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RACCONTI DEL MISTERO E DEL RAZIOCINIO.pdf - nat russo

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cordialità), perdo<strong>nat</strong>emi per questa impietosa risata. Avevate un'aria così assolutamente stupefatta. Inoltre, certe cose<br />

sono talmente risibili che uno deve ridere: ridere o morire. E morire ridendo deve essere la più gloriosa fra tutte le morti<br />

gloriose. Sir Thomas More - un uomo magnifico Sir Thomas More - morì, voi lo ricordate, ridendo. Ma anche nelle<br />

Absurdities di Ravisius Textor c'è una lunga lista di personaggi che pervennero alla stessa splendida fine. E sapete»,<br />

proseguì in tono meditativo, «che a Sparta (che ora è Palaeochori), a Sparta, dico, a occidente dell'acropoli, in mezzo a<br />

un caos di rovine a stento visibili, c'è una specie di socle sul quale sono tutt'ora leggibili le lettere $ËÁÓÌ$, che<br />

indubbiamente sono ciò che resta di $ÃÅËÁÓÌÁ$. Ora, a Sparta c'erano mille templi e sacelli dedicati a mille diverse<br />

divinità... È curioso, curioso davvero che l'altare del Riso sia sopravvissuto a tutti gli altri! Ma nel caso presente»,<br />

riprese con singolare alterazione di voce e di modi, «non ho alcun diritto di divertirmi a spese vostre. Potevate ben<br />

essere sbalordito. L'Europa tutta non può produrre nulla di più bello di questo mio regale studiolo. Le altre mie stanze<br />

non sono per nulla all'altezza di questa: sono il nonplusultra dell'insipida moda corrente. Ma questa è meglio della<br />

moda, non è vero? Però basta vederla perché faccia furore... fra quanti, intendo, se la possono permettere a prezzo di<br />

tutto il loro patrimonio. Comunque, ho preso le mie misure contro simili profanazioni. Con un'unica eccezione, voi siete<br />

il solo essere umano all'infuori di me e del mio valet, che sia stato ammesso ai misteri di questi imperiali recessi da<br />

quando sono stati bardati così come li vedete!».<br />

Ringraziai con un inchino: l'opprimente sensazione di splendore e il profumo e la musica, unitamente<br />

all'i<strong>nat</strong>tesa eccentricità del suo modo di parlare e di comportarsi, mi impedivano infatti di esternare a parole<br />

l'apprezzamento di quello che avrei potuto interpretare come un complimento.<br />

«Qui», riprese, levandosi in piedi e appoggiandosi al mio braccio mentre lentamente si aggirava per la sala,<br />

«qui sono i dipinti dai Greci a Cimabue e da Cimabue ai nostri tempi. Molti sono scelti, come vedete, con scarsa<br />

deferenza alle opinioni dei cosiddetti intenditori. Tutti, comunque, tappezzano acconciamente una sala come questa. Ci<br />

sono anche alcuni chefs d'oeuvre dei grandi ignoti; e qui disegni incompiuti di uomini celebri ai loro tempi, i cui nomi<br />

sono stati conseg<strong>nat</strong>i dalla perspicacia delle accademie al silenzio e a me. Che ne pensate», disse, volgendosi di scatto<br />

mentre parlava, «che ne pensate di questa Madonna della Pietà?».<br />

«Ma è di Guido!», dissi con tutto l'entusiasmo di cui la mia <strong>nat</strong>ura è capace, poiché ero stato fino allora assorto<br />

nella contemplazione della sua suprema bellezza. È proprio di Guido!... Come avete potuto ottenerla? È senza dubbio,<br />

in pittura, quello che la Venere è in scultura».<br />

«Ah!», disse pensoso, «la Venere? la bella Venere? la Venere dei Medici? con la piccola testa e le dorate<br />

chiome? Parte del braccio sinistro (qui la sua voce si abbassò così da essere a stento udibile) e tutto il destro sono opera<br />

di restauro, e nella civetteria di quel braccio destro v'è, a mio avviso, la quintessenza dell'affettazione. A me date il<br />

Canova piuttosto! Anche l'Apollo! È pur esso una copia, non v'è dubbio, e sarò cieco e pazzo, ma non riesco a scorgere<br />

la tanto esaltata ispirazione dell'Apollo! Non posso - compatitemi pure! - non posso fare a meno di preferirgli l'Antinoo.<br />

Non fu Socrate a dire che lo statuario trova la sua statua entro il blocco di marmo? E allora Michelangelo non fu per<br />

nulla originale nel suo distico:<br />

"Non ha l'ottimo artista alcun concetto<br />

che un marmo solo in sé non circonscriva"».<br />

È stato osservato, o dovrebbe esserlo, che, considerando i modi del vero gentiluomo, avvertiamo sempre una<br />

differenza fra il suo contegno e quello del plebeo, pur non essendo in grado di specificare immediatamente e con<br />

esattezza in che consista la differenza. Premesso che tale osservazione si applicava in pieno al contegno esteriore del<br />

mio conoscente, la sentii in quel fatale mattino ancor più pienamente applicabile al suo temperamento, alla sua<br />

personalità morale. Né potrei meglio definire quella singolarità di spirito che sembrava collocarlo a così essenziale<br />

distanza da ogni altro essere umano, se non come una <strong>nat</strong>urale disposizione al pensare, intensamente e<br />

ininterrottamente, che permeava anche i suoi atti più banali, insinuandosi nei suoi momenti di giocosità e intrecciandosi<br />

ai suoi stessi sprazzi d'allegria come quei serpi che attorcendosi escono dalle maschere ghignanti dei cornicioni<br />

tutt'intorno al templi di Persepoli.<br />

Non potei, tuttavia, fare a meno di osservare, e più d'una volta, frammezzo a quel tono misto di leggerezza e di<br />

solennità con cui rapidamente discorreva di argomenti di scarsa importanza, una cert'aria di trepidazione, un certo grado<br />

di nervosa enfasi negli atti e nelle parole, una volubile eccitabilità di modi che ogni volta mi apparve inesplicabile e che<br />

in certi istanti persino mi allarmò. Spesso, inoltre, arrestandosi in mezzo a una frase di cui evidentemente aveva<br />

dimenticato l'inizio, sembrava ascoltare con la massima attenzione, come in momentanea attesa di un visitatore o<br />

intento a suoni che dovevano esistere solo nella sua immaginazione.<br />

Fu durante una di queste fantasticherie o pause di manifesta astrazione che, voltando una pagina dell'Orfeo, la<br />

stupenda tragedia del poeta e dotto Poliziano (la prima tragedia della letteratura italiana), posata accanto a me su<br />

un'ottomana, scopersi un brano sottolineato a matita. Era un passo verso la fine del terzo atto, un passo intriso di<br />

struggente emozione che, sebbene contami<strong>nat</strong>o da qualche impurità, nessun uomo può leggere senza un brivido di<br />

insolito turbamento, nessuna donna senza un sospiro. L'intera pagina recava le tracce di lacrime recenti e,<br />

sull'interfoglio a fianco vi si leggevano questi versi in inglese, vergati da una scrittura tanto diversa dai tipici caratteri<br />

del mio conoscente, che ebbi qualche difficoltà a riconoscerla come sua:<br />

Tu fosti, amore, per me tutto<br />

quanto l'anima mia bramava,<br />

una verde isola nel mare, amore,<br />

una fontana e un'ara

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