premio tesi di laurea sull'economia trevigiana - Camera di ...
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Due sono i principali punti <strong>di</strong> forza <strong>di</strong> questo prodotto ossia la versatilità <strong>di</strong><br />
consumo che lo vede adatto per i brin<strong>di</strong>si, come aperitivo e a “tutto pasto” ed<br />
il buon rapporto qualità/prezzo che lo rende avvicinabile ad un ampio<br />
pubblico. Il risultato è un vino e, in particolare, uno spumante che a <strong>di</strong>fferenza<br />
<strong>di</strong> altri non risente dell’andamento stagionale dei consumi.<br />
Il Prosecco Doc <strong>di</strong> Conegliano e Valdobbiadene presenta rispetto a molti altri<br />
vini che si identificano con la zona <strong>di</strong> produzione, la caratteristica <strong>di</strong> essere<br />
conosciuto con il nome del vitigno. Questa scelta <strong>di</strong> denominazione avvenuta<br />
nel passato ha esposto il prodotto alla concorrenza del prosecco prodotto in<br />
altre zone e reso più <strong>di</strong>fficile la sua <strong>di</strong>stinzione nel mercato finale ed in<br />
particolare nei mercati esteri. Solo la tipologia “Superiore <strong>di</strong> Cartizze” vede la<br />
denominazione coincidere con il territorio.<br />
La barriera all’entrata nel sistema del Prosecco è bassa poiché chiunque può in<br />
altre zone iniziare un’attività che <strong>di</strong>a il vino che porta il nome del vitigno<br />
aumentando l’offerta del prodotto sul mercato. Considerando come zona<br />
centrale il Cartizze e passando alle zone più periferiche vengono infatti<br />
prodotti: il “Superiore <strong>di</strong> Cartizze”, “Prosecco Doc <strong>di</strong> Conegliano e/o<br />
Valdobbiadene”, “Prosecco Doc <strong>di</strong> altre zone” e Prosecco tout court. La<br />
capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere e ben identificare il prodotto sfuma con l’allontanarsi<br />
dalla zona <strong>di</strong> produzione perciò si accentua il problema all’estero.<br />
Questa particolarità del sistema <strong>di</strong>venta un aspetto cruciale su cui devono<br />
lavorare i soggetti del settore per far si che ci sia una sempre maggiore<br />
identificazione del prodotto con il territorio. Nonostante questa esigenza <strong>di</strong><br />
condotta sia avvertita da aziende ed istituzioni e si auspichi una maggiore<br />
unione e collaborazione al fine <strong>di</strong> conseguire l’obiettivo, nella realtà dei fatti i<br />
vari attori operano separatamente.<br />
Il Consorzio <strong>di</strong> Tutela si vede impegnato per migliorare la conoscenza e<br />
l’identificazione del prodotto mentre, dal canto loro, le aziende stanno<br />
sviluppando delle strategie <strong>di</strong> comunicazione e marketing <strong>di</strong>stinte, non<br />
perseguendo un obiettivo comune, facendo si che nel mercato finale vi siano<br />
bottiglie che riportano in alcuni casi la <strong>di</strong>citura “Prosecco <strong>di</strong> Conegliano”, in<br />
altri “Prosecco <strong>di</strong> Valdobbiadene”, in altri ancora “Prosecco <strong>di</strong> Conegliano-<br />
Valdobbiadene” oppure le suddette <strong>di</strong>citure senza la parola “Prosecco”. Ed a<br />
tal proposito le opinioni degli intervistati sono alquanto <strong>di</strong>vergenti e non si<br />
prospetta la possibilità <strong>di</strong> giungere ad una definizione comune. In effetti le<br />
posizioni delle aziende sono <strong>di</strong>verse, ad esempio, per coloro che vendono il<br />
prodotto non attraverso la grande <strong>di</strong>stribuzione, ma attraverso il canale che<br />
comprende ristoranti ed enoteche, la decisione <strong>di</strong> abbandonare in etichetta il<br />
termine “Prosecco”, può risultare più facile in quanto si rivolgono ad un<br />
pubblico più preparato che sa meglio <strong>di</strong>stinguere il prodotto. E ancora vi sono<br />
aziende che non vogliono slegarsi dal nome del vitigno, ma abbandonare<br />
quello <strong>di</strong> uno dei due comuni, sostenendo che le due zone portano ad un<br />
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