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RACCONTI DEL MISTERO E DEL RAZIOCINIO.pdf - nat russo

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fermai per accertare, al di là d'ogni dubbio, se sapesse davvero a chi avevo pensato.<br />

«A Chantilly», disse lui; «ma perché v'interrompete? Stavate osservando fra di voi che la sua statura troppo<br />

bassa lo rendeva inadatto a recitar tragedie».<br />

Ed era stato per l'appunto questo il tema delle mie riflessioni. Chantilly era un ciabattino di Rue Saint-Denis<br />

che, invaghitosi del palcoscenico, si era cimentato nel rôle di Serse, nell'omonima tragedia di Crébillon, e i suoi sforzi<br />

erano stati oggetto di satire feroci.<br />

«Ditemi, per amor del cielo», esclamai, «quale metodo - se metodo c'è - vi ha permesso di sondare la mia<br />

anima su tale argomento».<br />

«È stato l'ortolano, <strong>nat</strong>uralmente», rispose il mio amico, «a portarvi alla conclusione che il rappezzasuole non<br />

aveva statura sufficiente per Serse et id genus omne».<br />

«L'ortolano. Mi stupite... Non conosco nessun ortolano».<br />

«L'uomo che vi ha urtato quando abbiamo imboccato questa strada... sarà un quarto d'ora».<br />

Ricordai ora che, effettivamente, un ortolano, che reggeva sul capo una gran cesta di mele, mi aveva quasi<br />

buttato per terra, sbadatamente, mentre passavamo dalla Rue C... nella strada dove ora ci trovavamo; ma che cosa ciò<br />

avesse a che fare con Chantilly proprio non riuscivo a capirlo.<br />

In Dupin non c'era traccia di charlatanerie. «Lo spiegherò», disse, «e perché possiate capire tutto chiaramente,<br />

riesamineremo per prima cosa il corso dei vostri pensieri dal momento in cui vi ho rivolto la parola fino a quello della<br />

rencontre coll'ortolano in questione. Gli anelli principali della catena si susseguono così: Chantilly, Orione, Dr. Nichol,<br />

Epicuro, stereotomia, il selciato, l'ortolano».<br />

Poche sono le persone che non si siano divertite, in qualche momento della loro vita, a ripercorrere i passi<br />

compiuti dalla loro mente per arrivare a determi<strong>nat</strong>e conclusioni. È un'occupazione spesso ricca d'interesse; e chi ci si<br />

cimenta per la prima volta si stupirà della distanza apparentemente incolmabile, della sconnessione tra punto di partenza<br />

e punto di arrivo.<br />

«Stavamo parlando di cavalli, se ben ricordo, giusto prima di lasciare la Rue... È questo l'ultimo argomento di<br />

cui abbiamo discusso. Mentre attraversavamo la strada per imboccare questa via, un ortolano, con una gran cesta di<br />

mele sul capo, sfiorandoci di gran corsa, vi spinse su un mucchio di selci raccolte in un punto in cui il marciapiede è in<br />

riparazione. Siete inciampato in una delle pietre sparse all'intorno, siete scivolato storcendovi leggermente la caviglia,<br />

avete preso un'aria infastidita o perlomeno aggrondata, avete borbottato qualche parola, vi siete voltato a guardare il<br />

mucchio di selci, e poi avete ripreso a camminare in silenzio. lo non stavo particolarmente attento a quel che facevate;<br />

ma in questi ultimi tempi l'osservazione è diventata per me una sorta di necessità.<br />

«Tenevate gli occhi per terra... guardavate, seccato, i buchi e i solchi sul marciapiede (così che mi avvidi che<br />

stavate ancora pensando alle pietre): questo finché arrivammo al passage Lamartine, che è stato pavimentato, in via<br />

sperimentale, con lastre sovrapposte e incastrate. Qui il volto vi si schiarì un poco e, vedendo che muovevate le labbra,<br />

non ebbi alcun dubbio che mormoraste la parola "stereotomia", termine che con un bel po' d'affettazione si applica a<br />

questo tipo di lastricato. Sapevo che non avreste potuto pronunciare fra voi il vocabolo "stereotomia" senza essere<br />

portato a pensare agli atomi e, di conseguenza, alle teorie di Epicuro; e poiché, quando ne discutemmo non molto tempo<br />

fa, vi accennai al fatto invero singolare, anche se pressoché ignorato, che le vaghe ipotesi di quel greco eccelso avessero<br />

trovato conferma nella più recente cosmogonia delle nebulose, mi parve che non avreste potuto fare a meno di alzare gli<br />

occhi verso la grande nebula di Orione e aspettai con tutta sicurezza che lo faceste. E difatti voi alzaste gli occhi; ero<br />

certo, ora, d'aver seguito passo passo il corso del vostro pensiero. Ma in quella spietata tirade contro Chantilly,<br />

pubblicata sul "Musée" di ieri, l'autore, malignamente satireggiando il cambiamento di nome del ciabattino all'atto di<br />

calzare il coturno, citò un verso latino di cui abbiamo spesso parlato... Mi riferisco al verso<br />

Perdidit antiquum litera prima sonum.<br />

«Vi avevo detto che questo si riferiva a Orione, che in passato si scriveva Urione; e, per certe agudezas che<br />

entrarono nella spiegazione, ero certo che non potevate esservene dimenticato. Era perciò evidente che non avreste<br />

mancato di collegare le due idee, di Orione e di Chantilly. E che effettivamente le collegaste lo capii da quel certo<br />

sorriso che vi sfiorò le labbra. Pensavate allo strazio del povero ciabattino. Fino allora, avevate cammi<strong>nat</strong>o tutto curvo;<br />

ma ecco che vi vidi ergervi in tutta la vostra altezza. Fui certo, a questo punto, che stavate riflettendo sulla statura<br />

minuscola di Chantilly. E fu qui che interruppi le vostre meditazioni per osservare che, verissimo, era troppo piccolo,<br />

quell'uomo, e che sarebbe stato più adatto per il Théâtre des Variétés".<br />

Non molto tempo dopo, stavamo scorrendo l'edizione della sera della «Gazette des Tribunaux», quando queste<br />

righe fermarono la nostra attenzione:<br />

«SENSAZIONALE <strong>DEL</strong>ITTO. Verso le tre di questa mattina, gli abitanti del quartiere Saint-Roche sono stati<br />

destati da un susseguirsi di urla terrificanti provenienti apparentemente dal quarto piano di una casa situata in Rue<br />

Morgue, notoriamente abitata soltanto da una certa Madame L'Espanaye e da sua figlia, Mademoiselle Camille<br />

L'Espanaye. Dopo qualche indugio, dovuto al vano tentativo di accedere nel caseggiato per via normale, il portone<br />

venne forzato con un piè di porco, e otto o dieci vicini entrarono accompag<strong>nat</strong>i da due gendarmes. Nel frattempo, le<br />

grida erano cessate; ma mentre le persone accorse si precipitavano su per la prima rampa di scale, si udirono due o più<br />

voci aspre impeg<strong>nat</strong>e in un violento litigio, che parevano provenire dal piano superiore della casa. Come venne<br />

raggiunto il secondo pianerottolo, anche quei suoni erano cessati, e tutto era silenzio. Il gruppo si divise, irrompendo nei<br />

diversi locali. Arrivati a una vasta stanza sul retro del quarto piano (la cui porta, chiusa a chiave dall'interno, dovette<br />

essere forzata), agli occhi dei presenti si presentò uno spettacolo che li empì tutti d'orrore e insieme di sbalordimento.

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