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Specie legnose
Legna da lavoro
(m³)
Legna per combustibili
(m³)
Tabella 3.42 – Utilizzazione legnose forestali totali per assortimento e specie legnosa
Stando a questa metodologia, in base ai dati ISTAT 2007, si ottiene un quantitativo di residui
forestali, destinabili all’utilizzazione energetica, che varia da circa 540.000 a 665.000 m 3 (tabella
3.43).
Tabella 3.43 – Residui forestali ritraibili dal legname da lavoro
Totale
(m³)
Abeti
920.
865
278.
394
1.
199.
259
Larice
91.
573
41.
066
132.
639
Pini
318.
319
111.
531
429.
850
Altre
resinose
35.
838
95.
346
131.
184
Totale
resinose
1.
366.
595
526.
337
1.
892.
932
Querce
52.
087
2.
482.
625
2.
534.
712
Castagno
da
frutto
518.
928
390.
682
909.
610
Faggio
80.
516
543.
517
624.
033
Pioppi
395.
722
13.
284
409.
006
Altre
latifoglie
72.
859
1.
184.
957
1.
257.
816
Totale latifoglie
1.
120.112 4.615.065 5.735.177
Totale
(Fonte: ISTAT 2007)
2.
486.
707
5.
141.
402
7.
628.
109
Specie legnosa
Massa utilizzata
(m3)
Residui forestali
(m3)
da a
Latifoglie 1.100.000 330.000 385.000
Conifere 1.400.000 210.000 280.000
Totale 2.500.000 540.000 665.000
La seconda metodologia, sviluppata dall’Associazione Italiana di Ingegneria Agraria (AIIA),
valuta la disponibilità di sottoprodotti derivanti dall’utilizzazione delle foreste nazionali come
percentuale della legna da lavoro e da energia annualmente ricavata dalle tagliate di fustaie e
cedui [26] . Inoltre, introduce, stante l’attuale sfruttamento “non ottimale” delle risorse silvicolturali
nazionali [27] , un concetto di gestione ed utilizzazione razionale delle stesse (definito come
ipotesi di sviluppo), che potrebbe consentire una migliore e più equilibrata produttività del bosco
e, di riflesso, una maggiore disponibilità di biomassa legnosa utilizzabile a fini energetici. L’ipotesi
di sviluppo energetico si basa sui seguenti principi:
taglio annuale di una frazione della superficie forestale adeguato alle corrette tecniche silvicolturali.
In altri termini, se oggi la superficie tagliata delle varie tipologie di bosco, in relazione
alle diverse province, è eccessiva o al contrario insufficiente, l’ipotesi di sviluppo
energetico prevede che essa sia pari al 2% e 4%, rispettivamente per le fustaie ed i cedui;
26 La suddivisione tra cedui e fustaie è stata qui stimata (e verificata con dati di bibliografia) tenendo conto dell’altissima
correlazione resinose-fustaie e dall’alta correlazione tra latifoglie e cedui in quanto ad oggi i dati di utilizzazione
forestale forniti dall’ISTAT non contemplano questa riparazione.
27 Attualmente, le utilizzazione forestali sono nettamente al di sotto delle potenzialità reali del patrimonio boschivo
italiano, a causa dei limiti strutturali del sistema forestale nazionale, caratterizzato: da proprietà estremamente frammentate;
quasi assenti forme di integrazione orizzontale; scarsa mobilità dei fattori produttivi; larga presenza di proprietari
assenteisti e/o residenti in aree urbane ed una normativa che ne limita l’utilizzazione su ampia scala.
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