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RACCONTI DEL MISTERO E DEL RAZIOCINIO.pdf - nat russo

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Ma non erano passati cinque mesi dal suo ritorno a casa, che i suoi amici vennero messi in allarme da una<br />

seconda, repentina scomparsa. Trascorsero tre giorni, senza che si avesse notizia di lei. Il quarto giorno, il suo cadavere<br />

fu trovato a galla sulla Senna, presso la riva dirimpetto al quartiere della Rue Saint-Andrée, in un punto non molto<br />

distante dalla poco frequentata Barrière du Roule.<br />

L'atrocità del delitto (giacché fu subito evidente che si trattava di delitto), la giovane età e la bellezza della<br />

vittima, e, ancor più, la sua precedente notorietà, contribuirono tutti insieme a produrre una intensa eccitazione<br />

nell'animo dei sensibilissimi parigini. Non ricordo alcun evento del genere che producesse un effetto altrettanto generale<br />

ed intenso. Per parecchie settimane la discussione di quest'unico, appassionante argomento fece dimenticare anche i più<br />

importanti problemi politici del giorno. Il Prefetto ordinò misure straordinarie, e <strong>nat</strong>uralmente tutte le forze della polizia<br />

parigina vennero impeg<strong>nat</strong>e al massimo.<br />

Quando venne scoperto il cadavere, non si credette che l'assassino sarebbe riuscito ad eludere, fuorché per un<br />

breve periodo, l'indagine immediatamente avviata. Solo allo spirare della prima settimana, si ritenne necessario offrire<br />

una ricompensa, che tuttavia non superò i mille franchi. Nel frattempo l'investigazione procedeva con vigore, anche se<br />

non sempre con discernimento, e numerosi individui vennero interrogati: inutilmente. Intanto, l'assenza totale e<br />

prolungata di indizi che portassero alla soluzione del mistero non faceva che accrescere l'eccitazione popolare. Trascorsi<br />

dieci giorni, si ritenne opportuno raddoppiare la somma offerta all'inizio; e infine, dopo che fu trascorsa la seconda<br />

settimana senza che emergesse niente di nuovo, e dopo che la tradizionale diffidenza dei parigini nei confronti della<br />

polizia si fu espressa in diverse violente émeutes, il Prefetto si assunse la responsabilità di offrire la somma di ventimila<br />

franchi «per l'identificazione dell'assassino» o, se si fosse provato che più d'uno era implicato nel delitto, «per<br />

l'identificazione di uno degli assassini». Nel proclama che offriva questa ricompensa, si prometteva piena indulgenza al<br />

complice che deponesse contro il reo; e al manifesto, dovunque fu affisso, ne venne affiancato un altro, privato, di un<br />

comitato di cittadini, che offriva diecimila franchi in aggiunta alla somma proposta dalla Prefettura. Così il compenso<br />

globale ammontava a trentamila franchi, somma straordinaria, considerando l'umile condizione della giovane e la<br />

frequenza, nelle grandi città, di atroci delitti come quello qui descritto.<br />

Ora nessuno dubitava che in breve si sarebbe fatta luce sul mistero. Ma sebbene, in un paio di casi, si<br />

procedesse ad arresti da cui ci si attendeva qualche rivelazione, nulla ne risultò che potesse incriminare le persone<br />

sospette; e queste vennero subito rilasciate. Per strano che possa sembrare, era trascorsa la terza settimana dal<br />

rinvenimento del corpo, e senza che si facesse luce sulla faccenda, e ancora nessuna eco dei fatti che tanto avevano<br />

agitato l'opinione pubblica era giunta alle orecchie di Dupin e mie. Occupati in ricerche che avevano assorbito tutta la<br />

nostra attenzione, per circa un mese nessuno di noi due era mai uscito di casa, o aveva ricevuto visite, o dato più che<br />

uno sguardo ai più importanti articoli politici di uno dei quotidiani. La prima notizia dell'assassinio ce la portò G... in<br />

persona. Venne a trovarci di primo pomeriggio, il tredici di luglio 18..., e rimase con noi fino a tarda notte. Era<br />

irritatissimo per il fallimento di tutti i suoi tentativi di scovare gli assassini. Ne andava di mezzo - così si espresse con<br />

aria tutta parigina - la sua reputazione. Era in gioco anche il suo onore. Gli occhi del pubblico erano fissi su di lui; e non<br />

v'era sacrificio che non fosse disposto a fare purché il mistero fosse risolto. Concluse il suo discorso un po' strambo con<br />

un complimento per quello che si compiacque di definire il tatto di Dupin, e arrivò a fargli una proposta specifica,<br />

indubbiamente assai liberale, la cui precisa <strong>nat</strong>ura non credo di avere il diritto di rivelare, ma che non ha alcun rapporto<br />

con quello che è l'argomento della narrazione.<br />

Del complimento il mio amico si schermì con la massima fermezza, ma accettò subito la proposta, sebbene i<br />

suoi vantaggi fossero totalmente «sotto condizione». Concordato questo punto, il Prefetto passò senza indugio a chiarire<br />

diffusamente le proprie vedute, inframmezzandole con prolissi commenti sulle deposizioni, delle quali non eravamo<br />

ancora al corrente. Parlò molto e, senza dubbio, molto dottamente, mentre io, di tanto in tanto, azzardavo qualche<br />

suggerimento e la notte soporiferamente si consumava. Dupin, che sedeva immobile nella sua solita poltrona, era<br />

l'incarnazione stessa dell'attenzione più rispettosa. Per tutta la durata del colloquio, non si tolse mai gli occhiali; e una<br />

rapida occhiata sotto le loro lenti verdi bastò a convincermi che, durante le sette-otto ore di piombo che avevano<br />

preceduto la partenza del Prefetto, egli aveva dormito: silenziosamente, ma profondamente.<br />

La mattina, mi procurai alla Prefettura un rapporto completo di tutte le testimonianze raccolte e, presso le<br />

redazioni dei vari quotidiani, una copia di ogni giornale in cui, dall'inizio alla fine, fossero state pubblicate informazioni<br />

rilevanti sulla triste vicenda. Elimi<strong>nat</strong>o tutto ciò che era stato definitivamente smentito, il grosso delle informazioni si<br />

riduceva a questo:<br />

Marie Rogêt aveva lasciato l'abitazione della madre, in rue Pavée Saint-Andrée, verso le nove del mattino,<br />

domenica 22 giugno 18... Uscendo, aveva informato un certo Monsieur Jacques St-Eustache, e lui solo, della sua<br />

intenzione di trascorrere la gior<strong>nat</strong>a presso una zia che risiedeva in Rue des Drômes. La Rue des Drômes è una via<br />

breve, stretta ma affollata, non lontana dalle rive del fiume, e dista un paio di miglia, in linea retta o quasi, dalla pension<br />

di Madame Rogêt. St-Eustache era il corteggiatore ufficiale, il pretendente di Marie, e alloggiava, prendendovi anche i<br />

pasti, alla pension. Verso sera, avrebbe dovuto raggiungere la fidanzata, per riaccompagnarla a casa. Ma nel pomeriggio<br />

si mise a piovere a dirotto, ed egli, supponendo che la ragazza si sarebbe trattenuta per la notte presso la zia (come in<br />

circostanze analoghe aveva fatto altre volte), non ritenne necessario mantenere la promessa. Quando scese la notte, si<br />

udì Madame Rogêt (settant'anni, inferma) esprimere il timore che «non avrebbe mai più rivisto Marie»; ma, al<br />

momento, la frase non attirò particolare attenzione.<br />

Il lunedì si accertò che la ragazza non si era recata in Rue des Drômes; e quando il giorno fu trascorso senza<br />

che di lei si avessero altre notizie, si organizzo una tardiva ricerca in vari punti della città e nel dintorni. Ma fu solo il

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