RACCONTI DEL MISTERO E DEL RAZIOCINIO.pdf - nat russo
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momento, e l'adattarle, o meno, all'articolo, dipenderà soltanto dalla vostra perspicacia. Scrivete dunque: «Aussi tendre<br />
que Zaïre» che sta per tenera come Zaira, ed è un frase in lingua francese. Si tratta di un'allusione frequentemente<br />
ripetuta, a una tenera signora Zaira, nella tragedia francese che porta lo stesso nome. Ove sia usata in modo proprio, tale<br />
espressione dimostrerà non soltanto la vostra conoscenza della lingua, ma la vasta portata delle vostre letture e quella<br />
del vostro acume. In un articolo, ad esempio, nel quale si trattasse d'una morte per strangolamento dovuta a un osso di<br />
pollo voi potreste scrivere che il pollo, mettiamo, non era aussi tendre que Zaïre. Scrivete:<br />
Ven muerte tan escondida,<br />
Que no te sienta venir,<br />
Porque el plazer del morir<br />
No me torne à dar la vida.<br />
È lingua spagnola. Citazione da Miguel de Cervantes: 'Vieni presto, o morte! Ma non permettere ch'io ti veda, poiché il<br />
piacere ch'io proverei nel vederti, sarebbe tale da restituirmi la vita». Tale citazione calza a pennello - sempre nel vostro<br />
articolo dell'osso di pollo - per il momento in cui vi state dibattendo nella suprema agonia. Scrivete:<br />
Il pover'huom che non se n'era accorto<br />
Andava combattendo ed era morto.<br />
È la lingua italiana: scommetto che l'avete indovi<strong>nat</strong>o; e la citazione appartiene all'Ariosto. Ciò significa che un grande<br />
eroe non si era accorto, nell'ardore con cui andava combattendo, d'essere già stato ucciso e continuava, benché morto, a<br />
combattere valorosamente. La maniera in cui userete questi versi, cara la mia Psyche, mi pare troppo palese perché io<br />
debba suggerirvela. Voi infatti, dopo che sarete già bell'e strangolata dal vostro osso di pollo, non trascurerete di tirar<br />
calci ancora per un'oretta e mezza. Vogliate avere, quindi, la bontà di scrivere:<br />
Und sterb'ich doch, so sterb'ich denn<br />
Durch sie - durch sie!<br />
È tedesco. Da Schiller: «E s'io muoio, io muoio per lei... per lei!». Non c'è dubbio che voi potreste, in tal modo,<br />
apostrofare la specifica causa della vostra morte, e cioè il pollo. E qual è infatti quel gentiluomo e quale quella<br />
gentildonna la quale non morrebbe di buon grado per un cappone ingrassato secondo il sistema cosiddetto Molucca,<br />
quando esso sia ben farcito di capperi e di funghi e sia servito in insalatiera, con gelatina d'arancio en mosaïques?<br />
Scrivete! (da Tortoni ne troverete di preparati a questo modo). Scrivete, di grazia! Ecco, infatti, una graziosa frase<br />
latina, una vera rarità, la mia Zenobia (è così difficile esser nello stesso tempo recherché e breve, nel citare il latino!):<br />
ignoratio elenchi. Non vi preoccupate, vi porgerò subito un esempio: egli ha commesso una ignoratio elenchi sta per<br />
egli ha capite le parole della vostra proposizione ma gliene è sfuggito il senso. Facciamo quindi conto che sia un<br />
cretino, un disgraziato al quale - putacaso - vi state rivolgendo - badate! - nel mentre state per essere strozzata - già -<br />
dalla famosa ala di pollo. Egli non sarà in grado, <strong>nat</strong>uralmente, di capire quello che state dicendo: voi, in tal caso, non<br />
farete altro che buttargli in faccia l'ignoratio elenchi e siete a posto. Se poi gli saltasse il ticchio di replicare qualcosa,<br />
citategli Lucano, là dove dice che i discorsi non sono altro che degli anemonæ verborum dopo di che non sarà<br />
necessario ch'io vi spieghi come qualmente l'anemone ha una bella apparenza ma non ha odore. Se si mette a spararle<br />
grosse non avrete che a fulminarlo con l'insonnia Jovis, le quali parole Silius Italicus - guardate qui! - suole applicare<br />
alle locuzioni e ai pensieri tronfi e pomposi. Ecco una citazione che non manca mai il suo effetto, essa lo colpirà diritto<br />
al cuore. Non avrà che da rotolarsi in terra fintanto che non muoia. Volete esser tanto brava da scrivere? Ecco... ecco...<br />
in quanto al greco, abbiamo alcunché di veramente grazioso. Vi va Demostene? Eccone un esempio: $EÁíxñ ¿ öå_ãùí<br />
êár _Üëéí ìá÷_óåôáé$ potrete trovare, di questa citazione, una eccellente traduzione in Hudibras:<br />
Quegli che fugge può combattere ancora,<br />
Non così chi s'è fatto ammazzare.<br />
In un articolo alla Blackwood non c'è nulla che possa sortire miglior effetto che una citazione greca. Le lettere<br />
medesime hanno di per se stesse una così profonda apparenza! Guardate questo epsilon, che aria astuta! E questo fi? Oh,<br />
egli dev'essere un vescovo per certo. E che cosa potreste trovare di più squisitamente mordace che questo omicron? E<br />
questa tau? Eh, come cresce bene! A farla breve, vi dirò che il greco è proprio quello che ci vuole per un articolo a<br />
sensazione che si rispetti. Quanto al vostro caso, l'uso che dovete farne mi sembra pacifico. Sputate la vostra frase greca<br />
in una con una bestemmia, come una sorta d'ultimatum a quell'imbecille e testone che non ha saputo capirvi, nel mentre<br />
che vi dibattevate coll'osso - proprio! - di pollo, in gola. Egli mangerà la foglia e sgombrerà il campo. Non c'è da<br />
sbagliare».<br />
Tali furono le istruzioni fornitemi dal grande Blackwood ed io compresi che esse erano più che sufficienti. Io<br />
dunque potevo scrivere un vero e proprio articolo alla Blackwood e pertanto decisi di approntarne uno sul momento.<br />
Sull'uscio, il signor Blackwood mi propose addirittura di cedergli l'articolo non appena lo l'avessi scritto, ma poiché egli<br />
non seppe andar oltre all'offerta di cinquanta ghinee a pagina, io credetti meglio di avvantaggiarne la nostra società<br />
anziché sacrificarlo a un così vile prezzo. Ove si eccettui questo tratto, invero, un tantino tirchio, il degno gentiluomo<br />
ebbe a mostrarmi la sua considerazione in ogni riguardo e mi trattò con la più grande cortesia. Le parole, infatti, che egli<br />
mi rivolse nel mentre che stavo uscendo dal suo ufficio, furono tali da impressionarmi profondamente, ed lo me le<br />
ricorderò sempre con enorme gratitudine. Almeno spero.<br />
«Cara la mia signorina Psyche Zenobia», egli disse (e aveva gli occhi umidi di pianto). «C'è ancora qualche<br />
cosa che io possa fare perché la vostra lodevole iniziativa colga il più ampio successo? Permettete ch'io rifletta ancora<br />
un po'. È possibile, infatti, che voi non riusciate, dico, in modo conveniente... a... a... ad affogarvi, insomma, o... a... a...<br />
strangolarvi con un osso di pollo, o ad impiccarvi... ovvero ad essere morsicata da... da un... Aspettate! Io ho, giù, nel