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Tempo e predicazione nella sintassi delle frasi copulari (tesi di laurea)

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propriamente formale o meno; in ogni caso, mi è sembrato<br />

utile prendere in considerazione tre ambiti teorici<br />

<strong>di</strong>fferenti che, pur con qualche <strong>di</strong>stinzione, rientrano<br />

nel concetto <strong>di</strong> grammatica formale: la grammatica<br />

funzionale <strong>di</strong> Dik, la grammatica <strong>di</strong> Montague e la grammatica<br />

generativa <strong>di</strong> Chomsky.<br />

Il motivo principale per cui ritengo che questi tre<br />

ambiti teorici possano essere utili per un'indagine sul<br />

verbo ESSERE è che fanno perno su una particolare utilizzazione<br />

della nozione <strong>di</strong> sistema.<br />

La novità in senso linguistico dell'uso della nozione<br />

<strong>di</strong> sistema nelle grammatiche formali, rispetto<br />

alla tra<strong>di</strong>zione saussuriana, può essere in realtà vista<br />

come un'estensione <strong>di</strong> questo concetto verso le sue estreme<br />

conseguenze. Infatti, non solo, com'era già nel<br />

pensiero <strong>di</strong> Saussure, ogni elemento linguisticamente<br />

significativo è tale per una correlazione con QUALCHE<br />

elemento alI "interno <strong>di</strong> un sistema, ma una lingua può<br />

essere vista come una sorta <strong>di</strong> "sistema <strong>di</strong> sistemi" per<br />

cui ogni elemento va connesso in una relazione<br />

strutturaI e con TUTTI gl i al tri el ementi. (2)<br />

Quest" idea <strong>di</strong> grammatica formale contrasta con il<br />

procedere "atomistico" dell"analisi tra<strong>di</strong>zionale, tuttavia<br />

non contrad<strong>di</strong>ce intrinsecamente i risultati <strong>di</strong> tale<br />

metodo, anzi spesso ne ingloba le intuizioni, formalizzandole<br />

appropriatamente. Ma non bisogna pensare che le<br />

grammatiche formali siano solo una sorta <strong>di</strong> risistemazione<br />

or<strong>di</strong>naria <strong>di</strong> idee comunque in<strong>di</strong>pendenti: l"apporto<br />

originale è infatti duplice. Da una parte sta il fatto,<br />

per altro già notato, derivante dalla definizione stessa<br />

<strong>di</strong> grammatica formale, per cui, dato che un elemento è<br />

strutturalmente connesso con i vari sottosistemi della<br />

lingua, si è "costretti" a fornirne una descrizione<br />

complessa ed esauriente; dall"altra stanno gli apporti<br />

specifici <strong>di</strong> ogni particolare tipo <strong>di</strong> grammatica formale<br />

i quali <strong>di</strong>pendono dagli scopi che ogni singola teoria si<br />

propone e variano in relazione a <strong>di</strong>fferenti requisiti <strong>di</strong><br />

adeguatezza.<br />

Il verbo ESSERE si trova quin<strong>di</strong> nell"ambito analitico<br />

più appropriato, potendo manifestare tutto il suo<br />

carattere <strong>di</strong> elemento "complesso" che,<br />

si, passerebbe in secondo<br />

piano.<br />

con altre anali­<br />

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