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Anteprima PDF - Ordine Medici Firenze

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Ricerca e clinica<br />

Toscana Medica 4/11<br />

Trapianto robotico<br />

di pancreas<br />

INTRODUZIONE<br />

Quasi 45 anni dopo il primo intervento nell’uomo,<br />

il trapianto di pancreas (TP) rimane l’unica<br />

terapia in grado di ottenere, in modo riproducibile<br />

e duraturo, l’insulino-indipendenza nei pazienti<br />

diabetici di tipo 1. La morbilità dell’intervento<br />

di trapianto di pancreas ha però limitato l’applicazione<br />

di questa terapia, soprattutto quando si<br />

trattava di trapianto di solo pancreas in pazienti<br />

senza nefropatia conclamata.<br />

A partire dai primi anni 90 la laparoscopia ha<br />

rivoluzionato la chirurgia. Oggi interventi anche<br />

molto complessi sono<br />

eseguiti spesso, e talvolta<br />

preferibilmente,<br />

in laparoscopia. I benefi<br />

ci dell’approccio miniinvasivo<br />

sarebbero particolarmente<br />

opportuni<br />

nei riceventi di trapianto<br />

di pancreas ma, fi no<br />

ad oggi, la tecnologia<br />

laparoscopica era ritenuta<br />

insuffi ciente ad<br />

effettuare un intervento<br />

così complesso in modo<br />

sicuro e riproducibile.<br />

PERCHÉ IL TRAPIANTO ROBOTICO<br />

DI PANCREAS<br />

Il razionale per eseguire trapianti d’organo in<br />

modo mini-invasivo, cioè laparoscopico, è lo stesso<br />

già sperimentato positivamente in molti altri settori<br />

della chirurgia: minor trauma, riduzione delle<br />

complicanze e ripresa post-operatoria più rapida.<br />

Esiste anche un benefi cio estetico che, probabilmente<br />

è meno rilevante nella chirurgia dei trapianti,<br />

ma che è comunque presente. Nei pazienti<br />

diabetici, in particolare, è lecito attendersi una<br />

riduzione delle infezioni della ferita chirurgica ed<br />

una ripresa più precoce della canalizzazione intestinale<br />

(tipicamente rallentata dalla neuropatia<br />

autonomica).<br />

In laparoscopia pura è possibile eseguire interventi<br />

chirurgici complessi incluso, ad esempio,<br />

il trapianto di rene. Tuttavia la laparoscopia tradizionale<br />

ha alcuni limiti intrinseci che rendono<br />

poco riproducibili, e comunque assai complessi,<br />

UGO BOGGI 1 , FABIO VISTOLI 1 ,<br />

STEFANO SIGNORI 1 , CHIARA CROCE 1 ,<br />

SIMONE D’IMPORZANO 1 , MARIO BELLUOMINI 1 ,<br />

SONIA MELI 1 , GABRIELLA AMORESE 2 ,<br />

GIOVANNI CONSANI 2 , FABIO GUARRACINO 3 ,<br />

MASSIMILIANO BARSOTTI 4 , PIERO MARCHETTI 5 ,<br />

FRANCO MOSCA 6<br />

1 U.O. di Chirurgia Generale e Trapianti nell’Uremico e nel<br />

Diabetico<br />

2 U.O. Anestesia e Rianimazione Chirurgica Generale e Vascolare<br />

3 U.O. Anestesia e Rianimazione Cardiotoracica<br />

4 S.O.D. Endocrinologia e Metabolismo dei Trapianti<br />

5 U.O. Nefrologia e Trapianti<br />

6 U.O. Chirurgia Generale 1<br />

Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, Pisa<br />

39<br />

gli interventi in cui sono richieste<br />

suture di alta precisione come le<br />

anastomosi vascolari, urologiche e<br />

digestive richieste nei trapianti. I<br />

principali limiti della laparoscopia<br />

sono quelli di offrire una visione bidimensionale<br />

(che peggiora la c.d.<br />

“coordinazione occhio-mano”) di utilizzare<br />

strumenti rigidi e lunghi che<br />

fanno leva su di un fulcro localizzato<br />

a livello del punto di attraversamento della parete<br />

addominale (con conseguente amplifi cazione<br />

del tremore fi siologico).<br />

Inoltre la laparoscopia<br />

richiede al chirurgo di<br />

assumere posizioni di<br />

lavoro non ergonomiche<br />

che, con il prolungarsi<br />

dell’intervento, causano<br />

affaticamento con<br />

conseguente riduzione<br />

della precisione dei movimenti.<br />

SISTEMA ROBOTICO<br />

DA VINCI<br />

Il sistema robotico<br />

Da Vinci (Intuitive Surgical<br />

® , Sunnyvale, CA, USA) è stato sviluppato<br />

per motivi militari negli USA nell’ambito di un<br />

progetto promosso dal Pentagono (Pentagon’s<br />

Defense Advanced Research Project). Scopo di<br />

questo progetto era la messa a punto di un sistema<br />

che consentisse di operare i feriti sul campo di<br />

battaglia, intervenendo da un sito distante e protetto.<br />

La raffi natezza della te cno logia robotica, e<br />

le diffi coltà pratiche degli interventi su un campo<br />

di battaglia, non hanno consentito l’applicazione<br />

del Da Vinci a fi ni militari.<br />

L’introduzione del primo sistema operativo Da<br />

Vinci nell’uso clinico risale al 1999. Il sistema di<br />

ultima generazione (Da Vinci HDSi) è la quarta<br />

evoluzione del sistema originale.<br />

Il sistema robotico Da Vinci non è un robot nel<br />

senso comune del termine. Non è cioè in grado<br />

di eseguire alcuna azione in modo autonomo o<br />

programmato. Si tratta piuttosto di un attuatore<br />

elettromeccanico, cioè di un sistema in grado<br />

Ugo Boggi, è professore<br />

associato di<br />

chirurgia generale<br />

all’Università di<br />

Pisa e dirige l’U.O.<br />

di chirurgia generale<br />

e trapianti nell’uremico<br />

e nel diabetico<br />

dell’AOUP, per la<br />

quale è responsabile<br />

anche dei programmi<br />

di trapianto di rene e<br />

di pancreas. Il Prof.<br />

Boggi ha eseguito<br />

oltre 4000 interventi<br />

chirurgici trapiantando<br />

circa 1000 organi.<br />

È autore di un<br />

libro di 50 capitoli<br />

e di 170 articoli con<br />

peer-review (impact<br />

factor > 400).

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