Anteprima PDF - Ordine Medici Firenze
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Toscana Medica 4/11 Opinioni a confronto<br />
Mario Arnetoli<br />
Guido Didoni<br />
Mauro Ucci<br />
PARTECIPANO<br />
Stefano Bianchi<br />
Stefano Taddei<br />
Branka Vujovic<br />
TADDEI – Secondo me il modello dei PDTA non<br />
deve necessariamente spostare la gestione di alcuni<br />
pazienti dall’ospedale al territorio, con conseguente<br />
confusione di ruoli da parte di chi in prima<br />
persona deve o dovrebbe gestire questi malati.<br />
A me, internista che si occupa in prevalenza di<br />
ipertensione, sembra che in molti casi i cosiddetti<br />
“pacchetti” del modello in questione si avvicinino<br />
molto a quelle che già da tempo in molte Aziende<br />
vengono chiamate “P.A.C.”, “Prestazioni Ambulatoriali<br />
Complesse”, vale a dire interventi per così<br />
dire di secondo livello di competenza prettamente<br />
specialistica.<br />
A mio parere, soprattutto per quanto riguarda<br />
il mio specifi co settore di lavoro, la stragrande<br />
maggioranza dei pazienti ipertesi viene seguita<br />
in maniera egregia dai colleghi della medicina<br />
generale che solo in caso di particolari condizioni<br />
di patologia (ad esempio un soggetto iperteso con<br />
insuffi cienza renale di grado medio o severo) ricorrono<br />
alle strutture di riferimento specialistico.<br />
Non vorrei che rivolgersi sempre e comunque<br />
ai PDTA, anche in caso di situazioni ben gestibili<br />
sul territorio come appunto l’ipertensione arterio-<br />
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sa o il diabete, fi nisca per portare ad una crescita<br />
incontrollata di esami e prestazioni diagnostiche<br />
che, seppure in molti casi scarsamente utili, incontrano<br />
tuttavia il grande favore dei malati che<br />
in questo maniera si sentono accuditi e “coccolati”.<br />
Senza dimenticare poi che, in tempi di grande<br />
informazione e preparazione culturale da parte<br />
dei pazienti, si potrebbero creare delle spiacevoli<br />
situazioni, ad esempio nel caso un iperteso di una<br />
certa Asl venisse a conoscenza che in quella limitrofa<br />
ai soggetti nella sua stessa condizione viene<br />
offerto senza problemi il “pacchetto ipertensione”<br />
a lui invece negato!<br />
VUJOVIC – Certamente chi deve governare le<br />
“PAC” o, più modernamente i “pacchetti” del<br />
PDTA deve essere il medico specialista che, in<br />
caso di problematiche particolarmente complesse,<br />
attiva gli interventi di “Day service”. Io non<br />
credo si debba tanto parlare di spostamento di<br />
attività dall’ospedale al territorio quanto piuttosto<br />
di mettere in piedi un sistema che realmente<br />
possa essere di supporto ai medici di medicina generale<br />
che in moltissimi casi riescono a gestire a<br />
domicilio i propri pazienti con la collaborazione,<br />
quando necessaria, dei colleghi specialisti.<br />
TOSCANA MEDICA – Da quanto emerso fi no ad<br />
ora alcuni concetti appaiono degni di particolare<br />
attenzione: la necessità di un cambiamento culturale<br />
di tutti i medici impegnati in questo nuovo<br />
setting, il nuovo rapporto da creare tra ospedale e<br />
territorio, il fatto che la proposta di un “pacchetto”<br />
sia assolutamente legata ad una patologia e non<br />
ad una aspettativa dei pazienti.<br />
UCCI – Quanto è stato detto fi nora si può compendiare<br />
nella seguente affermazione: si sta cercando<br />
di passare dalla medicina delle richieste a<br />
quella delle soluzioni.<br />
Secondo me in questa ottica è pienamente<br />
condivisibile il concetto sostenuto prima dal prof.<br />
Taddei dell’inutilità di molti esami richiesti e magari<br />
mai neppure visti dal medico che pure li aveva<br />
prescritti, spinto dall’insistenza dei pazienti.<br />
Certamente il rapporto ospedale-territorio deve<br />
essere perfettamente chiarito perché in un sistema<br />
a risorse drammaticamente limitate quelle<br />
riservate ad una parte non vadano indiscriminatamente<br />
a limitare l’attività dell’altra.<br />
La sfi da che la medicina generale si troverà<br />
ad affrontare nei prossimi anni è quella di una<br />
sua riorganizzazione complessiva che la porti ad<br />
identifi carsi come un vero e proprio “reparto ospedaliero”<br />
sul territorio al quale gli specialisti possano<br />
fare riferimento per avere risposte concrete<br />
ed effi caci.