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Tempo e predicazione nella sintassi delle frasi copulari (tesi di laurea)

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2.2 LE GRAMMATICHE FORMALI:<br />

2.2.0 PREMESSA:<br />

La seconda parte <strong>di</strong> questa rassegna <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> sul<br />

verbo ESSERE riguarda un filone moderno della teoria<br />

linguistica che per como<strong>di</strong>tà può essere chiamato come<br />

quello <strong>delle</strong> grammatiche "formali": a questo proposito<br />

occorre una breve premessa.<br />

L'analisi dei lavori che riguardano il verbo<br />

ESSERE mostra chiaramente come la complessità del problema<br />

derivi soprattutto dal fatto che questo elemento<br />

del linguaggio si trova, per così <strong>di</strong>re, all'intersezione<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi aspetti del linguaggio. Può essere osservato<br />

nelle sue valenze più specificatamente grammaticali, ed<br />

allora si presenta il problema <strong>di</strong> collocarlo in un'adeguata<br />

categoria, tenendo conto tra l'altro dell'uso<br />

cosiddetto ausiliare; può essere esaminato nel suo contenuto<br />

semantico, ed allora <strong>di</strong>venta inevitabile confrontarsi<br />

con il problema dell'espressione <strong>delle</strong> caratteristiche<br />

aspettuali-temporali-modali della frase, un problema<br />

che è legato, tra l'altro, alla spinosa <strong>di</strong>scussione<br />

sulla frase nominale; o ancora può interessare<br />

in relazione alla teoria della <strong>pre<strong>di</strong>cazione</strong> entrando con<br />

ciò nel campo minato del concetto <strong>di</strong> referenzialità e<br />

della quantificazione...<br />

In ogni caso ognuno <strong>di</strong> questi aspetti non può<br />

essere slegato dagli altri: si può scegliere la strategia<br />

operativa <strong>di</strong> concentrarsi su un aspetto e <strong>di</strong> "tralasciare"<br />

momentaneamente gli altri', ma resta il fatto che<br />

la comprensione <strong>di</strong> una caratteristica non può prescindere<br />

da un'altra. D'altronde sarebbe un grosso errore<br />

metodologico considerare questi vari aspetti della lingua<br />

come convergenti sul verbo ESSERE, quasi che avessero<br />

un'esistenza autonoma. Il processo da considerare è<br />

inverso: prima c'è il verbo ESSERE come realtà unica <strong>di</strong><br />

fatto, poi sorge la possibilità <strong>di</strong> scomporlo in valenze<br />

astratte, magari riaggregabili in altre combinazioni<br />

più "significative".<br />

Certo non è da sottovalutare la possibilità <strong>di</strong><br />

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