Anteprima PDF - Ordine Medici Firenze
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a cura di Simone Pancani<br />
Toscana Medica 4/11<br />
Il PDTA nel paziente nefropatico,<br />
dalla sostenibilità alla pratica<br />
TOSCANA MEDICA – Affrontiamo un argomento<br />
di particolare attualità, vale a dire il percorso<br />
diagnostico-terapeutico-assistenziale (PDTA) al<br />
paziente nefropatico nell’ottica della futura programmazione<br />
che la Regione Toscana elaborerà<br />
nel corso del 2011 con<br />
particolare attenzione<br />
alla sostenibilità complessiva<br />
dell’intero sistema.<br />
Le prime iniziative<br />
in merito sono state<br />
organizzate ad Arezzo e<br />
questo spiega la presenza<br />
di numerosi partecipanti<br />
alla discussione<br />
provenienti proprio da<br />
questa Provincia. Prima<br />
di entrare nel merito dell’argomento, cerchiamo di<br />
illustrare il concetto di PDTA e domandiamoci se<br />
realmente i Servizi sanitari debbano essere strutturati<br />
secondo questo modello.<br />
VUJOVIC – Credo che il modello basato sui PDTA<br />
sia oggi una necessità irrinunciabile, in un’epoca<br />
in cui l’epidemiologia e la demografi a delle popolazioni<br />
cambiano continuamente le richieste ai<br />
Servizi sanitari.<br />
Fino ad oggi il sistema si basava su un modello<br />
organizzativo in cui i singoli professionisti<br />
gestivano il percorso diagnostico-terapeutico dei<br />
propri pazienti servendosi delle prestazioni ambulatoriali<br />
gestite dai CUP delle Aziende sanitarie,<br />
con inevitabili disagi e ritardi nonché pesanti<br />
ricadute in termini di ricorso al ricovero in ospedale.<br />
Il PDTA prevede che, di fronte ad un quesito<br />
diagnostico, il sistema sia in grado di fornire dei<br />
“pacchetti” di prestazioni tali da garantire una<br />
reale continuità assistenziale in tempi ragionevoli<br />
sia per il paziente che per il medico che lo ha<br />
in cura.<br />
In questo modo anche le Aziende sanitarie possono<br />
contare su uno spostamento del setting assistenziale,<br />
per esempio, sostituendo molte presta-<br />
Opinioni a confronto<br />
MARIO ARNETOLI 1 , STEFANO BIANCHI 2 ,<br />
GUIDO DIDONI 3 , STEFANO TADDEI 4 ,<br />
MAURO UCCI 5 , BRANKA VUJOVIC 6 ,<br />
1 Medico di medicina generale ad Arezzo<br />
2 Direttore della Nefrologia di Arezzo<br />
3 Responsabile farmacoeconomico della Bristol-Myers<br />
Squibb<br />
4 Ordinario di <strong>Medici</strong>na Interna dell’Università di Pisa<br />
5 Medico di medicina generale a <strong>Firenze</strong>, vicesegretario<br />
nazionale della Società Italiana di <strong>Medici</strong>na Generale<br />
6 Direttore Sanitario della ASL di Arezzo<br />
6<br />
zioni erogate in regime di Day Hospital con altre<br />
fornite dal “Day service” multi professionale dei<br />
PDTA. Questa impostazione ovviamente trova la<br />
sua collocazione più idonea all’interno del “Chronic<br />
Care Model” e seguendo le impostazioni della<br />
<strong>Medici</strong>na di iniziativa,<br />
con un cambiamento<br />
importante nel modo di<br />
pensare ed agire sia dei<br />
medici ospedalieri che<br />
di quelli di medicina generale.<br />
Non dimentichiamo<br />
inoltre che all’interno<br />
del sistema PTDA<br />
grande importanza viene<br />
riservata anche agli<br />
aspetti più strettamente di prevenzione.<br />
Nella Usl 8 di Arezzo questo modello è attivo<br />
dal 2006, prevalentemente nell’area medica, con<br />
grande soddisfazione sia dei medici che dei pazienti<br />
ed è nostra intenzione allargarlo quanto<br />
prima anche all’area chirurgica.<br />
DIDONI – Il riassetto organizzativo e gestionale<br />
che sottende il trasferimento di molte patologie<br />
da un setting classicamente ospedaliero ad un<br />
altro territoriale necessariamente comporta anche<br />
un adeguato supporto legislativo al fi ne di<br />
chiarire con la massima esattezza possibile “chi<br />
fa cosa”, soprattutto per quanto riguarda l’attribuzione<br />
delle specifi che competenze e dei relativi<br />
centri di costo. Il sistema dei PDTA, sia nelle<br />
strutture pubbliche che in quelle private deputate<br />
alla gestione di un bene così importante e<br />
complesso quale la salute delle persone, necessariamente<br />
richiede il massimo coinvolgimento anche<br />
dei professionisti a vario titolo coinvolti nella<br />
gestione di questo modello organizzativo. In tal<br />
senso lo strumento informatico appare di importanza<br />
fondamentale per garantire adeguati fl ussi<br />
di informazioni e scambio di competenze tra tutti<br />
i protagonisti del setting.