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Vita di Daese<br />
RICORDO DI ICILIO FELICI PRETE E SCRITTORE<br />
bbiamo chiesto all'amico Angialino Felici e a<br />
suo cugino Lidio (figlio di Umberto, fratello di<br />
Icilio) di farci avere un ricordo di questo personaggio<br />
sicurantente ntolto noto laddove prestò la sua<br />
opera sacerdotale e dove ebbe modo di farsi conoscere<br />
come scrittore. <strong>Buti</strong>, per la veritit, lo ricorda<br />
più per i suoi natali che per la sua opera. Questo è<br />
il nostro primo modesto contributo che ci auguriamo<br />
possa dare sbocco ad una più approfondita ricerca<br />
su lcilio. Grazie a Lidio ed<br />
Angiolino per la collaborazione.<br />
La mia posizione di familiare<br />
dilcilio Felici, prete e scrittore, mi<br />
esime da ogni tipo di commento<br />
sulla sua attività, costringendorni<br />
ad alcuni fatti nudi e crudi, anche<br />
se isolarli da un constesto piuttosto<br />
ampio diventadifficile più di quanto<br />
non possa sembrare,<br />
Nacque Icilio a<strong>Buti</strong>, località<br />
Crimea, nella stessa casa dove<br />
siamo nati tutti, il giorno di san<br />
Giuseppe del 1891 : primo di sette<br />
figli. E <strong>Buti</strong> se lo portò sempre nel<br />
sangue.<br />
Come i carabinieri che non<br />
sono mai "ex", ma carabinieri in<br />
congedo, così Icilio Felici non fu<br />
mai un ex butese.<br />
Parlare di <strong>Buti</strong>, significava<br />
illuminarsi inviso, come rammentare<br />
Panicale, Vagliaio, la<br />
Magginina di Papolla (o Papolle n.d.r.), lo facevano<br />
ritornare in calzoni corti, per mano alla nonnaNatala (la<br />
Capraia) alla quale poi, dedico uno dei suoi cento libri:<br />
"Alla mia nonna, analfabeta e sapiente"<br />
Fra ipersonaggi butesi citati nei suoi scritti, Pilade<br />
è quello che più frequentemente ricorre.<br />
Di lui ricordo un incontro che ebbi personalmente in<br />
v.ia di Mezzo. Mentre passavo davanti alla sua bottega di<br />
corbellaio, mi chiamòe,toltosi ilcorbellodi suipiediuscì<br />
da quel tugurio dove lavorava a quattro scalini sotto terra<br />
e mi affrontò sforzaridos i di apparire ind ignato : " D inn i a<br />
Icilio che se vole continuà a meftimi su' libri. mi<br />
paghi... "<br />
Io gli riferii pari pari le parole di Pilade e vidi i suoi<br />
occhi accendersi come due lampadine:era ritornato il<br />
butese di un tempo.<br />
E il Dalli, anche, era un personaggio che ricordava<br />
volentieri.<br />
,!ll 0umpurrile<br />
Una volta da soldato di leva, lo incontro a Sanremo<br />
in Corso Imperatrice. "Mafantmi il piacé!...Sanremo!gli<br />
disse- Vòi mette come si sta a gamb'all'aria sulli<br />
scalini della Chiesa di San Frctncesco'?".<br />
Da <strong>Buti</strong>, poco piir che decenne. si trasferì nel piano<br />
di Pisa a casa dellazia Rosina perché lì, a San Giorgio<br />
dove abitava, c'eta un vecchio parroco che istruiva i<br />
ragazzi che volevano diventar preti.<br />
Da qui, poi, il seminario, il servizio militare e la<br />
guerra, (sette lunghi anni) e ancora<br />
il seminario per poi finalmente diventare<br />
prete.<br />
Quindi le prirne esperienze<br />
giornalistiche, le battaglie sostenute<br />
sul giornale cattolico VitaGiovanile<br />
che diresse sostenuto da un<br />
gruppo d i giovani ardimentosi.<br />
Poi i primi libri: "Cenci",<br />
Rosolacci e Fiordalisi,<br />
Strapaese dove <strong>Buti</strong> è presente<br />
con il suo paesaggio inco.ntamiuato.<br />
con i suoi personaggi piùr caratteristici.<br />
'<br />
E aproposito di questo ultimo<br />
libro ricordo uno scritto diLorenzo<br />
Vianì. il "Vagero" diViareggio il<br />
quale scrisse: "E' un libro veruntente<br />
felice di concetÍo e di stile.<br />
Gli strapaesani (i butesi) presentino<br />
le armi a questo magnrfico<br />
libro".<br />
Personalmente non so se e<br />
quanti butesi lo abbiano fatto!<br />
Quando dal Seminario di Santa<br />
CaLerina dove era rimasto come Vice Rettore. fu<br />
trasferito quale paroco a Pugnano. in Valdiserchio. la sua<br />
attività letteraria aveva ormai raggiunto vaste proporzioni.<br />
Lì, comunque, continuò la sua opera di prete e di<br />
scrittore che proseguì sulla sponda dell'Arno nella parrocchia<br />
di san Casciano fino a quando fu chiamato a Pisa<br />
e nominato Rettore della ChiesaNazionale dei Cavalieri<br />
di Santo Stefano dove morì il 1 5 settembre 1 965 .<br />
Dicevo all'inizio che mi sarei tenuto alla larga da<br />
ognitipo di commento, anche se questo non sarebbe stat