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020 Aprile 1997 - Acli Buti

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Vita di Daese<br />

RICORDO DI ICILIO FELICI PRETE E SCRITTORE<br />

bbiamo chiesto all'amico Angialino Felici e a<br />

suo cugino Lidio (figlio di Umberto, fratello di<br />

Icilio) di farci avere un ricordo di questo personaggio<br />

sicurantente ntolto noto laddove prestò la sua<br />

opera sacerdotale e dove ebbe modo di farsi conoscere<br />

come scrittore. <strong>Buti</strong>, per la veritit, lo ricorda<br />

più per i suoi natali che per la sua opera. Questo è<br />

il nostro primo modesto contributo che ci auguriamo<br />

possa dare sbocco ad una più approfondita ricerca<br />

su lcilio. Grazie a Lidio ed<br />

Angiolino per la collaborazione.<br />

La mia posizione di familiare<br />

dilcilio Felici, prete e scrittore, mi<br />

esime da ogni tipo di commento<br />

sulla sua attività, costringendorni<br />

ad alcuni fatti nudi e crudi, anche<br />

se isolarli da un constesto piuttosto<br />

ampio diventadifficile più di quanto<br />

non possa sembrare,<br />

Nacque Icilio a<strong>Buti</strong>, località<br />

Crimea, nella stessa casa dove<br />

siamo nati tutti, il giorno di san<br />

Giuseppe del 1891 : primo di sette<br />

figli. E <strong>Buti</strong> se lo portò sempre nel<br />

sangue.<br />

Come i carabinieri che non<br />

sono mai "ex", ma carabinieri in<br />

congedo, così Icilio Felici non fu<br />

mai un ex butese.<br />

Parlare di <strong>Buti</strong>, significava<br />

illuminarsi inviso, come rammentare<br />

Panicale, Vagliaio, la<br />

Magginina di Papolla (o Papolle n.d.r.), lo facevano<br />

ritornare in calzoni corti, per mano alla nonnaNatala (la<br />

Capraia) alla quale poi, dedico uno dei suoi cento libri:<br />

"Alla mia nonna, analfabeta e sapiente"<br />

Fra ipersonaggi butesi citati nei suoi scritti, Pilade<br />

è quello che più frequentemente ricorre.<br />

Di lui ricordo un incontro che ebbi personalmente in<br />

v.ia di Mezzo. Mentre passavo davanti alla sua bottega di<br />

corbellaio, mi chiamòe,toltosi ilcorbellodi suipiediuscì<br />

da quel tugurio dove lavorava a quattro scalini sotto terra<br />

e mi affrontò sforzaridos i di apparire ind ignato : " D inn i a<br />

Icilio che se vole continuà a meftimi su' libri. mi<br />

paghi... "<br />

Io gli riferii pari pari le parole di Pilade e vidi i suoi<br />

occhi accendersi come due lampadine:era ritornato il<br />

butese di un tempo.<br />

E il Dalli, anche, era un personaggio che ricordava<br />

volentieri.<br />

,!ll 0umpurrile<br />

Una volta da soldato di leva, lo incontro a Sanremo<br />

in Corso Imperatrice. "Mafantmi il piacé!...Sanremo!gli<br />

disse- Vòi mette come si sta a gamb'all'aria sulli<br />

scalini della Chiesa di San Frctncesco'?".<br />

Da <strong>Buti</strong>, poco piir che decenne. si trasferì nel piano<br />

di Pisa a casa dellazia Rosina perché lì, a San Giorgio<br />

dove abitava, c'eta un vecchio parroco che istruiva i<br />

ragazzi che volevano diventar preti.<br />

Da qui, poi, il seminario, il servizio militare e la<br />

guerra, (sette lunghi anni) e ancora<br />

il seminario per poi finalmente diventare<br />

prete.<br />

Quindi le prirne esperienze<br />

giornalistiche, le battaglie sostenute<br />

sul giornale cattolico VitaGiovanile<br />

che diresse sostenuto da un<br />

gruppo d i giovani ardimentosi.<br />

Poi i primi libri: "Cenci",<br />

Rosolacci e Fiordalisi,<br />

Strapaese dove <strong>Buti</strong> è presente<br />

con il suo paesaggio inco.ntamiuato.<br />

con i suoi personaggi piùr caratteristici.<br />

'<br />

E aproposito di questo ultimo<br />

libro ricordo uno scritto diLorenzo<br />

Vianì. il "Vagero" diViareggio il<br />

quale scrisse: "E' un libro veruntente<br />

felice di concetÍo e di stile.<br />

Gli strapaesani (i butesi) presentino<br />

le armi a questo magnrfico<br />

libro".<br />

Personalmente non so se e<br />

quanti butesi lo abbiano fatto!<br />

Quando dal Seminario di Santa<br />

CaLerina dove era rimasto come Vice Rettore. fu<br />

trasferito quale paroco a Pugnano. in Valdiserchio. la sua<br />

attività letteraria aveva ormai raggiunto vaste proporzioni.<br />

Lì, comunque, continuò la sua opera di prete e di<br />

scrittore che proseguì sulla sponda dell'Arno nella parrocchia<br />

di san Casciano fino a quando fu chiamato a Pisa<br />

e nominato Rettore della ChiesaNazionale dei Cavalieri<br />

di Santo Stefano dove morì il 1 5 settembre 1 965 .<br />

Dicevo all'inizio che mi sarei tenuto alla larga da<br />

ognitipo di commento, anche se questo non sarebbe stat

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