anche per le acque
terapeutiche delle antichissime Terme
de Monte Real, risalenti al periodo
romano. Per finire con un tocco di
mistero il viaggio in questa terra di
grande fascino storico e paesaggistico,
spingendosi un po’ più lontano
dalla capitale, può essere interessante
puntare alla volta di Tomar, nota al
pubblico come “la città dei Templari”
per via delle numerose costruzioni che
testimoniano il passaggio dei cavalieri
dell’Ordine che qui vide la luce.

Verso una comunità
sostenibile.
Il piano di ricostruzione di Onna
Onna, piccolo borgo alle porte dell’Aquila, è stato tra i centri
più duramente segnati dal terremoto dell’aprile 2009.
A distanza di qualche anno, Onna è divenuto l’esempio
concreto della solidarietà e della cooperazione internazionale.
Merito di un articolato programma di ricostruzione,
sostenuto dalla Repubblica Federale di Germania e
complementare agli aiuti stanziati dallo Stato Italiano.
14
di Witti Mitterer (*)

O
nna ha condotto, dietro
il terrapieno della
linea ferroviaria, una
vita nascosta. Il fatto
che la notte del terremoto i mezzi
di soccorso non abbiano trovato
la strada per raggiungere il borgo,
costringendo gli abitanti a correre
sulla strada statale per richiamare la
loro attenzione, dimostra in maniera
chiara tale isolamento.
Nel tempo Onna ha subito un lento
spopolamento e abbandono incentivati,
come spesso accade, sia dalla
mancanza di posti di lavoro, sia da
una scarsa attrazione nei confronti
delle giovani coppie, con il conseguente
allontanamento delle attività
commerciali dal paese, comprese
quelle legate ai generi di prima
necessità. Ciò ha causato l’innalzamento
dell’età media degli abitanti
e diminuito le prospettive future
di esistenza, strettamente legate
al rinnovo generazionale. D’altro
canto, però, il mancato sviluppo
ha favorito, fino al momento del
sisma, il mantenimento di un borgo
rurale compatto, caratterizzato da
un tessuto urbano sostanzialmente
integro, non eccessivamente compromesso
dagli interventi incongrui
che di solito caratterizzano molte
periferie contemporanee.
Lo scenario attuale determinato dal
sisma, evidenzia un difficile recupero
del centro, che non raggiungerà
mai più il valore storico di un tempo.
Alla richiesta di un futuro certo
e concreto per Onna, il piano per
la ricostruzione risponde puntando
alla conservazione dell’identità
autentica del paese, consolidando
il legame tra abitante e luogo, in
modo da assicurare la propria sopravvivenza.
La sintesi derivante dall’osservazione
della situazione pre-sisma, chiarifica
come lo sviluppo degli ultimi
decenni abbia delineato nell’intorno
del paese una possibile e molto probabile
crisi esistenziale, snaturando
il significato culturale locale celato
nei dettagli. Il terremoto e la quasi
completa distruzione dell’abitato, ha
acuito drammaticamente la situazione.
A una possibile perdita di identità,
conseguenza di una ricostruzione
amorfa e priva del contatto con
il luogo, potrebbe aggiungersi il
rischio che, in futuro, come isolato
paese di periferia, si possano sviluppare
scarse persistenti prospettive.
La sola decisione di “ricostruire
Onna” non assicura un futuro ideale.
Per garantirsi un futuro Onna
si deve nuovamente reinventare,
puntando alla crescita qualitativa
che presupponga la concentrazione
edilizia attorno al nucleo del centro
storico con la rinuncia all’edificazione
di aree periferiche frammentarie
e disperdenti.
Per prevenire il concreto rischio di
isolamento territoriale dall’ambiente
circostante, è perciò importante
prevedere un piano economico, sociale
ed ambientale per la promozione
di Onna all’interno di un “parco
fluviale” lungo il fiume Aterno, che
possa configurarsi come portale
turistico del Parco Nazionale del
Gran Sasso. Va pensato, pertanto,
un nuovo sviluppo legato ad un tipo
di turismo annuale/vicino o stagionale/lontano,
basato sull’agricoltura
del luogo, sull’artigianato, sui servizi,
la gastronomia e l’accoglienza.
Ad un nuovo marchio di identificazione
come nucleo storico, con il
contributo di una buona infrastruttura
strategica e con uno sviluppo di
tipo storico, è possibile assegnare ad
Onna lo stesso ruolo chiave assunto
dal piccolo borgo di Santo Stefano
di Sessanio (AQ), riqualificato
recentemente attraverso la realizzazione
di un albergo diffuso.
Ulteriori sviluppi economici potrebbero
venire anche dalla riqualificazione
delle aree di accesso al paese,
con la creazione di un corridoio
verde, largo circa 70 metri, destinato
al turismo ecologico, con piste
ciclabili e laboratorio sperimentale,
con spazi dedicati ad iniziative cul-
15
Ecologia e ambiente
turali e artistiche. Sponsorizzando
manifestazioni ed eventi le aziende
locali, attraverso la creatività artistica,
potrebbero richiamare l’attenzione
sui propri prodotti. Un ulteriore
elemento, poco considerato, ma di
crescente interesse, risulta la gastronomia
locale, direttamente collegata
agli antichi valori di un’agricoltura
regionale di prestigio, che potrebbe
essere rivalutata grazie ad iniziative
“slow food”.
Aspetto fondamentale della ricostruzione
rimane comunque l’esplicita
volontà degli abitanti del borgo
abruzzese di ricostruire il loro luogo
originario, di riconquistarlo. Onna é
il risultato di un processo evolutivo
di secoli ed é stata costruita per lo
più secondo regole non scritte da
abili capomastri, artigiani e abitanti,
ampliando gli edifici secondo la
progressiva necessità di spazi per
abitare e lavorare.
Ma se l’immagine del luogo rispecchia
la propria origine storica e se
alla ricostruzione spetta il ripristino
della continuità con la storia, quest’ultima
include sempre la chance
di un nuovo inizio. Per questo Onna
punta a divenire una comunità sostenibile
e orientata verso un futuro
verde. Ogni intervento sarà realizzato
attraverso criteri di sostenibilità,
efficienza energetica e bio-edilizia,
volti al recupero del genius loci
locale, puntando ad un rilancio
economico da intendersi anche
come slancio sociale, incrementando
la voglia di radicarsi nel luogo
e formando un tessuto sociale che
incentivi le relazioni tra gli abitanti.
Qualità è relazione
L’assoluta mancanza di relazione
da parte dell’architettura moderna
con le ragioni reali e cogenti del
suo essere e l’inderogabile necessità
di porsi obiettivi “edificanti”
attraverso la condivisione di alcuni
criteri strategici di base, capaci di
metterci d’accordo sulle priorità
da cui partire per ricomporre quel
concetto della qualità di architettura

di cui la società ha bisogno, hanno
condotto a una riflessione sulla
qualitá di progetto a cui aspira il
piano di ricostruzione. Stabilito
che l’intervento architettonico oggi
non può non tendere all’ecologia,
tra i quesiti che vanno alla radice
del fare architettura se ne possono
individuare alcuni di particolare efficacia:
il focus è sull’impegno della
visione d’insieme che si riflette nel
dettaglio e sulle risorse. Un progetto
è ecologico in quanto teso a
migliorare la qualità diffusa dell’ambiente
e della vita senza ricorrere
a esibizionismi e senza spreco
di risorse. Ma è anche “ecologico”
perché capace di inserirsi positivamente
nella realtà a tutti i livelli,
senza distinguere tra attività banale
quotidiana ed estetica opera magi-
strale. E’ ecologico perché accessibile
a tutti i progettisti che senza
inseguire i bagliori dell’impossibile
possono guidare le proprie azioni
verso obiettivi chiari e semplici che
fanno riferimento al rispetto per le
persone, incentivano l’aggregazione,
propongono situazioni adottabili
dagli abitanti attuali e futuri
e quindi più consone, mantenibili
e trasformabili. Se è vero come è
vero, che l’ecologia è la scienza delle
relazioni, dell’insieme, dei rapporti,
degli scambi, non si fa architettura
ecologica se non attraverso
l’accoglienza e la cura del dettaglio
e delle piccole e grandi sinergie tra
le parti - spesso anche spontanee,
naturali, immediate -. Bioarchitettura
significa un’architettura più
umana, una sorta di “nuovo uma-
16
nesimo” che vede come obiettivo
primario del progetto la sua facilità
di antropizzazione. Detto in altre
parole, la piazza migliore è quella
dove si fermano gli abitanti per
chiacchierare; l’abitazione migliore
quella dove ci si sente a casa; il
quartiere migliore è quello che agevola
le relazioni tra le parti. Dove
c’è relazione esiste nesso, dove c’è
nesso c’è significato, ed è là che si
ha il piacere di stare e di mettere le
proprie radici.
Nella condivisione personale più
profonda delle preoccupazioni della
popolazione Onnese sono convinta
che a Onna questo diventi realtà.
(*) Coordinamento Masterplan Onna per conto
dell’Ambasciata Repubblica Federale di Germania in
Italia; Presidente Fondazione Italiana di Bioarchitettura

di cui la società ha bisogno, hanno
condotto a una riflessione sulla
qualitá di progetto a cui aspira il
piano di ricostruzione. Stabilito
che l’intervento architettonico oggi
non può non tendere all’ecologia,
tra i quesiti che vanno alla radice
del fare architettura se ne possono
individuare alcuni di particolare efficacia:
il focus è sull’impegno della
visione d’insieme che si riflette nel
dettaglio e sulle risorse. Un progetto
è ecologico in quanto teso a
migliorare la qualità diffusa dell’ambiente
e della vita senza ricorrere
a esibizionismi e senza spreco
di risorse. Ma è anche “ecologico”
perché capace di inserirsi positivamente
nella realtà a tutti i livelli,
senza distinguere tra attività banale
quotidiana ed estetica opera magi-
strale. E’ ecologico perché accessibile
a tutti i progettisti che senza
inseguire i bagliori dell’impossibile
possono guidare le proprie azioni
verso obiettivi chiari e semplici che
fanno riferimento al rispetto per le
persone, incentivano l’aggregazione,
propongono situazioni adottabili
dagli abitanti attuali e futuri
e quindi più consone, mantenibili
e trasformabili. Se è vero come è
vero, che l’ecologia è la scienza delle
relazioni, dell’insieme, dei rapporti,
degli scambi, non si fa architettura
ecologica se non attraverso
l’accoglienza e la cura del dettaglio
e delle piccole e grandi sinergie tra
le parti - spesso anche spontanee,
naturali, immediate -. Bioarchitettura
significa un’architettura più
umana, una sorta di “nuovo uma-
16
nesimo” che vede come obiettivo
primario del progetto la sua facilità
di antropizzazione. Detto in altre
parole, la piazza migliore è quella
dove si fermano gli abitanti per
chiacchierare; l’abitazione migliore
quella dove ci si sente a casa; il
quartiere migliore è quello che agevola
le relazioni tra le parti. Dove
c’è relazione esiste nesso, dove c’è
nesso c’è significato, ed è là che si
ha il piacere di stare e di mettere le
proprie radici.
Nella condivisione personale più
profonda delle preoccupazioni della
popolazione Onnese sono convinta
che a Onna questo diventi realtà.
(*) Coordinamento Masterplan Onna per conto
dell’Ambasciata Repubblica Federale di Germania in
Italia; Presidente Fondazione Italiana di Bioarchitettura

di cui la società ha bisogno, hanno
condotto a una riflessione sulla
qualitá di progetto a cui aspira il
piano di ricostruzione. Stabilito
che l’intervento architettonico oggi
non può non tendere all’ecologia,
tra i quesiti che vanno alla radice
del fare architettura se ne possono
individuare alcuni di particolare efficacia:
il focus è sull’impegno della
visione d’insieme che si riflette nel
dettaglio e sulle risorse. Un progetto
è ecologico in quanto teso a
migliorare la qualità diffusa dell’ambiente
e della vita senza ricorrere
a esibizionismi e senza spreco
di risorse. Ma è anche “ecologico”
perché capace di inserirsi positivamente
nella realtà a tutti i livelli,
senza distinguere tra attività banale
quotidiana ed estetica opera magi-
strale. E’ ecologico perché accessibile
a tutti i progettisti che senza
inseguire i bagliori dell’impossibile
possono guidare le proprie azioni
verso obiettivi chiari e semplici che
fanno riferimento al rispetto per le
persone, incentivano l’aggregazione,
propongono situazioni adottabili
dagli abitanti attuali e futuri
e quindi più consone, mantenibili
e trasformabili. Se è vero come è
vero, che l’ecologia è la scienza delle
relazioni, dell’insieme, dei rapporti,
degli scambi, non si fa architettura
ecologica se non attraverso
l’accoglienza e la cura del dettaglio
e delle piccole e grandi sinergie tra
le parti - spesso anche spontanee,
naturali, immediate -. Bioarchitettura
significa un’architettura più
umana, una sorta di “nuovo uma-
16
nesimo” che vede come obiettivo
primario del progetto la sua facilità
di antropizzazione. Detto in altre
parole, la piazza migliore è quella
dove si fermano gli abitanti per
chiacchierare; l’abitazione migliore
quella dove ci si sente a casa; il
quartiere migliore è quello che agevola
le relazioni tra le parti. Dove
c’è relazione esiste nesso, dove c’è
nesso c’è significato, ed è là che si
ha il piacere di stare e di mettere le
proprie radici.
Nella condivisione personale più
profonda delle preoccupazioni della
popolazione Onnese sono convinta
che a Onna questo diventi realtà.
(*) Coordinamento Masterplan Onna per conto
dell’Ambasciata Repubblica Federale di Germania in
Italia; Presidente Fondazione Italiana di Bioarchitettura

Masserie didattiche,
imparare divertendosi
D
a sempre simbolo della
Puglia rurale più autentica,
le Masserie - un tempo
vere e proprie cittadelle
autarchiche dedite all’allevamento e
all’agricoltura, perfettamente vocate
all’autosufficienza del “massaro” e
della comunità insediata - oggi rappresentano
l’emblema di un modo
nuovo di vivere (anche) la vacanza,
custodi da sempre di un rapporto
antico, fatto di amore e rispetto
fra l’uomo e la natura. Parliamo in
particolare delle Masserie didattiche,
disseminate su tutto il territorio regionale,
al cui interno quel rapporto
Masseria Morrone - Ostuni
d’amore e rispetto si rinnova quotidianamente
attraverso le tante attività
svolte dall’agricoltore, che non
si occupa più esclusivamente della
produzione primaria, ma ha diversificato
la sua attività occupandosi di
didattica e di accoglienza turistica.
Laboratori, percorsi alla scoperta dei
profumi mediterranei, raccolta diretta
dei frutti nei campi, lavorazione
di frutta e verdura per preparare
le prelibatezze della cucina “povera”
della tradizione pugliese: sono
alcuni esempi di ciò che scolaresche
e turisti possono trovare all’interno
di una Masseria didattica pugliese
20
di Rosaria Bianco
dove, volendo, si può scegliere anche
di soggiornare. E da lì partire alla
scoperta delle radici più autentiche
della cultura pugliese. È un vero e
proprio tuffo nella civiltà contadina,
un’esperienza sensoriale che coinvolge
grandi e piccini, un’ occasione
per imparare a conoscere e riconoscere
i valori, i saperi e i sapori
della tradizione contadina pugliese.
L’agricoltore svolge in questo modo
un importante ruolo pedagogico,
attraverso la diffusione dei valori
legati all’ambiente, all’alimentazione
sana e consapevole, alla dieta mediterranea
ed allo spazio rurale. Così le

masserie didattiche contribuiscono
alla promozione dell’agroalimentare
pugliese, dei prodotti tipici e della
enogastronomia che rap-presentano
un valore aggiunto dell’offerta turistica
pugliese.
Il circuito delle Masserie didattiche,
organizzate in una rete delle strutture
riconosciute dalla Regione Puglia,
rappresenta un’occasione unica per
conoscere un volto insolito della
Puglia turistica, al di là dei periodi
canonici, attraverso la possibilità
di percorsi di visita che coniugano
l’attività didattica alla fruizione
dell’entroterra e delle strutture
rurali, la degustazione dei prodotti
dell’enogastronomia alla scoperta dei
borghi, delle aziende agricole e dei
centri storici. Un’occasione perfetta,
insomma, per venire o tornare
in Puglia nei periodi lontani dalla
cosiddetta “alta stagione”, in un’atmosfera
accogliente, all’insegna di
quel turismo slow che sempre più
piace ai turisti italiani e stranieri, agli
eno-appassionati e ai curiosi della
cultura pugliese.
“Ci piace l’idea - spiega l’assessore alle
Risorse agroalimentari della Regione
Puglia Dario Stefàno - che le Masserie
ci aiutino a raccontare il lavoro insostituibile
svolto da millenni dai nostri agricoltori.
Un lavoro che oggi ci consegna un
territorio meraviglioso, capace di suscitare
emozioni straordinarie per la bellezza dei
paesaggi rurali, la varietà della biodiversità,
la qualità dei prodotti agroalimentari,
l’accoglienza tipica dei pugliesi e della
Puglia rurale. D’altronde, agricoltura ed
enogastronomia non si possono inventare
dall’oggi al domani, perché fanno parte della
storia di una comunità e di un territorio.
In Puglia tutto questo rappresenta già una
realtà straordinaria, ma anche il valore
aggiunto della nostra offerta turistica. La
produzione di prodotti tipici e di qualità,
infatti, veicolando valori, tradizioni e contesti
rurali rappresentano leve strategiche
straordinarie anche per il turismo, secondo
quella logica multifunzionale che deve
caratterizzare l’imprenditore agricolo del
Terzo Millennio e che in Puglia è già una
realtà”.
Con questo convincimento è stata
ideata una iniziativa ad hoc “Masserie
sotto le stelle”, che punta a
divenire un appuntamento fisso nel
21
Territorio
week-end del solstizio d’estate, quale
primo assaggio della stagione estiva
pugliese: una sorta di notte bianca
da trascorrere in campagna imparando
a fare il pane o il formaggio,
a riconoscere le piante della macchia
mediterranea piuttosto che provare a
fare le marmellate o le tinte naturali.
Il tutto condito da musiche popolari,
balli, spettacoli e degustazioni di
prodotti tipici. Le prime due edizioni
hanno registrato il tutto esaurito,
confermando come il turismo rurale
accresca l’appeal dell’offerta turistica
pugliese attraverso due asset strategici
straordinari, quali l’enogastronomia
e la bellezza dei luoghi rurali.
In attesa del prossimo anno e della
terza edizione, si può approfittare
degli “Open days” : da luglio a
settembre ogni giovedì pomeriggio
circa 80 tra Cantine e Masserie didattiche
saranno aperte al pubblico con
visite guidate, degustazioni e tour
organizzati. Da ottobre gli Open
days proseguiranno in tutti i ponti e
le festività fino alla prossima estate.
Info: viaggiareinpuglia.it,
pugliaevents.it.
Cosa sono le masserie didattiche pugliesi?
Sono aziende agricole o agrituristiche, spesso ubicate nelle Masserie, costruzioni tipiche dell’architettura rurale pugliese,
alcune delle quali risalenti anche al 1700, altre ancora ville di campagna sorte a cavallo tra XIX e XX secolo, o aziende con annessi
vigneti o uliveti. Sono tutte accomunate dalla presenza dell’imprenditore agricolo, figura chiave della storia economica
e sociale della Puglia, custode oggi di un patrimonio di conoscenze e tradizioni agroalimentari, trasformatosi in una sorta di
tutor nelle attività didattiche svolte all’interno delle Masserie didattiche e che svelano, ai più piccoli e non solo, tutti i passaggi
della filiera produttiva: dal seme al pane, dall’ape al miele, dall’uovo alla gallina. La Legge regionale della Puglia n.2 del
26 febbraio 2008, ha istituito e riconosciuto le Masserie Didattiche, raggruppate in una rete che oggi conta già 90 strutture.
All’attività produttiva di base, le Masserie Didattiche affiancano l’accoglienza didattico-formativa. L’imprenditore agricolo
segue appositi corsi formativi abilitanti riconosciuti dalla Regione Puglia e sottoscrive una Carta della Qualità. (http://www.
regione.puglia.it)
Cosi si fa in una Masseria Didattica?
Sono tante le attività cui si può assistere e partecipare: la mungitura e la preparazione del formaggio e della ricotta; la preparazione
della pasta fresca con la semola di grani antichi; la tosatura delle pecore; il riconoscimento delle piante officinali, il
laboratorio del miele e quello delle marmellate. Sono solo alcuni esempi dei percorsi didattici svolti dalle Masserie didattiche,
molte delle quali associano alla produzione primaria e alla didattica anche attività di ospitalità e accoglienza, per una vacanza
nel cuore della meravigliosa campagna pugliese, tra i profumi della macchia mediterranea e l’odore del pane appena sfornato.
Veri e propri musei viventi della civiltà contadina che raccontano la storia dei luoghi in cui sorgono e trasmettono gesti e rituali
di grande tradizione, le Masserie Didattiche sono il tempio della educazione alimentare e del recupero della cultura rurale.

MarTa,
testimonianza viva
di un’antica civiltà
Metropoli in età classica, Taranto
conserva parte della
sua antica grandezza nelle
testimonianze del Museo
archeologico nazionale. Se oggi è ancora
possibile conoscere e apprendere
della splendida città che fu della Magna
Grecia, dove i Romani scoprirono e
s’innamorarono della filosofia, dell’arte,
del teatro e dell’architettura della civiltà
greca, lo si deve al MarTa. L’acronimo
divenuto nome del museo custode dell’enorme
patrimonio dell’antica Taras,
ristrutturato nel profondo, ma non
completamente, nel 2007. È uno dei
musei più importanti d’Italia, orgoglio
della città, il luogo che gli appartiene
più conosciuto al mondo. Quello che
propone il MarTa, fin dal 1887 collocato
tra le stanze e i chiostri del convento
degli Alcantarini (costruito a metà del
XVIII secolo), nella centralissima via
Cavour, è una sorta di viaggio tra la
storia delle comunità indigene pugliesi,
delle colonizzazioni greche in Italia e
le conquiste romane, attraverso l’arte
orafa, gli utensili di uso quotidiano, le
sculture, le statue, i monili, le ceramiche,
le armi e i gioielli rinvenuti in oltre
cento anni di archeologia in Puglia.
“Andrai a fondare la tua città nella
terra degli Iapigi dove dal cielo sereno
24
di Gino Martina
e senza nuvole cadrà la pioggia”. La
mitologia e la leggenda narrano della
fondazione di Taranto legata a queste
parole pronunciate dall’Oracolo di
Delfi a Falanto, il condottiero dei Partheni,
i figli illegittimi dell’aristocrazia
di Sparta, che seguendo la strada indicata
giunsero sulle sponde del fiume
Tara, dove Ethra (cielo terso in greco
antico), la moglie del condottiero,
versò, esausta del lungo viaggio, delle
lacrime sul viso del marito, che colse
il segnale. Su quelle sponde poteva
nascere la sua città. Una leggenda, non
la sola, a cui spesso si fanno risalire
le origini di una delle più importanti
realtà di età classica. L’itinerario del
MarTa propone, così, un percorso
che attraversa la storia di Taranto e del
suo territorio, indagando e illustrando
oggetti e dettagli di vita quotidiana,
pubblica e privata, di arti, pensieri,
dibattiti, leggi, modi di costruire case
ed edifici per la collettività, per il culto
o per venerare i morti. Si apprendono i
modi di vivere legati all’economia della
civiltà della Magna Grecia, con l’uso
della moneta coniata col simbolo della
città (il delfino cavalcato da Tiras, figlio
di Poseidone), a sua volta connessa
al territorio vicino al mare e quindi
basata sulla pesca, sul commercio e la
Testa in terracotta
produzione dei tessuti pregiati, come il
bisso e la porpora, ricavati dai molluschi
fiorenti nei suoi due mari, il mar
Piccolo, il bacino interno da sempre
risorsa e caratteristica principale della
città che si sviluppa come un lungo
istmo, una lingua di terra che attraversa
il suo lago interno, in origine di acqua
dolce, e il mare aperto al Mediterraneo,
il mar Grande. Un’economia legata
agli ulivi, ai vigneti pregiati e ai grandi
pascoli dell’entroterra. Nel museo è
presente la vita attraverso le cose create
dagli abitanti di un tempo; è presente
l’educazione del fanciullo, la cura della
bellezza della donne e dell’uomo, il
loro allenamento alla guerra e all’attività
fisica, quella che in epoca moderna
si chiamerà sport. E ancora il teatro,
la matematica, la filosofia e la letteratura.
I preziosi reperti trovano uno
spazio dedicato per buona parte all’età
ellenistica e provengono dall’acropoli,
dall’agorà e dalla necropoli della città le
cui origini di colonia di Sparta, vengono
fatte risalire al 700 a.C. Così trovano
collocazione gli arredi scultorei,
naiskos e i mosaici ritrovati negli edifici
della metropoli che nel suo massimo
splendore, contò 300 mila abitanti e fu
punto di riferimento per tutto il territorio
italico, culla e potenza culturale che

darà i natali a pensatori (Archita, Livio
Andronico), atleti e ospiterà artisti (lo
scultore Lisippo), letterati (Virgilio,
Orazio Flacco), filosofi e matematici
(Pitagora su tutti). Un percorso che, se
pur non completato e ancora perfezionabile
nella sua mappa interattiva
e didascalica, dopo la ristrutturazione
ha saputo valorizzare ogni singolo
elemento esposto tra le teche delle sale
museali. Partendo dalle prime testimonianze
di vita autoctona del V millennio
a.C., s’incontrano le suppellettili
dei primi contatti degli indigeni Iapigi,
insediatisi sul territorio, con le popolazioni
del mare Egeo. Ampio spazio è
dedicato alla colonizzazione spartana
sulle coste del golfo di Taranto, attraverso
i culti, le attività, i rituali funebri,
la vita della città che adorava sentirsi
Grecia, legata alle sue origini. Ma sono
presenti anche le relazioni con le aree
di cultura ellenica e il mondo indigeno
della Puglia (i Messapi, i Peucezi) e le
altre terre vicine. Le terme, le ricostruzioni
delle ville, i mosaici e le statue
raccontano la Taranto romana a partire
dal III secolo a.C., nata dopo il conflitto
con Roma e le guerre con l’intervento
di Pirro, re dell’Epiro. Dopo
la sconfitta, la città rimase provincia e
punto di riferimento per Roma, che in
riva ai due Mari apprese della bellezza
del mondo greco, che influenzerà poi
l’intera sua esistenza fino ai tempi dell’impero,
fino alle fasi tardoantiche e altomedievali,
e tutte le terre conquistate.
Sala XIV
Tra le collezione di manufatti emerge il
valore e la bellezza degli Ori di Taranto.
Una raccolta di anelli, diademi,
orecchini, collane, bracciali e oggetti
preziosi lavorati tra il IV e il II secolo
a.C. nell’antica scuola orafa tarantina,
tra le più apprezzate dal mondo allora
conosciuto, e oggi conosciute in tanti
luoghi al mondo, perché periodicamente
ospitati ed esposti in diverse
capitali. L’immagine degli orecchini a
navicella con una elaborata lavorazione
in filigrana o lo schiaccianoci costituito
da due mani che si incrociano avvolte
da due bracciali d’oro raffiguranti delle
serpi, sono tra le opere più incantevoli
e diffuse attraverso immagini e presentazioni.
Gli orecchini a navicella presentano
la caratteristica della doppia lamina in
oro. La decorazione è caratterizzata da
un vero e proprio lavoro di cesellatura
del prezioso materiale, che al centro
e ai lati sviluppa una composizione
a fantasie vegetali che rappresentano
fiori e palme, riproposte con sfumature
e dettagli diversi nella parte considerata
interna nel momento in cui si indossano.
La navicella è corredata nella sua
parte superiore da una delicata spirale,
mentre nella parte estrema dei lati,
il corredo è caratterizzato da figure
intarsiate di rose composte da petali di
dimensioni differenti, posti in ordine di
grandezza. Lo Schiaccianoci, invece, è
un manufatto, un utensile, di creazione
risalente al III o IV secolo a.C. La figu-
25
Cultura e territorio
ra ricorda due mani con polsi e avambracci,
di grazia femminile, nell’intento
di stringere o schiacciare delle cose.
Le due mani, di color bronzeo, sono
tra loro unite in basso costituendo una
leva utile per infrangere mandorle o
altra frutta secca. I due bracciali in oro,
come una serpe a spirale, si snodano
finemente sugli avambracci.
Le dita sono proporzionate, morbide
e riproducono finemente e fedelmente
le caratteristiche degli arti umani.
L’utensile ha probabilmente ricoperto
funzioni strettamente pratiche legate
all’utilizzo tra commensali, ma non è
escluso possa essere stato utilizzato per
ufficiare dei riti, data la sua bellezza artistica.
Oltre agli ori, tra i reperti più interessanti
esposti c’è l’Atleta di Taranto
e il suo corredo funerario. Lo scheletro
del campione del Pentathlon nei giochi
panatenaici, attorno al V secolo a.C., è
stato studiato nella sua struttura e nel
suo corredo da laboratori scientifici di
tutto il mondo ed esposto anche a Pechino,
alle ultime Olimpiadi nel 2008.
La sua tomba è stata rinvenuta negli
anni Cinquanta, come buona parte del
patrimonio archeologico esistente, durante
gli scavi dell’urbanizzazione della
città moderna. Il sepolcro era sfarzoso,
a camera, decorato e arredato in modo
eccezionale per onorare le gesta di una
sorta di eroe sportivo di epoca classica,
con le sue quattro anfore panatenaiche,
ricordo delle sue vittorie. Il MarTa ne
conserva quasi integralmente la testimonianza.
L’Atleta di Taranto, alto 1
metro e 70 centimetri, doveva pesare
circa settanta chilogrammi e avere sui
trent’anni. Le misure, eccezionali per
il suo tempo, rivelano la sua forza che
si sprigionava nella corsa, nella lotta,
nel salto in lungo, nel lancio del disco
e del giavellotto, le discipline in cui si
confrontavano gli atleti della Grecia
antica. Tra vasi, anfore e bassorilievi, il
MarTa racconta ai suoi visitatori parte
del patrimonio, dell’arte, della vita e
della bellezza di uno dei luoghi più
importanti della storia della civiltà in
Puglia, in Italia, e di una terra passaggio
cruciale per l’intero Mediterraneo.

I punti fermi
del “pugliese” Ozpetek
di Katja Brinkmann
„Di belle cose nella vita bisogna averne almeno due,
anzi tre: case, compagni, passioni...”
C
osì dice Ferzan Ozpetek
(„Mine Vaganti“, „Le Fate
Ignoranti“, „Magnifica
Presenza“), che in questo
momento sta trascorrendo una
vacanza nel Salento, muovendosi tra
i suoi luoghi preferiti, da tanti anni
sempre gli stessi: „La Castellana
beach”, la „Masseria Montelauro“
ad Otranto, la città di Lecce e la
spiaggia „Punta della Suina“, vicino
a Gallipoli. Dopo il grande successo
di „Mine Vaganti“, il regista turcoitaliano,
che vive a Roma da più di
30 anni, può considerarsi pugliese
a tutti gli effetti - e non solo per la
cittadinanza onoraria che gli è stata
conferita.
Viaggiatore tra Occidente e Oriente
e cittadino del mondo, Ozpetek
ha conosciuto i pregi e i difetti di
tanti angoli della Terra; tuttavia solo
per la Puglia, proprio per il legame
speciale che si è creato, farebbe da
ambasciatore. Ci sarà un perché...
Ferzan, ci spiega dove si sente veramente a
casa?
26
Devo proprio decidermi? Secondo
me, di cose più importanti, nella vita
bisogna sempre averne due o tre:
amori, case, passioni... Certo che ci
vogliono dei punti fermi per vivere
più tranquillamente: per esempio un
compagno fisso, oppure una vera
casa. Però il resto rimane a disposizione
e dipende dall’umore, dalla
situazione, da tante cose. Per me
casa non significa solo casa, quanto
piuttosto l’equivalente di sentirsi
bene, stare a proprio agio, insieme
agli amici, mangiare in un posto

ello, godersi la vita insieme. Può
essere a Roma, dove ho la mia vera
casa, a Lecce, dove vado spesso o ad
Istanbul, dove ho ancora una casa
ma non trascorro più di 20 giorni
all’anno.
Ricorda il suo primo viaggio in Puglia?
Si, lo ricordo benissimo. È stato in
occasione di una premiazione ad
Otranto, sto parlando del film „Le
Fate Ignoranti“. Mi sono fermato
da Elisabetta e Mercedes alla „Masseria
Montelauro“ che mi è piaciuta
sin dall’inizio, non solo perché è un
posto stupendo, ma anche perché
siamo diventati da subito molto amici,
rafforzando il legame nell’arco
degli anni. Nel Salento ho conosciuto
tantissima gente molto simpatica,
soprattutto a Lecce, dove mi sono
fermato per un po’. Diciamo che in
questa città ho trovato una specie di
famiglia allargata, un circolo di persone
con cui mi sento regolarmente.
Per questo sono tornato a girare
„Mine Vaganti“, che è diventato un
grande successo, anche all’estero.
Cos`è che le piace di più della Puglia, oltre
che del Salento, la sua terra del cuore?
Mi piacciono il cibo, le persone, le
spiagge, che sono le più belle del
mondo. Insomma, è tutto un misto
di caratteristiche che mi sembrano
molto autentiche e regalano un’atmosfera
bellissima. La Puglia è un
paese veramente speciale ... finché
non diventa turistico! Dico sempre:
che necessità c’è di modernizzare ad
ogni costo i vostri negozi nei centri
storici? Perché non lasciate tutto
com’è, classico, carino e molto suggestivo?
Non cambiate le cose belle,
dico a tutti quelli che stanno per farlo,
soprattutto per non distruggere la
bellezza genuina di questi luoghi.
Cosa le manca subito quando non è in uno
dei suoi luoghi del cuore?
Mi mancano le persone, poi la luce
di alcuni momenti. Quando ne sono
lontano provo un vero e proprio
dolore. L’accoglienza pugliese non
è solo una frase. Questa disponibilità
eccezionale, l’altruismo che non
finisce mai mi colpisce sempre come
la prima volta. Di Istanbul mi mancano
le stesse cose. Anche lì ho un
sacco di amici, casa mia si trova in
una zona molto accogliente e vivace,
nei dintorni della torre di Galata.
Mai poi, anche lì, come nel Salento
vedo gli stessi difetti: la città è diventata
troppo turistica, ed è davvero un
peccato. Roma invece per me sarà
per sempre come un’isola, molto
tranquilla, un punto di riferimento,
una zona relax.
La Puglia è diventata anche terra di film.
Lei l’ha scoperta tra i primi: prova invidia
o gelosia?
Per niente proprio. Non sono stato
il primo ad aver girato qui in Puglia,
sono solo stato il primo ad
aver avuto un forte
successo, anche a livello
internazionale. Devo
molto alla disponibilità
delle persone coinvolte,
cominciando con il
sindaco di Lecce che
mi ha aiutato in diverse
decisioni, fino alle persone
con cui abbiamo
girato. Anche la Apulia
Film Commission ci ha
sostenuto tanto! Io sono
dell’idea che ognuno che
ne abbia voglia, dovrebbe
avere l’opportunità di
raccontare la sua storia.
Ci sono tanti modi di “approcciare”
un paese, un luogo; per questo mi
fa piacere che vengano altri a girare.
Così come possono esserci dieci
ritratti di una sola persona, ogni
regista può creare la sua personale
immagine della Puglia.
A proposito di immagine, pensa che anche
dal Presidente Vendola sia venuto un
importante contributo al rilancio dell’im-
27
Cultura e territorio
magine della Puglia?
Nichi Vendola è una persona che
apprezzo. Lui ha un grande fascino,
è molto intelligente e sono sicuro
che potrà fare molto per far crescere
questo Paese. Poi è un vero politico,
un trascinatore delle masse.
Se dovesse scrivere un manuale su come
comportarsi in Puglia da straniero?
Direi innanzitutto che ovunque tu
vada, devi sempre ricordare di essere
un ospite di questa terra, comportandoti
di conseguenza. A Lecce mi
hanno accolto a braccia aperte, sono
stato davvero fortunato. In brevissimo
tempo si sono creati rapporti
meravigliosi. Per questo, a ragion
veduta, dico che il vero cuore dell’Italia
batte al Sud.
Un difetto, o il difetto principale dei
pugliesi?
Secondo me non guidano molto
bene; più che altro
quando sei in macchina
con loro finiscono
inevitabilmente per
trasmetterti un po’ di
ansia! Vorrei anche aggiungere
che per quanto
riguarda le indicazioni
stradali, la Puglia
è un incubo. In alcuni
punti è estremamente
difficoltoso muoversi
senza un navigatore o
una mappa; più di una
volta mi è capitato di
raggiungere solo per
caso la mia destinazione.
Su questo aspetto credo che sia
necessario fare un bel lavoro.
Ci dice a quale progetto sta lavorando?
Per il mio prossimo film vorrei
tornare nel Salento. Ancora non è
stato deciso niente di preciso, se
non il titolo „Allacciate le cinture di
sicurezza“. Sarà un comedy-drama,
ambientato a Lecce oppure in un’altra
bella città lì vicino.

Germania
low cost
Testi e f oto d i G iusy P etruzzelli
A
Weeze si atterra in un
piccolo aeroporto in mezzo
ai campi - un’ex base
militare della RAF (Royal
Air Force) creata dagli inglesi nel
1954 ai tempi della Guerra Fredda
- e si va alla stazioncina di campagna
per prendere il treno regionale.
Onestamente verrebbe da chiedersi
se effettivamente si è arrivati in
Germania. Eppure qui, a una manciata
di chilometri dall’Olanda, in un
territorio dove ci sono già le serre
come oltre il confine, i voli low cost
continuano a “scaricare” a ritmi
forsennati migliaia di passeggeri al
giorno.
Superato il primo momento, il
racconto di un viaggio nella terra
di Goethe comincia dagli efficienti
treni delle DB, le ferrovie tedesche,
le più importanti in Europa. Su-
Düsseldorf
perfluo dire che i treni, cari, spaccano
il secondo, sono pulitissimi
e silenziosi, non ci sono barriere
architettoniche; che nei vagoni gli
avvisi, vocali e scritti, sono a prova
di sprovveduto e che agli sportelli
informativi il personale è molto
disponibile… a patto di esprimersi
almeno in inglese. Ed è cosa assolutamente
necessaria, perché orientarsi
nell’acquisto dei biglietti ferroviari
per “schivare” il prezzo pieno non
è facile: le DB propongono varie
offerte per chi compra on-line, per
il fine settimana, per il viaggio di
due o più persone, per tratte interne
a uno stesso land.
Grazie ai treni è possibile comporre
da Weeze il mosaico di un viaggio
che raggiunge città tedesche mediograndi
della Renania Settentrionale-
Vestfalia come Düsseldorf, Colonia,
Bielefeld, Hannover. I giovani,
inoltre, hanno anche scoperto la
convenienza, atterrando a Weeze, di
raggiungere via treno Amsterdam,
ad appena 150 chilometri, passando
da Düsseldorf.
A poco più di un’ora da Weeze ecco
Düsseldorf, città di 700.000 abitanti
che nei fine settimana sembrano
confluire in massa nel centro storico
per godere del fiume Reno che
lo lambisce, dei boulevard della città
otto-novecentesca, delle caratteristiche
vie della parte più antica. Fra
la strada più elegante, la centrale
Königsallee su cui sono strategicamente
posizionate le boutique dei
28
Bielefeld - Kunsthaus
più noti stilisti italiani, e il fiume,
paralleli fra loro, i numerosi locali
attraggono i clienti con la musica
suonata dalle orchestrine dal vivo
e…con l’alcol a gogò.
Il Reno è forse l’elemento caratterizzante
della città: sul suo spazioso
lungofiume sorgono numerosi
edifici costruiti negli ultimi decenni,
la cui progettazione fa il verso

allo stile razionalista dei primi del
Novecento, ma in chiave di maggior
gradevolezza, quasi che di quello stile
si sia voluta abolire la severità. Sul
fiume si affacciano anche le terrazze
dei locali pubblici con i solarium
dove i tedeschi cercano di catturare
quanto più sole possibile. C’è chi fa
delle gite in battello o chi preferisce
tuffarsi nell’acqua fredda sulla
lontana riva opposta, dove la città
moderna si espande. Düsseldorf,
distrutta quasi totalmente durante la
seconda guerra mondiale, conserva
pochi edifici del passato. Tra questi
alcune case del Seicento con le
tipiche facciate a salienti o le chiese
barocche, come quella di Sant’Andrea
i cui due campanili svettano accanto
al parallelepipedo grigio della
29
Dal Levante al mondo
L’alternativa più economica, rispetto
al treno, per viaggiare all’interno
della Germania è l’acquisto di un
passaggio in auto da un privato che
faccia la stessa tratta. Basta registrarsi
al sito www.mitfahrgelegenheit.
de/ e indicare i dati del viaggio e il
proprio numero di cellulare. Si può
avere la fortuna di trovare l’itinerario
già disponibile o lo si può “lanciare”
e attendere che qualcuno si faccia
vivo. In Germania è un uso diffuso
e affidabile (accade raramente che il
proprietario dell’auto non si presenti)
e consente di risparmiare un 30%
rispetto ai mezzi pubblici.
Kunsthalle fine Novecento. Questi
forti contrasti architettonici sono
comuni a tantissime città tedesche,
dove quel (poco) che resta del passato
convive con la ricostruzione. Il
“riscatto” culturale è così affidato
ai magnifici centri per l’arte contemporanea.
A Düsseldorf il K20, il
K21, la Kunsthalle e il Kunstverein,
alle cui collezioni storiche del XX
secolo si affiancano esposizioni sulle
ultime tendenze dell’arte - tedesca
soprattutto - accolte in ambienti
bianchi, enormi: l’ideale per valorizzare
opere che spesso hanno grandi
dimensioni e carattere installativo.
Qui, come altrove, si avverte immediatamente
il profondo rispetto che
c’è in Germania per l’arte contemporanea.
Dopo un’ora di treno da Düsseldorf,
si entra nell’imponente stazione
di Colonia, grande come una
cattedrale gotica, con una magnifica
copertura in vetro e ghisa che manifesta
immediatamente il periodo, fra
il 1890 e il 1894, in cui fu costruita.
Per avere un’idea del suo aspetto si
può paragonare questa copertura a
quella della stazione di Milano (più
giovane di alcuni anni). È la stazione
più bella di questo viaggio in
terra tedesca, oltre che la più trafficata
(280.000 viaggiatori al giorno).
Oltre che per la stazione, il confron-

to con la nostra Milano è calzante,
visto che entrambre le città si identificano
con i due enormi duomi
gotici la cui costruzione si concluse
nell’Ottocento per la complessità
della fabbrica.
Uscendo sul piazzale della stazione,
si rimane colpiti dall’imponente
mole della cattedrale (dove è conservata
l’urna dei Magi), che tuttavia
risulta un po’ soffocata su un lato
dall’ampliamento della stazione
- realizzato il secolo scorso - e sul
fianco destro dalle strutture in
cemento armato e cotto del Museo
di cultura romano-germanica e del
Museo Ludwig dedicato all’arte
contemporanea. Notevoli entrambi.
Il primo è dedicato ai reperti
della colonizzazione romana ( 50
- 457 d. C.), da cui la città prese il
nome (Colonia Claudia Ara Agrippinensium);
il secondo è dedicato
alle collezioni del Novecento più
classico (Picasso, Léger, Matisse,
Calder, Bacon, Ernst, Schwitters, gli
Espressionisti tedeschi) e di quello
più dissacrante della Pop Art americana,
con una raccolta di opere di
assoluto rilievo sia per quantità che
per qualità. Di fronte al duomo si
distende quel che resta della Colonia
romana, delle chiese medievali e del-
Non ci sono solo patate e salsicce
nei menu tedeschi, ma anche gli
asparagi. La tradizione vuole che
verso il 1650 il principe elettore Carlo
I Luigi del Palatinato, grande estimatore
dell’ortaggio che fin dal Medioevo
aveva fama di curare la gotta
per le virtù depurative, lo facesse
coltivare nel castello di Schwetzingen,
sua residenza estiva, e di lì l’uso
si diffondesse nelle cucine di corte
dei principati vicini. Oggi la coltura
è una delle più remunerative della
Germania. La raccolta avviene da
aprile a giugno. Nell’area del Reno
e in Vestfalia è diffuso l’asparago
bianco, ingrediente dei risotti e,
come pietanza, servito in abbinamento
al bacon o alle uova.
Düsseldorf
le piazze ricostruite dopo i bombardamenti
dell’ultima guerra, che
hanno miracolosamente salvato il
duomo, ma azzerato la città moderna
dei secoli XV-XVIII.
La Colonia turistica è pure quella
delle ottime pasticcerie del centro
che hanno un aspetto d’antan,
ricche di torte d’ogni tipo, affollate
sì di visitatori occasionali, ma pure
30
di anziane signore del luogo che
hanno qui il ritrovo preferito con le
amiche. Colonia, con più di un milione
di abitanti, è una città territorialmente
molto estesa: per “abbracciarla”
con lo sguardo in un paio
d’ore, vale la pena salire a bordo dei
bus panoramici che dalla cattedrale
conducono i turisti fino alla zona
della fiera, attraversando i numerosi
ponti che si distendono sul largo
corso del Reno. Ciò che si vede ha
innanzitutto molto a che fare con i
disastri della seconda guerra mondiale:
la rarità di edifici storici, la
stazione da cui si partiva per i campi
di concentramento, il monumento
alla filosofa Edith Stein, morta ad
Auschwitz. Si raggiunge quindi la
Colonia più moderna con edifici
di vetro e cemento, il parco delle
sculture contemporanee, il giardino
botanico, l’area termale e soprattutto
l’enorme area fieristica, vero
motore economico della città. Di
ritorno verso il centro ci si imbatte
nel palazzo “settecentesco” (distrutto
durante la guerra e ricostruito nel
1963) dove si produceva la famosa
colonia 4711, il cui nome deriva dalla
numerazione degli edifici cittadini
effettuata durante l’occupazione
napoleonica di fine Settecento.
Ebbri di profumo, il viaggio può
riprendere alla volta di Bielefeld,
distante poco meno di duecento
chilometri, città di poco più di
300.000 abitanti inserita nell’area
della Selva di Teotoburgo. In effetti,
sia per le dimensioni contenute, sia
per le aree verdi interne ed esterne,
Bielefeld appare come un vacanziero
luogo di relax, civilissimo ed a
misura d’uomo. È un vero miracolo
che il centro storico non stia stato
toccato dalla Grand Slam, la più
grande bomba convenzionale della
seconda guerra mondiale, sganciata
dalla RAF sul suo viadotto ferroviario.
La città ha così la parte antica
praticamente intatta, tutta pedonalizzata,
con bei negozi e locali tipici
che incoraggiano la vita all’aperto

nelle giornate di sole, anche in
quelle più fredde, perché il clima
consueto è invece parecchio piovoso.
Le chiese medievali, il castello di
Sparrenburg e le case del Seicento,
il teatro comunale e la Kunsthalle
sono le attrattive più consistenti,
ma l’aspetto del centro storico nel
suo complesso basta a giustificare
un soggiorno in città. Chi ama l’arte
contemporanea trova nella Kunsthalle
un’importante collezione
del XX secolo con opere di Picasso,
Sonia e Robert Delaunay, Max
Beckmann, Man Ray, dei gruppi Die
Brücke e Die Blaue Reiter, dei costruttivisti
con Lázló Moholy-Nagy
e Oskar Schlemmer e lavori di artisti
americani e tedeschi degli anni
Settanta e Ottanta. Oltre che nelle
sale interne, l’esposizione continua
poi all’esterno, nel parco, dove sono
collocate sculture di artisti internazionali,
da Rodin a Serra.
A quindici chilometri da qui, un
piccolo centro di 60.000 abitanti,
Herford, è diventato famoso grazie
al MARTA (l’acronimo sta per Mobile,
Arte, Ambiente).
La progettazione dell’edificio, completato
nel 2005, si deve a Frank
Gehry, noto per aver progettato
anche il Guggenheim di Bilbao di
cui il MARTA ricorda le forme
sinuose, sia pure in scala ridotta. Il
museo è dedicato alle esposizioni
temporanee e, soprattutto in virtù
dell’“effetto Gehry”, attira migliaia
di visitatori.
Hannover, a un centinaio di chilometri
da Bielefeld, è una città ricca
di attrattive. Nonostante sia andata
quasi completamente distrutta
durante la seconda guerra mondiale,
nella città vecchia hanno resistito i
due emblemi del potere religioso e
civile del Medioevo: la Marktkirche
e l’Altes Rathaus. L’antica chiesa
gotica in cotto, la Marktkirche dei
Santi Giorgio e Jacopo, all’interno
ospita uno dei più bei polittici
lignei dell’arte nordeuropea. L’Altes
Rathaus, il vecchio municipio, mo-
Colonia
numento nazionale, è stato invece
trasformato in un ristorante di
classe. Al limitare del centro storico,
invece, la mole del Neues Rathaus,
l’attuale municipio, si erge all’interno
di un parco con la facciata che si
riflette nel lago Maschteich; a prima
vista il complesso sembra una reggia
barocca ed invece fu costruito
in stile eclettico fra il 1901 e il 1913.
Uno dei motivi per visitare Hannover
è poi lo Sprengel Museum,
lo spazioso contenitore per l’arte
contemporanea; assieme alle aree
espositive sono degni di nota il fornitissimo
bookshop, la biblioteca, la
Düsseldorf
31
sala da concerti e il ristorante con
la terrazza con vista sul lago e sulla
rossa scultura di Calder.
La cultura artistica ha infine un altro
luogo di elezione nella parte novecentesca
della città, dove il Kunstverein,
a dispetto della facciata severa,
espone le ricerche più di tendenza
dell’arte contemporanea tedesca.
Sin qui i nostri suggerimenti per
visitare quest’area della Germania;
volendo l’itinerario può proseguire
con puntate a Dortmund, Münster,
Kassel. Ma forse l’ideale sarebbe
prevedere per queste località un
altro viaggio. Magari low cost.

Territorio
Vini in “rosa”:
dall’Enoteca Italiana di Siena
al Festival del Cinema di Venezia
Due viaggi del vino, due
mondi paralleli che si incrociano
ed ecco la magia delicata
dei rosati che si ritrova
nel luogo di eccellenza dei calici del
Belpaese: l’Enoteca Italiana di Siena.
Sull’altare sacro del vino, durante i
giorni più speciali dell’anno, quelli
del Palio del 2 luglio, sono approdati
i rosati di Puglia insieme a quelli del
1° Concorso enologico nazionale,
Il risultato? Tanto, tantissimmo interesse,
soprattutto del target giovanile
di enoappassionati, verso un prodotto
che resta ancora poco conosciuto,
almeno a giudicare dal fatto che, nel
corso della degustazione in inglese
guidata da Antonella Millarte, food
and wine expert, la domanda ricorrente,
ancora una volta, è stata quella
su come si fa il vino rosato, o meglio
se davvero si tratta di un mix di vino
rosso e bianco!
Sorprendente? Decisamente no, se
si considera il tentativo dell’Unione
Europea - bloccato dalla forte azione
di Francia e Puglia - di legalizzare un
metodo di produzione diciamo così,
“poco limpido”. Ancora una volta,
quindi, l’iniziativa voluta dall’assessore
Dario Stefàno di valorizzazione
del vino rosato a livello nazionale,
mostra tutta la sua efficacia. Ed il
viaggio dei soavi rosati, selezionati
fra quelli arrivati a Bari per il concorso
enologico, fa tappa nella fortezza
medicea senese simbolo nel mondo
del buon bere italico, oltre che luogo
dove l’oramai celebre Vinitaly di
Verona mosse i primi passi salvo poi
spostarsi in Veneto, dove c’era una
struttura fieristica pronta ad accogliere
un evento già battezzato dal
successo.
Ma il viaggio non si ferma a Siena,
32
che pure resta una tappa di fondamentale
importanza. Instancabilmente
fresco, ed anche con tante bollicine,
il primo festival Bianco Rosso
e Rosè sarà a Venezia, dal 29 agosto
all’8 settembre, in occasione della
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia. Tra diversi
momenti di degustazioni e di abbinamento,
anche qui, i veri protagonisti
saranno ancora loro: i vini in Rosa.

Il buon uso del mondo
di Silvia Viterbo
foto Rocco Lamparelli
I
distributori self-service installati
negli aeroporti di Bari e Brindisi,
con dentro piccoli oggetti
fashion realizzati con materiali
di scarto o riciclati, sono l’ultimo
successo di Made in Carcere, il marchio
creato da Luciana Delle Donne.
Imprenditrice ormai nota a livello
internazionale, donna che costerna
con l’eccentricità, con la molteplicità
di idee e progetti, con la fisicità
perennemente in movimento, ma
poi conquista col cuore e con il suo
progetto dedicato alle detenute a cui
ha voluto insegnare la fatica, il sudore,
lo sforzo di arrivare sino in fondo
con un lavoro. Ha lasciato il campo
finanziario e ha ricominciato da niente
con le detenute, con la loro rabbia,
le loro difese, le loro malinconie. Ed
è proprio questa malinconia, che
racconta il Presidente Nichi Vendola
ricordando una sfilata di anni fa nel
carcere di Lecce, in cui queste donne
affrontavano la passerella nella fragili-
tà di un ruolo che mai avrebbero immaginato
di poter interpretare: quello
della bellezza, del gusto, dell’appeal
di accessori che ormai tutte le donne
hanno imparato a riconoscere e a
volere. Ed anche la Regione Puglia,
insieme a centinaia di brand nazionali,
presenta tutti
i programmi degli
eventi importanti
nelle borse realizzate
dalle detenute,
piene di colori, di
frange ma anche di sospiri, perché
devono superare la linea d’ombra fra
il dentro e il fuori. Il dentro delle carceri
è ormai invisibile e non bisogna
mai dimenticare che la pena deve essere
un recupero e non una vendetta
sociale. La loro ansia di vivere diversamente
dall’immobilismo in una
cella pervasa di odori e sudori che
non appartengono, impregna la loro
voglia di creare oggetti per provare a
fuggire dal proprio corpo stretto in
37
Luciana Delle Donne ha lasciato il campo
finanziario e ha ricominciato da niente
con le detenute, con la loro rabbia,
le loro difese, le loro malinconie
Aeroporti di Puglia News
spazi spesso invivibili, fuggire dalla
propria testa per reinventarsi la vita.
Per rifugiarsi in una pratica intesa
come lavoro, come fatica fisica, come
lotta con la materia che emerge anche
quando l’opera sembra alludere al
ludico, all’effimero.
“Sono più di due
anni che coltivo il
sogno di contaminare
le buone abitudini e i
buoni comportamenti
dei singoli cittadini
- dichiara Luciana Delle Donne - .
Oggi, poi, la flessibilità al cambiamento è
d’obbligo ed un po’ siamo stati aiutati dal
particolare momento economico. Manca
proprio un modello di inclusione sociale e
di rispetto dell’ambiente. È per me, questa,
un’esperienza indimenticabile, e in questi
ultimi sei mesi veramente difficili, finalmente
vedo realizzato un sogno. Rendere “automatica”
la solidarietà in ognuno di noi.
Con un piccolo gesto si acquista un prodotto
utile non solo per se stessi, ma anche per

la comunità. L’impatto sociale è notevole,
anche se spesso trascurato. Devo veramente
ringraziare la lucidità e la concretezza di
chi ha creduto subito in questo progetto con
i quali, insieme, abbiamo costruito una
nuova casa per grandi sogni. Infatti, con
l’obiettivo di automatizzare i nostri processi
distributivi al dettaglio, abbiamo realizzato,
in partnership con Liomati Puglia,
un dispenser automatico per l’acquisto self
service h24 dei manufatti Made in Carcere®.
Determinante, per la realizzazione del
sogno, è stata la condivisione del progetto con
l’Amministratore Unico di Aeroporti di
Puglia, Domenico Di Paola, con il Direttore
Generale, Marco Franchini e tutto il loro
staff. Abbiamo lavorato tutti con passione
ed umiltà, affinché ogni particolare diventasse
protagonista di un messaggio di speranza
per il “buon uso del mondo”. Negli anni ci
sono state (specie tra i 6000 amici di fb)
tante richieste per l’apertura di un punto
vendita al dettaglio, ma non potevamo permettercelo.
Il concetto di “impresa sociale”,
spesso appare un ossimoro. Ma questa ci
sembra un’ottima soluzione di compromesso.
Con una monetina sosteniamo concretamente
un impatto sociale importante sul
territorio e contemporaneamente acquistiamo
oggetti bellissimi ed utili a tutti. Oggetti
realizzati dalle detenute a cui raddrizziamo
le cuciture storte della loro vita”.
Semplice, diretto ed anche coinvolto,
è Domenico Di Paola, che non esita
a farsi fotografare con i ragazzi che
lavorano per Made in Carcere con
una maglietta rossa, e che sottolinea
che tre temi importanti come sviluppo,
sostenibilità e sociale sono stati
realizzati con questo distributore che
gli aeroporti di Bari e Brindisi mettono
a disposizione dei passeggeri.
Distributori, che Di Paola ha voluto
ad ogni costo, perché il termine solidarietà
passa anche attraverso piccole
grandi iniziative. Ed aggiunge che
“l’idea poi, che la Puglia possa presentare
uno dei suoi volti migliori nei suoi “punti di
approdo” più importanti, aggiunge ulteriore
valore alla nostra scelta”. I distributori
38
sono molto belli con un riquadro
dedicato alle dichiarazioni di Luciana
Delle Donne in uno short video a
cura dell’art director Alberto Tandoi,
dal titolo sardonico “Sia la Borsa sia
la Vita”, che mostra al consumatore
un modello di business sociale reale,
fatto di persone vere, con facce vere
e vere possibilità di recupero. Sono i
volti delle detenute che partecipano
al progetto e spiegano come nella
sfortuna sono state fortunate ad
essere state selezionate per questo
progetto, che offre loro una seconda
possibilità. La seconda chance, di cui
tanto si parla, di offrire alle donne
detenute una seconda occasione di
ritornare a sentirsi utili, mentre i
tessuti scartati dalle case di moda e
destinati al macero riprendono un
mood evoluto, a tratti concettuale,
che reinventa oggetti fashion e
nuove vite per donne con l’immagine
definita, e spesso senza concessioni,
di detenute.

Mostar
e Medjugorje
più vicine alla Puglia
Mistral Air, compagnia aerea di Poste Italiane, apre la rotta Bari-Mostar
Per i pugliesi, i lucani e gli
abruzzesi Mostar (e Medjugorje)
sono decisamente più
vicine e facili da raggiungere.
Da fine luglio, infatti, Mistral Air,
vettore di proprietà di Poste Italiane
ha lanciato il nuovo collegamento
di linea tra Bari e Mostar, operativo
due volte alla settimana (martedì,
venerdì).
“Siamo molto contenti della collaborazione
instaurata con Aeroporti di Puglia
e del programma di voli che offriamo
per Mostar” ha affermato Riccardo
Sciolti, Amministratore Delegato
di Mistral Air, che si è aggiudicata
il bando relativo al Programma di
cooperazione transfrontaliera IPA
Adriatico. “I nostri voli offrono alla Puglia
e alle regioni limitrofe, un collegamento
bisettimanale da e per Mostar a prezzi
ragionevoli e con alti standard di qualità.
I nuovi voli permettono a Mistral Air di
servire anche il mercato di linea, dopo una
lunga esperienza nel charter passeggeri con
i più importanti Tour Operator italiani ed
esteri, compresi i maggiori operatori legati
al turismo religioso che sin dal 2007 si è
avvalgono degli aerei di Mistral Air per
raggiungere Lourdes, Fatima, Santiago de
Compostela e la Terra Santa e ovviamente
la stessa Medjugorje”
Marco Franchini, Direttore Generale
40
di Michele Fortunato
di Aeroporti di Puglia, nell’esprimere
la propria soddisfazione per l’avvio
del Progetto Air Net, fortemente

voluto e sostenuto dalla Regione
- in particolare dall’Assessorato al
Mediterraneo e dall’Assesorato ai
Trasporti - ha sottolineato che “con
l’avvio delle operazioni di linea su Mostar,
la Puglia si apre ancor di più verso mercati
che da sempre guardano alla nostra regione
come ad un importante riferimento non
solo economico. Un’area storicamente
così importante, che negli ultimi anni ha
compiuto significativi passi in avanti sul
piano dello sviluppo, può e deve trovare in
questo nuovo volo un importante alleato
per dare ulteriore forza al proprio processo
di crescita.
Auspico - ha concluso Franchini - che
il mercato risponda positivamente e che
Mistral Air, con la quale siamo lieti di
collaborare, valuti con favore l’opportunità
di proseguire questa nuova iniziativa grazie
alla quale migliorano sensibilmente le
connessioni tra le due sponde adriatiche”.
Mistral Air ha nominato Balkan Express
come General Sales Agent per
i voli tra Bari e Mostar. Le prenotazioni
potranno essere effettuate sul
sito www.balkanexpress.it.
Il volo, avrà una durata inferiore
a 1 ora, con tariffe a partire da soli
79,00 Euro a tratta, tasse incluse. Parallelamente
Mistral Air attiverà una
serie di voli che collegheranno Trieste
e lo stesso aeroporto di Mostar.
IL Progetto AIR.NET
41
Aeroporti di Puglia News
La flotta di Mistral Air è composta
da 6 aeromobili Boeing 737 e
raggiunge tutte le destinazioni del
Mediterraneo, del Nord Europa e
del Nord Africa e ha come basi Bari,
Milano, Verona, Roma, Bologna,
Napoli e Catania.
L’obiettivo generale del progetto è la creazione di una rete permanente tra gli
aeroporti regionali dell’Adriatico per lo sviluppo di nuovi servizi di trasporto aereo
orientata sia al sostegno delle relazioni economiche che alla promozione
turistica. In particolare, AIR.NET si propone di stabilire e promuovere nuovi collegamenti
aerei fra le due sponde dell’Adriatico in modo diretto e duraturo al fine
di migliorare la cooperazione transfrontaliera e l’integrazione socio-economica
delle regioni frontaliere, migliorando l’accessibilità e la mobilità tra i partner partecipanti,
offrendo nuove opportunità alle imprese – incoraggiandone gli investimenti
– e al mercato turistico, che trae vantaggio dalla sensibile riduzione dei
tempi di volo garantita dai nuovi collegamenti diretti.
Il progetto, che si concluderà ad agosto 2013, ha un budget di 2.083.520,00 Euro
ed è cofinanziato dal Programma di cooperazione transfrontaliera IPA Adriatico.
Il partenariato è composto da un network di quattro aeroporti: Aeroporti di Puglia
S.p.A. (IT), Aeroporto Friuli Venezia Giulia S.p.A. (IT), Mostar Airport Ltd (BIH),
Airport Niš (SRB) e da due partner istituzionali, la Regione Molise e il Comune
dell’Aquila.

Madonna in trono con bambino (1294)
foto Beppe Gernone
Il Tesoro
di San Nicola
Q
uando a Bari qualcuno è
a corto di soldi, gli viene
in soccorso il detto
popolare “Và rrubbe à
sanda Nikole”, intendendo proprio
la ricchezza accumulata nel tempo
dalla Basilica: il Tesoro di san
Nicola.
In passato se ne servirono in molti
tra principi, imperatori e vescovi:
da Ruggero II, a Guglielmo II;
dagli Angioini e dagli Aragone-
si (dopo il sacco di Otranto nel
1480), fino ai Francesi di Gioacchino
Murat, che predarono oreficerie,
gioielli, ex voto e perfino un
grande candelabro d’argento con
dodici aquilotti intorno, che presero
il volo!
Una sorta di “bancomat” sacro a
servizio dei potenti di turno. Ciò
che Nicola, grande risparmiatore,
metteva da parte, anno dopo anno,
come solerte formica, gli eredi
43
di Nino Lavermicocca
Cultura e territorio
scialacquavano come cicale, senza
ritegno.
E’ una storia lunga, che parte
dall’arrivo delle reliquie a Bari nel
1087, anno di inizio dei pellegrinaggi,
che durano tuttora. Molto
è andato perduto; il “pezzo” più
eclatante e suggestivo era la preziosissima
tenda dell’Emiro di
Mosul, Kerboga, intessuta di sete
cangianti, ganci d’argento, pietre
preziose, coperta di pelli di sala-

mandre, sormontata da un grande
globo d’oro, cosparsa di centinaia
di tappeti. Una tenda da mille e una
notte razziata da Boemondo, principe
di Bari, come bottino dopo la
battaglia di Antiochia (28 giugno
1098) vinta contro l’Emiro e inviata
a Bari come ex voto: sparita nel
nulla!
Tutti gli oggetti accumulati nei
primi duecento anni di vita della
Basilica non hanno lasciato traccia;
persino i doni regali degli Zar di
Serbia Uros II Milutin (1282-1321)
e Uros Decanski (1321-1331):
tre grandi icone (una superstite),
candelieri, altare d’argento (rifuso
nel 1682 dagli argentieri napoletani
Marinelli e Avitabile) e “cielo” di
copertura della volta della cripta,
sono stati smembrati, sbocconcellati,
tagliati e perduti.
Un vero naufragio, al quale neppure
san Nicola, protettore dei mari,
ha potuto porre rimedio!
Tanto più meritoria appare quindi
oggi l’opera dei Padri Domenicani,
custodi del Santuario, a favore del
progetto complessivo di restauro
e valorizzazione della cosiddetta
“Cittadella Nicolaiana” (avanzato
da p. Damiano Bova), nei suoi
edifici caratterizzanti, non tutti
ancora recuperati: la Basilica, il
Portico dei Pellegrini, il Cortile
dell’abate Elia, i resti del Palazzo e
della Corte dei Catapani bizantini,
la Chiesa di san Gregorio, l’edificio
adibito impropriamente a scuola di
quartiere, l’Archivio dei documenti
greci e latini, il Museo Nicolaiano:
un progetto “ecumenico” di grande
respiro culturale e storico-artistico,
in grado di trasformare l’area
di san Nicola in un grande parco
urbano, un polo religioso, folklorico,
museale, di livello europeo se
non addirittura mondiale, considerata
l’incidenza delle “celebritas” di
san Nicola nella opinione pubblica
globalizzata.
Il Museo Nicolaiano è oggi, dopo
la “magnificenza antica” della Basilica,
il polo più rilevante di attrazione
culturale.
Purtroppo ancora poco noto, forse
per la sua breve vita - è stato inaugurato
nel febbraio del 2010 - il
museo , costituisce un meraviglioso
viaggio nel tempo (accompagnato
dagli strumenti tecnici opportuni,
come la sala multimediale e
le proiezioni continue di videoprogrammi)
attraverso gli oggetti
sfuggiti alle predazioni, finalmente
raccolti in un luogo allestito con
raffinatezza, eleganza, sobrietà, con
sussidi didattici e servizi adeguati,
compreso un piccolo ma interessante
Museum shop.
Si tratta, come accennato, di pezzi
di grandissimo valore e pregio.
Se regnanti e potenti da una parte
Bottiglia della Santa Manna (sec. XIX)
44
sottraevano, per fortuna ce ne erano
altri che addizionavano e moltiplicavano,
dando così al Museo
Nicolaiano la consistenza di oggi,
collocandolo fra i primi posti dei
Musei dei santuari italiani, ma soprattutto
distinto, insieme al Museo
Diocesano della Cattedrale di Bari,
per la rarità, la bellezza, l’antichità
e l’alto valore storico degli oggetti
conservati.
Volendosi limitare agli oggetti da
non perdere assolutamente, una
visita al Museo Nicolaiano, raccomandata
per la sua “full immersion”
nella storia e nell’arte, può
percorrere il seguente itinerario.
Innanzitutto la Stauroteca bizantina
(reliquiario della vera croce) in
argento e pietre preziose (asportate),
con iscrizione greca di consacrazione
(“Signore salva me insieme
al legno divino qui contenuto, me che
l’ho racchiuso con devozione nell’argento
e nelle pietre preziose”), incastonata
nell’imponente croce angioina in
argento dorato, smalti (di cui un
clipeo bizantino, con figura di sant’Andrea)
e pietre preziose, donata
da re Carlo II d’Angiò nel gennaio
1301, insieme alla coppia di stupendi
candelieri in cristallo di rocca
e argento, donati un po’ prima, nel
1296.
Dono angioino è anche il raffinatissimo
reliquiario in argento
dorato, smalti, vetri istoriati e
pietre preziose in forme di tempietto
gotico (reliquie conservate
in antico: frammenti della tunica di
Cristo, della spugna della Passione,
della culla di Gesù Bambino, goccia
di sangue di santo Stefano), donato
dalla regina Elisabetta d’Ungheria
in occasione della sua visita alla
Basilica nel febbraio del 1344.
Tornando ai ricordi della Bizantinocrazia,
l’epoca d’oro di Bari
capitale del Catapanato d’Italia,
ineludibile è l’iscrizione greca del
Catapano Basilio Mesardonite

(1010-1016), che attesta la fondazione
del Pretorio bizantino di Bari
in forma di cittadella fortificata,
Palazzo e Corte imperiale, chiesa
di san Demetrio, caserme e portici.
Stupendo è poi il pannello scolpito
con figura dell’Angelo docente o
giudicante, fra i capolavori della
scultura bizantina mediterranea,
antecedente alle opere del maestro
della cattedra dell’abate Elia (1098).
Da vedere poi altre sculture dello
stesso periodo o anteriori (busto
di una statua ellenistico-romana,
plutei scolpiti o ad intarsi di marmi
policromi, le pergamene dei catapani
Eustazio Palatino (1045-1046)
con sigillo plumbeo conservato e di
Michele “Oikeiakón” (1032-1033),
anch’essa fornita di sigillo e quella
infine contenente l’elenco dei nomi
dei 62 marinai della Traslazione
(1175 c.), eroi ed orgoglio della marineria
barese.
Altre quattro pergamene, invidiate
dai Musei di mezzo mondo, non
bisogna lasciarsi assolutamente
sfuggire: quella di Boemondo
principe di Bari (1096) fornita di
sigillo; la stesura del patto di mutua
assistenza fra il Doge di Venezia
e la “repubblica” barese (1122); la
splendida pergamena del principe
barese Grimoaldo Alferanite (1123)
dipinta in azzurro con lettere in
argento; la pergamena dello Zar
di Serbia Stefano Dušan (1346)
con firma in inchiostro purpureo e
sigillo in oro.
Il viaggio nel tempo può a questo
punto continuare secondo le preferenze
di ciascun visitatore fra icone
(superba e imponente la tavola
dell’Odegitria in trono), tele del
cinquecento e del seicento, tessuti
ricamati in oro e stoffe preziose,
oggetti liturgici, lampade ed ex
voto dei pellegrini russi (fra cui una
del fratello dello Zar Alessandro
II), doni dei patriarchi di Costantinopoli
e d’oriente, oggetti curiosi
Reliquario a chiesa (1344)
e seducenti come le bottiglie della
Manna, sogno di ogni collezionista
barese, dipinte da Michele Montrone.
Un Tesoro dunque aperto da Bari
ai confini del Mediterraneo orientale,
con le radici nel mondo bizantino
e la chioma brillante in quello
occidentale!
45
Museo Nicolaiano
di San Nicola
Largo Urbano II - Strada Vanese, 70122 Bari
Direttore: p. Alessio Romano o.p.
Coordinatrice: Dott.ssa Felicia Armenise
Orari di visita:
tutti i giorni dalle 10.30 alle 18.30.
Ticket:
Info: 080 5231429;
museonicolaiano@libero.it

Sport e relax
tra gli ulivi (e i pini)
G
li ulivi di Puglia lo sanno
bene: per giocare a golf ci
vogliono silenzio e concentrazione,
e loro si candidano
a essere i giudici ideali di un torneo.
La terra che da sempre ha fatto del
mare il proprio punto di forza per
l’attrazione turistica, ha cominciato
a guardarsi intorno e a differenziare
l’offerta. In Puglia non si arriva più
soltanto per abbronzarsi in spiaggia,
ma anche per godere delle bellezze
paesaggistiche e dei monumenti,
alcuni dei quali - Castel del Monte e
trulli di Alberobello fra tutti - hanno
raggiunto caratura internazionale per
essere diventati patrimonio dell’Unesco.
C’è però chi sceglie la regione per ben
altro motivo: giocare a golf. Impensabile,
nel Paese che ogni domenica
tiene incollati i suoi “sportivi” davanti
al televisore per seguire il campionato
di calcio, ma il turismo del “green fee”
ha una sua fetta di estimatori anche
nel tacco d’Italia. Riva dei Tessali - a
Castellaneta, in provincia di Taranto
- non a caso è il più antico golf club
del Meridione, forte di 35 anni di
esperienza. I suoi quasi sei chilometri
di percorso - incorniciato stavolta
dai pini e non dagli ulivi - sono stati
attraversati da campioni provenienti da
tutto il mondo e continuano a essere
meta ambita degli sportivi. Per l’estate
sono stati anche proposti pacchetti
speciali, con la possibilità di accedere
in spiaggia e il trasferimento al vicino
campo di Metaponto, nella vicina
Basilicata. Non che il golf risenta della
crisi, tutt’altro. È uno dei pochi settori
che continua a funzionare nonostante
la difficile congiuntura economica
internazionale. D’altronde una ricerca
pubblicata nel 2011 dall’Istituto Protiviti,
in collaborazione con la Federazione
Italiana Golf, ha dimostrato che
la spesa media giornaliera di un turi-
47
di Anna Puricella
Turismo
sta/golfista è quasi il doppio rispetto a
quella di un viaggiatore ordinario: 113
euro contro 66 circa, includendo nella
cifra anche escursioni, offerte culturali,
shopping, benessere e degustazione di
eccellenze gastronomiche.
Una miscela di ingredienti che in
Puglia funziona già da tempo, grazie
anche all’intraprendenza dell’Assessorato
regionale al Turismo e della sua
costola, l’agenzia PugliaPromozione.
“La Puglia ha aderito al progetto interregionale
Italy golf & more - dichiara il
direttore Giancarlo Piccirillo - perché
un territorio non può andare avanti da solo,
visto che il golf necessita di più campi perché
i golfisti sono soliti muoversi. Per questo ci
siamo messi in rete con sei regioni. È un
settore ad alta redditività, anche se interessa
un più ristretto numero di persone, per cui gli
imprenditori investono molto per perfezionare
le strutture. Per noi, quindi, l’intervento
promozionale risulta più facile”.
Il passo successivo sta ora nell’inter-

cettare anche solo una piccola parte
dei golfisti che ogni anno attraversano
il mondo con la loro attrezzatura, per
concedersi anche solo qualche giorno
di relax o per un torneo: le stime
parlano di 25 milioni di aficionados;
gli italiani che nel 2009 si sono messi
in viaggio per inseguire la passione del
18 buche sono stati 1,8 milioni, che
diventano 3,9 milioni se si includono
i vacanzieri che durante il loro soggiorno
si sono concessi una partita. I
pugliesi che praticano il golf sono solo
948 - iscritti alla Federazione - troppo
pochi perché possano bastare ai club
presenti sul territorio. Si guarda, perciò,
al Nord Italia, soprattutto, e poi
all’Europa. “Accogliamo tedeschi, svizzeri,
inglesi - racconta Giuliano Vestito, responsabile
di Acaya golf resort, in Salento
-. Gli italiani di solito si spostano ad
agosto, ma sono tanti gli Europei che durante
l’anno arrivano da queste parti, nonostante lì
abbiano un numero maggiore di campi”.
La struttura associata al Doubletree
resort by Hilton è la più giovane della
regione: è stata rimodellata nel 2007
a opera dello studio americano Hurdzan
- Fry e si trova in prossimità di
una suggestiva oasi naturale, rifugio di
numerosi uccelli acquatici. Ad Acaya
giungono finlandesi e svedesi; il Nord
Europa è il prossimo mercato cui
mirare. E sembra quindi strategica la
scelta di Ryanair di collegare Stoccolma
con Brindisi, l’aeroporto più vicino
al Salento. Guardando i dati diffusi da
Aeroporti di Puglia, Brindisi ha avuto
un incremento notevole di passeggeri
- sia in arrivo che in partenza - tra il
2010 e il 2011 (+28,2 per cento) e
sembra confermare la stessa tendenza
anche per il 2012; una tendenza positiva
che interessa anche l’aeroporto di
Bari. La strada, quindi, è quella giusta.
E la risposta positiva che arriva dai
titolari degli otto golf club pugliesi,
disseminati dal Gargano al Salento,
conferma la bontà di una scelta che,
al di là dall’essere di nicchia, ha un’ottima
resa economica. “L’aumento dei
collegamenti diretti ci ha agevolato molto
- racconta Monica Cosenza, responsa-
bile del circolo San Domenico golf di
Savelletri di Fasano - visto che in passato
una delle difficoltà maggiori per i turisti era lo
scalo, che li costringeva a prendere due aerei.
Oggi l’Inghilterra è il nostro mercato principale,
seguita dalla Germania”. Il golf, tra
l’altro, non funziona soltanto nei mesi
estivi: “Tra i nostri clienti ci sono svedesi e
tedeschi, ma anche giapponesi - raccontano
da Riva dei Tessali -; gli italiani, invece,
provengono in misura preponderante dalle
regioni settentrionali durante l’inverno, dato
che le condizioni climatiche di quelle zone non
consentono loro di praticare questo sport in
quella stagione. In estate, invece, si lavora con
le altre regioni e con la Sicilia”.
Nessuna previsione a tinte fosche neppure
per il 18 buche a pochi chilometri
da Bari: il Barialto di Casamassima ha
effettuato lavori di ristrutturazione sia
all’edificio che alla piscina, “ma - raccontano
dalla reception - continuiamo
a ospitare sia giocatori italiani che stranieri,
oltre che i nostri soci interni ed esterni”.
Il campo più in vista dell’intera regione,
però, è quello di San Domenico,
a Savelletri di Fasano, in provincia di
Brindisi. Anche questo un 18 buche
lungo 6.300 metri, con le bandierine
che guardano dritte al mare Adriatico,
pronte a farsi accarezzare dal vento.
“Come è logico aspettarsi da un campo da
golf così vicino al mare - avvertono dalla
direzione - il vento gioca un ruolo significativo
durante la sfida”. Se a ciò si aggiunge
Acaya
48
che l’erosione delle rocce ha creato
una nuova ondulazione del terreno,
per i golfisti il San Domenico è il luogo
ideale per misurare le proprie capacità.
Inoltre appartiene al gruppo San
Domenico hotels, che vanta nel suo
ventaglio Borgo Egnazia, il resort più
frequentato da personaggi dello spettacolo
- tra cui gli attori di Beautiful,
che la scorsa primavera sono stati in
Puglia per girare alcune puntate della
soap opera. Proprio Borgo Egnazia ha
previsto un’offerta “Golf break 2012”
che, fino alla fine dell’anno, include un
“trattamento vip” all’arrivo, una cena
a lume di candela e ovviamente due
green fee.
Più ridimensionata l’area verde della
vicina masseria Torre Coccaro, cinque
stelle lusso sempre a Savelletri di
Fasano: solo 9 buche, ottime però per
fare pratica. Cosa possibile anche ad
Andria, sulla via che conduce a Castel
del Monte, a Foggia e a Melissano,
piccolo paese in provincia di Lecce.
Forse gli otto golf club esistenti sono
ancora pochi per una regione, come
la Puglia, che può fare del turismo - in
tutte le sue diverse accezioni - la sua
principale fonte di reddito.
Ma i presupposti ci sono tutti perché
in futuro buche, laghetti e bunker si
moltiplichino e facciano gola ad un
numero sempre più consistente di
appassionati.

All’ombra del Duomo:
Picasso
in mostra a Milano
Dal 20 settembre al 6 gennaio
del prossimo anno, Milano
accoglie, a Palazzo Reale,
una imponente mostra
antologica dedicata a Pablo Picasso.
Un evento forse unico, comunque da
non perdere assolutamente, visto che
l’eccezionale trasferimento in Italia
della più grande collezione al mondo
delle opere di Pablo Picasso, è legata
ai lavori di restauro e ammodernamento
del Museo Nazionale Picasso
di Parigi, che ospita i suoi più grandi
capolavori. Occasione rara, quindi,
perché molte delle opere che verranno
esposte non sono mai uscite
dal museo parigino prima di questo
tour mondiale che vede Milano come
unica tappa europea.
Oltre 250 le opere che sarà possibile
ammirare tra dipinti, disegni, sculture,
fotografie, stampe e libri illustrati,
tutte provenienti dal grande museo
monografico dedicato all’artista
spagnolo, creato nel 1985 allo scopo
di presentare al pubblico l’insieme
dei lavori provenienti dalla donazione
fatta allo Stato francese, nel 1972,
dagli eredi dell’artista.
La mostra è curata da Anne Baldassari,
curatrice del Musée National
Picasso di Parigi, riconosciuta a livello
internazionale fra i più importanti
studiosi di Pablo Picasso.
La lunga vita del Maestro, morto a
92 anni, ci ha regalato una lunga e
Picasso nel suo studio, 1910
proficua attività artistica di cui godono
i più grandi musei al mondo, dal
Moma di New York all’Hermitage di
San Pietroburgo; dal Museo Nazionale
di Madrid al Centro Pompidou di
Parigi. Al momento della sua morte,
avvenuta nel 1973 a Mougins, nel
Sud della Francia, Picasso aveva dato
vita a oltre 50.000 opere realizzate
con diversi linguaggi, mezzi artistici
e mutamenti stilistici. Nato a Malaga,
dopo aver studiato arte a Barcellona -
dove entrò nella Scuola di Belle Arti a
soli tredici anni -, e a Madrid, Picasso
51
Mostre
di Stefania Di Mitrio
compì nel 1900 il suo primo viaggio
a Parigi, la città dove arte e cultura lo
influenzarono profondamente tanto
da lasciarne il segno in tutta la sua
produzione artistica.
Nella sua lunga carriera, in un susseguirsi
di svolte epocali, testimonianze
di impegno civile e politico, Picasso
si dimostrò un’artista inesauribile che
seppe trarre svariati motivi di ispirazione
da Van Gogh, a Degas, da
Cezanne a Goya, da Matisse all’arte
negra.
La sua predisposizione all’innovazione
artistica, all’eccentricità e al cambiamento
fu sempre alla base della
sua vitalità artistica, tanto da cambiare
le sorti dell’arte del suo tempo e di
quella a venire.
La mostra, intitolata “Pablo Picasso,
capolavori dal Museo Nazionale
Picasso di Parigi”, in realtà è un
ritorno per Milano. Il capoluogo
lombardo, infatti, già nel 1953 ne
ospitò un’ampia retrospettiva in cui
fu possibile ammirare l’indimenticabile
“Guernica”, l’opera realizzata dopo
il bombardamento aereo della città
omonima da parte dell’aviazione militare
tedesca durante la guerra civile
spagnola. Non a caso l’ampia documentazione
dell’evento sarà presente
proprio nel nuovo allestimento.
Il percorso espositivo, oltre 2.000
metri quadrati, copre le fasi più significative
della sua produzione artistica,

un viaggio nella storia dell’arte attraverso
l’evoluzione del suo linguaggio
artistico. Si va dagli esordi spagnoli ai
primi contatti con l’ambiente artistico
parigino, dai periodi “blu” e “rosa”
( in cui la semplicità e l’essenzialità
della rappresentazione sono alla base
dei dipinti uniti alla malinconia dei
personaggi ritratti), alla sperimentazione
cubista, dalla parentesi neoclassica
alla metamorfosi stilistica degli
anni Trenta, dalle opere di denuncia
contro l’oscurantismo fascista fino
all’ultima stagione creativa.
Da qui i capolavori quali “La Celestina”
(1904), “Uomo con il mandolino”
(1911), “Ritratto di Olga” (1918),
“Due donne che corrono sulla spiaggia”
(1922), ”Paul come Arlecchino”
(1924), “Ritratto di Dora Maar” e
“La supplicante” (1937), “Massacro
in Corea” (1951), “L’ombra” (1953),
“Paesaggio” (1972), solo per citarne
alcuni. Non mancano poi gli studi di
nudo preparatori per “Les demoiselles
d’Avignon” e le nature morte del
cubismo.
Nella sezione dedicata alla scultura,
ampiamente articolata e arricchita
dalla presenza di alcuni dei lavori più
importanti, viene invece sottolineata
l’importanza di Picasso nella fondazione
del linguaggio plastico del Novecento
e la sua profonda influenza
su artisti come Henri Moore, Alexander
Calder e David Smith.
Non si tratta però di una semplice
serie di capolavori in progressione
cronologica, poichè la mostra si pone
l’obiettivo di illustrare il processo
creativo che si snoda nel tempo e
nella cui complessità l’artista ci invita
ad entrare.
La collezione del Museo Picasso,
secondo la curatrice Baldassarri,
rappresenta infatti il lavoro picassiano
in progress, i suoi imprevisti, i suoi
balzi in avanti o le sue resipiscenze, i
suoi meandri e i suoi ripiegamenti. Si
può osservare come la pittura diventa
scultura, e viceversa, nell’invenzione
di dimensioni intermedie: pittura senza
fondo né contorni, tavole piatte
come icone, legni intagliati e lumeggiati
di colore, sculture cave, aperte,
forate, grafismi spaziali filiformi,
quadri a tutto tondo, modelli di carta
piegata, lamiere tagliate e dispiegate
nello spazio. Anche i disegni, le pagine
dei quaderni di schizzi e le incisioni
dialogano, quasi a voler raggiungere
il mito della nascita delle immagini.
Picasso diceva: “io non cerco, trovo”.
Infatti il suo dono è proprio quello di
scoprire in tutti gli oggetti forme che
sembrerebbero apparentemente prive
di verità figurativa.
In questo eterogeneo percorso artistico
Picasso è il protagonista indiscusso
dell’arte del XX secolo di cui ha
saputo incarnare lo spirito tumultuo-
Ritratto di Olga, 1918
52
so e innovatore.
In questa esposizione trovano spazio
persino i costumi originali di “Parade”,
il rivoluzionario balletto cubista
messo in scena dal noto impresario
teatrale russo Djaghilev nel 1917,
proprio a voler testimoniare la vivacità
e il dinamismo creativo dell’artista.
L’ampia collezione insomma attesta
con forza tutte le fasi del lavoro
picassiano e i suoi tormenti per
realizzarlo. Qui sono riunite le testimonianze
più significative delle varie
tappe della sua evoluzione artistica. Il
pittore spagnolo, follemente innamorato
della propria arte infatti disse:
“La pittura è più forte di me, mi fa
fare ciò che vuole”.

un viaggio nella storia dell’arte attraverso
l’evoluzione del suo linguaggio
artistico. Si va dagli esordi spagnoli ai
primi contatti con l’ambiente artistico
parigino, dai periodi “blu” e “rosa”
( in cui la semplicità e l’essenzialità
della rappresentazione sono alla base
dei dipinti uniti alla malinconia dei
personaggi ritratti), alla sperimentazione
cubista, dalla parentesi neoclassica
alla metamorfosi stilistica degli
anni Trenta, dalle opere di denuncia
contro l’oscurantismo fascista fino
all’ultima stagione creativa.
Da qui i capolavori quali “La Celestina”
(1904), “Uomo con il mandolino”
(1911), “Ritratto di Olga” (1918),
“Due donne che corrono sulla spiaggia”
(1922), ”Paul come Arlecchino”
(1924), “Ritratto di Dora Maar” e
“La supplicante” (1937), “Massacro
in Corea” (1951), “L’ombra” (1953),
“Paesaggio” (1972), solo per citarne
alcuni. Non mancano poi gli studi di
nudo preparatori per “Les demoiselles
d’Avignon” e le nature morte del
cubismo.
Nella sezione dedicata alla scultura,
ampiamente articolata e arricchita
dalla presenza di alcuni dei lavori più
importanti, viene invece sottolineata
l’importanza di Picasso nella fondazione
del linguaggio plastico del Novecento
e la sua profonda influenza
su artisti come Henri Moore, Alexander
Calder e David Smith.
Non si tratta però di una semplice
serie di capolavori in progressione
cronologica, poichè la mostra si pone
l’obiettivo di illustrare il processo
creativo che si snoda nel tempo e
nella cui complessità l’artista ci invita
ad entrare.
La collezione del Museo Picasso,
secondo la curatrice Baldassarri,
rappresenta infatti il lavoro picassiano
in progress, i suoi imprevisti, i suoi
balzi in avanti o le sue resipiscenze, i
suoi meandri e i suoi ripiegamenti. Si
può osservare come la pittura diventa
scultura, e viceversa, nell’invenzione
di dimensioni intermedie: pittura senza
fondo né contorni, tavole piatte
come icone, legni intagliati e lumeggiati
di colore, sculture cave, aperte,
forate, grafismi spaziali filiformi,
quadri a tutto tondo, modelli di carta
piegata, lamiere tagliate e dispiegate
nello spazio. Anche i disegni, le pagine
dei quaderni di schizzi e le incisioni
dialogano, quasi a voler raggiungere
il mito della nascita delle immagini.
Picasso diceva: “io non cerco, trovo”.
Infatti il suo dono è proprio quello di
scoprire in tutti gli oggetti forme che
sembrerebbero apparentemente prive
di verità figurativa.
In questo eterogeneo percorso artistico
Picasso è il protagonista indiscusso
dell’arte del XX secolo di cui ha
saputo incarnare lo spirito tumultuo-
Ritratto di Olga, 1918
52
so e innovatore.
In questa esposizione trovano spazio
persino i costumi originali di “Parade”,
il rivoluzionario balletto cubista
messo in scena dal noto impresario
teatrale russo Djaghilev nel 1917,
proprio a voler testimoniare la vivacità
e il dinamismo creativo dell’artista.
L’ampia collezione insomma attesta
con forza tutte le fasi del lavoro
picassiano e i suoi tormenti per
realizzarlo. Qui sono riunite le testimonianze
più significative delle varie
tappe della sua evoluzione artistica. Il
pittore spagnolo, follemente innamorato
della propria arte infatti disse:
“La pittura è più forte di me, mi fa
fare ciò che vuole”.

Libri nel Borgo Antico:
viaggio al “centro”
Le antiche piazzette riscaldate
dal sole di fine estate;
l’aria del mare che soffia tra i
suggestivi vicoletti del borgo
antico; decine tra scrittori, politici,
giornalisti che conversano attorno
a pubblicazioni fresche di stampa;
appassionati di lettura che assistono
ai dibattiti pomeridiani e serali. Tutto
questo è “Libri nel Borgo Antico”,
rassegna in programma a Bisceglie
di Bisceglie di Francesco Martucci
dal 5 al 9 settembre, che vedrà decine
di autori presentare le loro ultime
fatiche editoriali.
Migliaia, nelle passate edizioni, gli
appassionati di lettura che hanno
approfittato della manifestazione per
attraversare i vicoletti e ammirare
le meraviglie del suggestivo centro
storico della città adriatica. Un autentico
tesoro a cielo aperto, quello del
borgo medievale, fatto di scorci che
55
Cultura e territorio
raccontano il vissuto antico e nobile
della cittadina.
Da alcuni anni, infatti, un esercito di
scrittori affermati si riversa nelle incantevoli
piazzette di Bisceglie e sulle
antiche mura affacciate sull’Adriatico.
Merito di un evento diventato un
importante riferimento nel panorama
degli incontri letterari che si susseguono
in tutta Italia, con il centro
storico che si anima, pullulando di

visitatori accomunati dalla passione
per la lettura e per le affascinanti
tradizioni del Meridione.
L’edizione 2012 spicca per ampiezza
e qualità del parterre di ospiti. Saggisti
e politici, narratori e giornalisti,
volti noti dello
sport e dello
spettacolo:
tutti autori di
successo che
qui troveranno
il contesto
ideale per
presentare le
proprie opere
e confrontarsi
su tanti temi di
stretta attualità.
Insomma, se da un lato gli organizzatori
della manifestazione puntano
a crare un contatto diretto tra la
grande platea degli appassionati e gli
autori del momento, è pur vero che
“Libri nel Borgo Antico” rappresenta
una vetrina per i giovani scrittori
Libri nel Borgo Antico,
per saperne di più…
Per consultare il programma completo
di “Libri nel Borgo Antico”, l’elenco
degli ospiti e ricevere ogni informazione
su programma e ospitalità, è possibile
visitare il sito www.librinelborgoantico.it,
inviare una mail all’indirizzo
info@librinelborgoantico.it o
telefonare al numero 080 3960970.
“Libri nel Borgo Antico”
è anche su Facebook e Twitter
pugliesi e per le case editrici, che
avranno a disposizione gli antichi
portoni del borgo medievale per
esporre e mettere in vendita i propri
libri.
Il merito di questa riuscita manifesta-
zione i risultati
va attribuito
essenzialmenteall’Associazione
Borgo Antico
Bisceglie, nata
appunto con
lo scopo di
promuovere il
meraviglioso
centro storico
della città.
Insediamento
urbano di chiare origini medievali, il
borgo biscegliese si caratterizza per
aver conservato pressoché intatti i
suoi connotati storici: piazzette, vicoli,
palazzi, portoni, chiese, una cattedrale
che figura tra le più significative
testimonianze del romanico pugliese
56
(e che annette l’importante Museo
Diocesano), il castello recentemente
restaurato.
Valorizzare questo inimitabile patrimonio
artistico culturale, attraverso
manifestazioni che permettano ai
cittadini di fruirne al meglio e ai
turisti di scoprirne le bellezze: questa
la mission degli organizzatori della
manifestazione, alla quale si affiancano
altrettanto importanti azioni che
puntano a far tornare il centro storico
agli antichi splendori, ricostruendone
lo spirito originario di luogo da
vivere per 365 giorni all’anno.
Ebbene, insieme a “Calici nel Borgo
Antico”, altra storica rassegna enogastronomica
che mira alla valorizzazione
dei vini pugliesi, “Libri nel
Borgo Antico” nasce proprio per
centrare questi traguardi. E così, passeggiare
per le vie del centro storico
– rese ancor più suggestive grazie
al prezioso apporto dei residenti,
consapevoli di essere parte di un
progetto che punta a obiettivi importanti
- può davvero trasformarsi in

un’esperienza unica. Percorre le strade
centrali della città, che ospitano
alcuni dei palazzi più significativi, recuperati
agli antichi splendori grazie
a un’opera di tutela e di restauro che
permette a Bisceglie di offrire il meglio
del proprio passato, da’ la stessa
sensazione di un viaggio all’indietro
nel tempo.
Lo stesso dicasi per le piazze: piazza
Duomo, Largo San Matteo, Largo
Sant’Adoeno. Luoghi vivi, quotidianamente
vissuti dagli abitanti, ma
pronti a offrirsi in grande spolvero ai
visitatori.
In ognuno di questi “spazi” trovano
posto chiese, archi, palazzi di grande
valore artistico.
E poi ci sono i portoni, autentico
vanto del centro storico. Ingressi delle
antiche e nobili dimore, corredati
da cortili di indubbio pregio, i portoni
rappresentano il simbolo dello
spirito d’accoglienza biscegliese, e
per l’occasione diventano parte integrante
ed elemento caratterizzante di
un prestigioso evento culturale.
Come in ogni buona iniziativa che
si rispetti, fondamentale risulta la
collaborazione collaborazione delle
Istituzioni che ogni anno assicurano
il proprio supporto: “Libri nel Borgo
Antico”, infatti, gode del patrocinio
della Regione Puglia, della Provincia
di Barletta-Andria-Trani e dal Parlamento
Europeo, oltre che dal Comune
di Bisceglie.
La speranza condivisa è che manifestazioni
come questa possano
moltiplicarsi e replicare se stesse,
trasformandosi in un imprescindibile
veicolo di sviluppo per la Puglia
e permettendo a una platea sempre
più ampia di apprezzare il meglio di
quanto la nostra regione possa offrire
sul piano paesaggistisco, architettonico,
storico, culturale e perché no
della ricchezza del proprio patrimonio
enogastronomico.
Tutto questo è Libri nel Borgo Antico,
un prestigioso salotto letterario a
cielo aperto aperto a tutti. Non resta
che accomodarsi.
Autori
Angelino Alfano, Luca Barisonzi, Fausto Bertinotti, Pietrangelo Buttafuoco, Donato
Carrisi, Letizia D’Attoma, Luca De Gennaro, Ciriaco De Mita, Martina Colombari,
Cristiano Militello, Federico Moccia, Alessandro Placidi, Angelo Polimeno,
il campione del mondo ’82 Paolo Rossi, Gennaro Sangiuliano, Alfonso Signorini,
Tiberio Timperi, Maurizio Tortorella e Marcello Veneziani.
Sono soltanto alcuni dei protagonisti annunciati di Libri nel Borgo Antico, a cui
nei prossimi giorni potrebbero aggiungersi altri nomi di sicuro richiamo. Ampio
spazio anche agli scrittori emergenti e agli editori pugliesi.
57

A Parigi, il Prix
Charles Ciccione
a Luca De Napoli
I
l «Cénacle européen francophone
de Poésie, Arts et Lettres» ha
assegnato a Luca De Napoli il
«Prix de photographie Charles
Ciccione», fotografo marsigliese del
XX secolo morto nel 1998, riconoscendo
nell’arte fotografica dell’artista
pugliese il senso della poesia del
tempo.
La cerimonia di consegna del premio
ha avuto lugo a Parigi nella sede del
Cénacle, in Rue Monsieur Le Prince,
nel Quartiere Latino.
La proposta di questo alto riconosci-
mento è stata presentata da Giovanni
Dotoli, che fa parte della giuria del
premio, e votata all’unanimità. Nella
lunga motivazione, intitolata “Luca De
Napoli. Un inno al tempo”, si afferma
tra l’altro che “le fotografie di De Napoli
sono il canto della vita, e il segno della totalità
del mondo, nella sua armonia primitiva.
Negli scatti di De Napoli apprendiamo che
la verità non è altrove, ma davanti a noi,
nelle cose, nelle loro forme, nelle emozioni che
suscitano nel nostro cuore. Luca De Napoli
dà un senso positivo al tempo: ispira fiducia
nella Provvidenza, in una nuova dimensione
59
Cultura
dello spazio, per visioni, alberi – soprattutto
l’ulivo millenario della Puglia –, cieli, pianure,
colline, valli, mari e pietre. In un crescendo
d’amore e di perfezione, egli rende omaggio
al giardino della vita, che appare come una
trama di ordine e fantasia, in un labirinto
di geometrie. E’ il tempo dell’Universo, una
scintilla della durata del Cosmos, della sua
energia, del suo slancio vitale, il segno della
presenza di Dio. Il tempo della Creazione è
davanti a noi, dispiegato nella sua eternità: al
centro di questa avventura artistica, la nostra
regione, con i suoi cieli azzurri, i suoi mari e
le sue terre d’armonia”.

Un’estate tutta sport
ed evasione
Olimpiadi e ancora Olimpiadi.
L’evento è di quelli
che mobilitano milioni di
spettatori che quest’estate
potranno trovare sollievo dal solleone
anche davanti alla televisione, dove le
gare si susseguiranno a ciclo continuo per
tre settimane. Eppure noi, che nel tempo
lib(e)ro amiamo leggere - per distrarci,
LONDRA BABILONIA
di Enrico Franceschini
Laterza
pagine 164
prezzo 9,00 euro
A Londra c’è davvero tutto quello che
si desidera, senza eccessi. Una metropoli
in continuo divenire che è bello
scoprire e riscoprire in questa estate
delle Olimpiadi. L’autore, che ha tanto
viaggiato in giro per il mondo, ama
Londra e nel raccontarla in queste sue
pagine lascia trasparire la sua simpatia
per la città, per il suo slancio verso la
to
è un ritratto allegro della capitale
britannica dal quale traspare un’altra
faccia della metropoli: poliedrica e
amabile.
IL PRIMO MARITO
di Laura Dave
Mondadori
pagine 252
prezzo 12,90
Per tutte quelle che si domandano se
hanno scelto l’uomo giusto. La protagonista,
Annie Adams, crede di avere
di Rosangela Pappalepore
ma anche per arrivare informati all’evento
-, non dimenticheremo di mettere in
valigia qualche saggio sui giochi olimpici
e un paio volumi dedicati a Londra, indiscusso
“place to be” di questa seconda
metà del 2012. Per completare la lista
degli acquisti in libreria, basteranno un
paio di romanzi e una pubblicazione sul
cinema, e saremo pronti a partire!
tutto: un bel lavoro come giornalista di
viaggi, amici fidati e Nick, il fidanzato
con il quale convive da tempo. Fino al
giorno in cui, all’improvviso, lui la lascia.
Profondamente disorientata Annie
si trova costretta a vedere la sua vita
con occhi diversi e quando, dopo poco,
conosce un altro uomo, accetta di sposarlo
dopo solo tre mesi. Sarà davvero
la persona giusta?
60
IL ROMANZO DELLE OLIMPIADI
Dall’antica Atene
sino a Londra 2012
di Alfredo Pigna
Mursia
pagine 350
prezzo 16,00 euro
Alla vigilia dei prossimi Giochi di Londra,
Alfredo Pigna, famoso commentatore
sportivo per le reti Rai, conduce
il lettore dalle origini leggendarie nell’antica
Grecia sino ai giorni nostri, raccontando
la storia di un evento unico e
straordinario come in un romanzo nel
quale sono protagonisti uomini e donne.
Perché la trama costruita da Pigna è
una sequenza di avvenimenti reali, narrati
con lo spirito di un cronista attraverso
le gioie, le illusioni, le debolezze
e, soprattutto, le qualità degli atleti.
LA DONNA D’ALTRI
di Gay Talese
Rizzoli
pagine 470
prezzo 12,00 euro
Sensazionale bestseller negli anni Ottanta
torna in edizione aggiornata l’inchiesta
dissacrante che ha raccontato
al mondo un’America sospesa tra perbenismo
e liberazione sessuale. Nessuno
prima di lui aveva osato sfidare
tanti tabù in una volta raccontando la
vita degli americani tra le lenzuola. In
anni di scandali e di ipocrisie assortite,
la prosa attenta e lo sguardo limpido di

Talese offrono irriverenza, franchezza e
un originale punto di vista su temi con
cui non abbiamo mai davvero smesso di
confrontarci.
METROPOLIS
di Hans Tuzzi
Rizzoli
pagine 280
prezzo 16,00 euro
Viaggio sotterraneo nella storia segreta
delle città d’Italia attraverso le fermate
delle metropolitane, dedicato a
viaggiatori, eruditi e cittadini curiosi.
Hans Tuzzi percorre le fermate delle
metropolitane di Roma, Milano, Napoli,
Torino e partendo dai loro nomi,
dai personaggi a cui sono dedicate e
dal contesto urbano che le ospita, ci
accompagna in un viaggio fisico e culturale
nelle città, nei loro luoghi e tra i
protagonisti del passato.
LONDON. PORTRAIT OF A CITY
di Reuel Golden
Taschen
pagine 552
prezzo 69,99 $
Un viaggio fotografico attraverso
una città epica. La storia, l’architettura,
le strade, lo stile e i segni distintivi
di Londra sono qui ritratti in
centinaia di scatti fotografici selezionati
da numerosissimi archivi in tutto
il mondo. Appare una metropoli
in continua evoluzione e crescita, dal
passato complesso e dal presente
talvolta contraddittorio, che nonostante
tutto ha conservato intatto
nel tempo uno humor e un temperamento
unico.
SESSANT’ANNI DI CINEMA.
Appunti di uno spettatore
fortunato
di Giacomo Gambetti
Barbieri
pagine 3236 - 4 volumi
prezzo 80,00 euro
Quattro volumi di ricordi e vicende
vissute, di film visti, e di incontri con
61
Un libro al volo
personaggi di rilievo del mondo del
cinema, come Chaplin e Gasmann, avvenuti
in più di sessanta anni di esperienze
e di lavoro.
Nulla è stato scritto per sentito dire
perché l’autore ha avuto la fortuna
di vivere in prima persona ogni cosa.
Opere, autori, avvenimenti e anni che
rimarranno come pilastro portante
del nostro presente e della nostra cultura,
non solo cinematografica.
OLIMPIADI.
tutto quello che dovete sapere
per godervi al meglio
l’orgia sportiva in tv
di David Golblatt e Johnny
Acton
Isbn edizioni
pagine 368
prezzo 12,00 euro
Due settimane e mezzo di sport, 12.000
atleti, 29 discipline, 206 comitati nazio-
quattro anni il mondo si ferma per assistere
a uno spettacolo grandioso ed
emozionante: le Olimpiadi. Per arrivare
preparati all’appuntamento, gli autori
di questo libro hanno realizzato la
guida più completa, originale e divertente
sull’argomento. Un «programma
di educazione alle Olimpiadi» che vi
spiegherà: perché guardare un particolare
sport, la sua storia, i fondamentali,
le finezze e le vicissitudini olimpiche,
senza tralasciare statistiche, aneddoti e
curiosità.

Fly Puglia:
A Midsummer
Verdant
Journey
An English summary
of this issue’s main stories,
by Gino Lorenzelli
Editorial
For frenzy Apulians, and foreign aficionados
as well, there are plenty of opportunities
this summer to take off in
search of new destinations: be it Lisbon
or Germany, or maybe just a daily trip
to Taranto and its recently renovated
archaeological museum, or just a round of
golf along one of the enchanting courses
our Region can offer, Puglia is delivering
its usual treasure trove in terms of relax,
culture, cuisine and, of course, summer
beaches and blue seas. Off we go…
The kindergarten that wasn’t
(and now is)
by Michele Fortunato
For once, adults have given way to children.
The inauguration of “Fly Family”,
the Aeroporti di Puglia kindergarten for
employees was taken away by the true
protagonists: our kids. Toddlers and
young pupils alike have taken the stage at
the newly opened Centro Polifunzionale
per l’Infanzia (Multifunctional Center for
Children) at the Bari airport, the first in
Italy and maybe in Europe to be located
inside an airport.
“Thanks to this initiative – remarked
Aeroporti di Puglia administrator Domenico
di Paola – our company confirms its
Regional role in improving highly advanced
management, both for its financial
records and for its care for the wellbeing
of employees and passengers alike.
Trying to make ends meet between family
and work is not an easy task, and our
coworkers are constantly under pressure
in trying to serve passengers in the best
possible way”.
“Child care facilities – explained Puglia
Governor Nichi Vendola at the inauguration
day – are a parameter for modernity.
Some see the lack of kindergartens as a
way to keep women at home in their old
role, therefore having less competitive-
ness in the job market. We see it differently,
we aim at fostering the role of women
as workers as we see this as a sign of
civilization”.
The kindergarten will be opening 5 percent
of its registrations to children not related
to airport employees, and will also
offer counseling for children with learning
disabilities, dedicated to kids between 4
and 12 years who need special care. For
those who need to do homework while
their parents are in the office, there is a
special program from age 6 to 12. The socalled
“baby parking” actually is a magical
playground opened from 2pm to 7pm
every school day. The Aeroporti di Puglia
Multifunctional Center for Children is part
of a vast company program for improving
the quality of life of its employees, giving
more flexibility and offering free aid for
particularly difficult family situations. The
Welfare Councilor at the Puglia Region
Elena Gentile concluded the inauguration
with words of praise: “Fly-family is one of
more than 200 kindergartens financed by
the Puglia Region, with the aim of offering
over 350 such structures to our people. In
2005 Puglia was one of the last Regions
in Italy with only 80 kindergartens, and
those few were also obsolete in terms
of quality. Now the situation has greatly
changed, and for the best”.
Lisbon, the City of Lights
by Rosangela Pappalepore
Spread across steep hillsides that overlook
the Rio Tejo, Lisbon offers all the delights
you would expect from Portugal’s
star attraction, yet with half the fuss of
other European capitals. Gothic cathedrals,
majestic monasteries and quaint
museums are all part of the colorful
cityscape, but the real delights of discovery
lie in wandering the narrow lanes of
Lisbon’s lovely backstreets.
As bright yellow trams wind their way
through curvy tree-lined streets, Lisboêtas
stroll through the old quarters, much as
they have done for centuries. Village-life
gossip in old Alfama is exchanged at
the public baths or over fresh bread and
wine at tiny patio restaurants as fadistas
(proponents of Fado, Portugal’s traditional
melancholic singing) perform in the
background.
Meanwhile, in other parts of town, visitors
and locals chase the ghosts of Pessoa in
warmly lit 1930s-era cafés or walk along
the seaside that once saw the celebra-
62
ted return of Vasco da Gama. Yet, while
history is very much alive in centuries-old
Lisbon, its spirit is undeniably youthful.
In the hilltop district of Bairro Alto, dozens
of restaurants and bars line the narrow
streets, with jazz, reggae, electronica and
fado filling the air and revelers partying
until dawn. Nightclubs scattered all
over town make fine use of old spaces,
whether on riverside docks or tucked
away in 18th-century mansions.
The Lisbon experience encompasses so
many things, from enjoying a fresh pastry
and bica (espresso) on a petite leafy plaza
to window-shopping in elegant Chiado.
It is mingling with Lisboêtas at a neighborhood
festival or watching the sunset
from the old Moorish castle.
Just outside Lisbon, there is more to
explore: the magical setting of Sintra,
glorious beaches and traditional fishing
villages.
One cannot leave the Portuguese capital
without riding the Tram 28. The whole
route is worth a visit to Lisbon: under the
shadow of the towering statue of poet
Luis de Camoes, Tram 28 comes slowly
to the eager passengers waiting to begin
a tour into the heart of Lisbon. Tram 28
has become a national treasure, not only
for its particularly beautiful and historical
route, but also for the entertainment, it
provides to locals and tourists alike. It rattles
past a unique selection of old Lisbon’s
sights, taking travelers through winding
streets, past historic buildings and traditional
housing.
Lisbon residents are especially attracted
to the tram in June, when Fado singers
accompany visitors along the route through
the older and more traditional Lisbon
areas where Fado houses are almost as
common as pastry shops.
For more information on Lisbon and surroundings,
log on to www.visitlisbao.com
and www.visitportugal.com.
Towards a sustainable community. The
Onna reconstruction Plan
by Wittfrida Mitterer
The whole nation and the international
community was hurt on April 6, 2009, as
Abruzzo was shaken by a severe earthquake.
The regional capital Aquila was
hardly hit, as was the small town of Onna,
where 41 people lost their lives and some
80 percent of the houses were destroyed.
This small town close to L’Aquila was heavily
struck and almost totally destroyed by

the 2009 earthquake.
After a few years, Onna became one of
the best case histories in terms of sustainable
buildings, also thanks to international
aids, especially coming from Germany
and its Government, in a joint effort with
the Italian Government to bring back to
life (and a new life indeed) an old and
beautiful village.
The community of Onna, located approximately
12 km from the epicenter,
experienced the largest ground motions
in Abruzzo, corresponding to very violent
shaking. These high intensity ground
motions were attributed to Onna’s valley
floor alluvial soils, which amplified the
shaking relative to other locations. More
than 50% of Onna’s historic center was
destroyed, with 80% of unreinforced masonry
buildings collapsing. Lesser damage
was experienced in reinforced concrete
construction.
Following the severe earthquake in 2009,
the Italian and German Governments responded
to an appeal and supported the
town reconstruction effort by providing
coordination services for the development
of a master plan, internationally known as
being fully sustainable and being devised
following bioarchitecture principles.
Although the town center will never reach
again the integrity of the past, the Onna
master plan aims at fostering the population
identity, which can only be achieved
by placing new buildings around the town
historical center rather than the surrounding
areas.
Learn and have fun
with Apulian Educational Farms
by Rosaria Bianco
Masserie Didattiche, or Educational Farms
is a project supported by the Apulian
Regional Administration, and the circuit of
special farms in Puglia is indeed a success
story providing a real example of outdoor
learning. Students, accompanied by their
teachers, can touch the past by hand: a
day at the farm offers the opportunity
to see, learn and become excited by the
combination of nature and history merging
in the rural culture of Puglia.
The recent “Masserie under the stars”
event held last June will become an
unmissable appointment for the next
Summer solstices: dozens of masserie will
open their doors to wine tasting tours and
workshops dedicated to “slow tourism”.
All this in an atmosphere of welcome
and hospitality in full contact with nature.
For one night, all structures part of
the educational farms network will open
their doors to tourists and offer a series
of activities “under the stars”, discovering
rural traditions. From dusk till dawn, it will
be possible to watch the preparation of
cheeses, breads, jams, pickles and educate
the palate to genuine products.
“We love the idea of telling the story of
our land and the work behind the masseria,
– explains the Regional Councilor
for Agriculture Dario Stefàno – a legacy
dating back to thousands of years. By
learning the means, the efforts and the
sacrifice of our people, children and
parents alike will set the agenda for the
future of our land, where a better touristic
offer and economic development are
mandatory”.
A day on the farm means offering learning
opportunities to children and teens
to see an ancient Masseria, while witnessing
a culture that still survives in the
traditions and habits. Log on to viaggiareinpuglia.it
and pugliaevents.it to learn
more.
MarTa, a living testimony
of an ancient civilization
by Gino Martina
Its acronym “MarTa” stands for “archaeological
museum of Taranto”, and few are
aware of this unknown treasure in the
ancient town of Taranto, once called Taras
by the Greeks and Romans. Opened in
1887 by archaeologist Luigi Viola with the
intention of making it a museum of Magna
Graecia, the museum now contains
archaeological documentation of Taranto
classified on the basis of a precise scientific
orientation.
Since the completion of the renovation
project, the museum follows a chronological
order: prehistoric and proto-historic
period – second floor - Greek, Roman
and early Medieval period – first floor, on
the basis of thematic continuity: the city
of Taranto and its history, evolution and
culture are in fact the focus of all exhibitions,
through artifacts identified according
to the original territory or discovery
location. Starting with the Greek period,
the crafts of the funerary monuments
show the rich architecture and sculpture
in Taranto during the Hellenistic period.
Slabs, pillars and columns, isolated and
covered by Ionic, Corinthian and Tarantine-Corinthian
capitals (this is a shape
63
English summary
typical of this town) were used as tomb
markers. Large vases, either figured wares
or stone vases, bear the same function.
As for the Roman part, there are countless
and actually continuous discoveries
at MarTa: from decorated floors with
frescoes and mosaics, to thousands of
statues and even the relics of famous
Roman baths. Log on to museotaranto.
org to learn more.
Interview with film director
Ferzan Ozpetek
In this interview Ferzan Ozpetek, a true
lover of Puglia and especially Salento,
explains why of all regions in the world he
has visited, he would serve as ambassador
of our region only… and not only that, of
course: “one has to achieve at least three
beautiful things in life: a home, friends,
and passions”, says the Turkish maestro.
One of the most successful and awardwinning
contemporary filmmakers, Ferzan
Ozpetek, born in Istanbul but an Italian
resident, creates films that display a unique
focus while remaining ambitious in
scope and richly rewarding in their technical
achievement. Effortlessly elegant, his
aesthetic rarely calls attention to itself: his
films masterfully illuminate various strains
of society and strands of storytelling, and
his actors shine in beautifully written, multifaceted
parts that embrace an unforced
multiculturalism.
Ozpetek’s films are often rooted in the
tradition of the sophisticated melodramas
of the 1950s, pivoting around seemingly
ordinary and content people whose lives
become unmoored—often by a sudden
death—leading to the discovery of
previously unacknowledged passions and
possibilities.
The filmmaker’s signature tracking camera
unites disparate time periods (as in Facing
Windows and Harem) and distant locales
(Italy and Turkey), and creates a visual
connection between central characters
and the extended families they discover,
whether in close friendships (Saturn
in Opposition), in communal living (His
Secret Life), or in caring for those in need
(Sacred Heart, Facing Windows). His is a
humanistic cinema in which the kindness
of strangers is the most readily available
because, in the end, “We are family”.
In the end of the interview, the Turkish
director also confirms that his next movie
will be shot in Salento. Nothing more than
the title for the moment, which should be

“Fasten seat belts”, a comedy-drama set
in Lecce or a nearby wonderful town, says
Ozpetek.
Low Cost Germany
by Giusy Petruzzelli
New direct low-cost connections from Bari
to several German cities are at hand, and
the recently inaugurated flight to Dusseldorf-Weeze
gives even more opportunities
to discover Dusseldorf and Cologne.
Upon arrival in Dusseldorf, it is mandatory
to take a morning walk into the famous
Altstadt, a wondrous square kilometer that
has more to offer than any other town district.
For beer lovers, more than 260 pubs
line the “longest bar in the world”: local
breweries, lounges, cocktail bars, electroclubs
and sophisticated ambiences. However,
it is not only body and soul that will
feel great in Dusseldorf’s Altstadt: this is
where most of the state capital’s art and
cultural venues are to be found. The major
Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen,
the innovative NRW-Forum, the Museum
Kunstpalast and the Filmmuseum, which
has even been praised by Hollywood
greats, are just a few. Dusseldorf also has
many important performance venues: the
Deutsche Oper am Rhein (Opera House),
the Dusseldorfer Schauspielhaus (Theatre)
and the Concert Hall.
Dusseldorf’s centre is also home to some
of the city’s most beautiful churches. For
instance, the Sankt Lambertus Basilika,
which was first built in the 13th century,
and which with its twisting spire helps
make Dusseldorf’s skyline unique. In
conjunction with the Castle Tower, the
basilica remains part of the Old Town’s
original core. This church’s parish altar
also houses a shrine containing relics of
Saint Apollinaris, the city’s patron saint.
The Bergerkirche, which dates from the
17th century, the Johanneskirche and the
former Church of the Knights of the Cross
are also a must-see.
Less than 50 kilometers south of Dusseldorf,
Cologne is another mandatory
stop along German routes. The Cologne
Cathedral is regarded as a masterwork
of medieval Gothic architecture and still
bears the record of the tallest Gothic
building ever. The magnificent Cathedral
hovers above the roofs and chimneys of
the city. It is not only used as a point of
orientation but is the pride of the people
in Cologne. Indeed, whether visiting the
Romano-Germanic Museum, looking
around the Roman Praetorium or taking a
walk past the medieval city gates – Cologne’s
2,000-year history can be felt
everywhere.
Situated directly on the Rhine and marked
by narrow gables and high slated roofs,
a district of its own type asserts itself in
the Old City of Cologne, its unmistakable
character stands out immediately. Also,
Cologne is an art and culture metropolis
of international renown: 42 museums,
such as the Museum Ludwig, which
houses the biggest pop art collection
outside the USA, the new cultural Quarter
at Neumarkt and 120 galleries with the
widest variety of collections from all eras
bear witness to Cologne’s reputation as
a centre for art and culture. Cologne also
has an extremely animated theatre scene.
During World War II approximately 72
percent of the city area of Cologne was
destroyed. The city centre, full of rubble,
the picturesque part of the Old Town was
destroyed nearly completely and had to
be rebuild in drudgingly precious work.
The Rhine panorama of the Old Town
with the Cathedral, the Roman church
Great St. Martin and the historical Town
Hall has become quite popular around
the world over the years. A stroll through
the narrow, cobble-stoned alleys will take
you back to times long ago.
Making good use of the world
by Silvia Viterbo
Self-service dispensers in an airport? Quite
common, one may think, however the
Bari and Brindisi air terminals can sport
more: the all-Apulian “Made in Carcere”
(Made In Prison) branded bags, fashionable
and ready to use 24 hours a day
from vendor machines. Made In Carcere
is a project devised and promoted by
Luciana Delle Donne, a top manager who
left her job a few years ago, determined
to dedicate her skills to a different end.
Her dream was to support disadvantaged
people. Thanks to her passionate
character, she was able to create a tailor
workshop where prisoners cut bags out
of recycled and waste material. But “Made
In Carcere” is a lot more than that: “I
wanted to dedicate myself to sustainability
and social inclusion, -- says Luciana
– something that helps people and
our planet”. A bag factory in the Lecce
prison indeed gives a second chance to
detainees and new life to scrap fabrics.
Universities, trade fairs, supermarkets and
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now Aeroporti di Puglia are now ordering
Made In Carcere bags. “Above all”, says
Luciana, “it is also a victory for Italian style
because the product we have developed
is truly a quality article.”
The Treasure of Saint Nicholas
by Nino Lavermicocca
The Saint Nicholas’s Treasure is the
renowned collection of splendid works of
art, many of which (too many, complains
author Nino Lavermicocca) have been
stolen through the centuries. However,
regal gifts from Middle-Age kings and devotees
continue to enchant when studied
and examined, and are still there to be
admired at the Museo Nicolaiano. Stones,
gems and other precious things from the
Twelfth to the Seventeenth century: precious
testimony of faith and devotion, but
also of the past goldsmiths’ expertise and
creativity. It’s the patrimony kept in the
Treasure casket of St Nicholas from Bari.
Real Masterpieces which experts, scholars
and researchers keep analyzing to complete
the historic-artistic knowledge with
the one related to materials and to re-build
their evolutionary history also through
the several reworking made in the
centuries. The works still reveal marvelous
details, redefining the very meaning of
“precious pieces” when we refer to works
testifying the devotees’ spirituality. Log on
to www.basilicasannicola.it for more info
or write to museonicolaiano@libero.it.
Books in the old town: a journey at the
center of Bisceglie
It is simply but aptly called “Libri nel
Borgo Antico”, or “books in the old town”
and it is one of the main cultural events
to be held in Bisceglie on next September
5-9, hosting several authors – and not
necessarily professional writers – who will
introduce their forthcoming production.
From politicians turned writers as Angelino
Alfano, Ciriaco De Mita and Fausto
Bertinotti, renowned literature critics as
Pietrangelo Buttafuoco, or the football
champion Paolo Rossi, gossip magazine
director extraordinaire Alfonso Signorini,
there will be plenty of room for talks, readings
and much much more in Bisceglie.
The complete “Libri nel Borgo Antico”
program and all relevant information can
be found at www.librinelborgoantico.it,
mail info@librinelborgoantico.it or call
080 3960970. “Libri nel Borgo Antico” is
also on Facebook and Twitter.