un campo di concentramento e la carita - Associazione culturale ...
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Un <strong>campo</strong> <strong>di</strong> <strong>concentramento</strong> per internati civili<br />
sloveni e croati in Chiesanuova <strong>di</strong> Padova<br />
La storia dell'occupazione fascista del<strong>la</strong> Jugos<strong>la</strong>via rimane avvolta da<br />
silenzi e rimozioni. Le poche opere reperibili nel<strong>la</strong> storiografia italiana<br />
sulle guerre <strong>di</strong> aggressione fasciste trattano nel modo peggiore <strong>la</strong> deportazione<br />
e l'internamento dei civili quando non li passano del tutto sotto<br />
silenzio, salvo recenti pubblicazioni <strong>di</strong> A. Kersevan, C.S . Capogreco, T.<br />
Ferenc, D. Rodogno, D. Conti, F. Scattolin, M. Trinca, A. Manesso.<br />
In Jugos<strong>la</strong>via il soldato italiano" oltre che quello del normale combattente,<br />
ha svolto anche il ruolo dell'aguzzino facendo ricorso non <strong>di</strong> rado a<br />
meto<strong>di</strong> tipicamente nazisti quali l'incen<strong>di</strong>o dei vil<strong>la</strong>ggi, <strong>la</strong> fuci<strong>la</strong>zione <strong>di</strong><br />
ostaggi e <strong>la</strong> deportazione in massa <strong>di</strong> civili in campi <strong>di</strong> <strong>concentramento</strong>.<br />
Non c'è dubbio che <strong>la</strong> mancanza <strong>di</strong> <strong>un</strong>a "Norimberga italiana" sia stata<br />
determinante nel far sì che le nostre responsabilità restassero estranee<br />
al nostro bagaglio <strong>culturale</strong> e in buona parte al <strong>campo</strong> del<strong>la</strong> storiografia<br />
nazionale. Più <strong>di</strong> 800 italiani, tra civili e militari, sono stati den<strong>un</strong>ciati<br />
per crimini <strong>di</strong> guerra commessi durante <strong>la</strong> seconda guerra mon<strong>di</strong>ale, al<strong>la</strong><br />
World Crimes Commission del<strong>la</strong> Società delle Nazioni Unite. Se c'è <strong>un</strong>a<br />
questione <strong>di</strong> cui <strong>la</strong> Repubblica deve farsi carico, è il non aver mai fatto<br />
entrare nel<strong>la</strong> propria memoria collettiva i crimini <strong>di</strong> guerra <strong>di</strong> cui l'Italia<br />
monarchico-fascista si è macchiata in Jugos<strong>la</strong>via, e il non aver mai processato<br />
alti ufficiali e gerarchi del regime fascista che emanarono or<strong>di</strong>ni<br />
criminali <strong>di</strong> rappresaglia contro <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione civile. (Dichiarazione-appello,<br />
marzo 1998, <strong>di</strong> 400 storici e non addetti ai <strong>la</strong>vori italiani in seguito<br />
all'incontro a Trieste tra Luciano Vio<strong>la</strong>nte e Gianfranco Fini, 14 marzo<br />
1998.)<br />
Il comportamento duramente repressivo delle truppe italiane in Jugos<strong>la</strong>via<br />
non può essere compreso pienamente se non considerando <strong>la</strong> ventennale<br />
politica <strong>di</strong> violenza messa in atto dal "fascismo <strong>di</strong> frontiera" nei<br />
confronti <strong>di</strong> Sloveni e Croati in Italia (circa 500.000 persone); fu sempre<br />
vio<strong>la</strong>ta infatti <strong>la</strong> loro minima <strong>di</strong>gnità <strong>culturale</strong> tanto che lo storico triestino<br />
Elio Apih ha definito questa politica "genoci<strong>di</strong>o <strong>culturale</strong>".<br />
Proprio nei provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> snazionalizzazione, <strong>di</strong>spersione e confino<br />
che avevano colpito duramente gli "allogeni s<strong>la</strong>vi" del<strong>la</strong> Venezia Giulia<br />
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