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RACCONTI DEL MISTERO E DEL RAZIOCINIO.pdf - nat russo

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«Eccoci pronti!», esclamò il Re oltremodo divertito per quella sua sottile scoperta. «Siamo in otto, per<br />

l'appunto... io ed i miei sette ministri... e allora qual è questo divertimento?».<br />

«Noi usiamo chiamarlo», disse il nano, «il "giuoco degli otto orang-outang incate<strong>nat</strong>i" e, quando riesce bene, è<br />

davvero uno splendido giuoco ...».<br />

«E noi lo faremo!», disse a questo punto il Re, mettendo innanzi il petto ed abbassando le palpebre.<br />

«La bellezza di questo giuoco», disse Hop-Frog, «consiste tutta della paura ch'esso mette alle signore...».<br />

«Magnifico!», urlarono in coro il sovrano ed il suo gabinetto.<br />

«Io provvederò a vestirvi da orang-outang», disse il nano seguitando. «Voi potete fidare completamente e<br />

ciecamente in me. La somiglianza sarà tale da far credere a tutte le maschere che voi siate degli autentici animali e,<br />

<strong>nat</strong>uralmente, lo spavento che proveranno sarà secondo soltanto alla loro meraviglia ...».<br />

«Bello! Bellissimo!», esclamò il Re. «Io farò di te un uomo!».<br />

«Le catene servono ad aumentare la confusione ed il rumore. Si supporrà, così, che siate fuggiti tutti insieme da<br />

un serraglio. La maestà vostra davvero non si figura quale effetto produca, durante un ballo mascherato, l'apparizione di<br />

otto orang-outang incate<strong>nat</strong>i, i quali, scambiati da tutti i convitati per bestie autentiche, si scaraventino, con strida<br />

selvagge, framezzo a una moltitudine di dame e cavalieri vestiti con doviziosa eleganza. Il contrasto che ne nasce è<br />

inimitabile ...».<br />

«È <strong>nat</strong>urale ...», disse il Re. Ed in tal modo la seduta fu tolta e affrettatamente, poiché, essendo già tardi,<br />

occorreva economizzare il tempo per mettere in esecuzione il progetto di Hop-Frog.<br />

Il modo da lui adoperato per travestire il Re ed i ministri da orang-outang fu addirittura semplicissimo, e<br />

nondimeno al tutto rispondente agli scopi ch'esso si prefiggeva. Animali di siffatta specie se n'erano veduti pochi nel<br />

mondo civile, al tempo dell'odierno racconto, e poiché le contraffazioni che ne aveva fatte il nano risultarono a<br />

sufficienza animalesche, e certamente più orribili di quanto non fosse necessario, la loro somiglianza con la realtà fu<br />

creduta bastevole.<br />

Innanzi tutto, il Re ed i suoi ministri indossarono camicie e pantaloni di maglia molto attillati, i quali vennero<br />

debitamente cosparsi di catrame. Uno dei ministri, allora, ebbe la geniale idea di ricoprirsi di piume, la quale idea fu<br />

subito rigettata dal nano, al quale non fu difficile convincere gli otto personaggi, a mezzo d'una pratica dimostrazione<br />

oculare, che il pelo dell'orang-outang era assai meglio rappresentato dal lino. Fu dunque adottato il partito del lino, e se<br />

ne cosparse, per uno spesso strato, il catrame. Procurato che si fu una lunga catena, Hop-Frog provvide quindi a passarla<br />

e a ribadirla attorno alla vita del Re, così come, a turno, fece con la vita di tutti i ministri, dal primo all'ultimo.<br />

Incate<strong>nat</strong>i che furono gli otto personaggi, essi procurarono di allontanarsi il più possibile l'uno dall'altro e<br />

formarono, così, un cerchio attraverso il quale, per rendere più verosimile il giuoco, Hop-Frog fece passare quel che<br />

restava della catena, in due diametri che furono studiati l'uno all'altro perpendicolare, secondo un metodo, del resto, già<br />

adottato a Borneo, dai cacciatori di scimpanzé e d'ogni altra sorta di scimmioni.<br />

La vasta sala dove era stabilito che, tra breve, s'iniziasse la festa, era rotonda e molto alta. Di giorno era<br />

illumi<strong>nat</strong>a da un'unica enorme finestra praticata nel soffitto, e la notte - giacché questa sala era stata costruita soprattutto<br />

per la notte - era rischiarata principalmente da un gigantesco lampadario, sospeso al centro del soffitto, il quale si alzava<br />

e si abbassava con l'usuale mezzo del contrappeso che, per ovvi motivi d'estetica, passava al difuori della cupola e, di li,<br />

finiva sul tetto.<br />

La decorazione della sala era stata affidata, com'è stato già riferito, alla direzione di Trippetta, e nondimeno<br />

parve che per qualche particolare, del resto trascurabile, essa avesse permesso al suo amico nano d'aver pure lui una<br />

voce in capitolo. E difatto fu dietro il suggerimento di Hop-Frog che, per quell'occasione, venne tolto il lampadario dal<br />

momento che - saggia previsione ! - la cera che si sarebbe liquefatta inevitabilmente, a causa della calura estiva, avrebbe<br />

potuto danneggiare gravemente i ricchi costumi dei convitati, di quella parte almeno che, per il <strong>nat</strong>urale affollamento<br />

della sala, non avrebbero potuto evitare di tenersi nel centro di essa, vale a dire a tiro del lampadario. Fu provveduto, in<br />

tal modo, ad installare diversi candelabri in svariati punti della sala, pei quali non sarebbe stato alcun passaggio, ed una<br />

torcia, di quelle che mandano un gradevole profumo, venne sistemata alla destra d'ognuna delle cariatidi che erano a<br />

ridosso delle pareti e assommavano, in tutto, a mezzo centinaio.<br />

Seguendo il saggio avviso di Hop-Frog, gli otto orang-outang attesero, per fare il loro ingresso, che la sala, alla<br />

mezzanotte, fosse addirittura piena di maschere. Nel momento in cui l'orologio batté l'ultimo tocco, il Re e i suoi<br />

ministri si precipitarono, o meglio, rotolarono nella sala, dacché l'impedimento delle catene li fece tutti inciampare, e la<br />

maggior parte cadere a terra al momento di varcare la soglia della sala.<br />

L'eccitamento, tra le maschere, fu prodigioso, e riempì - c'è bisogno di dirlo? - di gaudio il cuore del Re. Come<br />

era stato preveduto, non furono pochi coloro che, tra gli invitati, scambiarono quelle figure di tanto feroce aspetto per<br />

autentici animali selvaggi, seppure non proprio per orang-outang. Un'infinità di donne mancò per lo spavento, e se il Re<br />

non avesse usata la precauzione, per quella festa, di proibire che si portassero armi indosso, non v'era dubbio che lui e la<br />

sua banda avrebbero pagata assai cara quella burla. Insomma fu un fuggi-fuggi totale verso le porte che, tuttavia, il Re<br />

aveva dato ordine di serrare al suo ingresso, e le cui chiavi erano state conseg<strong>nat</strong>e al nano, dietro un ingegnoso<br />

suggerimento del medesimo.<br />

Come il tumulto fu giunto al suo massimo, nel mentre che ogni maschera ad altro non pensava se non a mettere<br />

in salvo la propria persona, - ed un pericolo, difatto, sussisteva, ma soltanto nell'eccessiva pressione su se stessa di<br />

quella folla preda del panico - fu vista la catena che serviva a tener sospeso il lampadario, e che era stata ritirata ancor<br />

essa, si vide, dico, quella catena, discendere lentamente, fintantoché la sua estremità ricurva ad uncino non venne a

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