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Foraggicoltura di qualità Costantini.pdf - A.R.S.S.A. Abruzzo

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TERAMO<br />

FACOLTA’ DI:<br />

SCIENZE POLITICHE – AGRARIA – MEDICINA VETERINARIA<br />

MASTER UNIVERSITARIO DI PRIMO LIVELLO IN GESTIONE DELLO<br />

SVILUPPO LOCALE NEI PARCHI E NELLE RISERVE NATURALI<br />

Tesi in<br />

“Agroecosistema e zooecosistema: produzioni sostenibili”<br />

Dal filo d’erba al prodotto <strong>di</strong> <strong>qualità</strong><br />

L’importanza della foraggicoltura per l’ottenimento <strong>di</strong><br />

prodotti <strong>di</strong> origine animale <strong>di</strong> <strong>qualità</strong><br />

CANDIDATO RELATORE<br />

Dott. Gabriele <strong>Costantini</strong> Prof. Michele Pisante<br />

ANNO ACCADEMICO 2004 - 2005<br />

-----------------------------------------------------


In<strong>di</strong>ce degli argomenti<br />

Premessa<br />

1. La fienagione<br />

1.1 Per<strong>di</strong>te per respirazione<br />

1.2 Per<strong>di</strong>te per lisciviazione<br />

1.3 Per<strong>di</strong>te meccaniche<br />

1.4 Per<strong>di</strong>te per fermentazione<br />

2. Il sistema foraggero tra<strong>di</strong>zionale<br />

2.1 Preparazione del terreno<br />

2.2 Semina e rullatura<br />

2.3 Diserbo<br />

2.4 Concimazione<br />

2.5 Sfalcio<br />

2.6 Ranghinatura<br />

2.7 Pressatura<br />

2.8 Immagazzinamento<br />

3. Il sistema foraggero ottimizzato<br />

3.1 Preparazione del terreno<br />

3.2 Semina e rullatura<br />

3.3 Diserbo<br />

3.4 Concimazione<br />

3.5 Sfalcio<br />

3.6 Rivoltamento/span<strong>di</strong>mento<br />

3.7 Ranghinatura<br />

3.8 Pressatura<br />

3.9 Immagazzinamento<br />

4. Il cantiere <strong>di</strong> fienagione ottimizzato<br />

4.1 Modalità operative <strong>di</strong> un cantiere <strong>di</strong> fienagione ottimizzato<br />

4.2 Vantaggi <strong>di</strong> un cantiere <strong>di</strong> fienagione ottimizzato<br />

5. La fienagione in due tempi<br />

5.1 La tecnica <strong>di</strong> aeressiccazione<br />

5.2 Gli impianti<br />

6. Esempi pratici <strong>di</strong> fienagione<br />

6.1 Primo sfalcio<br />

6.2 Secondo sfalcio<br />

6.3 Terzo sfalcio


7. Il sistema foraggiero verde<br />

7.1 Il pascolamento<br />

7.2 l’utilizzo degli erbai<br />

8. Conclusioni<br />

9. Bibliografia


Riassunto<br />

Dal filo d’erba al prodotto <strong>di</strong> <strong>qualità</strong><br />

L’importanza della foraggicoltura per l’ottenimento<br />

<strong>di</strong> carne e latte <strong>di</strong> <strong>qualità</strong><br />

La foraggicoltura è un processo produttivo essenziale per l’allevamento dei<br />

ruminanti, per l’ottenimento <strong>di</strong> prodotti <strong>di</strong> <strong>qualità</strong> e per la gestione sostenibile del<br />

territorio.<br />

Il sistema foraggero descritto è quello praticato in provincia <strong>di</strong> Teramo. Esso è<br />

molto simile a quello attuato in <strong>Abruzzo</strong> e nelle restanti regioni dell’Italia Centrale<br />

che presentano caratteristiche orografiche e pedoclimatiche simili.<br />

Alla parte introduttiva segue prima la trattazione sommaria del sistema<br />

foraggero tra<strong>di</strong>zionale, che è attuato dalla maggior parte degli agricoltori, e poi la<br />

descrizione del sistema ottimizzato al quale bisogna tendere per razionalizzare le<br />

risorse umane e meccaniche e con il quale ottenere foraggi freschi e/o conservati,<br />

quali-quantitativamente migliori ed a costi inferiori.<br />

La quarta e quinta parte tratta dell’organizzazione <strong>di</strong> un cantiere <strong>di</strong> fienagione<br />

ottimizzato e <strong>di</strong> un sistema foraggero verde. Sono descritte le scelte manageriali che<br />

possono favorire un incremento della <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> proteine vegetali <strong>di</strong> produzione<br />

aziendale. Questa parte è particolarmente attuale e sentita, non potendosi più ricorrere<br />

all’utilizzo <strong>di</strong> farine proteiche <strong>di</strong> origine animale per le note vicende della “Mucca<br />

Pazza”.<br />

Nei due capitoli finali segue una rapida <strong>di</strong>samina della fienagione in due tempi<br />

(aeressicazione) e gli esempi pratici <strong>di</strong> fienagione.<br />

Abstract<br />

From blad of grass to quality product<br />

The importance of the growing of forage<br />

to obtain meat and milk of quality<br />

The growing of forage is a productive process essential to the ruminants<br />

bree<strong>di</strong>ng, to obtain quality products and for the sustainable management of territory.<br />

The system to product forage described is realized in Teramo province.<br />

This system is also realized in <strong>Abruzzo</strong> region and in other regions of Central<br />

Italy where the orographic and climate characteristic are similar.<br />

The introduction part follow before the summary treatment of the tra<strong>di</strong>tional<br />

system to product forage, that is realized from the most part of the farmers, and then<br />

the description of the rationale system to obtain fresh and/or preserved forages with<br />

low costs and better quality.<br />

The IV and V part describe the management of the excellent haymaking yard<br />

and the system to product green forage.


This aspect is very important to obtain vegetable proteins because is not<br />

possible to use animal proteins after B.S.E..<br />

In two final chapter is quickly described the air dryer system and a practical<br />

example of haymaking.


Dal filo d’erba al prodotto <strong>di</strong> <strong>qualità</strong><br />

L’importanza della foraggicoltura per l’ottenimento<br />

<strong>di</strong> carne e latte <strong>di</strong> <strong>qualità</strong><br />

Premessa<br />

La foraggicoltura riveste una notevolissima importanza sia in campo<br />

agronomico e sia in quello zootecnico.<br />

Essa costituisce un processo produttivo essenziale per l’allevamento dei<br />

ruminanti, per l’ottenimento <strong>di</strong> prodotti <strong>di</strong> <strong>qualità</strong> e per la gestione sostenibile del<br />

territorio.<br />

Sono infatti evidenti i benefici agronomici, che derivano all'azienda che coltiva<br />

la me<strong>di</strong>ca. Essi sono essenzialmente legati al fatto che si attua la rotazione colturale,<br />

migliora la struttura del terreno che si arricchisce <strong>di</strong> sostanza organica e <strong>di</strong> azoto,<br />

esercita un’azione <strong>di</strong>serbante nei confronti <strong>di</strong> molte infestanti e permette <strong>di</strong> produrre<br />

foraggio anche in terreni collinari asciutti. Ecco perché, a parer mio, è inscin<strong>di</strong>bile il<br />

binomio erba me<strong>di</strong>ca - agricoltura biologica.<br />

L’obiettivo che mi prefiggo è <strong>di</strong> scrivere un documento che possa stimolare<br />

una vivace <strong>di</strong>alettica sui <strong>di</strong>versi aspetti della tematica in oggetto e favorire la<br />

produzione <strong>di</strong> riflessioni e consigli da inserire nel testo in successive rielaborazioni<br />

ed integrazioni.<br />

Il sistema foraggero del quale mi occupo, è particolarmente riferito al territorio<br />

teramano anche se presenta notevoli similitu<strong>di</strong>ni a quello praticato in <strong>Abruzzo</strong> e nelle<br />

restanti regioni dell’Italia Centrale che hanno caratteristiche orografiche e<br />

pedoclimatiche non molto <strong>di</strong>ssimili dalle nostre.<br />

Ad una prima parte introduttiva segue la trattazione sommaria del sistema<br />

foraggero tra<strong>di</strong>zionale attuato dalla maggior parte degli agricoltori e quin<strong>di</strong> la<br />

descrizione del sistema ottimizzato al quale bisogna tendere per razionalizzare le<br />

risorse umane e meccaniche e con il quale ottenere foraggi freschi e/o conservati,<br />

quali-quantitativamente migliori ed a costi inferiori.<br />

Nella quarta e quinta parte mi occupo rispettivamente dell’organizzazione <strong>di</strong> un<br />

cantiere <strong>di</strong> fienagione ottimizzato e <strong>di</strong> un sistema foraggero verde, dove descrivo le<br />

scelte manageriali che possono favorire un incremento della <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> proteine<br />

vegetali <strong>di</strong> produzione aziendale, al fine <strong>di</strong> ridurre la <strong>di</strong>pendenza dall’esterno. Questa<br />

parte è particolarmente attuale e sentita, non potendosi più ricorrere all’utilizzo <strong>di</strong><br />

farine proteiche animali per le note vicende della “Mucca Pazza”.<br />

Nei due capitoli finali seguono una rapida <strong>di</strong>samina della fienagione in due<br />

tempi (aeressicazione) e gli esempi pratici <strong>di</strong> fienagione.<br />

Prima <strong>di</strong> iniziare l’elaborazione <strong>di</strong> questo documento, voglio però precisare<br />

che, per ottenere i migliori risultati, è necessario adottare la tecnica che, in base alle<br />

con<strong>di</strong>zioni floristiche, orografiche, macro-microclimatiche, alla <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong><br />

manodopera, <strong>di</strong> mezzi ed attrezzature, l’agricoltore ed il tecnico reputano più idonea<br />

in quel momento. E’ però in<strong>di</strong>spensabile, che il tecnico, prima <strong>di</strong> esprimere un parere,


faccia un sopralluogo e conosca la realtà aziendale, al fine <strong>di</strong> optare per la scelta più<br />

opportuna.<br />

Non mancheranno spunti che, spero, possano essere forieri <strong>di</strong> riflessioni utili a<br />

far crescere l'attenzione nei confronti della foraggicoltura.<br />

Un'ultima cosa prima <strong>di</strong> iniziare a sviluppare il tema in oggetto.<br />

L'esperienza maturata con l'attività tecnica fin qui svolta, mi hanno fatto capire<br />

quanto sia <strong>di</strong>fficile mo<strong>di</strong>ficare sistemi ed abitu<strong>di</strong>ni che si sono strutturati nel corso<br />

degli anni e talvolta si è visti come chi vuole inventare l'acqua calda. Credo però sia<br />

importante raccogliere la sfida e provare a mo<strong>di</strong>ficare i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> pensare e <strong>di</strong> fare,<br />

sviluppando, questo si, un'azione collaborativa e fattiva con tutti quelli che lo<br />

vorranno.


1. LA FIENAGIONE<br />

La fienagione è il sistema con il quale l’erba viene trasformata in fieno<br />

(l’umi<strong>di</strong>tà scende dall’80% al 15%) che viene successivamente conservato in fienile,<br />

senza che intervengano evidenti processi <strong>di</strong> fermentazione o sviluppo <strong>di</strong> muffe.<br />

Durante questo processo il foraggio oltre a <strong>di</strong>sidratarsi subisce delle per<strong>di</strong>te per<br />

respirazione, per lisciviazione, meccaniche e per fermentazione in fienile.<br />

1.1 Per<strong>di</strong>te per respirazione<br />

La respirazione è un processo che si avvia nel foraggio appena sfalciato e si<br />

arresta quando l’umi<strong>di</strong>tà si riduce a valori inferiori al 30%:<br />

Essa consiste nella trasformazione degli zuccheri solubili (presenti in maggior<br />

quantità nelle graminacee) in anidride carbonica e acqua (da una molecola <strong>di</strong><br />

zucchero si ottengono, oltre all’energia, 6 molecole <strong>di</strong> anidride carbonica e 6 <strong>di</strong><br />

acqua). Questo fenomeno è ben evidenziabile ponendo del foraggio verde ma asciutto<br />

su un pavimento; dopo alcune ore, se lo solleviamo, troveremo della umi<strong>di</strong>tà sulla<br />

superficie dove era poggiato.<br />

Una rapida essiccazione rappresenta quin<strong>di</strong> l’esigenza primaria per <strong>di</strong>minuire<br />

le per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> Unità Foraggere (U.F.) che saranno tanto più elevate quanto più lento<br />

sarà il processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sidratazione.<br />

1.2 Per<strong>di</strong>te per lisciviazione<br />

La pioggia, oltre a ritardare il processo <strong>di</strong> essiccazione (<strong>di</strong>minuisce la<br />

temperatura ed aumenta l’umi<strong>di</strong>tà dell’aria) ed incrementare l’umi<strong>di</strong>tà del foraggio e<br />

quin<strong>di</strong> la durata della respirazione, è anche causa <strong>di</strong> <strong>di</strong>lavamento <strong>di</strong> sali minerali e <strong>di</strong><br />

elementi nutritivi solubili.<br />

1.3 Per<strong>di</strong>te meccaniche<br />

Le per<strong>di</strong>te meccaniche sono rappresentate dalle parti <strong>di</strong> pianta (foglie e steli)<br />

che si <strong>di</strong>staccano con le varie operazioni <strong>di</strong> sfalcio, rivoltamento, ranghinatura,<br />

pressatura, carico e che restano sul terreno e, successivamente, con lo stivaggio, in<br />

fienile.<br />

Queste per<strong>di</strong>te sono <strong>di</strong>rettamente proporzionali al grado <strong>di</strong> essiccazione, alla<br />

quantità e <strong>qualità</strong> del foraggio ed al protrarsi del cantiere <strong>di</strong> fienagione.<br />

Nelle rotoballe, le per<strong>di</strong>te sono <strong>di</strong> norma inferiori a quelle che si verificano con<br />

le ballette prismatiche, perché si riducono le sollecitazioni meccaniche.<br />

I foraggi più soggetti a tali per<strong>di</strong>te sono le leguminose (me<strong>di</strong>ca, trifogli, ecc..) a<br />

causa della <strong>di</strong>fferenza dei tempi <strong>di</strong> essiccazione che c’è tra le foglie e gli steli e della<br />

facilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>stacco delle prime. Particolarmente delicate sono le varietà recenti <strong>di</strong> erba<br />

me<strong>di</strong>ca che hanno la parte fogliare prevalente sugli steli.<br />

1.4 Per<strong>di</strong>te per fermentazione


Le per<strong>di</strong>te per fermentazione<br />

interessano il periodo successivo che va dalla<br />

pressatura alla conservazione del foraggio in<br />

fienile. Esse sono determinate dall’attività <strong>di</strong><br />

microrganismi che metabolizzano gli idrati <strong>di</strong><br />

carbonio (zuccheri strutturati) e qualche volta<br />

le proteine, dalla “cottura” del foraggio<br />

conseguente all’innalzamento della<br />

temperatura e dallo sviluppo <strong>di</strong> muffe (foto 1).<br />

Tali per<strong>di</strong>te sono strettamente correlate foto 1<br />

al tenore <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà del foraggio conservato. In casi estremi, quando il foraggio ha<br />

conservato gran parte del potere nutritivo iniziale, l’eccessivo riscaldamento dello<br />

stesso si evidenzia con la comparsa <strong>di</strong> fumo (foto 2) e può esitare anche con fenomeni<br />

<strong>di</strong> autocombustione.<br />

A causa delle maggiori <strong>di</strong>mensioni, le<br />

rotoballe cedono con maggior <strong>di</strong>fficoltà<br />

l'umi<strong>di</strong>tà in eccesso e quin<strong>di</strong> sono più soggette<br />

delle ballette a questo tipo <strong>di</strong> per<strong>di</strong>te; per<br />

questo fatto, al momento della raccolta,<br />

necessitano <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà inferiori per non<br />

innescare successivamente processi <strong>di</strong><br />

fermentazione.<br />

---------------------------------<br />

foto 2<br />

Complessivamente, le per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> fienagione possono variare me<strong>di</strong>amente dal 15<br />

al 30% della Sostanza Secca (10 - 30 q/ha) e dal 25% al 50% del valore nutritivo<br />

(1000 - 3000 U.F./ha).<br />

La per<strong>di</strong>ta in valore nutritivo è maggiore per <strong>di</strong>versi motivi:<br />

• con la respirazione e la fermentazione vengono consumati gli zuccheri solubili,<br />

per cui il fieno conserverà la struttura fibrosa (cellulosa, lignina, ecc…) ma<br />

sarà povero <strong>di</strong> energia;<br />

• le per<strong>di</strong>te meccaniche interessano soprattutto le foglie, che sono la componente<br />

a più alto valore nutritivo e proteico;<br />

• aumenta il lavoro <strong>di</strong> masticazione e <strong>di</strong> <strong>di</strong>gestione dell’animale e con il<br />

maggiore volume <strong>di</strong> ingombro si riduce la capacità <strong>di</strong> ingestione <strong>di</strong> Sostanza<br />

Secca.<br />

Le suddette per<strong>di</strong>te aumentano con piovosità frequente e/o eccessiva e possono<br />

esitare, in annate particolarmente avverse, alla completa per<strong>di</strong>ta del prodotto.<br />

Un altro fattore negativo, causato dalla pioggia, è la costipazione del foraggio<br />

sul terreno cui consegue un riscaldamento della massa foraggera, e conseguentemente<br />

la denaturazione delle proteine e delle sostanze termolabili (vitamine, pigmenti, ecc..),


la formazione <strong>di</strong> muffe (ambiente caldo ed umido), il danneggiamento dei germogli<br />

del ricaccio e la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> andanatura (foto 3).<br />

Per poter sollevare il foraggio da terra<br />

occorre quin<strong>di</strong> regolare il più basso possibile<br />

l’andanatore, anche perché, quando il maltempo<br />

persiste, il nuovo ricaccio imbriglia il foraggio<br />

tagliato. In questo modo si produce un<br />

"raschiamento" del prato che danneggia il<br />

cotico erboso, riducendone la durata, e si<br />

determina un inquinamento <strong>di</strong> sassi e <strong>di</strong> terra<br />

del foraggio che, oltre a con<strong>di</strong>zionare<br />

sfavorevolmente la sua conservazione,<br />

influenza negativamente la salute degli animali<br />

e le relative produzioni (ruminiti, <strong>di</strong>smetabolie,<br />

presenza <strong>di</strong> spore che passano nel latte, ecc..). foto 3<br />

Quando il foraggio sfalciato o andanato<br />

resta per <strong>di</strong>versi giorni senza essere rivoltato, a<br />

causa delle intemperie, è possibile osservare,<br />

nei ricacci successivi, la comparsa <strong>di</strong> strisce <strong>di</strong><br />

prato derivanti dalle piantine <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ca <strong>di</strong>radate<br />

(foto 4).<br />

Quin<strong>di</strong>, per ovviare a quanto detto,<br />

bisogna porre particolare attenzione alla<br />

esecuzione <strong>di</strong> tutte le <strong>di</strong>fferenti operazioni<br />

colturali che necessitano per la realizzazione <strong>di</strong><br />

un corretto cantiere <strong>di</strong> fienagione.<br />

foto 4<br />

2. IL SISTEMA FORAGGERO TRADIZIONALE<br />

La foraggicoltura tra<strong>di</strong>zionale è caratterizzata dalle seguenti operazioni<br />

colturali:<br />

preparazione del terreno;<br />

semina e rullatura;<br />

<strong>di</strong>serbo;<br />

concimazione;<br />

sfalci;<br />

ranghinatura;<br />

pressatura;<br />

immagazzinamento.<br />

2.1 Preparazione del terreno<br />

Durante il periodo estivo si effettua l’aratura delle stoppie, previa letamazione<br />

(se c'è <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> letame).


Se l'aratura è fatta con il terreno non in tempera (nei nostri terreni argillosi si<br />

evidenziano crepe che, quando la carenza idrica è accentuata, possono raggiungere e<br />

superare il metro <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà), si creano zolle <strong>di</strong> grosse <strong>di</strong>mensioni che rendono più<br />

<strong>di</strong>fficoltosa la preparazione del letto <strong>di</strong> semina e necessitano più estirpature ed<br />

erpicature.<br />

Spesso nella prima estirpatura, a causa della maggiore <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong><br />

frantumazione delle grosse zolle <strong>di</strong> terra è necessario utilizzare una trattrice cingolata,<br />

con un aggravio <strong>di</strong> tempi e <strong>di</strong> costi.<br />

Durante le stagioni autunnale ed invernale si procede alle estirpature, dopo che<br />

le piogge e le gelate hanno sfaldato e sgretolato le zolle <strong>di</strong> terreno.<br />

2.2 Semina e rullatura<br />

La semina viene fatta a marzo utilizzando prevalentemente le varietà<br />

commercializzate dalle industrie sementiere e ad essa segue la rullatura del terreno.<br />

Questa ha una duplice funzione:<br />

• livellare il terreno;<br />

• favorire il contatto del seme con la terra (per una più rapida ed uniforme<br />

germinazione) specie quando il letto <strong>di</strong> semina si presenta zolloso.<br />

2.3 Diserbo<br />

A maggio avviene lo sfalcio del nuovo prato che ha più una prevalente<br />

funzione <strong>di</strong> pulizia-<strong>di</strong>serbo dalle infestanti (<strong>di</strong>serbo agronomico), essendo ridotta la<br />

produzione foraggera.<br />

Quando il prato si presenta molto infestato, per una ritardata emergenza, per<br />

una non perfetta preparazione del letto <strong>di</strong> semina o altro, si procede ad un <strong>di</strong>serbo<br />

selettivo in funzione delle infestanti prevalenti (<strong>di</strong>serbo chimico).<br />

2.4 Concimazione<br />

La concimazione viene effettuata durante la preparazione del terreno, prima<br />

della semina. Oltre al letame, utilizzato prevalentemente dalle aziende zootecniche, si<br />

ricorre all'uso <strong>di</strong> formulati dell'industria chimica a base <strong>di</strong> azoto (N), fosforo (P) e<br />

potassio (K) combinati tra loro in vario modo o usati singolarmente e con quantità/ha<br />

che <strong>di</strong>fferiscono da azienda ad azienda.<br />

Ogni anno successivo a quello d’impianto, a febbraio-marzo, si procede ad una<br />

nuova concimazione del prato con l'utilizzo <strong>di</strong> formulati e <strong>di</strong> dosi che variano da un<br />

agricoltore all'altro.<br />

Quando questa concimazione viene effettuata con terreno reso umido da eventi<br />

meteorici intercorrenti si ha una costipazione dello strato più superficiale del cotico<br />

erboso in corrispondenza delle "carreggiate" determinate dalle ruote, che danneggia<br />

le piantine <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ca e rende asfittico il terreno inibendo l’attività biocenotica e<br />

conseguentemente riducendone la fertilità.<br />

La concimazione fatta in questo periodo è però controin<strong>di</strong>cata perché favorisce<br />

la competizione delle graminacee e delle altre infestanti che, a <strong>di</strong>fferenza della


me<strong>di</strong>ca, dotata <strong>di</strong> una ra<strong>di</strong>ce fittonante che raggiunge ed oltrepassa anche il metro <strong>di</strong><br />

profon<strong>di</strong>tà, hanno un apparato ra<strong>di</strong>cale poco profondo che assorbe la quasi totalità dei<br />

sali minerali <strong>di</strong>stribuiti nello strato superficiale del terreno.<br />

A tal proposito, è importante ricordare brevemente le <strong>di</strong>namiche dei sali <strong>di</strong> N, P<br />

e K nel terreno; mentre l'azoto si solubilizza nell'acqua e segue il suo decorso, il<br />

fosforo ed il potassio tendono a legarsi ai colloi<strong>di</strong> presenti nel terreno, penetrando in<br />

esso pochi centimetri l'anno.<br />

Quin<strong>di</strong> è evidente come, concimando un prato <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ca, si favorisca lo<br />

sviluppo ipogeo (delle ra<strong>di</strong>ci) ed epigeo (della parte fogliare e quin<strong>di</strong> della massa<br />

foraggera) <strong>di</strong> tutte quelle piante che hanno un apparato ra<strong>di</strong>cale superficiale e non<br />

fittonante. Se a questo si associa un primo sfalcio ritardato, lo sviluppo eccessivo<br />

delle infestanti determina:<br />

il soffocamento dell'erba me<strong>di</strong>ca, che tende a <strong>di</strong>radarsi (fenomeno che si<br />

evidenzia maggiormente nei tagli e negli anni successivi);<br />

la produzione <strong>di</strong> altri semi;<br />

la conseguente drastica riduzione della durata dell'impianto.<br />

2.5 Sfalcio<br />

Il cantiere <strong>di</strong> fienagione tra<strong>di</strong>zionale prevede l’utilizzo <strong>di</strong>:<br />

trattori a cingoli e/o gommati;<br />

barre falcianti bilama, a <strong>di</strong>schi e/o falciacon<strong>di</strong>zionatrici;<br />

ranghinatori a nastro, a pettine, con girelli o altro;<br />

presse per ballette prismatiche e rotopresse;<br />

rimorchi e trattori muniti <strong>di</strong> forche e/o pinze per riportare il foraggio in<br />

azienda ed impilarlo nel fienile.<br />

In genere, nelle nostre colline asciutte, si fanno 3 tagli <strong>di</strong>stanziati tra loro <strong>di</strong><br />

circa 40 gg. Si comincia a sfalciare agli inizi <strong>di</strong> maggio nella collina litoranea e<br />

nell’ultima decade <strong>di</strong> maggio nella collina pedemontana, con una altimetria superiore<br />

ai 400 metri s.l.m..<br />

L’agricoltore spesso preferisce ritardare il momento del primo sfalcio che, il<br />

più delle volte, viene fatto quando l’erba me<strong>di</strong>ca si trova nella fase vegetativa <strong>di</strong><br />

fioritura avanzata.<br />

Questa scelta è preferita sia per l’ottenimento <strong>di</strong> una maggiore massa foraggera<br />

e sia perché, posticipando il periodo <strong>di</strong> fienagione, ne consegue una riduzione del<br />

rischio meteorologico (minore umi<strong>di</strong>tà atmosferica, incremento delle temperature e<br />

dell'insolazione).<br />

Ritardando però lo sfalcio, l’inizio<br />

<strong>di</strong>venta improcrastinabile e quin<strong>di</strong> più<br />

soggetto agli intercorrenti eventi meteorici.<br />

L’agricoltore procede allo sfalcio dei<br />

prati utilizzando, dove l’orografia del terreno<br />

lo permette ed in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> terreno<br />

asciutto, il trattore gommato altrimenti usa<br />

quello a cingoli (foto 5). foto 5


Il cingolato è preferito nei terreni acclivi e quando l'erba è ancora bagnata,<br />

perché il gommato tende a scivolare (mettendo così a rischio l'incolumità<br />

dell'operatore).<br />

Si determina così un aumento dei costi ed un allungamento dei tempi <strong>di</strong><br />

fienagione ed un maggior danneggiamento del cotico erboso, specie con il terreno<br />

umido, sia in corrispondenza delle estremità del campo dove si effettuano le inversioni<br />

<strong>di</strong> marcia e sia quando l’acclività è accentuata.<br />

In alcune aziende, per accelerare i tempi <strong>di</strong> essiccazione, si ricorre all'utilizzo<br />

della falciacon<strong>di</strong>zionatrice. In questo caso, il foraggio sfalciato resta andanato e quin<strong>di</strong><br />

occorre o arieggiarlo con l'utilizzo <strong>di</strong> uno span<strong>di</strong>voltafieno o rivoltare<br />

successivamente l'andana per favorirne l'asciugatura.<br />

Lo schiacciamento degli steli operato dai rulli o la loro sfibratura che si verifica<br />

con l'utilizzo <strong>di</strong> una falciacon<strong>di</strong>zionatrice a flagelli hanno, a parer mio, <strong>di</strong>verse<br />

controin<strong>di</strong>cazioni:<br />

si determina una piccola per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong> dalle foglie e dagli steli durante lo<br />

sfalcio;<br />

in caso <strong>di</strong> pioggia i danni alla parete dello stelo accentuano il <strong>di</strong>lavamento<br />

dei sali minerali e degli elementi nutritivi solubili;<br />

necessitano potenze maggiori e, quin<strong>di</strong>, macchine più grosse che oltre a<br />

richiedere imput energetici maggiori, ed investimenti economici più<br />

onerosi, determinano un maggior compattamento del terreno;<br />

si favorisce il contatto dell'aria con le sostanze nobili contenute all'interno<br />

delle piante (i pigmenti, le vitamine liposolubili ed i grassi tendono prima<br />

ad ossidare e poi ad irranci<strong>di</strong>re).<br />

2.6 Ranghinatura<br />

Trascorsi 3 – 4 giorni, se le con<strong>di</strong>zioni<br />

climatiche sono favorevoli, il foraggio viene<br />

ranghinato utilizzando ranghinatori a girello, a<br />

nastro o a pettine.<br />

La massa foraggera si presenta con la parte<br />

superficiale molto appassita, mentre la restante,<br />

quantitativamente maggiore, è ancora umida (foto<br />

6), specie quella rimasta più a contatto con il<br />

terreno (questa umi<strong>di</strong>tà gli deriva in massima parte<br />

dai processi <strong>di</strong> respirazione in atto) per la <strong>di</strong>fficoltà<br />

dell'aria a penetrare al suo interno.<br />

foto 6<br />

2.7 Pressatura<br />

La pressatura del foraggio avviene dopo altri 2 – 3 giorni <strong>di</strong> insolazione.<br />

Quasi tutte le aziende utilizzano le rotopresse, mentre quelle piccole e meno<br />

meccanizzate, specie delle zone pedemontane e montane, preferiscono fare le ballette


prismatiche che sono più facili da affienare (l’umi<strong>di</strong>tà del foraggio imballato può<br />

essere <strong>di</strong> qualche grado superiore a quella delle rotoballe) e da stivare in fienile.<br />

Quin<strong>di</strong>, in con<strong>di</strong>zioni ottimali, intercorrono 5-7 giorni dallo sfalcio alla<br />

imballatura e, nonostante il tempo trascorso, la massa foraggera può avere, in alcune<br />

parti, un grado <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà tale da consentire l’avvio <strong>di</strong> processi fermentativi. Questo<br />

perché si intercalano parti con foraggio molto <strong>di</strong>sidratato e fragile ed altre con una<br />

percentuale <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà superiore a quella idonea alla conservazione.<br />

2.8 Immagazzinamento<br />

Dopo un periodo <strong>di</strong> permanenza in campo (variabile da alcuni giorni a qualche<br />

settimana), il foraggio imballato viene riportato in azienda ed immagazzinato in<br />

fienile.<br />

Quando i tempi intercorrenti tra l'imballatura e l'immagazzinamento in fienile<br />

si allungano, aumentano proporzionalmente i danni causati dagli eventi meteorici<br />

intercorrenti, con conseguenti sca<strong>di</strong>menti quali-quantitativi del foraggio.<br />

Inoltre la sua eccessiva permanenza in campo è causa <strong>di</strong> danni al ricaccio<br />

prativo determinati dalle operazioni <strong>di</strong> raccolta.<br />

------------------------<br />

La tecnica colturale utilizzata per il 2° e 3° taglio è abbastanza simile; si<br />

riducono però i tempi intercorrenti tra lo sfalcio e l’imballatura.<br />

A causa dell’eccessiva permanenza in campo (4–5 gg. almeno) e della ritardata<br />

andanatura, il 3° taglio, dove l’erba me<strong>di</strong>ca è prevalente, è spesso caratterizzato da un<br />

foraggio molto fibroso, povero <strong>di</strong> foglie e con la presenza <strong>di</strong> una quantità variabile <strong>di</strong><br />

residui terrosi.<br />

Al fine <strong>di</strong> ridurre la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> foglioline, specie nel 2° e 3° taglio, la pressatura<br />

viene effettuata prevalentemente durante la notte nell'arco <strong>di</strong> tempo che intercorre tra<br />

l’imbrunire ed il mattino successivo, quando aumenta l'umi<strong>di</strong>tà atmosferica.<br />

Questa scelta tecnica, pur riducendo il <strong>di</strong>stacco e/o la frantumazione delle<br />

foglioline <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ca, in quanto aumenta la loro idratazione, favorisce anche un<br />

incremento del deposito <strong>di</strong> acqua libera, derivante dalla rugiada, sul foraggio.<br />

Con l'aumento dell'umi<strong>di</strong>tà complessiva, del foraggio, che era inizialmente<br />

idoneo per essere raccolto senza incorrere in problemi <strong>di</strong> conservazione, subito dopo<br />

l'imballatura, ripartono i processi <strong>di</strong> fermentazione.<br />

Così facendo, anche quando le con<strong>di</strong>zioni meteorologiche sono state<br />

favorevoli, il foraggio subisce sca<strong>di</strong>menti qualitativi più o meno accentuati.<br />

In me<strong>di</strong>a il me<strong>di</strong>caio, dopo 3-4 anni, sia per la presenza delle infestanti e sia<br />

per il <strong>di</strong>radamento delle piantine, deve essere rinnovato e quin<strong>di</strong> si procede all’aratura<br />

del terreno e si attua la rotazione colturale.<br />

3. IL SISTEMA FORAGGERO OTTIMIZZATO<br />

La moderna foraggicoltura presenta le medesime operazioni colturali:<br />

preparazione del terreno;<br />

semina;


<strong>di</strong>serbo;<br />

concimazione;<br />

sfalcio;<br />

rivoltamento/span<strong>di</strong>mento;<br />

ranghinatura;<br />

imballatura;<br />

immagazzinamento.<br />

Esse devono tendere a favorire una maggiore durata del prato ed a conservare il<br />

massimo valore nutritivo del foraggio.<br />

3.1 Preparazione del terreno<br />

A fine estate o in autunno si procede all’aratura, previa letamazione (dove è<br />

<strong>di</strong>sponibile il letame) e possibilmente con il terreno in tempera.<br />

In questo modo si creano zolle <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni che facilitano la<br />

preparazione del letto <strong>di</strong> semina in quanto necessitano un minor numero <strong>di</strong><br />

estirpature/erpicature e permettono l'utilizzo <strong>di</strong> trattrici gommate, con un conseguente<br />

risparmio <strong>di</strong> tempi e <strong>di</strong> costi.<br />

Quando il prato segue una coltura cerealicola (orzo, grano), si deve procedere<br />

alla rapida raccolta ed all'immagazzinamento della paglia che potrà essere utilizzata<br />

sia come lettiera oppure, quando non è stata esposta alle intemperie, per zavorrare la<br />

razione alimentare <strong>di</strong> animali con ridotte necessità energetiche.<br />

Segue la rottura delle stoppie con un erpice o, in presenza <strong>di</strong> molti residui <strong>di</strong><br />

paglia, con una fresa o una motovanga.<br />

Le piogge intercorrenti favoriranno la decomposizione dei residui interrati<br />

delle stoppie e la germinazione dei semi con la produzione, in annate favorevoli, <strong>di</strong><br />

un erbaio estivo-autunnale, che potrà essere pascolato o sovesciato con la successiva<br />

aratura.<br />

Questa tecnica, oltre a danneggiare o <strong>di</strong>struggere le piante infestanti già<br />

sviluppate, favorirà:<br />

un arricchimento del terreno in sostanza organica (l'energia fotonica viene<br />

trasformata ed immagazzinata sottoforma <strong>di</strong> idrati <strong>di</strong> carbonio);<br />

una sua migliore strutturazione e minore fessurazione in quanto si riduce<br />

l'evaporotraspirazione;<br />

la germinazione dei semi, anche delle infestanti, presenti nel suolo (<strong>di</strong>serbo<br />

agronomico);<br />

la riduzione <strong>di</strong> anidride carbonica nell'atmosfera con la fissazione del<br />

Carbonio (beneficio ambientale);<br />

un minor rischio <strong>di</strong> erosione o <strong>di</strong> smottamenti superficiali <strong>di</strong> suolo fertile<br />

determinati dai temporali estivi <strong>di</strong> forte intensità (si riducono i tempi in cui<br />

il terreno si presenta lavorato e privo <strong>di</strong> vegetazione);<br />

l'abbandono dell'uso della bruciatura dei residui colturali, vietato nei perio<strong>di</strong><br />

estivi per il rischio d’incen<strong>di</strong>, che determina la degradazione della Sostanza<br />

Organica;


una riduzione del riscaldamento della superficie terrestre essendo, il colore<br />

verde, impermeabile ai raggi ultravioletti.<br />

3.2 Semina e rullatura<br />

La semina viene fatta a marzo; ad essa segue la rullatura del terreno.<br />

E' preferibile l'uso <strong>di</strong> varietà o ecotipi locali.<br />

3.3 Diserbo<br />

Per contrastare le infestanti, è importante che intercorra un tempo breve tra<br />

l'ultima ripassatura e la semina (la precoce germinazione dei semi messi a <strong>di</strong>mora<br />

antagonizza quella delle infestanti).<br />

Al fine <strong>di</strong> ridurre la loro presenza ed impe<strong>di</strong>re la produzione <strong>di</strong> seme, è buona<br />

norma effettuare un primo sfalcio anticipato (<strong>di</strong> pulizia) attuando così un <strong>di</strong>serbo<br />

agronomico. Nei casi in cui ciò non è sufficiente, si può ricorrere al <strong>di</strong>serbo chimico,<br />

previo parere <strong>di</strong> un tecnico qualificato.<br />

3.4 Concimazione<br />

Una corretta concimazione richiederebbe, preventivamente, un'analisi chimica<br />

del terreno, al fine <strong>di</strong> verificare le eventuali carenze e procedere alle opportune<br />

integrazioni minerali.<br />

Prima dell'aratura si esegue lo span<strong>di</strong>mento del letame, che deve essere maturo<br />

(compostato) per ridurre la veicolazione dei semi delle erbe infestanti, e la<br />

<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> una quota parte <strong>di</strong> concime (circa il 60-70%) contenente i Sali <strong>di</strong><br />

fosforo e potassio. Così facendo si favorirà una omogenea <strong>di</strong>stribuzione del letame<br />

e/o concime in tutto lo strato <strong>di</strong> terreno successivamente arato.<br />

Lo span<strong>di</strong>mento della quantità residua deve essere effettuato subito prima della<br />

semina, con l'aggiunta <strong>di</strong> una piccola quota <strong>di</strong> azoto che si <strong>di</strong>stribuirà nello strato<br />

superficiale del terreno e favorirà la germinazione del seme <strong>di</strong> erba me<strong>di</strong>ca.<br />

Le quantità <strong>di</strong> concime <strong>di</strong>stribuite devono però sod<strong>di</strong>sfare le necessità<br />

dell'intera durata dell'impianto (4-5 anni almeno), evitando così <strong>di</strong> ricorrere alla<br />

concimazione annuale, fatta a febbraio-marzo, e riducendo sia i costi che il<br />

compattamento del terreno (tipico delle annate piovose).<br />

La concimazione <strong>di</strong> fine inverno (particolarmente l'azotata) può essere<br />

consigliata solo quando, dopo aver eseguito il primo sfalcio, si intende procedere<br />

all'aratura del terreno per attuare la rotazione colturale; si ottiene così un incremento<br />

<strong>di</strong> massa foraggera da un prato polifita (caratterizzato dalla presenza prevalente <strong>di</strong><br />

graminacee infestanti).<br />

3.5 Sfalcio<br />

L’in<strong>di</strong>viduazione del momento più adatto, per l'esecuzione degli sfalci,<br />

scaturisce da un compromesso tra l’esigenza <strong>di</strong> consentire al prato un'elevata<br />

persistenza, la necessità <strong>di</strong> ottenere una buona produzione <strong>di</strong> foraggio e gli eventi<br />

meteorici.


Nei me<strong>di</strong>cai ciò si ottiene generalmente quando il 10-20% del prodotto si trova<br />

allo sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> fioritura (inizio fioritura).<br />

Posticipando lo sfalcio si può incorrere in una eccessiva maturazione della<br />

pianta a cui consegue un incremento del contenuto in fibra (cellulosa e lignina), una<br />

riduzione delle sostanze più nobili (proteine, zuccheri solubili, amido, ecc…) e quin<strong>di</strong><br />

del valore nutritivo, anche a causa della tendenza della me<strong>di</strong>ca a perdere le foglie<br />

(specie quelle della parte basale).<br />

Quando l’andamento stagionale non permette una fioritura omogenea del prato,<br />

la scelta ottimale, per procedere al taglio, dovrebbe essere dettata dall’emissione <strong>di</strong><br />

germogli dalla corona piuttosto che dalla presenza dei fiori.<br />

In questi casi, sarà opportuno sfalciare prima che i nuovi steli possano essere<br />

asportati o danneggiati dalla barra falciante.<br />

Il taglio è preferibile venga effettuato sufficientemente alto, per non<br />

danneggiare la corona e per non tagliare i nuovi germogli del ricaccio prativo<br />

(quando lo sfalcio avviene in ritardo). Così facendo si favorisce un buon ricaccio ed<br />

una maggiore durata del me<strong>di</strong>caio (anche se questo determina una piccola per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />

sostanza secca).<br />

Nei prati polifiti (leguminose e graminacee) il taglio dovrebbe essere eseguito<br />

quando le leguminose hanno raggiunto la fase <strong>di</strong> inizio fioritura oppure quando le<br />

graminacee sono all’inizio della spigatura. Intervenendo prima si rinuncia <strong>di</strong> solito ad<br />

una parte <strong>di</strong> produzione, mentre sfalciando tar<strong>di</strong>vamente, il foraggio <strong>di</strong>venta più<br />

fibroso.<br />

Con lo sfalcio anticipato, si ottiene un foraggio caratterizzato da una quantità<br />

maggiore <strong>di</strong> proteine ed U.F. e minore <strong>di</strong> fibra (cellulosa e lignina).<br />

Anticipando l'inizio della fienagione, si produce meno massa foraggera con il<br />

primo taglio, ma si riduce la produzione <strong>di</strong> seme delle piante infestanti e si favorisce<br />

una maggiore durata del me<strong>di</strong>caio. Inoltre aumenta la quantità <strong>di</strong> erba me<strong>di</strong>ca che si<br />

ottiene dai successivi sfalci.<br />

3.6 Rivoltamento/span<strong>di</strong>mento<br />

Il rivoltamento-span<strong>di</strong>mento del foraggio è<br />

una delle operazioni colturali più importante del<br />

cantiere <strong>di</strong> fienagione, specie quando la massa<br />

foraggera è notevole (foto 7).<br />

Ciò è dovuto al fatto che l’asciugatura del<br />

foraggio è determinata prevalentemente dall’aria<br />

che penetra all’interno del cumulo, mentre il sole,<br />

aumentando la temperatura dell’aria e<br />

riducendone nel contempo l’umi<strong>di</strong>tà relativa,<br />

accelera il processo <strong>di</strong> evaporotraspirazione.<br />

L’operazione, da eseguire con girelli voltafieno foto 7<br />

specifici, consiste nel sollevare il foraggio da terra e ri<strong>di</strong>stribuirlo in modo omogeneo<br />

per favorire una migliore ventilazione ed una sua più rapida ed uniforme essiccazione.


Il rivoltamento va eseguito a breve<br />

<strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tempo dallo sfalcio, quando la parte<br />

superiore dell’erba tagliata inizia ad appassire ed<br />

il terreno rimasto scoperto si è asciugato (foto 8).<br />

Nel primo taglio si può arieggiare il foraggio<br />

me<strong>di</strong>amente dopo 6-8 ore e nel secondo taglio è<br />

possibile anticipare <strong>di</strong> qualche ora.<br />

In questo modo facilitiamo l'ingresso<br />

dell’aria nel cumulo, determiniamo una più<br />

rapida ed omogenea <strong>di</strong>sidratazione dell’erba,<br />

anticipiamo l'arresto dei processi respiratori della<br />

pianta e favoriamo un'altrettanto rapida<br />

asciugatura del terreno sottostante il foraggio.<br />

foto 8<br />

Tutto ciò permetterà <strong>di</strong> ridurre le per<strong>di</strong>te per respirazione che altrimenti<br />

sarebbero rilevanti, a causa della maggiore umi<strong>di</strong>tà presente nello strato <strong>di</strong> foraggio a<br />

contatto con il terreno, ed i tempi <strong>di</strong> permanenza in campo e conseguentemente i rischi<br />

legati alle avversità atmosferiche.<br />

Quando la quantità <strong>di</strong> foraggio è elevata e dopo una pioggia, l'operazione <strong>di</strong><br />

rivoltamento va ripetuta rispettivamente il giorno successivo o dopo che il terreno si è<br />

asciugato sufficientemente da permettere il transito delle trattrici senza che il cotico<br />

erboso si possa danneggiare.<br />

3.7 Ranghinatura<br />

Uno o due giorni dopo aver effettuato lo span<strong>di</strong>mento-rivoltamento si esegue la<br />

ranghinatura con l'utilizzo <strong>di</strong> ranghinatori a girello.<br />

Quando la massa foraggera è voluminosa ed ancora un po’ umida si possono<br />

fare andane piccole ed il giorno dopo si uniscono due andane contigue.<br />

3.8 Pressatura<br />

Il giorno successivo, si procede all'imballatura che può essere fatta anche nei<br />

momenti cal<strong>di</strong> della giornata, in quanto il foraggio non è eccessivamente secco, e<br />

quin<strong>di</strong> fragile, ma <strong>di</strong>sidratato in modo uniforme. Le attrezzature più usate sono la<br />

pressa tra<strong>di</strong>zionale o la rotoimballatrice; la scelta dell’una o dell’altra deriva dal<br />

grado <strong>di</strong> meccanizzazione e dalla <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> manodopera aziendale.<br />

Occorre far presente che le ballette richiedono più manodopera ma consentono<br />

<strong>di</strong> intervenire con una umi<strong>di</strong>tà del foraggio leggermente superiore rispetto alle<br />

rotoballe, riducendo nel contempo così le per<strong>di</strong>te meccaniche ed i tempi <strong>di</strong><br />

permanenza in campo.<br />

In caso <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> pioggia, quando il foraggio, si presenta uniformemente<br />

essiccato anche se non sufficientemente asciutto, si può procedere all'imballatura<br />

lenta ed alla sua raccolta.<br />

3.9 Immagazzinamento


Il foraggio imballato deve essere tolto dal prato il<br />

prima possibile per evitare <strong>di</strong> danneggiare,<br />

successivamente, il ricaccio nei mo<strong>di</strong> già descritti (foto 9)<br />

Le rotoballe o le ballette, quando il foraggio che si<br />

riporta in fienile non è sufficientemente asciutto, al fine<br />

<strong>di</strong> prevenire le per<strong>di</strong>te per fermentazione ed i possibili<br />

fenomeni <strong>di</strong> autocombustione, non devono essere<br />

impilate.<br />

Esse vengono collocate sopra delle grate o dei foto 9<br />

pallets, sollevati 30-50 cm da terra, per permettere, con la ventilazione naturale, il<br />

completamento del processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sidratazione ancora in atto.<br />

Nei casi in cui si dovesse verificare il riscaldamento della rotoballa o della<br />

balletta, si dovrà procedere al taglio o alla loro apertura al fine <strong>di</strong> favorire<br />

l’arieggiamento e quin<strong>di</strong> l’asciugatura.<br />

4. IL CANTIERE DI FIENAGIONE OTTIMIZZATO<br />

Il foraggio necessita <strong>di</strong> molta attenzione e delicatezza e queste devono<br />

necessariamente accompagnarsi ad una estrema rapi<strong>di</strong>tà dell’azione, per contrastare<br />

le “avversità” atmosferiche: l'umi<strong>di</strong>tà e la pioggia.<br />

E’ <strong>di</strong> fondamentale importanza cercare <strong>di</strong> essere più leggeri possibile nel<br />

calpestare un prato <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ca, specie quando il terreno è umido, per evitare il<br />

compattamento che determina una riduzione degli scambi gassosi e<br />

conseguentemente l’attività biocenotica in generale ed in particolare dei<br />

microrganismi che fissano l'azoto contenuto nell'aria atmosferica (rizobi).<br />

Nel sistema tra<strong>di</strong>zionale, la maggior parte delle aziende, organizza il cantiere <strong>di</strong><br />

fienagione, in modo autonomo. Questo, il più delle volte, comporta un non razionale<br />

utilizzo della forza lavoro aziendale ed una eccessiva ma spesso inadeguata<br />

meccanizzazione che esita in costi d'acquisto, d'esercizio e <strong>di</strong> ammortamento, delle<br />

macchine e delle attrezzature, molto onerosi e per estensioni aziendali ridotte. Inoltre<br />

sempre più spesso si verifica che, a fronte <strong>di</strong> una <strong>di</strong>screta meccanizzazione,<br />

coesistano fattori limitanti quali l'insufficiente forza lavoro <strong>di</strong>sponibile.<br />

Il cantiere <strong>di</strong> fienagione ottimizzato può essere attuato con l’utilizzo <strong>di</strong>:<br />

trattorino <strong>di</strong> montagna;<br />

barra falciante portata frontalmente;<br />

girospan<strong>di</strong>voltafieno;<br />

giroranghinatore;<br />

carro raccoglitore;<br />

rotopressa a cuore tenero e pressa per balloni giganti (big baller);<br />

impianto <strong>di</strong> aeressiccazione;<br />

rimorchi e trattori muniti <strong>di</strong> forche e/o pinze per riportare il foraggio in<br />

azienda ed impilarlo nel fienile, se è ben essiccato, o <strong>di</strong>sporlo sopra dei<br />

pallets.


4.1 Modalità operative <strong>di</strong> un cantiere <strong>di</strong> fienagione ottimizzato<br />

Quanti ettari <strong>di</strong> prato si possono sfalciare contemporaneamente?<br />

La quantità da sfalciare deve essere calcolata in funzione delle previsioni<br />

meteorologiche e della <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> risorse umane e meccaniche.<br />

Al fine <strong>di</strong> velocizzare il cantiere <strong>di</strong> fienagione occorre attivarsi, come per<br />

l'insilamento, con un numero maggiore <strong>di</strong> mezzi e persone.<br />

E' necessario che le aziende, specie quelle dotate <strong>di</strong> scarso personale e/o <strong>di</strong><br />

mezzi meccanici inadeguati, si associno per sinergizzare la loro azione; ciò<br />

permetterà <strong>di</strong> utilizzare in modo più razionale le risorse <strong>di</strong>sponibili e <strong>di</strong> produrre<br />

economie. Utile a tale scopo può essere anche il ricorso al contoterzismo.<br />

Lo sfalcio è<br />

preferibile farlo con un<br />

trattorino <strong>di</strong> montagna<br />

che è dotato <strong>di</strong> guida<br />

retroversa, <strong>di</strong> 4 ruote<br />

sterzanti e <strong>di</strong> barra<br />

falciante portata<br />

frontalmente (non<br />

necessitano i giri <strong>di</strong><br />

testata) ed è quin<strong>di</strong><br />

particolarmente adatto<br />

per i prati in coltura<br />

promiscua con le arboree<br />

(foto 10).<br />

Esso permette <strong>di</strong> foto 10<br />

sfalciare, con notevole sicurezza per l’incolumità dell’operatore, oltre 10 ha al giorno,<br />

nelle con<strong>di</strong>zioni più <strong>di</strong>sparate, per la sua grande versatilità.<br />

L’estrema maneggevolezza e sicurezza, permette <strong>di</strong> entrare sul prato per<br />

eseguire operazioni <strong>di</strong> sfalcio, rivoltamento ed andanatura, senza compattare il terreno<br />

e renderlo quin<strong>di</strong> asfittico, anche dopo una pioggia non eccessiva, essendo leggero e<br />

dotato <strong>di</strong> larghi pneumatici.<br />

Come precedentemente scritto, allo sfalcio deve seguire, entro breve tempo un<br />

primo rivoltamento-arieggiamento utilizzando un appropriato span<strong>di</strong>voltafieno e, nei<br />

casi in cui la massa <strong>di</strong> foraggio è voluminosa e/o composta da essenze più <strong>di</strong>fficili da<br />

<strong>di</strong>sidratare, occorre effettuarne un secondo il giorno successivo;<br />

Tale operazione necessita <strong>di</strong> circa 20 minuti/ha, ed è la più importante del<br />

cantiere <strong>di</strong> fienagione, perché:<br />

- anticipa <strong>di</strong> qualche giorno l’imballatura del foraggio, riducendo quin<strong>di</strong> il rischio<br />

meteorologico;<br />

- permette <strong>di</strong> ottenere un foraggio che conserva una colorazione verdastra, perché<br />

meno ossidato e più ricco <strong>di</strong> pigmenti (si presenta <strong>di</strong> colore avana o imbrunito nei<br />

casi in cui aumenta la permanenza in campo e/o prende la pioggia);<br />

- riduce i tempi <strong>di</strong> andanatura e le relative per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> foraggio;


- si ottiene una maggiore quantità <strong>di</strong> sostanza secca dovuta ad un maggior contenuto<br />

<strong>di</strong> sali, <strong>di</strong> caroteni, <strong>di</strong> proteine (13-15 %) e <strong>di</strong> zuccheri (65-70 U.F.) che fanno<br />

incrementare sensibilmente il contenuto energetico (>10% <strong>di</strong> U.F.), il valore<br />

biologico e quello commerciale;<br />

- si riducono le per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> foraggio determinate dalle avversità atmosferiche<br />

(respirazione e lisciviazione) e dall’andanatura ed imballatura, essendo già<br />

sollevato da terra ed asciutto in modo più uniforme;<br />

- si riduce la presenza <strong>di</strong> muffe, terra, sassi ed altro materiale che inquina il<br />

foraggio.<br />

L'andanatura potrà essere effettuata il 3° giorno dopo lo sfalcio ed il giorno<br />

successivo si può procedere all'imballatura.<br />

Nelle annate particolarmente piovose, è possibile procedere alla raccolta <strong>di</strong> una<br />

certa quantità <strong>di</strong> foraggio, non perfettamente asciutto, per stivarlo sfuso nel fienile<br />

che, ad inizio fienagione, è quasi sempre vuoto, essendo le scorte <strong>di</strong> paglia e fieno<br />

ridotte. E' molto importante che il foraggio sia <strong>di</strong>sposto sopra una griglia, sollevata da<br />

terra 40-50 cm, per permettere all'aria <strong>di</strong> penetrare dal basso nel cumulo e favorirne<br />

l'asciugatura.<br />

Successivamente, quando la <strong>di</strong>sidratazione è completata, si può procedere al<br />

suo utilizzo tal quale o ad<strong>di</strong>rittura provare ad imballarlo anche ricorrendo alle big<br />

baller, sempre più usate per la pressatura della paglia dei cereali.<br />

L'utilizzo, in pieno campo, <strong>di</strong> queste presse giganti, è controin<strong>di</strong>cato sia perché<br />

il foraggio, per essere imballato, necessita <strong>di</strong> una umi<strong>di</strong>tà inferiore a quella idonea per<br />

le rotoballe e sia per i maggiori pesi della pressa e della trattrice.<br />

La fasciatura delle rotoballe è una tecnica abbastanza <strong>di</strong>ffusa.<br />

Nell’adottare questa tecnica, è fondamentale procedere prima al rivoltamentoarieggiamento<br />

del foraggio e dopo alla pressatura e successiva fasciatura per ottenere<br />

una massa con una umi<strong>di</strong>tà inferiore al 50% e <strong>di</strong>stribuita in modo uniforme (ve<strong>di</strong><br />

esempi pratici <strong>di</strong> fienagione).<br />

Si ottiene un prodotto qualitativamente migliore, con un contenuto d'acqua<br />

inferiore, che si evidenzia con una rotoballa che conserva la forma cilindrica originale<br />

e contemporaneamente si ha una riduzione del consumo <strong>di</strong> plastica.<br />

Le controin<strong>di</strong>cazioni derivano dalla necessità <strong>di</strong> smaltire la plastica, dal peso<br />

ragguardevole della rotoballa che sommata a quella dell’imballatrice, oltre a favorire<br />

la costipazione del terreno, può essere causa <strong>di</strong> incidenti in terreni molto acclivi, e<br />

dall’usura della pressa che è sottoposta a maggiori sollecitazioni.<br />

Anche con questi sistemi alternativi è fondamentale che le aziende collaborino<br />

tra <strong>di</strong> loro per poter abbattere i vari costi (d’acquisto, <strong>di</strong> esercizio e <strong>di</strong> ammortamento)<br />

e per un’azione rapida ed incisiva che determina l’ottenimento <strong>di</strong> un foraggio <strong>di</strong><br />

elevata <strong>qualità</strong> ed agevola il ricaccio prativo.<br />

La tecnica <strong>di</strong> fienagione da utilizzare per il 2° sfalcio e abbastanza simile a quella del<br />

primo; è comunque sufficiente un solo rivoltamento ed i tempi <strong>di</strong> asciugatura si<br />

riducono.


Il 3° sfalcio necessita <strong>di</strong> maggiore cura e tempismo, perché l'erba me<strong>di</strong>ca è<br />

prevalente e facendo più caldo si <strong>di</strong>sidrata prima ed aumenta il rischio <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta delle<br />

parti più nobili della pianta (foglioline).<br />

La tecnica consigliata consiste nel <strong>di</strong>sporre il foraggio in piccole andane, a<br />

<strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> qualche ora dallo sfalcio quando l’erba inizia ad appassire. Il momento<br />

ottimale varia in funzione della quantità <strong>di</strong> erba e del grado <strong>di</strong> insolazione.<br />

Il giorno successivo si riuniranno due andane vicine e dopo 24 ore si procederà<br />

alla imballatura.<br />

Se durante la fienagione le previsioni meteo in<strong>di</strong>cano l'arrivo <strong>di</strong> una<br />

perturbazione, conviene ricorrere a sistemi alternativi quali:<br />

la raccolta del foraggio sfuso con il carro autocaricante;<br />

la fasciatura delle rotoballe;<br />

l'aeressiccazione (ve<strong>di</strong> il capitolo 6).<br />

L’utilizzo del carro autocaricante è andato sempre più in <strong>di</strong>suso a tal punto che<br />

in Italia è <strong>di</strong>fficile trovare una <strong>di</strong>tta che ancora li produca.<br />

Anche se so <strong>di</strong> andare in controtendenza, sono convinto che l’utilizzo <strong>di</strong> questo<br />

attrezzo vada riscoperto per attuare l’alimentazione dei ruminanti con foraggio<br />

appassito, per raccolte da effettuare nei momenti critici (ve<strong>di</strong> gli esempi pratici <strong>di</strong><br />

fienagione) e quando c’è da riportare in azienda piccole quantità <strong>di</strong> foraggio <strong>di</strong><br />

elevato valore nutrizionale, molto foglioso e fragile (3° e 4° sfalcio <strong>di</strong> prato <strong>di</strong><br />

me<strong>di</strong>ca).<br />

Il quarto sfalcio (sfalcio autunnale) è caratterizzato da una riduzione qualiquantitativa<br />

del grado <strong>di</strong> insolazione (<strong>di</strong>minuzione delle temperature, aumento del<br />

tasso <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà dell'aria e delle avversità atmosferiche).<br />

4.2 Vantaggi <strong>di</strong> un cantiere <strong>di</strong> fienagione ottimizzato<br />

Quanta Produzione Lorda Ven<strong>di</strong>bile (P.L.V.) si può ottenere da 1 ettaro (Ha) <strong>di</strong><br />

prato con i 2 sistemi a confronto?<br />

Un ettaro <strong>di</strong> prato <strong>di</strong> collina, produce dai 70 ai 100 quintali <strong>di</strong> fieno (circa il<br />

50% si ottiene con il primo taglio), corrispondenti a 20-25 rotoballe del peso <strong>di</strong> q. 3,5<br />

- 4.<br />

Utilizzando il metodo tra<strong>di</strong>zionale, la produzione energetica totale varia da<br />

3850 a 5500 U.F./Ha (in me<strong>di</strong>a si ottengono 55 U.F./q.).<br />

Il valore commerciale <strong>di</strong> una rotoballa <strong>di</strong> fieno varia ogni anno in funzione<br />

della <strong>qualità</strong> e della quantità <strong>di</strong>sponibile. Me<strong>di</strong>amente è <strong>di</strong> € 45 (€ 0.23/U.F.) circa,<br />

pari ad una Produzione Lorda Ven<strong>di</strong>bile (P.L.V.) <strong>di</strong> € 900-1300/Ha.<br />

In realtà, con un foraggio ottenuto praticando razionali tecniche <strong>di</strong> fienagione,<br />

si possono ottenere circa 700 - 1000 U.F. in più, con un incremento <strong>di</strong> valore <strong>di</strong> 160-<br />

230 €/Ha (quasi € 10 per rotoballa), per il maggiore contenuto energetico, proteico,<br />

minerale e vitaminico.<br />

Se poi questi valori li moltiplichiamo per il numero <strong>di</strong> ettari coltivati a prato <strong>di</strong><br />

me<strong>di</strong>ca nella regione <strong>Abruzzo</strong> (circa 50.000 Ha), escludendo quin<strong>di</strong> le altre<br />

produzioni foraggere, ottenute dallo sfalcio <strong>di</strong> prati <strong>di</strong> graminacee, ci si rende<br />

facilmente conto della grandezza della P.L.V. prodotta e quin<strong>di</strong> della maggiore


icchezza che è possibile realizzare in un determinato territorio (fino a €<br />

10.000.000,00), utilizzando soluzioni manageriali più idonee.<br />

Al contrario, quando il colore<br />

del fieno vira dal verde al brunastro,<br />

il suo valore nutritivo ed economico<br />

si riduce a tal punto da essere spesso<br />

inferiore a quello <strong>di</strong> una buona<br />

paglia (foto 11).<br />

Il valore commerciale <strong>di</strong> un<br />

buon foraggio <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ca aumenta in<br />

maniera considerevole, anche se è<br />

<strong>di</strong>fficilmente quantificabile, quando<br />

viene reimpiegato nell’azienda<br />

zootecnica, sia essa da latte che da<br />

carne, per i benefici che apporta sia<br />

agli animali che agronomici.<br />

In particolar modo nei ruminanti, foto 11<br />

un buon fieno <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ca è fondamentale:<br />

per l’apporto <strong>di</strong> fibra nella razione che favorisce la ruminazione e quin<strong>di</strong><br />

l'insalivazione con il relativo effetto tampone del pH dei prestomaci;<br />

perché costituisce una importante fonte proteica aziendale caratterizzata da<br />

un <strong>di</strong>screto grado <strong>di</strong> by-passabilità ruminale;<br />

perché favorisce un miglior rapporto fibra-concentrato in quanto, con<br />

l’aumento del contenuto energetico, è possibile somministrare più foraggio<br />

e ridurre nel contempo la quota <strong>di</strong> concentrati;<br />

perché migliora la <strong>qualità</strong> organolettica della carne e del latte che viene<br />

arricchita dalle sostanze “nobili” in esso contenute;<br />

nelle aziende che vogliono realizzare l’allevamento biologico, in quanto<br />

determina una minore <strong>di</strong>pendenza dell’azienda dalla fornitura esterna <strong>di</strong><br />

mangimi e nuclei proteici e perché permette <strong>di</strong> concentrare maggiormente le<br />

razioni alimentari degli animali più produttivi (aumento delle U.F. per Kg <strong>di</strong><br />

S.S.).<br />

La somministrazione <strong>di</strong> 8 Kg <strong>di</strong> un ottimo foraggio <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ca riesce a coprire i<br />

fabbisogni <strong>di</strong> mantenimento <strong>di</strong> una vacca <strong>di</strong> 6.5-7 q. <strong>di</strong> peso vivo. Quando il suo<br />

contenuto proteico supera i valori del 15% è possibile sod<strong>di</strong>sfare, per la quasi totalità,<br />

i fabbisogni in proteina <strong>di</strong> un vitellone marchigiano all’ingrasso o <strong>di</strong> una vacca a fine<br />

lattazione o con una produzione lattea non elevata.<br />

5. IL SISTEMA FORAGGERO VERDE<br />

La <strong>qualità</strong> degli alimenti ed i benefici che essi apportano nella razione sono<br />

<strong>di</strong>rettamente correlati alla loro freschezza ed al loro corretto utilizzo oltre che alle<br />

modalità <strong>di</strong> raccolta e conservazione.


Il ricorso al pascolamento del sottobosco, degli incolti, degli erbai, dei prati e<br />

dei pascoli e l’utilizzo fresco <strong>di</strong> erbai o <strong>di</strong> foraggi appassiti permettono <strong>di</strong> allargare la<br />

base foraggera, <strong>di</strong> ottenere alimenti con elevatissime <strong>qualità</strong> nutrizionali ed<br />

organolettiche e <strong>di</strong> ridurre l’approvvigionamento dall’esterno <strong>di</strong> mangimi e <strong>di</strong> nuclei<br />

proteico-mineral-vitaminici.<br />

5.1 Il pascolamento<br />

Il pascolamento oltre ad essere praticato da chi attua l’allevamento brado e<br />

semibrado è possibile realizzarlo in presenza <strong>di</strong> strutture <strong>di</strong> allevamento che attuano<br />

la stabulazione libera e sono <strong>di</strong>sposte in modo tale da permettere un accesso facilitato<br />

degli animali ai recinti <strong>di</strong> pascolo.<br />

Il pascolamento del sottobosco, degli incolti e dei pascoli può essere realizzato<br />

nell’arco dell’intero anno, fatti salvo i vincoli specifici, e oltre a produrre indubbi<br />

benefici agronomici, favorisce anche la salvaguar<strong>di</strong>a ambientale dagli incen<strong>di</strong>. Inoltre<br />

l’animale può alimentarsi con <strong>di</strong>fferenti essenze vegetali che oltre ad arricchire e<br />

<strong>di</strong>versificare la <strong>di</strong>eta, permettono l’ottenimento <strong>di</strong> prodotti caseari <strong>di</strong> nicchia perché<br />

limitati nel tempo e soprattutto nella quantità ma <strong>di</strong> elevata <strong>qualità</strong>.<br />

Il pascolamento degli erbai si associa a specifiche pratiche agronomiche che<br />

l’azienda deve porre in atto durante l’arco dell’anno per ottenere foraggio verde nelle<br />

<strong>di</strong>verse stagioni.<br />

La <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> erbai estivoautunnali<br />

è possibile con il metodo<br />

descritto al punto 3.1 che a fronte <strong>di</strong> un<br />

impegno modesto <strong>di</strong> mezzi tecnici può,<br />

nelle annate non particolarmente<br />

siccitose, produrre <strong>di</strong>screte quantità <strong>di</strong><br />

ottimo foraggio derivante dalla<br />

germinazione dei semi presenti nel<br />

terreno ed in particolare <strong>di</strong> quelli prodotti<br />

dalle colture precedenti (foto 12: ricaccio<br />

autunnale <strong>di</strong> miscuglio <strong>di</strong> avena, veccia e<br />

pisello).<br />

Per aumentare la quantità <strong>di</strong> foraggio foto 12<br />

ed ottenere erbai misti è possibile anche la<br />

<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> piccole quantità <strong>di</strong> semi <strong>di</strong> leguminose (trifogli, ecc.. ) e graminacee.<br />

Gli erbai vernini sono <strong>di</strong> più facile ottenimento in quanto è possibile sfruttare le<br />

colture cerealicole in atto.<br />

La semina del cereale viene anticipata <strong>di</strong> qualche settimana e, nelle annate<br />

favorevoli, una volta che la piantina è ben ra<strong>di</strong>cata e sviluppata, è possibile attuare un<br />

primo pascolamento già a fine autunno inizio inverno prestando però molta<br />

attenzione a non danneggiare l’apparato ra<strong>di</strong>cale con una permanenza eccessiva degli<br />

animali.<br />

A fine inverno il cotico erboso si presenterà più accestito e rigoglioso e quin<strong>di</strong><br />

si potrà continuare con il pascolamento fino ai primi <strong>di</strong> marzo quando inizierà la fase


<strong>di</strong> levata. Ciò, oltre a favorire un maggior accestimento delle piantine, una riduzione<br />

delle infestanti ed una concimazione organica, determinerà l’ottenimento <strong>di</strong> cereali<br />

con steli più corti e quin<strong>di</strong> meno soggetti all’allettamento.<br />

Il pascolamento dei prati interessa maggiormente quelli <strong>di</strong> erba me<strong>di</strong>ca.<br />

Esso può sostituire lo sfalcio del 3° e 4° taglio (foto 13) quando la quantità è<br />

modesta e, quando il terreno è asciutto, può proseguire fino agli inizi <strong>di</strong> aprile,<br />

quando inizia la fase della levata delle leguminose.<br />

In particolare, prolungando il<br />

pascolamento nei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> marzo – prima<br />

decade <strong>di</strong> aprile, si determina uno<br />

spostamento in avanti dello sfalcio del 1°<br />

taglio che sarà così meno soggetto alle<br />

intemperie, limiterà la presenza delle<br />

infestanti (graminacee, ecc.. ) e ridurrà<br />

notevolmente la possibilità <strong>di</strong> molte <strong>di</strong> esse<br />

<strong>di</strong> produrre seme e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> autoriseminarsi.<br />

Si otterrà un primo taglio con minore<br />

massa foraggera ma più facile d’affienare ed<br />

anche più ricco <strong>di</strong> leguminose: minore quantità foto 13<br />

(solo nel primo taglio) ma maggiore <strong>qualità</strong>.<br />

5.2 L’utilizzo degli erbai<br />

L’alimentazione verde in stalla è possibile attuarla sia con l’utilizzo <strong>di</strong> foraggio<br />

appassito raccolto con il carro autocaricante e sia con il taglio <strong>di</strong> erbai.<br />

Come già detto al punto 4.1, l’utilizzo in forma associata <strong>di</strong> un carro<br />

raccoglitore permette la raccolta <strong>di</strong> foraggio <strong>di</strong> elevate <strong>qualità</strong> che potrebbe essere<br />

inserito in buona percentuale nelle razioni alimentari <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse aziende durante tutto<br />

il periodo della fienagione.<br />

L’utilizzo fresco <strong>di</strong> erbai è invece una pratica che, molto <strong>di</strong>ffusa nei decenni<br />

passati, è andata sempre più riducendosi con il <strong>di</strong>ffondersi dell’insilamento, che oltre<br />

a permettere l’ottenimento <strong>di</strong> rilevanti masse <strong>di</strong> foraggio in breve tempo, ha anche<br />

ridotto il fabbisogno <strong>di</strong> manodopera.<br />

Oggi potrebbe essere riscoperta l’importanza <strong>di</strong> questi erbai (fava, mais, sorgo,<br />

ecc..) realizzando però cantieri associati che permettono un loro utilizzo <strong>di</strong>lazionato<br />

nel tempo. Ciò è possibile seminando varietà con scalarità <strong>di</strong> maturazione e su<br />

appezzamenti <strong>di</strong> terreno a <strong>di</strong>fferente esposizione.<br />

.<br />

6. LA FIENAGIONE IN DUE TEMPI<br />

La fienagione in due tempi consiste nella raccolta del foraggio, sfuso o<br />

imballato, con un contenuto <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà inferiore al 55%, e nella sua successiva<br />

ventilazione in un impianto <strong>di</strong> aeressiccazione per ridurre il contenuto <strong>di</strong> acqua al 15<br />

– 20% e permetterne la conservazione in fienile.


I vantaggi dell’essiccazione artificiale, rispetto alla fienagione tra<strong>di</strong>zionale,<br />

derivano dalla:<br />

riduzione dei rischi meteorologici a carico del foraggio e quin<strong>di</strong> delle per<strong>di</strong>te per<br />

respirazione, meccaniche, lisciviazione e fermentazione che avvengono in campo<br />

e nel fienile;<br />

maggiore <strong>qualità</strong> dei fieni che presentano valori nutritivi me<strong>di</strong> <strong>di</strong> 0,80 Unità<br />

Foraggere Latte (U.F.L)./Kg. <strong>di</strong> S.S. <strong>di</strong> un foraggio appena sfalciato, perché si<br />

accelerano i processi <strong>di</strong> evaporazione dell’acqua con conseguenti minori per<strong>di</strong>te<br />

per respirazione e tassi proteici superiori;<br />

maggiore produzione <strong>di</strong> sostanza secca determinata dalle minori per<strong>di</strong>te <strong>di</strong><br />

foraggio;<br />

scomparsa dei processi <strong>di</strong> fermentazione all’interno della massa <strong>di</strong> foraggio perché<br />

inibita dalla ventilazione continua;<br />

ridotta compattazione del terreno derivante dal minor numero <strong>di</strong> interventi<br />

meccanici.<br />

6.1 La tecnica <strong>di</strong> aeressiccazione<br />

La ventilazione artificiale è fatta con aria ambiente o riscaldata essendo la<br />

capacità <strong>di</strong> evaporazione <strong>di</strong>rettamente correlata alla temperatura ed alla umi<strong>di</strong>tà<br />

relativa contenuta.<br />

Essa è tanto maggiore quanto più elevata è la temperatura e minore l’umi<strong>di</strong>tà<br />

relativa; quin<strong>di</strong> per consentire una più rapida essiccazione (2-3 giorni al massimo), al<br />

fine <strong>di</strong> evitare i processi fermentativi, è necessario procedere al riscaldamento<br />

dell’aria da insufflare <strong>di</strong> alcuni gra<strong>di</strong>.<br />

La ventilazione deve essere continua fintanto che il foraggio non raggiunge il<br />

25–30% <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà, poi può essere interrotta (ad esempio durante la notte) per brevi<br />

intervalli (3–6 ore) previo controllo della temperatura del foraggio.<br />

L’essiccazione artificiale dà i migliori risultati con le leguminose che vanno<br />

imballate con umi<strong>di</strong>tà non inferiore al 40%, per ridurre le per<strong>di</strong>te in campo.<br />

Il termine dell’essiccazione è stabilito misurando l’umi<strong>di</strong>tà del foraggio e<br />

quella dell’aria in uscita dal cumulo. Quando quest’ultima scende sotto il 70 -75% è<br />

possibile procedere con un altro carico, mentre quando è vicina a quella dell’aria in<br />

entrata è possibile sospendere la ventilazione.<br />

Un prerequisito essenziale dell'aeressiccazione è il rivoltamento-span<strong>di</strong>mento<br />

del foraggio, al fine <strong>di</strong> ottenere un cumulo o una rotoballa con una umi<strong>di</strong>tà della<br />

massa <strong>di</strong>stribuita in modo uniforme e con il minor contenuto possibile <strong>di</strong> acqua<br />

libera. Così facendo si impe<strong>di</strong>sce la formazione <strong>di</strong> camini d'aria (parti <strong>di</strong> foraggio<br />

compattato, intercalate ad altre con minore densità) che, oltre a determinare un<br />

maggior <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o energetico, allungano i tempi <strong>di</strong> essiccazione e, in particolari casi,<br />

possono impe<strong>di</strong>re l'asciugatura completa del foraggio.<br />

6.2 Gli impianti


L’aeressiccazione può essere realizzata con impianti <strong>di</strong> essiccazione che<br />

prevedono l’utilizzo <strong>di</strong> collettori solari, <strong>di</strong> celle <strong>di</strong> essiccazione, <strong>di</strong> torri da fieno o <strong>di</strong><br />

platee mo<strong>di</strong>ficate per rotoballe.<br />

Gli impianti realizzati con collettori solari prevedono l’utilizzo come superficie<br />

assorbente dei tetti dei fienili esistenti che vengono anneriti e, sovrapposti a loro,<br />

viene messa una copertura trasparente.<br />

L’aria, che entra dal fronte dell’intercape<strong>di</strong>ne esposto a sud (più caldo), è<br />

convogliata con i collettori me<strong>di</strong>ante uno o più ventilatori sotto il grigliato, sul quale<br />

viene ammassato il foraggio sfuso che quin<strong>di</strong> viene essiccato dall’aria calda che sale<br />

per convezione naturale.<br />

Il prodotto da aeressiccare sfuso viene raccolto con carro autocaricante e<br />

sistemato nel fienile in modo <strong>di</strong>scontinuo (0,5–1 mt. alla volta) sino a raggiungere<br />

altezze massime <strong>di</strong> 6–7 metri.<br />

L’impiego <strong>di</strong> energia solare con sistemi semplici permette <strong>di</strong> limitare i costi <strong>di</strong><br />

essiccazione.<br />

Gli impianti realizzati con una o più celle <strong>di</strong> essiccazione, sono costituiti da un<br />

grigliato rialzato da terra alcune decine <strong>di</strong> centimetri, al <strong>di</strong> sotto del quale è<br />

convogliata l'aria, da pareti laterali e da camini <strong>di</strong> adduzione dell’aria.<br />

L’impianto è composto da un ventilatore, da un generatore d’aria calda e da un<br />

deumi<strong>di</strong>ficatore.<br />

Il ventilatore è quasi sempre <strong>di</strong> tipo centrifugo mentre il generatore <strong>di</strong> aria<br />

calda è raccomandabile con scambiatore: (a fiamma in<strong>di</strong>retta) ed il deumi<strong>di</strong>ficatore<br />

con pompa <strong>di</strong> calore aria-aria.<br />

Il ventilatore è azionato per l’intero<br />

ciclo, mentre i generatori <strong>di</strong> aria calda e i<br />

deumi<strong>di</strong>ficatori possono essere inseriti o<br />

<strong>di</strong>sinseriti in funzione delle con<strong>di</strong>zioni<br />

ambientali e del foraggio.<br />

Le torri da fieno sono una versione<br />

semplificata e meno costosa dei precedenti;<br />

sono prive <strong>di</strong> pareti laterali ed attrezzate solo<br />

con una copertura conica sollevabile su tre<br />

pilastri metallici. Esse sono praticamente<br />

cadute in <strong>di</strong>suso per la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong><br />

meccanizzare ed utilizzare il foraggio sfuso.<br />

Gli impianti, che prevedono l’utilizzo Foto 14<br />

delle platee mo<strong>di</strong>ficate per rotoballe (foto 14), sono ampiamente sperimentati ed<br />

utilizzati in molte realtà aziendali, specie del Nord Italia, e ne esistono in commercio<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi tipi.<br />

Questo tipo <strong>di</strong> impianto ha sostituito gli altri, perché si sposa facilmente con le<br />

attrezzature utilizzate per le rotoballe, che sono già in dotazione della maggior parte<br />

delle aziende.


Le platee in cemento o struttura<br />

metallica sono caratterizzate da un numero<br />

variabile <strong>di</strong> fori, in corrispondenza dei quali<br />

sono collocate le rotoballe (foto 15).<br />

L'aria, che può essere anche riscaldata,<br />

viene insufflata sotto la platea e fuoriuscendo,<br />

attraverso la rotoballa, sottrae l'umi<strong>di</strong>tà in essa<br />

contenuta, <strong>di</strong>sidratandola.<br />

L’impianto, è costituito da:<br />

- platee realizzate con piastre modulari foto 15<br />

dotate <strong>di</strong> un foro centrale in corrispondenza del quale viene posta la balla <strong>di</strong><br />

essiccare. Esse hanno una <strong>di</strong>mensione pari a 2 x 2 metri, mentre i fori hanno un<br />

<strong>di</strong>ametro variale in relazione alla grandezza delle rotoballe;<br />

- un ventilatore per insufflare aria, tramite un condotto sotto la platea;<br />

- un generatore <strong>di</strong> calore completo <strong>di</strong> scambiatore, bruciatore e centralina<br />

igrometrica per accensione e spegnimento automatico al variare dell’umi<strong>di</strong>tà<br />

ambientale;<br />

- un motore <strong>di</strong>esel raffreddato ad aria che può essere pre<strong>di</strong>sposto quale<br />

cogeneratore per produrre calore utilizzabile per il riscaldamento dell’aria<br />

impiegata nell’essiccazione.<br />

7. ESEMPI PRATICI DI FIENAGIONE<br />

In sintesi, le possibili modalità <strong>di</strong> fienagione possono essere le seguenti:<br />

7.1 Primo sfalcio<br />

- giorno 0: sfalcio;<br />

- dopo 6-8 ore: 1° rivoltamento-span<strong>di</strong>mento;<br />

- giorno 1: 2° rivoltamento-span<strong>di</strong>mento (con molto foraggio e con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

tempo stabile);<br />

se è prevista pioggia…..<br />

andanatura, pressatura e fasciatura rotoballe;<br />

oppure<br />

andanatura, pressatura ed aeressiccazione rotoballe;<br />

oppure


andanatura e raccolta con carro autocaricante del foraggio<br />

appassito per il suo utilizzo entro breve tempo nella razione<br />

alimentare;<br />

- giorno 2: andanatura del fieno in piccole andane;<br />

se è prevista pioggia…..<br />

andanatura e raccolta con carro autocaricante del foraggio<br />

appassito per il suo utilizzo nella razione alimentare o per stivarlo<br />

sfuso in fienile ed eventualmente imballarlo nei giorni successivi;<br />

oppure<br />

andanatura, pressatura e fasciatura rotoballe;<br />

oppure<br />

andanatura, pressatura ed aeressiccazione rotoballe;<br />

- giorno 3: andanatura del fieno con formazione <strong>di</strong> andane più gran<strong>di</strong><br />

(vengono unite due andane );<br />

se è prevista pioggia…..<br />

andanatura, pressatura ed aeressiccazione rotoballe;<br />

oppure<br />

andanatura e pressatura lenta;<br />

- giorno 4 pressatura normale.<br />

7.2 Secondo sfalcio<br />

- giorno 0 sfalcio;<br />

- dopo 4-6 ore 1° rivoltamento-span<strong>di</strong>mento;<br />

- giorno 1: 2° rivoltamento-span<strong>di</strong>mento (con molto foraggio e con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

tempo stabile);


se è prevista pioggia…..<br />

- giorno 2: andanatura;<br />

andanatura, pressatura e fasciatura rotoballe;<br />

oppure<br />

andanatura, pressatura ed aeressiccazione rotoballe;<br />

oppure<br />

andanatura e raccolta con carro autocaricante del foraggio<br />

appassito per l'utilizzo entro breve tempo nella razione<br />

alimentare;<br />

se è prevista pioggia…..<br />

andanatura, pressatura ed aeressiccazione rotoballe;<br />

oppure<br />

andanatura e raccolta con carro autocaricante del foraggio<br />

appassito per il suo utilizzo nella razione alimentare o per stivarlo<br />

sfuso in fienile ed eventualmente imballarlo nei giorni successivi;<br />

oppure<br />

andanatura, pressatura e fasciatura rotoballe;<br />

- giorno 3 pressatura normale;<br />

se è prevista pioggia ed il foraggio non è sufficientemente<br />

asciutto<br />

pressatura lenta e stivaggio del fieno su grate e/o pallets;<br />

oppure<br />

pressatura ed aeressiccazione rotoballe;<br />

oppure


accolta con carro autocaricante del foraggio appassito per il suo<br />

utilizzo nella razione alimentare o per stivarlo sfuso in fienile ed<br />

eventualmente imballarlo nei giorni successivi;<br />

oppure<br />

pressatura e fasciatura rotoballe;<br />

- giorno 4 pressatura normale.<br />

7.3 Terzo sfalcio<br />

- giorno 0 sfalcio;<br />

- dopo 3-5 ore rivoltamento-span<strong>di</strong>mento (solo in presenza <strong>di</strong> molto foraggio e<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> tempo stabile);<br />

- giorno 1 andanatura del fieno in piccole andane (questa e le successive<br />

operazioni potranno essere anticipate in presenza <strong>di</strong> ridotte<br />

quantità <strong>di</strong> foraggio);<br />

se è prevista pioggia…..<br />

andanatura e raccolta con carro autocaricante del foraggio<br />

appassito per il suo utilizzo nella razione alimentare o per stivarlo<br />

sfuso in fienile ed eventualmente imballarlo nei giorni successivi;<br />

oppure<br />

andanatura, pressatura e fasciatura rotoballe;<br />

oppure<br />

andanatura, pressatura ed aeressiccazione rotoballe;<br />

- giorno 2 andanatura del fieno con formazione <strong>di</strong> andane più gran<strong>di</strong><br />

(vengono unite due andane);<br />

se è prevista pioggia…..


accolta con carro autocaricante del foraggio appassito per<br />

stivarlo sfuso in fienile o per imballarlo nei giorni successivi;<br />

oppure<br />

andanatura, pressatura ed aeressiccazione rotoballe;<br />

oppure<br />

andanatura, pressatura lenta e stivaggio del fieno su grate e/o<br />

pallets;<br />

- giorno 3: pressatura normale.<br />

7.4 Sfalcio autunnale<br />

- giorno 0 sfalcio;<br />

- giorno 1 andanatura del fieno in piccole andane;<br />

se è prevista pioggia…..<br />

andanatura, pressatura e fasciatura rotoballe;<br />

oppure<br />

andanatura,, pressatura ed aeressiccazione rotoballe;<br />

oppure<br />

andanatura e raccolta con carro autocaricante del foraggio<br />

appassito per l'utilizzo entro breve tempo;<br />

- giorno 2 andanatura del fieno con formazione <strong>di</strong> andane più gran<strong>di</strong><br />

(vengono unite due andane);<br />

se è prevista pioggia…..<br />

andanatura, pressatura e fasciatura rotoballe;


oppure<br />

andanatura, pressatura ed aeressiccazione rotoballe;<br />

oppure<br />

andanatura e raccolta con carro autocaricante del foraggio<br />

appassito per il suo utilizzo nella razione alimentare o per stivarlo<br />

sfuso in fienile ed eventualmente imballarlo nei giorni successivi;<br />

- giorno 3: pressatura normale;<br />

se è prevista pioggia ed il foraggio non è sufficientemente<br />

asciutto<br />

pressatura lenta e stivaggio del fieno su grate e/o pallets;<br />

oppure<br />

pressatura ed aeressiccazione rotoballe;<br />

oppure<br />

raccolta con carro autocaricante del foraggio appassito per il suo<br />

utilizzo nella razione alimentare o per stivarlo sfuso in fienile ed<br />

eventualmente imballarlo nei giorni successivi;<br />

oppure<br />

pressatura e fasciatura rotoballe;<br />

- giorno 4 pressatura normale.<br />

8. CONCLUSIONI<br />

Le avverse con<strong>di</strong>zioni atmosferiche, concomitanti al periodo della fienagione,<br />

oltre a prolungare la permanenza del foraggio sfalciato, andanato o imballato in<br />

campo, a ritardare e danneggiare il ricaccio prativo del cotico erboso e a ridurre la<br />

durata del me<strong>di</strong>caio, possono determinare la per<strong>di</strong>ta totale del prodotto.<br />

Quin<strong>di</strong>, riepilogando, per la corretta gestione del cantiere <strong>di</strong> fienagione occorre:


A) collaborare con altre aziende per velocizzare le operazioni <strong>di</strong> fienagione ed<br />

utilizzare in modo più razionale le risorse umane ed i mezzi meccanici oppure<br />

favorire la costituzione <strong>di</strong> squadre <strong>di</strong> operatori contoterzisti;<br />

B) dotarsi <strong>di</strong> attrezzature idonee (ad esempio: trattorino <strong>di</strong> montagna, voltafieno,<br />

andanatore, carro raccoglitore, rotopressa, fasciatore <strong>di</strong> rotoballe, impianto <strong>di</strong><br />

aeressiccazione, motosega per rotoballe, trattori muniti <strong>di</strong> forche e pinze, rimorchi,<br />

grate o pallets);<br />

C) sfalciare un numero <strong>di</strong> ettari <strong>di</strong> prato in funzione delle previsioni meteorologiche e<br />

del sistema pre<strong>di</strong>sposto;<br />

D) adottare le <strong>di</strong>fferenti tecniche <strong>di</strong> fienagione proposte in funzione delle variabili<br />

(agronomiche, meteorologiche, ecc…) e dell’organizzazione del management<br />

aziendale.<br />

---------------------------------<br />

In conclusione, per attuare una<br />

foraggicoltura <strong>di</strong> <strong>qualità</strong>, è <strong>di</strong> fondamentale<br />

importanza adottare tutte quelle pratiche<br />

agronomiche che permettono <strong>di</strong> maneggiare il<br />

fieno con estrema cura, restando il più<br />

possibile leggeri sul terreno, per non<br />

danneggiare il cotico erboso (foto 16).<br />

foto 16


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