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31.05.2013 Views

4. IL PROSECCO DI CONEGLIANO E VALDOBBIADENE 4.1 La storia dell’enologia locale La Marca Trevigiana vanta un importante primato enologico, è infatti nell’area collinare tra Conegliano e Valdobbiadene che si produce il vino bianco che negli ultimi anni risulta essere il più richiesto in Italia e il vino bianco italiano più richiesto nel mondo (Vettorello 1998). Gli estimatori locali amano assegnare la paternità del Prosecco al “Pucinum”, vino probabilmente proveniente dalle colline friulane-triestine, lodato nelle cronache dell’Impero Romano e in particolare il prediletto dell’imperatrice Livia, il cui vitigno sarebbe giunto fino nel Trevigiano proprio dal paese di Prosecco in provincia di Trieste. Gli storiografi, tuttavia, non accettano questa tesi e indicano il “Pucinum” come antenato del Refosco (sito Milioni; Vettorello 1998). La zona pedemontana trevigiana vanta comunque una lunga tradizione legata alla coltura della vite, dove il passaggio dalle viti selvatiche a quelle coltivate risale ai primi decenni della presenza romana, oltre duemila anni fa. La zona di Valdobbiadene viene descritta, sul finire del 500 dal poeta Venanzio Fortunato, come terra in cui “eternamente fiorisce la vite sotto la montagna dalla nuda sommità ove il verde ombroso protegge e ristora” (Sanson 2000, p.28). Anche al periodo che precede il 1400 risalgono note degne di merito di storici che mettono in luce il prestigio dei vini di queste terre, ma è solo da tale data che la provincia di Treviso vanta sicure tradizioni enologiche e proprio dal 1400 a metà del 1600 viene vissuto il periodo di massimo splendore. Sono numerose inoltre le citazioni a testimonianza di come la produzione enologica del comprensorio di Conegliano-Valdobbiadene, rivestisse un ruolo importante nell’economia locale e alimentasse un redditizio flusso di esportazioni, soprattutto verso Germania e Polonia (Sanson 2002; sito Conegliano2000; sito Bisol; sito Molicof). Il Governo Veneto per superare un periodo di decadenza enologica cominciato agli inizi del XVIII secolo, prese dei provvedimenti fondando le Accademie d’Agricoltura, nacque così nel 1769 l’Accademia coneglianese che vantava la presenza, come membro illustre, dell’accademico Francesco Maria Malvolti e che fissò le prime regole per rinnovare l’agricoltura e la vitienologia. Il nome di Prosecco fece la prima comparsa proprio in una relazione del 1772 di Francesco Maria Malvolti il quale testimoniò che esso era uno dei vini prodotti nei colli di Conegliano nella seconda metà del Settecento. Alla fine del 1700, grazie all’operato delle Accademie, ha inizio così una fase di ripresa tesa a riportare all’antico splendore l’enologia di Conegliano, tale 119

4. IL PROSECCO DI CONEGLIANO E<br />

VALDOBBIADENE<br />

4.1 La storia dell’enologia locale<br />

La Marca Trevigiana vanta un importante primato enologico, è infatti nell’area<br />

collinare tra Conegliano e Valdobbiadene che si produce il vino bianco che<br />

negli ultimi anni risulta essere il più richiesto in Italia e il vino bianco italiano<br />

più richiesto nel mondo (Vettorello 1998).<br />

Gli estimatori locali amano assegnare la paternità del Prosecco al “Pucinum”,<br />

vino probabilmente proveniente dalle colline friulane-triestine, lodato nelle<br />

cronache dell’Impero Romano e in particolare il pre<strong>di</strong>letto dell’imperatrice<br />

Livia, il cui vitigno sarebbe giunto fino nel Trevigiano proprio dal paese <strong>di</strong><br />

Prosecco in provincia <strong>di</strong> Trieste. Gli storiografi, tuttavia, non accettano questa<br />

<strong>tesi</strong> e in<strong>di</strong>cano il “Pucinum” come antenato del Refosco (sito Milioni;<br />

Vettorello 1998).<br />

La zona pedemontana <strong>trevigiana</strong> vanta comunque una lunga tra<strong>di</strong>zione legata<br />

alla coltura della vite, dove il passaggio dalle viti selvatiche a quelle coltivate<br />

risale ai primi decenni della presenza romana, oltre duemila anni fa.<br />

La zona <strong>di</strong> Valdobbiadene viene descritta, sul finire del 500 dal poeta<br />

Venanzio Fortunato, come terra in cui “eternamente fiorisce la vite sotto la<br />

montagna dalla nuda sommità ove il verde ombroso protegge e ristora”<br />

(Sanson 2000, p.28).<br />

Anche al periodo che precede il 1400 risalgono note degne <strong>di</strong> merito <strong>di</strong> storici<br />

che mettono in luce il prestigio dei vini <strong>di</strong> queste terre, ma è solo da tale data<br />

che la provincia <strong>di</strong> Treviso vanta sicure tra<strong>di</strong>zioni enologiche e proprio dal<br />

1400 a metà del 1600 viene vissuto il periodo <strong>di</strong> massimo splendore.<br />

Sono numerose inoltre le citazioni a testimonianza <strong>di</strong> come la produzione<br />

enologica del comprensorio <strong>di</strong> Conegliano-Valdobbiadene, rivestisse un ruolo<br />

importante nell’economia locale e alimentasse un red<strong>di</strong>tizio flusso <strong>di</strong><br />

esportazioni, soprattutto verso Germania e Polonia (Sanson 2002; sito<br />

Conegliano2000; sito Bisol; sito Molicof).<br />

Il Governo Veneto per superare un periodo <strong>di</strong> decadenza enologica cominciato<br />

agli inizi del XVIII secolo, prese dei provve<strong>di</strong>menti fondando le Accademie<br />

d’Agricoltura, nacque così nel 1769 l’Accademia coneglianese che vantava la<br />

presenza, come membro illustre, dell’accademico Francesco Maria Malvolti e<br />

che fissò le prime regole per rinnovare l’agricoltura e la vitienologia. Il nome<br />

<strong>di</strong> Prosecco fece la prima comparsa proprio in una relazione del 1772 <strong>di</strong><br />

Francesco Maria Malvolti il quale testimoniò che esso era uno dei vini prodotti<br />

nei colli <strong>di</strong> Conegliano nella seconda metà del Settecento.<br />

Alla fine del 1700, grazie all’operato delle Accademie, ha inizio così una fase<br />

<strong>di</strong> ripresa tesa a riportare all’antico splendore l’enologia <strong>di</strong> Conegliano, tale<br />

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