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premio tesi di laurea sull'economia trevigiana - Camera di ...

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la stessa fase, vige un certo clima <strong>di</strong> concorrenza che costituisce un incentivo<br />

al miglioramento (Brusco 1989).<br />

Il <strong>di</strong>stretto industriale, per le sue peculiarità, “presenta una sorta <strong>di</strong><br />

moltiplicatore <strong>di</strong>ffusivo delle innovazioni, sia nel senso della loro<br />

implementabilità rapida tra i <strong>di</strong>versi attori locali che della proliferazione a<br />

‘grappolo’ <strong>di</strong> ulteriori micro-innovazioni a partire dal medesimo ceppo<br />

innovativo” (Ferrucci 1996, p. 42).<br />

Per quanto riguarda i soggetti che nel <strong>di</strong>stretto operano e danno vita<br />

all’intreccio <strong>di</strong> relazioni, non bisogna considerare solo quelli che riguardano<br />

strettamente l’industria principale, ma anche quelli dei settori ad essa collegati<br />

ed altri attori (istituzionali, consorzi <strong>di</strong> servizio, sistema scolastico, ecc.)<br />

(Brusco 1989).<br />

Spesso, infatti, nelle aree ove la piccola impresa è <strong>di</strong>ffusa, hanno operato, sin<br />

dal principio <strong>di</strong> questo secolo, scuole tecniche che hanno fornito gli elementi<br />

teorici fondamentali del mestiere agli operai, che hanno contribuito<br />

all’accumulazione e alla <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> competenze e capacità impren<strong>di</strong>toriali<br />

(Brusco 1989; Russo 1997).<br />

Per quanto riguarda la nascita e lo sviluppo dei <strong>di</strong>stretti, uno degli aspetti<br />

salienti che li ha contrad<strong>di</strong>stinti è stata la spontaneità. Essi sono nati senza<br />

programmi <strong>di</strong> aiuto e piani <strong>di</strong> sviluppo che ne guidassero i percorsi, si sono<br />

sviluppati in tempi <strong>di</strong>versi e <strong>di</strong>versi sono stati i sentieri <strong>di</strong> crescita ed i settori<br />

<strong>di</strong> specializzazione (Della Frattina 2002; Balestri 2001b; sito del Club dei<br />

<strong>di</strong>stretti newsletter 17).<br />

La capacità degli attori dei <strong>di</strong>stretti <strong>di</strong> “arrangiarsi da soli”, <strong>di</strong> muoversi con i<br />

pochi strumenti a <strong>di</strong>sposizione per assecondarne lo sviluppo sopperendo alla<br />

mancanza <strong>di</strong> una politica organica per i <strong>di</strong>stretti, ha permesso il<br />

raggiungimento <strong>di</strong> ottime performance (sito del Club dei <strong>di</strong>stretti newsletter<br />

17).<br />

I limiti che si riscontrano in alcuni <strong>di</strong>stretti sono quelli legati alle debolezze<br />

della piccola impresa ossia concernenti le funzioni <strong>di</strong> marketing, <strong>di</strong><br />

pianificazione strategica, la gestione della qualità (intesa come qualità totale e<br />

non semplicemente <strong>di</strong> prodotto-servizio). Per quanto riguarda la gestione delle<br />

risorse umane spesso manca un approccio al personale come fattore strategico<br />

dell’impresa (Gran<strong>di</strong>netti 2000a; Mestroni 2002b; Caloffi 2000).<br />

In conclusione il <strong>di</strong>stretto è un me<strong>di</strong>um <strong>di</strong> conoscenza e <strong>di</strong> relazione che<br />

permette la comunicazione e il coor<strong>di</strong>namento operativo <strong>di</strong> soggetti situati nel<br />

medesimo contesto <strong>di</strong> esperienza (locale).<br />

Esso genera valore e vantaggi competitivi perché permette l’accumulazione<br />

locale <strong>di</strong> informazioni, che sono conservate e trasferite nel tempo, la<br />

formazione <strong>di</strong> economie esterne e <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ci comportamentali (Rullani 1997).<br />

Da questo punto <strong>di</strong> vista, il <strong>di</strong>stretto si presenta come una costruzione<br />

estremamente complessa che organizza il sapere e il comportamento <strong>di</strong> molti<br />

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