RACCONTI DEL MISTERO E DEL RAZIOCINIO.pdf - nat russo
RACCONTI DEL MISTERO E DEL RAZIOCINIO.pdf - nat russo
RACCONTI DEL MISTERO E DEL RAZIOCINIO.pdf - nat russo
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
famiglia e che aveva fatto di lui ciò che io ora vedevo, ciò che egli, in effetti, era». Consimili opinioni non abbisognano<br />
d'alcun commento e così io non ne appresterò veruno.<br />
I nostri libri - i medesimi che avevan formata, per lunghi anni, non piccola parte dell'esistenza spirituale del<br />
malato - erano, com'è facile prevedere, in stretta relazione col suo carattere di visionario. Meditammo, così, assieme,<br />
opere come Ververt e La chartreuse del Gresset; il Belfagor di Machiavelli; Le meraviglie del cielo e dell'inferno di<br />
Swedenborg; Il viaggio sotterraneo di Nicholas Klimm di Holberg; la Chiromanzia di Robert Flud, come pure quella di<br />
Jean D'Indaginé e di De la Chambre, Il viaggio nella prospettiva azzurra di Tieck e La città del sole di Campanella. Tra<br />
le letture favorite era una edizione del Directorium Inquisitorum del domenicano Eymeric de Gironne, come pure i<br />
passaggi, in Pomponio Mela, attorno agli antichi Satiri Africani e agli Egipani, sui quali Usher restava a sognare per ore<br />
ed ore. Suo principale diletto era, tuttavia, nel ripassarsi una rarità eccezionale, l'in-quarto gotico - manuale d'una chiesa<br />
abbando<strong>nat</strong>a - Vigiliae mortuorum secundum chorum ecclesiae maguntinae.<br />
Non potei far di meno che richiamare alla mente i riti crudeli descritti in quel libro e trarre qualche congettura<br />
attorno alla probabile influenza che essi avevano dovuto esercitare sull'ipocondriaco, allorché, una sera, dopo avermi<br />
bruscamente informato che Lady Madeline non era più, mi mise a parte della sua intenzione di conservare il corpo di lei<br />
per alquanti giorni - innanzi il seppellimento definitivo - in uno dei numerosi sotterranei scavati nelle mura maestre<br />
dell'edificio. La ragione addotta per un tanto singolare procedimento era, peraltro, così commovente ch'io non credetti<br />
nemmeno di discuterne. Il fratello era stato consigliato a quella misura - così fui informato - dopo aver considerato il<br />
carattere insolito della malattia della morta e la insistente curiosità scientifica dei medici che l'avevano curata, i quali, da<br />
quella sospinti, avrebbero potuto anche approfittare della collocazione remota e indifesa della tomba di famiglia. E non<br />
negherò che, richiamandomi alla mente l'aspetto sinistro della persona che avevo incontrata salendo le scale della Casa<br />
Usher la prima volta, mi guardai dall'oppormi o dallo sconsigliare ciò che mi sembrava una precauzione innocua e<br />
affatto <strong>nat</strong>urale.<br />
Alla richiesta di Usher, mi adoperai per aiutarlo personalmente a preparare quel temporaneo seppellimento.<br />
Deposto che avemmo e chiuso il corpo nella bara, lo portammo - noi soli - al luogo del suo riposo. Il sotterraneo dove lo<br />
collocammo - il quale era rimasto chiuso da tanto tempo che le nostre torce, mezzo soffocate in quell'opprimente<br />
atmosfera, rimandavano scarsa luce, aumentando le nostre difficoltà - era piccolo, umido e senza possibilità che vi<br />
arrivasse il lume del giorno. Esso era situato, infatti, assai in profondità, proprio al di sotto dell'ala dell'edificio dove si<br />
trovava il mio appartamento. Appariva già usato, in tempi remoti di feudalesimo, al fini peggiori d'una segreta e, in<br />
tempi più recenti, come deposito di polveri o d'altri potenti esplosivi, dal momento che su una parte del pavimento così<br />
come lungo tutto un arco che dovemmo attraversare per raggiungerlo, vedemmo una accurata fodera di rame. Anche la<br />
porta, di ferro massiccio, era stata similmente protetta e, allorché la facemmo girare sui cardini, essa rimandò, a causa<br />
del suo peso enorme, uno stridore acuto e singolare.<br />
Deposto che avemmo il nostro macabro fardello, in quel luogo d'antichi orrori, su alcuni cavalletti, rialzammo<br />
leggermente il coperchio della bara che non era stato ancora inchiodato, e guardammo un istante il cadavere in volto. Io<br />
fui subito colpito dall'intensa rassomiglianza che essa aveva col fratello, ed Usher, il quale probabilmente aveva<br />
indovi<strong>nat</strong>o i miei pensieri di quell'istante, mormorò alcune parole dalle quali appresi che lui e la sorella erano gemelli e<br />
che talune e continue affinità di <strong>nat</strong>ura difficilmente analizzabile erano sempre esistite fra loro. E tuttavia non sostammo<br />
troppo a guardarla, da che ciò era impossibile senza rimanerne come atterriti. Il male che aveva sepolto quella<br />
giovinezza aveva lasciato, come appunto sogliono le malattie a carattere catalettico, la beffa d'un lieve rosato sul seno e<br />
sulle gote di Lady Madeline e quel sospetto e tardevole sorriso nella piega delle labbra che è così terribile a vedersi in<br />
volto alla morte. Rimettemmo il coperchio al suo luogo, lo avvitammo e, dopo avere sprangata la porta di ferro, ci<br />
incamminammo agli appartamenti superiori.<br />
Dopo che egli ebbe trascorsi alcuni giorni nel più amaro cordoglio, il disordine mentale del mio amico<br />
pervenne a un visibile mutamento. I suoi modi ordinari non erano più quelli di prima. Le sue consuete occupazioni<br />
erano neglette o addirittura dimenticate. Egli vagava di stanza in stanza con passo vario, ora precipitato, ora stanco e<br />
soprattutto senza alcuna direzione o obbiettivo. Il pallore del suo volto aveva assunto - se possibile - una parvenza ancor<br />
più spettrale, ma anche il lustro dei suoi occhi era offuscato. Più non s'udiva il suo tono di voce rauco e insieme<br />
incisivo, ma solo un tremolo, come d'uno che sia posseduto da un estremo terrore. V'erano taluni momenti ch'io fui<br />
costretto a sospettare l'angoscia d'un laborioso segreto ch'egli studiava invano di profferire, abbando<strong>nat</strong>o da ogni<br />
impulso coraggioso, ed altri ancora in cui lo sorprendevo in contemplazione, per delle ore, d'un punto morto, come di<br />
qualcuno che sia intento ad ascoltare, con sofferente attenzione, un immaginarlo rumore, così ch'io non esitavo a<br />
riconoscere, in quello strano comportamento, i segni dell'incipiente follia. Che c'è di straordinario, quindi, che il suo<br />
contegno avesse il risultato d'opprimer me, a mia volta, e malignamente crescere e addirittura d'arrivare quasi a<br />
contagiarmi? Io sentivo in me, per lenti ma pur sicuri stadi, l'influenza sregolata di quelle sue fantastiche superstizioni.<br />
E fu in specie verso la settima e l'ottava notte che seguì il trasporto della bara di Lady Madeline nella segreta,<br />
che io esperimentai, in tutta la loro potenza, quelle sensazioni. Il sonno si rifiutava al mio guanciale, mentre le ore<br />
colavano lente. Ed io lottavo per rendermi ragione dei nervi scossi che mi dominavano. Volli, così, indurmi a credere<br />
che molto, se non tutto, ciò che io sentivo, era dovuto alla sconcertante influenza della fosca mobilia nella mia stanza,<br />
agli oscuri e logori cortinaggi tormentati dal soffio d'una veniente tempesta, che frusciavano lungo e giù per le mura e<br />
assediavano le decorazioni del mio letto col loro inquietante sussurro. Ma i miei sforzi, in quel senso, rimasero vani. Ed<br />
io, intanto, non sapevo dominare il terrore che m'invadeva man mano, fino a possedermi totalmente in un incubo<br />
angoscioso che mi schiantava il cuore. Pervenni, con uno sforzo più energico, a drizzarmi sul cuscino e, attraversando,