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Quanto è ottusa l’urbanistica, non<br />
si è accorta che l’imbianchino è innamorato<br />
della vicina...<br />
Accanto a queste considerazioni spiritose<br />
della nostra vita c’è la convinzione<br />
che uno dei modelli urbanistici<br />
più funzionali possa essere realizzato<br />
attraverso l’autocostruzione ed<strong>il</strong>izia,<br />
cioè quella pratica in cui gli stessi futuri<br />
proprietari degli immob<strong>il</strong>i ne siano<br />
anche gli artefici della costruzione<br />
materiale. Con questo sistema ognuno<br />
potrebbe costruire la propria casa con<br />
notevole vantaggio economico.<br />
Ovviamente non è una novità nella nostra cultura poiché<br />
molte delle case che ci circondano sono state realizzate dai<br />
nostri antenati che si improvvisavano muratori durante <strong>il</strong><br />
fine settimana.<br />
Il sabato e la domenica si costruivano la casa con l’aiuto dei<br />
vicini, parenti e amici. Questa pratica <strong>per</strong>metteva di dare un<br />
valore alle cose, agli oggetti. Un valore non economico ma<br />
etico e civ<strong>il</strong>e.<br />
Significava insegnare e imparare a voler bene al territorio e<br />
alla città, conoscerlo e sa<strong>per</strong>lo cambiare.<br />
Significava comprendere<br />
l’ambiente e sa<strong>per</strong>lo rispettare,<br />
creando <strong>il</strong> tessuto<br />
sociale degli affetti.<br />
È chiaro come l’autocostruzione<br />
ed<strong>il</strong>izia non<br />
possa essere considerata<br />
oggi con la stessa libertà<br />
costruttiva ut<strong>il</strong>izzata dai<br />
nostri nonni, ma opportunamenteregolamentata<br />
possa diventare uno strumento <strong>per</strong> aiutare le famiglie<br />
e favorire la convivenza pacifica tra cittadini di diversa<br />
provenienza etnica, religiosa e culturale.<br />
Autocostruzione significa rispettare le regole dandosi un reciproco<br />
aiuto, significa tentare di ricomporre la cosiddetta<br />
“città li<strong>qui</strong>da” che è quella in cui viviamo e che la speculazione<br />
ha reso possib<strong>il</strong>e e forzatamente accettata da tutti.<br />
Il termine autocostruzione rimanda a immagini di agglomerati<br />
urbani realizzati con scarsità di mezzi come le favelas<br />
bras<strong>il</strong>iane e diventa sorprendente pensare come la nostra<br />
cultura ci abbia convinto che l’urbanistica dei paesi sv<strong>il</strong>up-<br />
Muratore artigiano<br />
Impresa ed<strong>il</strong>e al lavoro<br />
PARLIAMO DI...<br />
pati sia buona e la loro no, che<br />
i nostri palazzi siano giusti e le<br />
loro baracche no.<br />
Nell’autocostruzione non c’è<br />
un selvaggio impadronimento<br />
del territorio ma una reale necessità<br />
di vita e le baraccopoli sono<br />
la manifestazione più dannatamente<br />
povera del bisogno umano<br />
di crearsi un rifugio. Un esempio<br />
di autocostruzione non regolamentata<br />
che ci aiuta ad introdurci<br />
nell’ottica di una città plasmata<br />
dai suoi abitanti, <strong>per</strong>ché ci può<br />
essere molta dignità anche in una lamiera infuocata dal<br />
sole o in p<strong>il</strong>astri realizzati con co<strong>per</strong>toni d’auto, quando<br />
questi sono ut<strong>il</strong>izzati <strong>per</strong> accogliere la vita.<br />
Quanto è ottusa l’urbanistica, non si è accorta che anche<br />
la vicina è innamorata dell’imbianchino...<br />
Prendendo ad esempio <strong>il</strong> Dott. Rubino faccio un chiarimento<br />
<strong>per</strong> chi non ha capito <strong>il</strong> senso di questo articolo.<br />
L’amore corrisposto tra<br />
l’imbianchino e la vicina,<br />
amore che crea la<br />
vita e la sostiene, viene<br />
paragonato al ruolo che<br />
l’urbanistica ha svolto<br />
nelle società dei paesi<br />
sv<strong>il</strong>uppati.<br />
L’ urbanistica e soprattutto<br />
la sua interpretazione<br />
locale, convinta<br />
di conoscere la città e<br />
le sue leggi ha creato un modello di crescita che si contrappone<br />
a quello che esiste nei luoghi dove non esistono<br />
regole (favelas).<br />
Il risultato tangib<strong>il</strong>e di questo modello culturale è che nei<br />
nostri luoghi civ<strong>il</strong>izzati prevale la speculazione regolamentata,<br />
nei luoghi non civ<strong>il</strong>izzati prevale invece l’unica<br />
regola importante <strong>per</strong> cui una città nasce e cioè <strong>per</strong> far<br />
fronte alle necessità della vita.<br />
Quindi, oltre ai paesi in via di sv<strong>il</strong>uppo dove sono nate<br />
le favelas, ci sono anche i paesi in via di inv<strong>il</strong>uppo dove<br />
sono nati i nostri palazzi.<br />
Dicembre 2012 - n. 46 - Orizzonti - 19