premio tesi di laurea sull'economia trevigiana - Camera di ...
premio tesi di laurea sull'economia trevigiana - Camera di ... premio tesi di laurea sull'economia trevigiana - Camera di ...
Infine, le aziende sono state selezionate anche in base ad una certa facilità nel reperimento dei dati. In questo modo si è cercato di dare spazio alle molteplici realtà riscontrabili all’interno della zona e valutare il diverso impatto di ognuna sul paesaggio, nonché il loro contributo alla valorizzazione del medesimo. Nell’elaborazione del modello si ipotizza, all’interno dell’azienda, la contemporanea presenza di due obiettivi, tra loro conflittuali, da ottimizzare: il Reddito Lordo aziendale di breve periodo RL (Produzione Lorda Vendibile PLV meno costi specifici e costi relativi alle prestazione fornite da un eventuale contoterzista) e il valore del paesaggio rurale VP. L’ottimizzazione degli stessi è subordinata al rispetto di alcuni vincoli, quali disponibilità di superficie, il fattore produttivo lavoro impiegato mensilmente per ciascuna coltura, la superficie massima da destinare, rispettivamente, a siepi e ad alberi sparsi. La conflittualità dei due obiettivi considerati è rilevabile dal fatto che, ottimizzandoli separatamente, si ottengono i massimi risultati per l’uno soltanto riducendo al minimo i risultati dell’altro. In questo modo, tuttavia, è possibile identificare i valori attesi dei due obiettivi REDDITO LORDO e VALORE PAESAGGIO da inserire nelle modello di analisi in qualità di target, ossia di finalità cui l’azienda, con la sua attività, dovrebbe mirare. Dall’applicazione del modello emergono dei risultati che sottolineano come, in tutti e tre i casi aziendali esaminati, attribuendo la stessa importanza ai due obiettivi, si prospettano soluzioni molto vicine a quelle raggiunte nei modelli di programmazione monocriteriali, caratterizzati da un unico obiettivo finale. L’obiettivo paesaggistico, infatti, tende ad essere favorito, a scapito di quello economico, ma quest’ultimo non rileva valori eccessivamente ridimensionati. Ciò non deve, però, portare alla conclusione affrettata che tutte e tre le aziende abbiano conseguito lo stesso risultato. Infatti, ogni caso aziendale esaminato ha messo in luce situazioni tra loro completamente diverse. Nell’AZIENDA 1 è emersa una non conflittualità dei due obiettivi, essendo possibile un contemporaneo incremento dell’uno e dell’altro, scegliendo una delle soluzioni ipotetiche desunte dal modello di analisi. Tale conflittualità è pienamente rispettata, invece, valutando le soluzioni efficienti e il possibile passaggio dall’una all’altra. Nell’AZIENDA 2 e nell’AZIENDA 3, il concetto di conflittualità si nota maggiormente valutando il trade-off esistente fra i due obiettivi: se l’agricoltore decide di migliorare la propria redditività è costretto, necessariamente, ad accettare un peggioramento delle caratteristiche paesaggistiche dei suoi terreni; ovviamente, la stessa cosa succede qualora volesse migliorare l’obiettivo ambientale. Nonostante l’affinità appena presentata, le due aziende in questione si differenziano ulteriormente se si guarda ai risultati conseguiti dalla massimizzazione congiunta degli obiettivi 68
con ponderazione unitaria degli stessi. Infatti, mentre per l’AZIENDA 2 ciò corrisponde alla soluzione prospettata dal modello di massimizzazione del solo paesaggio, per l’AZIENDA 3, invece, viene prospettata una vera e propria soluzione di compromesso con una leggera contrazione del reddito e un incremento del valore del paesaggio. Un altro aspetto che emerge dall’analisi effettuata è rappresentato dal ruolo del vigneto nella tutela e nella valorizzazione del paesaggio. Infatti, in tutte le aziende esaminate è palese il contributo paesaggistico-ambientale positivo che il vigneto è in grado di apportare a un terreno, oltre all’alto contributo in termini reddituali che offre. I piani aziendali delineati dal modello di analisi supportano l’idea che, qualora si tratti di massimizzare il valore del paesaggio, una quota rilevante di superficie disponibile debba essere destinata alla vite. Di seguito vengono riportati dati di partenza e risultati conseguiti nell’applicazione del modello all’interno dell’AZIENDA 3, caratterizzata da differenziazione produttiva e, quindi, da maggiore eterogeneità anche nelle soluzione prospettate dal modello di ottimizzazione congiunta degli obiettivi. L’AZIENDA 3 è situata nel comune di Farra di Soligo, in località Col San Martino. Si tratta di un’azienda a conduzione familiare, che impiega stabilmente nel corso dell’anno quattro componenti della famiglia: ognuno di loro presta il proprio lavoro in azienda per 1.500 ore all’anno, pari ad un totale di 6.000 ore; non sono presenti, invece, lavoratori salariati. La superficie totale è pari a 24,7 ettari, di cui 5,2 in affitto. Il livello di frammentazione dei terreni è molto elevato: il corpo fondiario più grande si estende per una superficie di 1,8 ettari ed è destinato alla coltivazione del mais. La restante superficie è composta da appezzamenti di varie dimensioni sparsi nei territori dei comuni di Farra di Soligo, Vidor, Sernaglia e Moriago della Battaglia. La SAU è pari a 22,7 ettari ed è destinata, in parte, alla coltivazione del mais (10,2 ettari), in parte a vigneto (8,7 ettari); i restanti 3,8 ettari sono adibiti a prato permanente. Si rileva, infine, la presenza di bosco e tare improduttive, che coprono, rispettivamente, una superficie di 0,5 e 1,5 ettari. L’AZIENDA 3 si distingue rispetto alle precedenti aziende analizzate per la presenza, al suo interno, di differenziazione produttiva. L’ordinamento produttivo principale è rappresentato dalla maiscoltura, che occupa il 45% della superficie coltivata; i terreni destinati al mais si trovano tutti in pianura, nella zona che degrada dolcemente dalla Pedemontana trevigiana verso le Grave del Piave. Il 38,3% della SAU è, invece, destinato alla viticoltura; i vigneti sono collocati, per la maggior parte, in collina mentre una piccola parte è situata in pianura. La superficie destinata a prato viene utilizzata, totalmente, per la produzione di foraggio destinato ai capi di bestiame presenti in azienda. Essa, infatti, possiede anche una stalla adibita all’allevamento bovino; l’inventario finale dell’anno 2001 rilevava, al suo interno, la presenza di 58 69
- Page 18 and 19: SISTEMA ENOLOGICO SISTEMA TURISTICO
- Page 20 and 21: E’ anche grazie a questi elementi
- Page 22 and 23: NON "VENDEREMO" UN PRODOTTO TURISTI
- Page 24 and 25: Poiché la gestione delle dinamiche
- Page 26 and 27: 3.1 La scelta del modello di gestio
- Page 29 and 30: 4 Il caso enoturistico di Coneglian
- Page 31 and 32: 1 facendo riferimento solo alle adi
- Page 33 and 34: UNIVERSITÀ GIANO COMUNI PROVINCIA
- Page 35 and 36: E’ importante inoltre far notare
- Page 37 and 38: Scenario con l’introduzione di un
- Page 39 and 40: emerge dall’analisi è la rivalut
- Page 41 and 42: E’ importante ribadire il ruolo d
- Page 43 and 44: Come già evidenziato nella propost
- Page 45 and 46: aver intuito la necessità di reing
- Page 47 and 48: dell’architettura rurale: risorse
- Page 49: 5 Conclusioni Il confronto dei due
- Page 52 and 53: Bramanti A., Maggioni M.A. (a cura
- Page 54 and 55: Lomi A. (1997), L'analisi relaziona
- Page 57: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI UDINE
- Page 61 and 62: INTRODUZIONE La tutela e la valoriz
- Page 63 and 64: L’IMPATTO PAESAGGISTICO-AMBIENTAL
- Page 65 and 66: estende fino ai confini col Friuli
- Page 67: è, inoltre, quello di poter offrir
- Page 71 and 72: derivanti dagli aiuti comunitari co
- Page 73 and 74: Tabella 18-1: I fattori produttivi
- Page 75 and 76: Tabella 18-3: Il RL “vite” dell
- Page 77 and 78: Tabella 18-5: Il RL “allevamento
- Page 79 and 80: Tabella 25: la matrice della tecnic
- Page 81 and 82: Tabella 28: il piano aziendale dell
- Page 83 and 84: Tabella 30-1: Massimizzazione VP, A
- Page 85 and 86: disponibilità di superficie previs
- Page 87 and 88: Tabella 38-1: Analisi di sensitivit
- Page 89 and 90: Tabella 38-3: Analisi di sensitivit
- Page 91 and 92: a mais comporta un peggioramento de
- Page 93: eddito pari a quasi 10.000 € per
- Page 96 and 97: paesaggistico-ambientale in cui vie
- Page 99 and 100: BIBLIOGRAFIA BARTOLA A., SOTTE F.,
- Page 101 and 102: PROVINCIA DI TREVISO (2001a), Censi
- Page 103: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI UDINE
- Page 107 and 108: 1. INTRODUZIONE L’imprenditoriali
- Page 109 and 110: 2. IL CONCETTO DI DISTRETTO 2.1 Il
- Page 111 and 112: Il distretto industriale non è con
- Page 113: soggetti, mediando tra interessi in
- Page 116 and 117: media industria, artigianali, turis
con ponderazione unitaria degli stessi. Infatti, mentre per l’AZIENDA 2 ciò<br />
corrisponde alla soluzione prospettata dal modello <strong>di</strong> massimizzazione del solo<br />
paesaggio, per l’AZIENDA 3, invece, viene prospettata una vera e propria<br />
soluzione <strong>di</strong> compromesso con una leggera contrazione del red<strong>di</strong>to e un<br />
incremento del valore del paesaggio.<br />
Un altro aspetto che emerge dall’analisi effettuata è rappresentato dal ruolo del<br />
vigneto nella tutela e nella valorizzazione del paesaggio. Infatti, in tutte le<br />
aziende esaminate è palese il contributo paesaggistico-ambientale positivo che<br />
il vigneto è in grado <strong>di</strong> apportare a un terreno, oltre all’alto contributo in<br />
termini red<strong>di</strong>tuali che offre. I piani aziendali delineati dal modello <strong>di</strong> analisi<br />
supportano l’idea che, qualora si tratti <strong>di</strong> massimizzare il valore del paesaggio,<br />
una quota rilevante <strong>di</strong> superficie <strong>di</strong>sponibile debba essere destinata alla vite.<br />
Di seguito vengono riportati dati <strong>di</strong> partenza e risultati conseguiti<br />
nell’applicazione del modello all’interno dell’AZIENDA 3, caratterizzata da<br />
<strong>di</strong>fferenziazione produttiva e, quin<strong>di</strong>, da maggiore eterogeneità anche nelle<br />
soluzione prospettate dal modello <strong>di</strong> ottimizzazione congiunta degli obiettivi.<br />
L’AZIENDA 3 è situata nel comune <strong>di</strong> Farra <strong>di</strong> Soligo, in località Col San<br />
Martino. Si tratta <strong>di</strong> un’azienda a conduzione familiare, che impiega<br />
stabilmente nel corso dell’anno quattro componenti della famiglia: ognuno <strong>di</strong><br />
loro presta il proprio lavoro in azienda per 1.500 ore all’anno, pari ad un totale<br />
<strong>di</strong> 6.000 ore; non sono presenti, invece, lavoratori salariati.<br />
La superficie totale è pari a 24,7 ettari, <strong>di</strong> cui 5,2 in affitto. Il livello <strong>di</strong><br />
frammentazione dei terreni è molto elevato: il corpo fon<strong>di</strong>ario più grande si<br />
estende per una superficie <strong>di</strong> 1,8 ettari ed è destinato alla coltivazione del<br />
mais. La restante superficie è composta da appezzamenti <strong>di</strong> varie <strong>di</strong>mensioni<br />
sparsi nei territori dei comuni <strong>di</strong> Farra <strong>di</strong> Soligo, Vidor, Sernaglia e Moriago<br />
della Battaglia. La SAU è pari a 22,7 ettari ed è destinata, in parte, alla<br />
coltivazione del mais (10,2 ettari), in parte a vigneto (8,7 ettari); i restanti 3,8<br />
ettari sono a<strong>di</strong>biti a prato permanente. Si rileva, infine, la presenza <strong>di</strong> bosco e<br />
tare improduttive, che coprono, rispettivamente, una superficie <strong>di</strong> 0,5 e 1,5<br />
ettari.<br />
L’AZIENDA 3 si <strong>di</strong>stingue rispetto alle precedenti aziende analizzate per la<br />
presenza, al suo interno, <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione produttiva. L’or<strong>di</strong>namento<br />
produttivo principale è rappresentato dalla maiscoltura, che occupa il 45%<br />
della superficie coltivata; i terreni destinati al mais si trovano tutti in pianura,<br />
nella zona che degrada dolcemente dalla Pedemontana <strong>trevigiana</strong> verso le<br />
Grave del Piave. Il 38,3% della SAU è, invece, destinato alla viticoltura; i<br />
vigneti sono collocati, per la maggior parte, in collina mentre una piccola parte<br />
è situata in pianura. La superficie destinata a prato viene utilizzata, totalmente,<br />
per la produzione <strong>di</strong> foraggio destinato ai capi <strong>di</strong> bestiame presenti in azienda.<br />
Essa, infatti, possiede anche una stalla a<strong>di</strong>bita all’allevamento bovino;<br />
l’inventario finale dell’anno 2001 rilevava, al suo interno, la presenza <strong>di</strong> 58<br />
69