Laudati: la nuova mafia dei rifiuti >La mappa degli sprechi ... - Il Resto

“Poste Italiane s.p.a. – Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, S1/MT ”
Anno III | Numero 68 | 02 aprile 2011 www.ilresto.tv
9
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ISSN 2038-0208 8
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9 772038 02 0008
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2,00 euro 1,00 euro
>Laudati: la nuova mafi a dei rifi uti
>La mappa degli sprechi lucani
LA GUERRA
DEI POVERI
L’INCHIESTA: GLI IMMIGRATI DA LAMPEDUSA ARRIVANO
IN MASSA ANCHE IN PUGLIA E BASILICATA. TRA
SPECULAZIONE E RISCHIO DI SCONTRI ETNICI, CI SI
PUÒ ARRICCHIRE ANCHE CON LA DISPERAZIONE
L'INFoRMAZIoNE SUL TERRIToRIo
oGNI SABATo IN EDICoLA
ALTAMURA
Intervista a Stacca
«Nessun caso al
Comune, solo
strumentalizzazioni»
MATERA
Intervista a Tosto
«Un sistema politico
affaristico
opprime la città»
GRAVINA
Non sono crolli
isolati: l’intero centro
storico è a rischio
SANTERAMO
Amministrazione
Lillo: game over
CASSANO
Giovanni Impastato
«La legalità
è disobbedire»
BITONTO
Le banche bocciano
il Comune
MODUGNO
I candidati sindaco
diventano sei
BITETTO
Costa solo
o con la Paladino?
BINETTO
Ri uti
“indifferenziati”?
Il Comune spiega
PALO
Ecco il programma
di Terlizzese
GRUMO
Lavori in corso per
salvare l’ospedale
TORITTO
Differenziata ok ma la
Tarsu resta invariata

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>Laudati: la nuova mafi a dei rifi uti
>La mappa degli sprechi lucani
LA GUERRA
DEI POVERI
L’INCHIESTA: GLI IMMIGRATI DA LAMPEDUSA ARRIVANO
IN MASSA ANCHE IN PUGLIA E BASILICATA. TRA
SPECULAZIONE E RISCHIO DI SCONTRI ETNICI, CI SI
PUÒ ARRICCHIRE ANCHE CON LA DISPERAZIONE
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OGNI SABATO IN EDICOLA
ALTAMURA
Intervista a Stacca
«Nessun caso al
Comune, solo
strumentalizzazioni»
MATERA
Intervista a Tosto
«Un sistema politico
affaristico
opprime la città»
GRAVINA
Non sono crolli
isolati: l’intero centro
storico è a rischio
SANTERAMO
Amministrazione
Lillo: game over
CASSANO
Giovanni Impastato
«La legalità
è disobbedire»
BITONTO
Le banche bocciano
il Comune
MODUGNO
I candidati sindaco
diventano sei
BITETTO
Costa solo
o con la Paladino?
BINETTO
Ri uti
“indifferenziati”?
Il Comune spiega
PALO
Ecco il programma
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GRUMO
Lavori in corso per
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TORITTO
Differenziata ok ma la
Tarsu resta invariata
Il Resto settimanale
testata registrata
al tribunale di Matera
48
al n.5 del 2009
Numero chiuso in redazione
il 7 aprile 2011 alle ore 02.56
La differenza della fame
bello verifi care che,
É da quando il nostro
settimanale si è allargato
dall’area strettamente
murgiana appulo-lucana
a quella dell’hinterland
barese, la politica è diventata
“di bacino”. Quello che
combinano gli amministratori
ad Altamura, solo per fare
un esempio, diviene di
dominio pubblico fi no a
Modugno. Questo vale nel
bene e nel male: i progetti
che funzionano a Matera,
infatti, possono essere
sperimentati con successo
anche a Bitonto o in altri
paesi. E’ la dimostrazione
del fatto che, nell’era
della globalizzazione, non
hanno più senso gli stupidi
campanilismi provinciali
che per troppi anni hanno
reso questa parte d’Italia
la più arretrata d’Europa.
sommario
9 aprile 2011 | n.69
14
30
L’esempio lampante sono le
crisi politiche lontane anni
luce che arrivano in pochi
giorni fi n dentro le nostre case
e non solo quando naufragano
nei nostri mari. Il problema
dell’immigrazione, al di là
dei “for dai ball” bossiani,
continua a essere di stretta
attualità quando da semplice
ricerca di quella che è stata
l’America per tanti pugliesi
e lucani, si passa alla vera
emergenza umanitaria,
all’asilo politico, all’obbligo
di accoglienza. La situazione
è tutt’altro che sotto
controllo se a Manduria e Bari
continuano le fughe di massa
e a Palazzo San Gervasio,
altra tendopoli improvvisata
(se non ci sarà anche Melfi )
presto, a misurare il grado
di convivenza multietnica,
arriveranno gli stagionali a
fare i lavori che pugliesi e
9 attualità
Scorie nucleari: deposito
(provvisorio) in Basilicata?
11 Laudati: «La criminalità
organizzata nel business
dei rifi uti»
14 Gli sprechi della Regione
Basilicata
16 in primo piano
Il business del dolore
17 A casa nostra il dramma
degli immigrati
19 Anche Palazzo San Gervasio
arrivano i migranti
20 altamura
Stacca: «Il caso Altamura?
Solo strumentalizzazioni»
30 matera
Tosto: «Un sistema politico
affaristico opprime la città»
40 gravina
«Ecco perché Dibattista
sarà espulso dall’Udc»
48 santeramo
Amministrazione Lillo: game
over con undici fi rme
editoriale
[di Saverio Ricci]
lucani non vogliono più fare.
Il controsenso di un’Italia
che da un lato respinge gli
immigrati, dall’altra li invoca
litigandosi le quote regionali
per raccogliere i pomodori o
gli alberi da frutto che stanno
venendo a maturazione. Alla
fi ne tutto viene regolato dalle
logiche di mercato, quelle
che hanno fatto anche della
disperazione un business. I
nostri laureati a cercare un
lavoro che sia all’altezza dei
soldi spesi per la formazione e
gli immigrati a creare reddito
per imprenditori spesso
senza scrupoli. Non sono solo
nelle nostre campagne, ma
anche nelle nostre pizzerie,
dove hanno imparato a fare
la “quattro stagioni” meglio
degli italiani. E non perché
sono più bravi. Forse, in
questa guerra tra poveri,
hanno solo più fame di noi. «
skype: ilresto
Chiama direttamente dal tuo pc Il Resto redazione
52 cassano
Legalità è disobbedire
54 bitonto
Le banche bocciano il Comune
59 modugno
La rivoluzione della legalità
62 bitetto
Costa solo o con la Paladino?
63 binetto
Differenziata per fi nta?
Il sindaco smentisce
64 palo
«La politica nell’interesse
collettivo»
65 grumo
Ospedale: lavori in corso
67 toritto
Differenziata ok, ma la
Tarsu resta invariata
68 cultura e spettacoli
Ad aprile il cinema
protagonista in Puglia
69 I colori di Di Pede tra Klimt e
«il pittore dei fi ori»
77 sport
Fortis: altro ko interno
| iL RESTO sett imanale | 9 aprile 2011
5

Attualità
[di Carmine Grillo]
Forte è risuonato, tra i tanti, il
ritornello “L’acqua è pubblica e non
si tocca, giù le mani dalla brocca”…
alla mobilitazione nazionale di Roma
“2 sì per l’acqua bene comune” alla
quale hanno preso parte, tra i circa
300mila partecipanti di varie regioni
del Paese (e d’Oltreconfine) anche le
rappresentanze pugliesi e lucane. Per
ribadire all’opinione pubblica nazionale
e a tutti coloro che contano “non farti
portare via l’acqua. L’acqua non si vende.
Adesso basta, sull’acqua decidiamo noi”.
In piazza per dire sì all’acqua pubblica ai
referendum del 12 e 13 giugno prossimi
e, nel contempo, per dire sì all’energia
pulita contro il nucleare. Perché i due
quesiti referendari sull’acqua? Il primo
su “Modalità di affidamento e gestione
dei servizi pubblici locali di rilevanza
economica. Abrogazione”, si vuole
6 | iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
Tanti pugliesi e lucani alla manifestazione
romana per il sì al referendum
L’acqua di tutti
fermare la privatizzazione dell’acqua.
Il secondo su “Determinazione della
tariffa del servizio idrico integrato in base
all’adeguata remunerazione del capitale
investito. Abrogazione parziale della
norma”, fuori i profitti dall’acqua. Oltre
un milione e 400mila persone hanno
sottoscritto i referendum per sottrarre
la gestione dell’acqua al mercato e alla
logica del profitto. “E’ una battaglia dei
cittadini - ha dichiarato il presidente
Trefiletti della Federconsumatori,
in testa al corteo - una grande
manifestazione per democrazia
benessere e pace”. Tra i politici di vari
schieramenti anche il governatore della
Puglia Nichi Vendola che ha precisato
come non si può “pensare all’acqua come
qualunque merce, immaginare i processi
di mercantilizzazione e privatizzazione
è un delitto contro i diritti dei popoli…”.
Il coordinamento Acqua Pubblica della
provincia materana chiede che il voto
referendario sia accorpato alle prossime
elezioni amministrative e che prima
dello svolgimento dei referendum si
imponga la moratoria ai processi di
privatizzazione. E ritiene altresì che “il
ricorso all’energia nucleare sia una scelta
sbagliata perché è una fonte rischiosa,
costosa, non sicura e nei fatti alternativa
al risparmio energetico e all’utilizzo
delle fonti rinnovabili”. Riecheggia il
ritornello “L’acqua è pubblica e non
si tocca, giù le mani dalla brocca”. «

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Via libera all’ampliamento del centro Trisaia di Rotondella
Scorie nucleari: deposito
(provvisorio?) in Basilicata
[di Giuseppe Balena]
► In questi giorni Fukushima desta
molta preoccupazione, ma non
andiamo troppo lontano. Un problema
nucleare da diversi anni,
sebbene fortunatamente non delle
stesse proporzioni, esiste anche in
Basilicata. Forse proprio sull’onda
emotiva della catastrofe giapponese
in questi giorni il ministero dell’Ambiente
ha approvato il decreto di
valutazione ambientale per la decontaminazione
del sito del centro
ricerche Enea della Trisaia di Rotondella
in provincia di Matera. In
sostanza si tratta della costruzione
dell’impianto Icpf, progettato dalla
Sogin, per il condizionamento del
cosiddetto prodotto finito. Il nuovo
progetto prevede la costruzione di
due capannoni che ospiteranno le
scorie nucleari liquide. Un primo di
6mila metri cubi è destinato a trattare
i rifiuti radioattivi già presenti
nel centro di ricerca; il secondo di
stoccaggio, invece, è circa il doppio
come capienza, ossia di 14mila metri
cubi, e sarà utilizzato per 50 anni. In
questi spazi saranno stoccati rifiuti
liquidi altamente radioattivi, ossia
di terza categoria, chiamati tecnicamente
appunto “prodotto finito”;
questo materiale, derivante dal combustibile
uranio torio, è stato rica-
vato dal riprocessamento di 20 delle
84 barre delle centrali americani di
Elk River nel Minnesota e mai più
restituite ai legittimi proprietari.
Nell’Itrec di Rotondella, acronimo
che sta per Impianto di trattamento
e rifabbricazione degli elementi combustibili,
dal luglio del 1975 al luglio
del 1978, infatti, è stato recuperato
materiale radioattivo per poi
essere riutilizzato in alcune centrali
nucleari in Svezia; nel frattempo
queste cessarono la loro attività e
le barre restarono a mollo nel centro
jonico. Da allora l’impianto non
ha più svolto attività di riprocessamento.
In sede, oltre agli elementi
di combustibile non riprocessati del
reattore di Elk River, sono presenti
ancora allo stato liquido 2,7 metri
cubi del prodotto finito delle operazioni
di riprocessamento effettuate.
La nuova linea Icpf produrrà 120 fusti
da 400 litri ciascuno, per un totale
di 480 metri cubi, tutti disposti
in pila da tre per uno spazio totale
di 3.200 metri cubi. I dubbi, comunque,
restano. La capienza dei due
capannoni, tre volte superiori alle
effettive necessità, farebbe pensare
alla possibilità di un eventuale stoccaggio
futuro di altre scorie in vista
della costruzione di centrali nucle-
Attualità
ari sul territorio nazionale; la struttura
potrebbe, inoltre, essere utilizzata
per depositare combustibile
riprocessato in Francia e che entro il
2017 potrebbe rientrare in Italia. La
Trisaia rischia, quindi, di diventare
un deposito provvisorio, ma secondo
l’usanza italiana forse definitivo, per
i residui radioattivi di terza categoria
(la più pericolosa). Desta, inoltre,
non poca perplessità, come si
rileva nello stesso decreto di Via, il
fatto che la regione Basilicata non
abbia prodotto alcun parere in merito
al progetto di ampliamento presentato
della Sogin. L’approvazione
di Via giunge, inoltre, all’indomani
della decisione della Consulta del 23
marzo scorso che obbliga il governo
a sentire il parere delle Regioni sulla
localizzazione delle centrali nucleari,
ma lascerebbe lo stesso svincolato
da qualsiasi parere degli enti
territoriali sui depositi di scorie nucleari
e sul sito unico nazionale.
Sul sito web della Sogin, intanto, si
legge: “Nel 2003, Sogin ha assunto
la gestione dell’impianto. La nostra
missione è il suo smantellamento,
sicuro e sostenibile, adottando i più
severi standard di sicurezza”. E’
come dire che a Fukushima non c’è
stato alcun terremoto. ■
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
9

Attualità
“I valori della persona
al centro della politica”
A tu per tu con
l’onorevole
Antonio
Mazzocchi
presidente
nazionale dei
Cristiani
Riformisti
10 | iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
[di Giuseppe Paccione]
► Si è tenuto a Bari, presso l’hotel Excelsior,
un dibattito sul tema della politica
quale punto di riferimento della persona e
dei valori. È intervenuto l’onorevole Antonio
Mazzocchi, deputato e questore presso
la Camera dei Deputati, invitato da varie
associazioni e movimenti cattolici per discutere
sulle tematiche e i rapporti tra i
cattolici e la politica italiana.
Il popolo italiano sta assistendo allo spettacolo
poco piacevole della classe politica, tanto
da far intervenire il capo dello Stato Giorgio
Napolitano. Che opinione si è fatta in merito
a quanto è accaduto, nei giorni scorsi, sia fuori
che dentro l’emiciclo della Camera dei Deputati?
Guardi, non è altro che una tristezza, se mi
consente. È un’opinione triste, perché siamo
arrivati a una conflittualità tra le forze
politiche che rasenta il sistema democratico.
Non si è mai assistito, fuori del parlamento
a centinaia di persone, che lanciavano
sassi e monete nei confronti dei
parlamentari. È evidente che ci sono state
anche reazioni scorrette da qualche membro
del governo (il ministro La Russa, ndr),
ma sono state reazioni provocate da una
piazza non più controllata. Il fatto che il
presidente Napolitano abbia chiamato i
capigruppo – per la prima volta nella storia
della Repubblica – fa capire che la situazione
l’Italia è in un tale stadio di litigiosità
e di mancanza anche di gestione della
cosa pubblica, che preoccupa perché significa
che vengono meno i valori nei vari
partiti e che, ormai, la politica non si fa più
con la contrapposizione di programmi e di
valori, ma soltanto con forme di litigiosità.
Noi come movimento stiamo tentando
di riportare un discorso basato sui valori
per la costituzione di una nuova classe
politica. Questi fatti dimostrano pure che
la classe politica italiana non è all’altezza
di poter, in questo momento, gestire la
cosa pubblica. Ci vuole anche un rinnovamento
del sistema elettorale, che faccia in
modo che i parlamentari vengano eletti direttamente
dal popolo e non che vengano
nominati da persone che, spesso per simpatia,
non vedono i meriti e non premiano
la meritocrazia.
La posizione della Chiesa è di amarezza su
quanto sta accadendo nella vita politica ita-
della Cei, sia il Santo Padre Benedetto XVI
stanno richiamando al ritorno dei valori e
all’entrata dei cattolici nella politica. Qual è il
suo punto di vista?
Entrambi stanno richiamando i cattolici
a una grande unità. È chiaro che, in una
loro autonomia, non è che vogliano interferire
nella politica italiana. Noi, come movimento
stiamo tentando di fare un appello
a tutti coloro che credono fortemente
nei valori ad unirsi, a creare un’area centrale
nell’ambito del Pdl perché, ormai, il
bipolarismo in Italia c’è. L’area cattolica
non può stare con la sinistra. Però è necessario
che tutti coloro che si riconoscono
in questo appello del Pontefice e della
Cei comprendano che prima c’è un discorso
di programma e di strategia politica e,
poi, ci sono le ambizioni personali.
Che impatto ha avuto incontrando i cittadini
della provincia di Bari?
Purtroppo, ho avuto la stessa impressione
di altra gente di altre province. Gente che
non si riconosce più nella classe dirigente
che non li rappresenta. Tutti vogliono una
nuova classe dirigente. È d’uopo che i partiti
inizino a fare i congressi, le iscrizioni, a
costituire una nuova classe dirigente, altrimenti
noi, come qui, nella provincia di
Bari ed in altre parti d’Italia, creiamo una
disaffezione alla politica e c’è pericolo che
andando alle elezioni, il numero di coloro
che non andrà a votare aumenterà.
Un’ultima domanda concerne la vicenda del
senatore pugliese Alberto Tedesco. Il sentore
Alberto Balboni, della giunta delle immunità
del Senato sulla richiesta del giudice per le indagini
preliminari di Bari per l’inchiesta sulla
sanità pugliese, ha espresso un netto “no”
all’arresto. Cosa pensa di questa situazione?
Guardi, il vero problema è questo. In Italia
vige un sistema parlamentare che dà
l’immunità ai parlamentari, per cui lo stesso
sistema sicuramente verrà applicato al
senatore Tedesco. Però noi dovremmo riformare
questo sistema perché credo che
una cosa è l’immunità, una cosa l’impunibilità.
Per cui penso che per il senatore
Tedesco certamente si applicherà, in analogia
ad altri casi, l’immunità. ■
liana. Sia il cardinale Bagnasco, presidente Antonio Mazzocchi

Accordo sull’acqua
non firma la Basilicata
“Con la sottoscrizione
del protocollo d’intesa le
regioni meridionali, tranne
la Basilicata che non ha
firmato, si impegnano a
sottoscrivere un unico
accordo di programma
per l’acquisizione e il
Antonio Laudati
Laudati
«La criminalità
organizzata
nel business
dei rifiuti»
trasferimento della risorsa
idrica, così attribuendosi
reciprocamente le
risorse idriche e la sete
che attualmente sono
caratteristiche individuali
per morfologia naturale”.
Lo ha detto l’assessore
regionale pugliese
alle Opere pubbliche e
Protezione civile Fabiano
Amati dopo l’avvenuta
sottoscrizione a Roma
del Protocollo d’Intesa
per l’approvazione
[di Giuseppe Paccione]
► BINETTO – Lo scorso martedì
presso la scuola media
statale di Binetto, si è tenuto
un convegno su “legalità e
doveri civili” con l’intervento
del procuratore della Repubblica
presso il Tribunale di
Bari, Antonio Laudati. Presenti
le scolaresche di Binetto,
oltre ad alcuni rappresentanti
dei Comuni di
Toritto, Grumo Appula, Binetto
e il commissario prefettizio
del comune di Bitetto.
Le forze dell’ordine continuano
ad operare nell’area
murgiana per stanare il fenomeno
sempre crescente della
criminalità e per frenare quello
della di vendita di droga sul territorio.
Ultimamente si stanno ottenendo
buoni risultati. Qual è la
situazione?
Quello che sta vivendo la criminalità
locale è un momento
particolare. Quello che ho definito
la second generation. La
prima generazione di criminalità
è oggi tutta in carcere, poi
ne abbiamo una nuova che si
sta affermando sul territorio e
che, quindi, non ha esperienza,
non ha stratificazione; c’è quindi
una fortissima conflittualità
fra gruppi in una situazione
molto dinamica.
Lei ha detto più volte che non è
da escludere che per anni la Murgia
sia stata un vero e proprio cimi-
Attualità
dell’accordo unico
di programma per
il trasferimento,
l’acquisizione e il governo
della risorsa idrica.
L’accordo è stato firmato
mercoledì scorso presso la
sede della regione Molise
a Roma da tutte le regioni
del Bacino idrografico
meridionale (Puglia,
Abruzzo, Lazio, Molise,
Calabria, Campania),
ad eccezione della
Regione Basilicata. «
Il procuratore capo di Bari
a un incontro sulla legalità a Binetto
tero dei rifiuti, vista anche la morfologia
del territorio e la vicinanza
alla Campania. Come si sta muovendo
la Procura in merito?
Abbiamo grosse indagini in corso
per quanto riguarda quello
che sta accadendo sulla questione
dei rifiuti. È uno degli
aspetti che interessa maggiormente
la criminalità organizzata
che si muove in tutti i settori
in cui circola molto denaro.
Tra le inchieste che hanno riguardato
quest’area anche quella
che ha coinvolto l’ex assessore regionale
alla Sanità Alberto Tedesco,
del Partito Democratico. Il
Parlamento sembra intenzionato
a negare il suo arresto. Nel caso di
un no da Roma quale sarà la reazione
della Procura di Bari?
Rispettiamo la sovranità del
Parlamento. Attendiamo quello
che dice il Parlamento e poi
decideremo il da farsi. ■
«Sul caso
Tedesco
rispettiamo
la sovranità
del Parlamento»
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
11

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Attualità
Gli sprechi della Regione Basilicata
[di Nino Grilli]
► Trentadue milioni di euro
all’anno spesi in consulenze esterne
tra Regione Basilicata, Provincia e
Comune di Potenza e di Matera.
Più dell’Emilia Romagna, che ne
spende 28 all’anno. La Corte dei
Conti ha evidenziato forti criticità
sugli organismi consultivi e gli enti
strumentali della Basilicata. Sono
gli sprechi dell’amministrazione lucana
denunciati dal centrodestra,
che notifica anche l’esistenza di una
“questione morale” in tutti i settori
della vita pubblica. Si torna a parlare
di “questione morale” che investe
il settore giudiziario con decisioni
di organi poco convincenti
fino a ingenerare dubbi sulla validità
di certe decisioni, dal momento
che non chiariscono l’inesistenza
di comportamenti leciti di politici
e rappresentanti istituzionali sulla
gestione politico-amministrativa.
Come è possibile inquadrare la situazione
di una regione che viene
lodata per il suo utilizzo di fondi europei,
tanto da essere ritenuta una
terra virtuosa, confrontandola poi
con il giudizio della Corte dei Conti
lucana secondo la quale “il livello di
corruzione in Basilicata è in linea
con i dati medi in Italia” e che peraltro
fa registrare nell’anno appena
trascorso un costante aumento dei
14 | iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
Aspetti
sconcertanti e
contraddittori
della politica
economica
regionale
casi di corruzione? Come si conciliano
l’abbondanza delle risorse petrolifere,
peraltro ampiamente sottovalutate
da un governo regionale,
disattento sui diritti in favore della
comunità lucana e che ora appare
intenzionato a valutare queste risorse
in un tavolo di confronto con
l’autorità governativa nazionale, e
dall’altro la cattiva gestione del denaro
pubblico, denunciata dal procuratore
capo regionale lucano, Mi-
chele Oricchio, che è dovuta alla
negligenza di amministratori e a
evidenti episodi corruttivi? Che significato
si può dare all’impegno
della Regione Basilicata nella promozione
della cultura, della sinergia
tra imprese, nella consapevolezza
che l’associazionismo e le reti
di collaborazione possono sicuramente
costituire l’arma vincente
per rafforzare gli assetti competitivi
regionali, in confronto ai temi come
la disoccupazione e la migrazione
giovanile? E ancora sul fronte del
lavoro, quale significato attribuire
alle dichiarazioni del Procuratore
Oricchio, in occasione dell’apertura
del nuovo anno giudiziario contabile,
secondo il quale nella regione
lucana le modalità di assunzione
dei dipendenti e di determinazioni
degli stipendi degli amministratori
costituiscono spesso aree franche
su cui la Procura sta cercando di far
luce? Una dichiarazione che induce
a riflettere e che potrebbe trovare
una spiegazione anche sull’azione
dei giudici che nel corso dell’anno
avrebbero controllato le carriere negli
enti pubblici, l’utilizzo del lavoro
interinale negli uffici della Regione,
il ricorso alle consulenze esterne
e anche la mancata custodia di

opere pubbliche e cantieri. A questo
punto, i lucani dovrebbero essere
sconcertati dalle contraddittorie dichiarazioni
diffuse dai mezzi d’informazione,
o rassegnati a dover riconoscere
che l’isola felice non è più
tale o che, infine, occorrerebbe cambiare
qualcosa. L’avvento del federalismo
della Lega Nord, che appare
in via di definitiva attuazione, non
dovrebbe avere ricadute positive sul
[di Lu. Ma.]
ASCENSORI MONTACARICHI PIATTAFORME ELEVATRICI
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Mezzogiorno e quindi sul territorio
lucano. A meno che non si adotti
un federalismo totale sulle risorse
a disposizione della comunità lucana.
E’ improponibile pretendere
una gestione oculata su acqua e
petrolio, per citare gli esempi più
classici, in via esclusiva, da parte
della regione lucana? La divisione
del potere gestionale andrebbe incontro
alle prerogative del territo-
I 25 mezzi della Casam ancora nuovi
ma “rottamati” a cielo aperto
Ultima fermata: zona Paip
Attualità
rio lucano e fornirebbe una maggiore
capacità contrattuale persino
nei confronti del governo nazionale.
Un percorso virtuoso che per essere
così semplice e vantaggioso per la
Basilicata non si potrà (ma forse e
meglio dire non si vorrà) mai realizzare
né da Roma e né da Potenza? Ai
lucani resta solo l’ambiguità della
situazione, tra pecche e virtù di indefinibile
soluzione. ■
Da lontano spicca il loro
inconfondibile colore
arancione: da tempo ormai
ben 25 mezzi della Casam
(l’azienda di trasporto
pubblico urbano della città di
Matera) giacciono inermi in
un deposito privato all’aperto
presso la Zona Paip 2 (nella
foto). Da lontano è difficile
valutarne le condizioni, pur
tuttavia sembrerebbero
ancora in buono stato. Ma
intanto sono lì e pare che
nessuno se ne curi: non
l’azienda proprietaria, non
la Regione Basilicata che con
fondi statali ne ha finanziato
l’acquisto e nemmeno i
cittadini che quindi li hanno
pagati con le proprie tasse.
Loro del resto raccolgono
l’invito della Casam:
“Lasciatevi trasportare” è
infatti lo slogan dell’azienda.
E quei 25 autobus? Massì,
lasciamoglieli rottamare.
Tanto ogni volta c’è un
Pantalone che paga. Sempre
che poi non finisca per
rimanere in mutande…«
La scelta preferita da
costruttori, proprietari e utenti.
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
15

In primo piano
Dalle parentopoli alle tendopoli dei profughi libici. E si specula sulla tragedia
Il business del dolore
[di Roberto Traetta]
16 | iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
► Il Belpaese da sempre è uno degli Stati
europei più interessati dall’immigrazione.
Se vogliamo, è la nazione più esposta a questo
fenomeno per la sua posizione geostrategica
nel Mediterraneo. L’Italia è un comodo
ponte che collega i paesi musulmani e le società
europee del benessere. L’Italia, come
tutto il mondo occidentale, è vista come una
meta da raggiungere per raggiungere serenità.
Come stanno testimoniando le cronache,
la questione immigrati è tornata ad animare
il dibattito politico con lo scoppio della
crisi libica. Il punto della situazione sul tema
è questo: al momento i clandestini provengono
da tre principali aree nord-africane
come la Tunisia, le città libiche di Tripoli e
Misurata. Non c’è dubbio che siamo in prima
linea nel fare i conti con la crisi. La guerra,
si sa, porta disperazione. E tanti disperati
stanno fuggendo dai loro deserti infuocati,
dall’inferno delle loro città assediate, bombardate,
in cerca di riparo, e di accoglienza.
Ecco la parola chiave: accoglienza. L’Italia si
sta preparando ad accogliere i migranti sbarcati
nelle scorse settimane a Lampedusa. Le
nostre regioni sono sufficientemente preparate?
Stanno organizzando lo sbarco e il trasporto
dei migranti dai porti alle strutture,
dopo aver compiuto una lunga traversata.
E il loro obiettivo è quello di sopravvivere.
Intanto lo stato di emergenza non permette
di imporre bandi o gare d’appalto per affidare
il servizio. E ogni prestazione quindi per
forza di cose viene affidata per chiamata diretta,
come si dice, Che cosa significa questo?
Si mette in moto la filiera del soccorso
sociale che specula sul dolore e sulla disperazione
della gente. La situazione sta suscitando
buoni appetiti. Non c’è emergenza che
tiene. L’immigrazione diventa così un’occasione
come un’altra per fare soldi. Si fanno
avanti consorzi di cooperative sociali con ag-
ganci politici proponendosi di gestire l’emergenza.
Addirittura promettono mille posti di
lavoro e la tragedia diventa il nuovo ufficio di
collocamento per disoccupati di ogni età. Si
comincia con ordine, per esempio dall’allestimento
di un campo di fortuna che prevede
una serie di lavori per collocare le tende, per
gli allacci idrici e fognari e tanto altro ancora.
Ma dovranno pur mangiare i profughi, no? E
allora ci sarà un bel da fare pure per ristoratori
che devono preparare scodelle di minestra
a dosi industriali. Alla stima sui pasti
vanno aggiunti i costi di mantenimento
degli immigrati nei centri di permanenza.
A chi affidare questi lavori di straordinaria
amministrazione? A quali prezzi? L’occasione
è troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire.
Ben vengano crisi libiche, ma anche tunisine,
algerine: l’importante è che mettano
in moto un business per aiutare gli amici
degli amici. Pure qui le parentopoli per allestire
…le tendopoli. Distese di tende gestite
male magari, per guadagnare bene. Nichi
Vendola, governatore della Puglia, vuole
già chiudere il campo di Manduria; Vito De
Filippo, presidente della Basilicata, ha affermato
che la “sua” regione ha raggiunto
il tetto massima accoglienza. Stessa trafila
per altre tragedie come i terremoti. L’Italia
non si smentisce mai. ■

Viaggio a Manduria tra racconti di vita e luoghi comuni
A casa nostra il dramma degli
immigrati
[dal nostro inviato Carmine Errico]
► MANDURIA – Un uomo
abbassa il finestrino della
sua auto in attesa di ripartire,
bloccato nell’interminabile
coda adiacente al
centro di permanenza allestito
a Manduria. Attorno
a lui centinaia di tunisini,
a cui è stata data
la possibilità d’uscire. Ma
lui li ignora. Le sue attenzioni
sono tutte per i poliziotti:
“Non vorrei essere
al vostro posto oggi”. Un
sorriso compiaciuto e riparte.
Punti di vista. E in
questa emergenza ce ne
sono tanti. Eppure, secondo
quanto dichiarato
da un tunisino, pare che
alcuni poliziotti stiano
addirittura riuscendo a
trarci profitto da questa
situazione: “Uno di loro –
afferma – mi ha venduto
questo pacco di sigarette”.
E’ sigillato, da dieci. “Sai
quanto mi ha chiesto? 5
euro”. Per un attimo speriamo
che quanto da lui
detto non corrisponda
al vero. Sarebbe troppo
scandaloso. Ma poi ci
guardiamo attorno e capiamo
che lì può succedere
davvero di tutto. Da
giorni oltre mille tunisini
(il numero varia in continuazione
tra arrivi e fughe)
attendono un visto
provvisorio per poter raggiungere
le proprie destinazioni.
Le risposte sono
sempre le stesse: “Domani,
domani, domani”.
E l’attesa tra quelle tende
blu si fa sempre più insopportabile.
Riusciamo
anche a spiegarci come
mai il campo sia stato allestito
in tempi record:
“Non ci sono docce – dice
uno degli ospiti – non ci la-
viamo da quattro giorni”.
E anche il cibo e l’acqua
pare scarseggino. “Ci
hanno dato la possibilità
di uscire – spiegano – per
andare in paese e acquistare
qualcosa da mangiare
e bere”, mostrandoci
quella vitale e ambita bottiglia
d’acqua. Oltrepassati
i limiti della propria
nazione, ora se ne ritrovano
imposti altri. E questo
a loro non va bene.
Sentono il proprio destino
affidato nelle mani altrui.
Chiedono aiuto, comprensione.
C’è chi lo fa in francese,
qualcuno in inglese,
pochissimi in italiano. Ma
basta guardarli negli occhi
per capirli: c’è rabbia,
molta delusione: “Siamo
andati via dal nostro Paese
alla ricerca della libertà
e ora qui siamo in
prigione”. Vorrebbero
andare in Francia, Belgio,
Olanda. Uno di loro
ha come destinazione
Roma: “Lì ci vive tutta la
mia famiglia. Vorrei raggiungerli
per continuare i
miei studi in tranquillità.
In Tunisia non è più possibile.
Mi mancano due
anni, poi desidererei tornare
nel mio Paese e riprendere
la mia vita”. Lì
ha lasciato “la sua casa,
la macchina, il motorino”.
“Non ero ricco – ci tiene a
specificare – ma comunque
stavo bene”. Ma si sa,
la libertà non ha prezzo:
“Ho affrontato un viaggio
estenuante. Siamo rimasti
due settimane a Lampedusa.
Ora sono qui e
nessuno sa dirmi cosa
fare”. C’è chi non ne può
più d’aspettare e scappa.
Sulle strade provinciali
se ne contano parecchi.
Qualcuno è riuscito a raggiungere
la statale 100,
direzione Bari. C’è chi
viene riacciuffato (quasi
fossero criminali) e chi no.
Nonostante gli occhi vigili
delle forze dell’ordine. Un
ragazzo ci ferma. Ci chiede
se possiamo indicargli
qualcuno che offre lavoro.
“Ne ho bisogno”, dice. E ci
mostra i suoi piedi, nudi
da giorni. “Vorrei qualche
euro per potermi comprare
un paio di scarpe”.
E se li guadagnerebbe in
maniera onesta. Significativa
è la bandiera bianca
che solleva un ragazzo tunisino
in segno di resa.
“Noi non siamo dei criminali,
vorremmo andar via
di qua e non dar fastidio
a nessuno”. E così un altro
mostra il palmo delle
sue mani. Su di uno c’è
scritto “Tunisie”, sull’altro
“Libertè”. Hanno tanta
dignità. Sanno con chi doversela
prendere, e chi ringraziare.
E non ci stanno
a diventare fenomeni da
baraccone. Qualcuno si
irrita agli scatti dei fotografi:
“Ma cosa fotografate?
- dice uno di loro –
La gente che ci vede sui
giornali ride guardandoci
in queste condizioni. Che
In primo piano
foto sono? Siamo sporchi,
messi male”. O ancora:
“Che ne farete di queste
foto? Andranno su facebook?
Non vogliamo che
ci riprendiate”. Ci spostiamo
a Oria. In paese,
dopo l’apertura dei cancelli
del centro, si vedono
più tunisini che oritani.
Alcuni sono seduti fuori
ad un bar. Bevono caffè.
Un uomo (italiano) chiede
alla barista: “Sono molesti?
Stanno dando fastidio?”.
Quasi come se fosse
scontato, con tono minaccioso.
La ragazza: “Macché!
Sono molto tranquilli
e rispettosi”. Il signore esce
dal bar a tratti deluso. Non
ci si conosce. Da una parte
c’è la paura di restare ancora
per tempo nel limbo
della disperazione. Dall’altra
il terrore di essere invasi
da gente arrabbiata
che, pur di ottenere la propria
libertà, sarebbe disposta
a tutto. Nel mezzo
c’è chi questa situazione
la vive dall’alto dei palazzi.
Chi rimanda tutto al domani,
rischiando di spezzare
quel filo sottile che
ancora tiene legate le due
parti. E poi c’è la malavita
che spera di arricchire il
proprio esercito di soldati
affranti. ■
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
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Rischio umanitario
In primo piano
Anche a Palazzo San Gervasio arrivano
i migranti
[di Giuseppe Balena]
► Qualcuno si doveva sacrificare. Ancora
una volta la Basilicata risponde: presente.
Palazzo San Gervasio, piccolo centro in
provincia di Potenza con poco più di 5mila
anime, dal 2 aprile ospita i migrati provenienti
da Lampedusa dopo che hanno fatto
scalo a Taranto. Sono già arrivate 523 persone,
tutti tunisini, maschi tra i 18 e i 35
anni. Non si è trattato di una scelta spontanea,
ma quasi di un’imposizione. In seguito,
infatti, alla conferenza unificata Stato-Regioni,
il Viminale ha stilato il piano d’emergenza
facendo appello alla sensibilità degli
enti locali al fine di ospitare i migranti
che in questi giorni arrivano senza soluzione
di continuità e che l’isola di Lampedusa
non può più contenere. In realtà, inizialmente
si era parlato di ospitarli nell’ex
caserma Lucania di Potenza, resa, però, indisponibile
dal ministero della Difesa; evidentemente
la scelta di convogliare parte
dell’esodo nel capoluogo di regione non era
pienamente condivisa. Meglio, dunque, ripiegare
sul piccolo centro della comunità
montana dell’Alto Bradano e “confinarli”,
appunto, ai margini nord occidentale della
regione. La decisione, sebbene in qualche
modo attesa, è arrivata all’improvviso e ha
colto tutti di sorpresa: non ci si sono stati
grandi margini di trattative. Il governo, infatti,
aveva la necessità urgente di dover
provvedere a dare un’adeguata sistemazione
a oltre 50mila profughi non solo libici.
Nel giro di poche ore è stata allestita
una tendopoli con 65 tende da sei a otto
posti, grazie all’impegno della protezione
civile e dei vigili del fuoco. Nell’area, spia-
Tra due mesi verranno a contatto con i
nordafricani che raccolgono pomodori
nata e attrezzata, sono stati portati anche
due impianti elettrici completi e diversi lampioni
da sistemare all’esterno delle tende. Il
campo è stato allestito all’interno del centro
immigrati che si estende su una superficie
di oltre 12mila metri quadrati. La capienza
massima è di 512 posti e, in caso d’emergenza,
potrebbe arrivare anche a 600. Originariamente
la struttura era stata progettata
per ospitare al massimo 200 persone.
Lo stesso centro ha accolto per diversi anni
numerosi immigrati provenienti prevalentemente
dal nord Africa durante il periodo
estivo della raccolta dei pomodori. L’anno
scorso, però, è stato chiuso secondo quanto
disposto dal sindaco Federico Pagano perché
ritenuto non idoneo a garantire le condizioni
igieniche sanitarie minime. A giugno,
molto probabilmente, arriveranno
comunque circa mille lavoratori stagionali
che si troveranno a stretto contatto con i
nuovi ospiti. Per fronteggiare la situazione
si è costituito un coordinamento delle associazioni
locali di volontariato (Ruah onlus,
A.Mi.C.A., Torre Ardente, centro di Documentazione
Associazione Michele Mancino,
Caritas Interparrocchiale, Caritas Diocesana
di Acerenza e Fighters). Intanto anche
Bella e Muro Lucano hanno dato la propria
disponibilità a ospitare intere famiglie.
Resta un dubbio: si tratterà di un centro
d’accoglienza o di un Cie, ossia di un centro
d’identificazione ed espulsione? Per i pasti
è stato calcolato che occorreranno circa
4mila euro al giorno e non si sa per quanto
tempo. Sono spiccioli, comunque, se si considera
che nel corso dell’ultimo decennio
sono stati spesi circa 800mila euro per questa
struttura che fino all’anno scorso era
in pessime condizioni. Anche il sacrosanto
spirito di solidarietà ha un costo per il quale
sacrificarsi. ■
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
19

Altamura
Il sindaco risponde alle opposizioni che hanno chiesto
lo scioglimento del consiglio comunale
Stacca: «Il caso Altamura?
Solo strumentalizzazioni»
[di Giuseppe Proggi]
Il centrosinistra, ricevuto in prefettura,
ha presentato “l’incresciosa situazione che
vive da tempo la città Altamura”. E’ stato
convocato? E’ preoccupato?
Assolutamente nessuna preoccupazione.
Di cosa dovrei esserlo? Nelle situazioni
che sono state rappresentate
in prefettura ci sono molte forzature
e strumentalizzazioni. Il centrosinistra
ha dato ennesima prova di un vuoto di
proposta politica. Il fatto che siano andati
tutti insieme è solo apparenza. In
realtà l’opposizione è molto frastagliata
e divisa su quasi tutto. Basta vedere
come votano e come comunicano, ognuno
per sé, tanto che talvolta devo leggere
4-5 comunicati di diversa provenienza
per sentire le stesse cose.
Zaccaria in un’intervista a “Il Resto” ha
affermato che l’attacco nei suoi confronti
è di natura politica, parlando, inoltre, “di
omini di destra in cerca di ruolo che preferiscono
dedicarsi al pettegolezzo”; il consigliere
Loizzo, invece, afferma: “Vito Zaccaria,
lo dico in qualità di amico, ha perso
un’occasione storica sul caso Dambrosio e
Lomurno”. Sintomi di un malessere generale?
Non vado rincorrendo le singole posizioni.
Le differenze di opinione possono anche
essere fisiologiche. Come sindaco mi
preoccupo di garantire la governabilità e
la continuità dell’azione amministrativa.
Tutti sappiamo come sono finite le vicende
Dambrosio e Lomurno. Non era, forse, il caso
di difenderli dall’inizio, considerato che ad
oggi non vi è alcun provvedimento giudiziario
che li riguarda?
Sul presidente del consiglio comunale
abbiamo già detto tutto. Per Pasquale
Lomurno, non è una nuova assunzione,
come dice qualcuno che poco conosce
le norme, ma il prosieguo di un rapporto
di collaborazione già esistente in
cui lo stesso ha i diritti dei dipendenti
pubblici. Quanto al contesto generale,
dice bene lei: nessun provvedimento
giudiziario li riguarda.
Quando ripartirà la Ztl e quali novità saranno
introdotte?
20 | iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
Non abbiamo ancora preso delle decisioni
definitive. E’ emerso molto chiaramente
che ci sono due comitati con posizioni
tra loro inconciliabili. Dovrà essere
fatto uno sforzo di sintesi. Chi ha
da fare altre proposte, le faccia ora, perché,
a decisioni prese, stavolta non torneremo
indietro.
Alcuni politici di maggioranza le contestano
un approccio troppo morbido, di tipo
medico alla politica. Dato che è al suo ultimo
mandato, non è forse giunto il momento di
lasciare un segno nella storia di questa città,
con scelte anche impopolari, ma che potrebbero
risultare fruttuose nel futuro?
Non è questione di approccio medico.
Caratterialmente sono per il dialogo e
per la massima sintesi delle diverse posizioni.
Quanto alle scelte, sono già soddisfatto
di ciò che è stato fatto ed è motivo
di vanto il riconoscimento dei cittadini,
che mi hanno reso il sindaco più
Gianfranco Traetta
Gianfranco Traetta
«Sul presidente
del consiglio
comunale
abbiamo già
detto tutto. Per
Pasquale Lomurno
non è una nuova
assunzione ma
il prosieguo di un
rapporto di
collaborazione
già esistente»

votato di Altamura, da quando esiste la
legge dell’elezione diretta. Ovviamente
la città richiede un impegno quotidiano
e una programmazione di lungo termine
che stiamo dando, nonostante le
ristrettezze del bilancio. Analizzando la
sua domanda, vorrei fare un appunto:
si guarda solo ed esclusivamente all’amministrazione.
In realtà il segno vero lo
lasciano i cittadini. Penso ad esempio
alla raccolta differenziata. Se riuscissimo
tutti insieme a far crescere le percentuali,
non sarebbe una grande conquista
per la città intera?
Lillino Colonna lo considera nella maggioranza?
E i colpi bassi della campagna elettorale
sono solo spiacevoli ricordi?
Sono aspetti ampiamente chiariti. Lillino
Colonna si è avvicinato al Movimento
Schittulli e in consiglio comunale vota i
I nostri giovani
amministratori
hanno poche idee
Non siamo
bravi nemmeno
a copiare
[di Paolo Testa]
Altamura
«Il centrosinistra ha dato l'ennesima
prova di un vuoto di proposta politica»
provvedimenti secondo il proprio orientamento
politico. Essendo chiaramente
un uomo di centrodestra, nella grande
parte dei casi il suo orientamento coincide
con quello di maggioranza. Almeno
per il momento, però, non mi appassiona
questa discussione sull’allargamento
della maggioranza. Se poi la domanda
implicita è se ci saranno a breve dei
rimpasti, la mia risposta è no. Per quanto
mi riguarda, mi farebbe piacere anche
che ci fossero i voti del centrosinistra
sui provvedimenti che si portano in
consiglio. ■
► I bravi amministratori si vedono
nel bisogno. E’ proprio in
questi momenti di crisi che deve
emergere la bravura. Che questo
sia un periodo di magra, è un dato
di fatto. Ci sono troppe restrizioni
dall’alto. Ciò non significa che i
soldi non ci sono, ma che devono
essere razionalizzati e spesi con
criterio.
A volte, però, anche quando non
si è dotati particolarmente, basterebbe
guardarsi intorno per vedere
cosa fanno gli altri. Copiare da
quegli amministratori talentuosi
che sono riusciti a tirar fuori
dal cilindro idee vincenti che
fanno risparmiare un’intera collettività.
Dal 2005 si è costituita
un’associazione dei comuni virtuosi
che condivide in rete progetti
innovativi. Con un click ti
accorgi che un Comune lucchese
ha deciso si sposare un progetto
edilizio: le case, più che costruirle,
si ristrutturano e, in generale,
si edifica di meno.
Poi c’è chi, in un periodo di tagli,
rilancia il bando per l’installazione
di impianti fotovoltaici su edifici
comunali (scuole, cimitero, parcheggi,
magazzini), provando a sistemare
i pannelli sui tetti e non
su terreni agricoli (i soldi investiti
in energie alternative sono stati
recuperati nel giro di due anni).
C'è anche qualcuno da queste
parti, precisamente in quel di
Barletta, che ha deciso di creare
nei pressi della cattedrale una
zona wi-fi che consente anche ai
turisti di collegarsi a internet attraverso
una rete locale in maniera
wireless. Con un semplice
telefonino di ultima generazione
si possono acquisire informazioni
turistiche, conoscere posti, ristoranti,
muoversi liberamente.
Un progetto tecnologico che rende
meglio dei datati info point. In
quel di Bitetto, per avvicinarci ancor
più, l’amministrazione ha deciso
di investire i fondi Pirp, destinati
alla riqualificazione delle
periferie, per recuperare l’antico
centro abitato che, come quello
di Altamura (e della vicina Gravina),
è una vera e propria periferia
in termini di degrado. Questi
solo pochi esempi per far capire
come, a volte, basta poco per amministrare
bene.
Basterebbe guardare gli altri e copiare
quel che c’è di meglio in giro.
Un po’ come si faceva ai tempi della
scuola, dove si cercava di apparire
il migliore della classe, scopiazzando
dal compagno più bravo.
Ad Altamura basterebbe fare
questo. La verità però è un’altra:
dietro tutte queste idee vincenti
e innovative si nascondono sempre
giovani amministratori che
non sanno solo alzare la mano in
consiglio comunale, ma si informano,
sono curiosi, portatori sani
di quella freschezza mentale propria
dei giovani.
Ad Altamura basterebbe fare questo,
ma putroppo… ■
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
21

CERCA FIGURE DA ASSUMERE
A TEMPO INDETERMINATO COME:
PROGETTISTA
ELETTRICO
Il candidato ideale è laureato
in Ingegneria Elettrica e
ha maturato una precedente
esperienza in ruoli di progettazione
e di costruzione di impianti
fotovoltaici per quanto
concerne la parte elettrica e
di connessione. Necessaria la
conoscenza delle tematiche di
trasmissione di energia elettrica
e cabine MT/BT. Costituirà
titolo preferenziale una buona
padronanza della lingua inglese
e la provenienza dal settore
impiantistico.
Descrizione
Il candidato, interfacciandosi
con il Direttore Tecnico, sarà
inserito all’interno dell’ufficio
tecnico in qualità di progettista
di impianti.
Si richiede:
• conoscenze informatiche
sul Pacchetto Office,
AutoCAD, tool di
Progettazione
• capacità di lavorare per
obbiettivi
• capacità di lavorare in
team
• capacità relazionale
• problem solving
CAPO CANTIERE E
OPERAI ELETTRICI
Il candidato ideale è in possesso
di diploma di Perito Elettrotecnico
o Laurea in Ingegneria
(area tecnica) in alternativa ai
diplomi/lauree si richede esperienza
pregressa pluriennale
nei cantieri di impiantistica
elettrica, preferibilmente nel
settore fotovoltaico.
Descrizione
Il candidato, interfacciandosi
con il Project Manager, sarà inserito
all’interno dei cantieri in
qualità di capo cantiere o assistente
tecnico.
Si richiede:
• capacità di interpretare
planimetrie e schemi
elettrici
• capacità di lavorare per
obbiettivi
• capacità di lavorare in
team
• capacità relazionale
• problem solving
PROGETTISTA
QUADRI ELETTRICI
Il candidato ideale è un laureato
in ingegneria elettrotecnica e/o
diplomato perito elettrotecnico/elettronico
con esperienza
di almeno 3/5 anni nella medesima
mansione; ha buone conoscenze
dei sistemi elettrici di
bassa e media tensione e delle
apparecchiature di cablaggio
per quadri elettrici; possiede
una conoscenza a livello avanzato
del sw AutoCAD.
Descrizione
Il candidato, interfacciandosi
con il Direttore Tecnico, sarà
inserito all’interno dell’ufficio
tecnico (divisione quadri) in
qualità di tecnico progettista
quadri elettrici.
Si richiede:
• conoscenze informatiche
sul Pacchetto Office,
AutoCAD;
• conoscenza schemi elettrici
per quadri
• capacità di lavorare per
obbiettivi
• capacità di lavorare in
team
• capacità relazionale
• problem solving
AREA TECNICA
PRATICHE GSE
Cerchiamo n. 1 ADDETTO
ALLE PRATICHE GSE con
esperienza in ambito energetico,
da adibire a mansioni di
controllo avanzamento pratiche
con gli enti e gestori impianti
di produzione. Si richiedono
formazione ad indirizzo
tecnico, edilizio o urbanistico,
buona dialettica e propensione
alla cura del cliente.
Requisiti
Laurea in ingegneria o perito
elettrotecnico/elettronico, pregressa
esperienza maturata
nella medesima posizione e
all’interno del settore fotovoltaico.
Attitudine al lavoro per
obiettivi, doti di leadership,
capacità di problem solving
e ottime capacità relazionali.
Conoscenza del ciclo proprio
della commessa in ambito fotovoltaico:
preventivazione,
progettazione, pratiche GSE,
UTIF e installazione. Nozioni
di base sulle problematiche
relative allo svolgimento delle
pratiche necessarie all’ottenimento
del riconoscemineto
dell’incentivo GSE, buona capacità
d’uso dei fogli di calcolo,
di elaborazione testi e
di programmazione lavori ne
completano il profilo.
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> Oltre 50 Mezzi aziendali
SAEM azienda leader del fotovoltaico:
> Realizzazione dell’impianto chiavi in mano
> Tempi immediati d’intervento per manutenzione
> Personale qualificato, segue il cliente con cortesia
> Servizio completo di assistenza post-vendita
> Gli unici con ben 4 certificazioni di qualità

Altamura
L'amministrazione spiega i motivi dell'aumento
Aria Fresca insiste: «Stacca deve dimettersi»
Batosta Tarsu: +25%
[di Paolo Testa]
► Ad Altamura è previsto un incremento
della tassa sui rifiuti del
25%. E’ quanto si legge in una nota
ufficiale del Comune. “Si comunica
che la giunta – si legge -estremamente
controvoglia, ha dovuto ricorrere
all’incremento della tassa
sui rifiuti del 25%, portando la copertura
dei costi al 95%. Sulla questione
Tarsu sono doverose numerose
puntualizzazioni. Dal 1° aprile
2008, data di chiusura della discarica
Le Lamie in agro di Altamura, e
fino al 30 aprile 2010 il Comune ha
già sopportato un costo per un importo
di 2.425.000 euro per il trasporto
dei rifiuti solidi urbani in discariche
fuori bacino (Andria, Trani,
Conversano). Tale costo deriva da
una clausola del contratto sottoscritto
dall’amministrazione di centrosinistra
nel febbraio 2002 con la
ditta Tradeco. Il Comune, tutt’oggi,
continua a sopportare i costi di trasporto
in quanto i rifiuti vengono
conferiti presso l’Amiu di Bari e poi
stoccati in via definitiva nella discarica
Daneco di Giovinazzo. Sopporta
anche l’ulteriore costo di 780.000
euro annui per la biostabilizzazione
dei rifiuti presso l’Amiu di Bari, pari
a circa 30 euro per ogni tonnellata
di rifiuti. Per quanto riguarda l’Ecotassa,
il Comune di Altamura paga
la stessa percentuale della stragrande
maggioranza dei Comuni
della Puglia in quanto, non raggiungendo
gli obiettivi fissati circa la raccolta
differenziata né avendo chiuso
il ciclo dei rifiuti, sopporta questi
maggiori costi”.
24 | iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
Gianfranco Traetta
In una nota il movimento cittadino
Aria Fresca continua a far sentire
la sua voce, chiedendo nuovamente
al sindaco Stacca di farsi da parte
e sciogliere il consiglio comunale:
“Altamura è al centro delle cronache
nazionali e locali. Una sequenza
senza fine di notizie che gettano
una luce sinistra su anni di malcostume,
di vicinanza e intrecci tra
ambienti criminali, imprenditoriali
e politici. Tale desolato quadro
è per l’ennesima volta confermato
e aggravato dalle indagini della
magistratura, con intercettazioni e
provvedimenti dei giudici che gettano
ulteriori ombre sull’amministrazione
Stacca, toccando collaboratori,
assessori e consiglieri del sindaco.
Quel che emerge dal lavoro della
magistratura barese è un contesto
politico-amministrativo impraticabile
e senza più speranza. La maggioranza
al potere, da mesi impegnata
in giochetti e trattative su
poltrone, potere, incarichi e posti,
ha infatti costretto la macchina amministrativa
alla paralisi”. E i problemi,
a detta di Aria Fresca, restano
tutti sul tappeto: “Gli enormi co-
sti (oltre un milione di euro all’anno)
del trasporto dei rifiuti fuori bacino
e la ridicola raccolta differenziata
(appena 8,5% nel 2010), conseguenze
di uno scandaloso contratto
di appalto a cui nessuno ha voluto
porre rimedio; gli enormi costi del
servizio rifiuti che negli ultimi tre
anni hanno raggiunto complessivamente
la stratosferica cifra di circa
10 milioni di euro all’anno (vale
a dire un quarto del bilancio corrente
comunale; a pochi mesi dalla
scadenza gennaio 2012) del decennale
contratto di raccolta e smaltimento
rifiuti, non si è ancora avviata
una discussione ed elaborazione
pubblica e trasparente di quella che
sarà la futura gestione del servizio;
il mancato avvio del Pirp; i lavori
di pavimentazione nella zona industriale
che vanno avanti con insopportabile
ritardo, con dubbia qualità
e con modifiche in corso d’opera
che hanno stravolto l’appalto originario;
gli appalti che vedono la partecipazione
di pochissime imprese
o cooperative che spesso fanno “curiose”
alleanze ispirate da qualche
factotum (per la gestione del centro
anziani tre sole offerte; per il costoso
restauro del complesso Santa
Croce addirittura si è proceduto
ad aggiudicare l’appalto all’unica
ditta partecipante, unica in quanto
la gara fu pubblicata in piena estate
ed assegnò pochi giorni per la

presentazione delle offerte), determinando
una scarsa o nulla possibilità
per il Comune di spuntare
qualità del servizio e prezzi migliori,
appalti sul cui esito e sulla
cui esecuzione ovviamente vigileremo
in maniera molto puntuale; la
mancata tutela del centro storico e
dei suoi abitanti e gli incredibili pasticci
a raffica riguardanti la Zona a
Traffico Limitato (Ztl), per la quale
è stato realizzato un impianto con
telecamere costato centinaia di migliaia
di euro inutilizzato da mesi.
Tutto questo, lo ripetiamo, mentre
il sindaco e la sua squadra fanno
finta di niente e la farsa prosegue,
come prima, più di prima. Si riparta
da zero e con altre prospettive
per ridare fiato e speranza alla città.
Altamura merita altro e lo merita
ora”. ■
Altamura
Catastrofi, fine del mondo annunciata, esplosioni
nucleari. E poi le solite beghe locali. Non si può più
vivere serenamente
Ci vuole un po’ d’aria buona
[di Roberto Traetta]
► Ultimamente nel mondo sta
succedendo di tutto: centrali nucleari
esplose, maremoti e terremoti
devastanti, guerre lampo,
nuvole di uranio attraversano i
nostri cieli. Ma non è che i Maya
hanno anticipato l’evento? Non
è che le previsioni sulla fine del
mondo sono datate per il 2011
anzichè per il 2012? Insomma,
l’umanità ha il suo bel da fare.
A questo quadretto apocalittico
internazionale, ognuno poi deve
aggiungere la dose di guai su
scala nazionale, e poi deve fare
i conti con le grane locali. E il
rischio di finire alla neuro è altissimo.
Il primo piantagrane per
eccellenza è lui: Berlusca. Fino a
un mesetto fa non ha perso occasione
per far sapere agli italiani
che non era interessato all’altro
sesso e lo ha fatto a reti unificate.
Adesso che l’Italia ha bisogno di
un suo conforto, il presidente del
consiglio si vede poco e si sente
ancora meno; anzi, adesso che
il mediterraneo sta esplodendo,
lui che fa? Lancia messaggi sul
turismo, sui musei e sulle bellezze
paesaggistiche del nostro
Paese. Ma vi sembra il momento
opportuno per parlare di cultura?
Stanno per sbarcare in Italia
20mila musulmani e lui che
fa? Incentiva il turismo.
A livello locale, siamo alle prese
con altre stranezze. Si può
dire che su Altamura pende una
specie di maledizione delle antiche
mummie. Il momento politico
e amministrativo è pesantuccio
come una fagiolata con le
cozze a prima mattina. Vogliamo
ripercorrere in sintesi i fatti salienti?
Negli ultimi mesi ci sono
stati tre omicidi di stampo mafioso.
E già questo ci mette gioia
nel cuore. Come un fulmine a ciel
sereno, le dichiarazioni del presidente
della regione Nichi Vendola
in occasione della sua audizione
davanti alla commissione parlamentare
di inchiesta sulle attività
illecite connesse alla lavorazione
dei rifiuti ci hanno azzerato la
salivazione. Le imbarazzanti intercettazioni
telefoniche di alcuni
politici che scherzano e parlano
di mazzette e tangenti come
se stessero parlando di fave e cicorie.
Molto interessante. Stacca:
ma dov’è quest’isola felice di
cui parlavi tempo fa? Altamura
non è l’isola dei famosi, ma l’isola
di un altro gruppo di persone
che fa rima con la parola “famosi”.
Il rosario delle inadempienze
deve essere ancora sgranato.
Per esempio: le promesse elettorali
sui 3mila posti di lavoro per
i tanti giovani disoccupati? E che
dire dei costi del servizio rifiuti
che determineranno un aumento
della Tarsu (tassa per lo smaltimento
dei rifiuti solidi urbani)
per quest’anno? Un piccolo sacrificio
che tutti gli altamurani saranno
lieti di affrontare. Per non
parlare della questione Ztl (zona
a traffico limitato): alle tre o quattro
persone che l’hanno compresa,
si è sbullonato il cervello per
lo sforzo cognitivo.
E’ chiaro che in questa città non
si può più vivere. Ci vorrebbe una
po’ d’aria buona. Siamo tutti preoccupati
come quaglie nel microonde,
come polli allo spiedo. Intanto
qualcuno sta chiedendo a
gran voce lo scioglimento del consiglio
comunale e le dimissioni del
sindaco. Nulla si sta sciogliendo,
a parte i ghiacciai del Polo Nord
per l’effetto serra e il nostro intestino
per la paura. Stacca infatti
è ben posizionato sulla sua comoda
poltrona di velluto. A questo
punto c’è solo bisogno di un
terremoto ad personam che gli
sfili la sedia da sotto il sedere.
Solo un terremoto ci vorrebbe. ■
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
25

Altamura
Malumori per i lavori di ristrutturazione nel centro storico
Un parcheggio in meno, una
piazza in più
[di Roberto Traetta]
► Negli ultimi giorni, gli abitanti
di piazza Don Minzoni (conosciuta
meglio come piazza Foggiali) hanno
sollevato qualche lamentela per i
lavori di ristrutturazione in corso.
Da qualche settimana infatti è attivo
un cantiere con tanto di operai
che trafficano con pietre e cemento,
e delimitato da transenne
che impediscono il passaggio di
autovetture da via santa Caterina,
via Già corte d’appello e via Laudati
verso piazza San Lorenzo. I lavori
di sistemazione della piazzetta,
Nuovo progetto
dell’associazione
altamurana Auxilium
Farm ability: la
fattoria diventa
sociale
[di Antonella Terranova]
26 | iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
eseguiti dall’ufficio Lavori pubblici
del comune e validati dalla Soprintendenza
di Bari, rientrano in un
progetto che prevede la riqualificazione
degli spazi pubblici per rendere
più vivibili alcuni angoli della
città. Prima che iniziassero le attività,
lo spiazzo risultava un comodo
parcheggio per i veicoli, una situazione
che però creava difficoltà alla
circolazione delle auto e anche dei
pedoni. Nel dettaglio, si tratta di risistemare
le antiche basole che si
sono avvallate e disconnesse. Inol-
L'associazione altamurana
Auxilium & Dintorni
riconferma il suo impegno
attivo nel sociale con il lancio
di un nuovo progetto. La
conferenza stampa si è tenuta
la mattina del 5 aprile scorso
presso il vivaio garden Di
Chio, nel centro commerciale
di Matera, location prescelta
per farlo partire e ha
coinvolto tutti i media locali.
Protagonista la fattoria che si
fa luogo per antonomasia del
recupero, del riscatto e della
rinascita sociale. Porta il titolo
di Farm Ability ed annovera
al suo interno un’equipe
altamente specializzata,
tra cui la dottoressa
psicologa Enza Battista e
la dottoressa Francesca
Maiullari, coordinati da
Pasquale Cafaro, sostenitore
pluridecennale della
riabilitazione psico-sociale.
Si vuole mostrare come le
competenze mediche, unite
a quelle botaniche, possano
portare a grande risultati
terapeutico-riabilitativi. È
l’hortocultural therapy, in
tre, per regolamentare la sosta e la
circolazione dei veicoli, sono previste
piccole isole di delimitazione
fatte con nuovi cordoni in pietra che
vanno sovrapposti alla pavimentazione
già esistente. Questa scelta si
è resa necessaria per evitare compromissioni
e manomissioni permanenti
al pavimento con fori o altri
interventi sul vecchio lastricato.
In qualsiasi momento quindi, anche
in virtù di una probabile pedonalizzazione
del centro storico, si
potrà agevolmente ripristinare l’ori-
auge dal lontano XVIII secolo
con Benjamin Rush, uno
dei padri della psicoterapia
americana, ma solo da pochi
anni tradotta come “terapia
assistita con le piante”.
Con l’adesione di diversi
partner (imprenditori e
commercianti di Puglia
e Basilicata) e con il loro
contribuito economico, nel
corso di questa primavera
fino all’ingresso dell’estate,
si terranno circa trenta
appuntamenti, di tre ore
ciascuno, durante i quali si

ginale stato del luogo, senza deturparne
l’aspetto. Con un comunicato,
l’ufficio tecnico ha fatto sapere
che i basamenti sovrapposti sono in
pietra chiara del tipo di Minervino,
in pratica gli stessi utilizzati per i
lavori svolti qualche anno fa in via
Candiota, la strada alle spalle della
Cattedrale. E’contemplato anche
acquisiranno le giuste abilità
e competenze nell'allevare
animali e nell'intraprendere
piccole attività agricole. Al
centro del progetto tutti
i diversamente abili delle
due regioni, che tanto abili
sono, specie quando si
tratta di scendere in campo
con le loro mani fatate. Gli
incontri saranno di tipo
teorico-pratico-ludico e si
svolgeranno nei vivai garden
Di Chio a Matera e negli
agriturismi Lama di Giacomo
ad Altamura e Amicizia a
un arredo con un orologio decorativo,
un palo per l’illuminazione, tre
cestini per i rifiuti, varie fioriere ornamentali
e qualche stallo per biciclette.
Una volta completati i lavori,
i cittadini saranno informati su una
delicata questione: la ridotta possibilità
di sosta. Adesso siamo sicuri
che i malumori della gente ri-
[di Gianni Scalera]
Io denuncio. È lo slogan che da qualche
giorno è impresso sui manifesti affissi sui
muri e sulle vetrine della nostra città. Si tratta
della campagna di sensibilizzazione promossa
dall’associazione provinciale “Antiracket”
di Molfetta cui aderisce l ‘amministrazione
comunale di Altamura per sensibilizzare le
associazioni di categoria sulla necessità di
reagire al fenomeno dell’usura e del racket e per
denunciarli. Presso il palazzo comunale , inoltre,
sarà istituito uno sportello cittadino, come tra
l’altro ha ribadito il sindaco Stacca. L’attività
di prevenzione che si intende promuovere,
riflette la crescita esponenziale dei reati nel
nostro territorio. I dati dell’anno scorso hanno
fatto emergere l’allarmante problema e di
come abbia invaso il Sud, specialmente dopo
la grave crisi economica che ha colpito le
famiglie e le piccole imprese. Da qui l’invito del
presidente de Scisciolo a collaborare facendo
denunce qualora ci siano casi o solo sospetti
di reati estorsivi, ma soprattutto l’invito ai
comuni e alle istituzioni a costituirsi parte civile
nei processi di racket e usura, come segno di
vicinanza nei confronti della vittima che ha
avuto il coraggio di denunciare il suo aguzzino.
Un modo per dare speranza e per evitare che il
Cassano delle Murge. I fratelli
Di Chio, ipersensibili di fronte
al progetto e nient’affatto
scettici sul raggiungimento
di ottimi risultati, seguiranno
gli utenti nell’apprendimento
di fondamentali nozioni di
botanica, dal trapianto delle
specie arboree alla potatura,
dalla concimazione al controllo
dello stato vegetativo;
mentre nelle aziende
agrituristiche coinvolte, con
la collaborazione fiduciosa
del sig. Nicola Pillera e della
famiglia Caponio, proprietari
dei rispettivi agriturismi prima
citati, i nostri piccoli allevatori
impareranno quale è il giusto
approccio da avere con gli
animali da fattoria per poter
entrare in piena sintonia con
loro. Impareranno a mungere,
a pulire animali e stalle,
lavoreranno i prodotti caseari
e addirittura diverranno
esperti di apicoltura e
produzione di dolce miele,
bevanda degli déi.
Le iscrizioni al progetto
sono aperte. Per qualsiasi
informazioni o per
Altamura
entreranno tutti: il centro storico
non sarà deturpato. Rimane il problema
del parcheggio quasi annullato.
L’area infatti costituiva un
naturale parking, in un quartiere
come il centro storico che difficilmente
permette tanta praticità. Se
il motivo di tanto nervosismo è questo,
allora non c’è che rassegnarsi. ■
“Io denuncio”: tutti insieme contro il racket
Gianfranco Traetta
Parte una nuova
campagna di
sensibilizzazione
per difendere
il nostro
territorio
malaffare si impadronisca del nostro territorio.
L’associazione, secondo le dichiarazioni
raccolte, invita le persone a denunciare ogni
forma di sopruso, per dire “no al pizzo”. L’usura
è un male che sta prendendo sempre più piede
nella nostra realtà, e che consiste nello sfruttare
il bisogno di denaro di un altro individuo per
procurarsi così un guadagno illecito. Da una
parte, c’è la necessità di denaro e, dall’altra, una
soluzione immediata per chi si trova in difficoltà
economiche. Purtroppo la maggior parte dei
casi di usura continua a rimanere sommersa.
Anzi, negli ultimi anni il numero delle denunce
risulta addirittura in diminuzione. Esiste
ancora una larga fetta di esercizi commerciali
continuamente tormentata dalle “soffiate” del
malaffare locale. Ed è ancora alto il numero di
persone che, per paura di ritorsioni , si nasconde
dietro un muro d’omertà. Questo significa
tendere una mano al malaffare. Lasciarsi
sopraffare dalla paura e pagare in silenzio, vuol
dire imboccare un vicolo cieco; vuol dire perdere
la propria libertà, non solo imprenditoriale.
Di qui, l’idea della campagna “Io denuncio”,
per non cedere e ribellarsi. Per stimolare
costantemente nelle imprese la cultura della
legalità, denunciando atti criminosi. «
l’eventuale possibilità di
inserimento dell'utenza, ci
si può rivolgere alla sede
Auxilium di Altamura, si
può inviare una e-mail al
seguente indirizzo www.
auxiliumedintorni.it oppure si
può chiamare a questi numeri:
348.5208922/347.8535032.
Tutti contiamo sugli effetti
benefici del progetto.
Torniamo ad avere fiducia
nella natura e nelle
meravigliose creature che
la popolano. E ne verremo
fuori rigenerati. «
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
27

Altamura
La Destra altamurana sui progetti jonici e murgiani
«I soldi del San Raffaele all’ospedale
della Murgia»
[di G.G.]
► Delle vicende ci siamo
più volte occupati da queste
pagine. A conferma di
una situazione poco limpida
ora ci viene in soccorso
una nota della Destra
altamurana, per voce
del vice commissario cittadino
Donato Lorusso.
“È notizia dei giorni scorsi
– si legge - che la fondazione
San Raffaele del
Monte Tabor versa in una
situazione finanziaria disperata
con circa 900 milioni
di euro di debiti e
sarà pertanto costretta a
dismettere tutte le proprie
attività non ospedaliere
per ripianare (in parte) i
suoi debiti. Ricordiamo
che suddetta fondazione
è l’ente che ha ricevuto
l’incarico dalla giunta
Vendola di realizzare a Taranto
un ospedale pubblico-privato:
il San Raffaele
del Mediterraneo. A tal
fine la Regione Puglia ha
“donato” 120 milioni di
euro alla fondazione che
di suo dovrebbe reperirne
altri 90 tramite un leasing
trentennale. Tralasciandol’incomprensibilità
di una
donazione di 120
milioni di euro per
realizzare un ospedalepubblico-privato
in una città
che ne ha due pubblici
(e che verranno
chiusi una volta
il San Raffaele vedrà
la luce rendendo la
provincia di Taranto
quella con la più
alta percentuale di
sanità privata d’Italia),
operazione criticata
addirittura
[di Lu.Ma.]
28 | iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
da Gino Strada, fondatore
di Emergency.
Tralasciando che in Puglia
a causa di un debito
superiore a 500 milioni
di euro sono stati chiusi
18 ospedali pubblici e
oggi lavorano per il loro
ultimo giorno quasi oltre
3.000 medici ed infermieri
precari.
Tralasciando il fatto che
come sentenziato dal
Consiglio di Stato (la massima
Corte amministrativa)
la fondazione non è un
ente non profit e che quindi
avrebbe dovuto sottostare
alle regole dell’appalto,
che non c’è stato.
Tralasciando che l’Ospedale
della Murgia sicuramente
non aprirà entro il
2011 a causa di ulteriori
lavori necessari e per i
quali non bastano i 10 milioni
di euro (che tra un
passaggio e l’altro sono diventati
meno di 9) stanziati
dalla giunta Vendola.
Tralasciando tutto questo
noi della Destra ci chiediamo
in che modo la Fondazione
San Raffalele del
Monte Tabor reperirà i 90
milioni di euro necessari?
Come se ha un passivo di
900 milioni? Non pensa
il presidente Vendola che
forse è il caso di annullare
questo sciagurato finanziamento,
non sono
già troppe le ombre sulla
sua gestione della sanità
in Puglia? Non si potrebbero
utilizzare quei fondi
per terminare entro l’anno
l’ospedale della Murgia?”.
Ma non è tutto. La Destra
attacca anche i partiti di
opposizione cittadina:
“Scaricano la responsabilità
del piano di rientro
al governo nazionale ma
è necessario chiarire che
non nasce da un desiderio
di vendetta del ministro
Fitto o da chissà quale recondito
motivo, ma dalla
semplice necessità di pagare
i debiti della sanità
pugliese. Se un qualsiasi
cittadino spende più di
quanto incassa andando
in rosso sul conto corrente
e la sua banca gli chiede
di rientrare è forse colpa
della banca se il cittadino
non ha avuto una gestione
oculata delle proprie
spese? Bisogna anche
dire che il piano non
impone le modalità del rientro,
che sono a totale discrezionalità
della Regione,
ma solo la somma totale
da rientrare, che per
inciso non basterà neanche
a ripianare i debiti.
Risultano ancora scoperti
infatti circa 140 milioni
di euro di debiti per reperire
i quali la giunta Vendola
già progetta di chiudere
tra i 3 e i 10 ospedali
(tra i quali quello di Gioia
del Colle che si affiancherà
ai già chiusi ospedali
di Santeramo e Gravina)
oltre all’aumento dallo
0,9% all’1,4% (massima
percentuale applicabile
dalle regioni) l’Irpef che
si affiancherà ai 15 centesimi
a litro sulla benzina
che da qualche mese
paghiamo in più alla Regione,
e forse tutto questo
non basterà a scampare
la sanità pugliese dalla
vergogna del commissariamento,mandando
in brandelli
l’orgoglio del governatore
dell’unica regione
del Sud Italia
con la sanità non
commissariata. Si
sarebbe potuto intervenire
in diversi
modi, a cominciare
dal limitare gli sprechi
e aumentando i
controlli sulla spesa
farmaceutica, e
invece si è deciso di
colpire le fasce più
deboli: i malati e i
precari”.■

Il 16 aprile nella parrocchia di San Sepolcro
Torna la
passione di Gesù
[di G.G.]
► Da quattordici anni la confraternita di San Sepolcro
organizza e rievoca la Passione di Gesù con oltre
150 figuranti, tra protagonisti e attori generici: è una
vera e propria produzione cinematografica, nonostante
non si tratti di attori professionisti, tanto meno produttori
cinematografici.
In passato abbiamo assistito ad altre rappresentazioni
sulla storia e sulla figura di Gesù, e sulla crocifissione
che hanno avuto grande successo. Location dell’evento
sarà la parrocchia di San Sepolcro, che fa parte della
Curia vescovile di Altamura, Acquaviva delle Fonti e
Gravina in Puglia. Nella struttura adiacente alla chiesa
vi è lo stabile adibito alle attività pastorali e alle attività
ricreative. In questi spazi ci sono stanze adibite alla
sartoria, dove vengono preparati tutti costumi per le
varie rievocazioni, anche della Natività, e del Presepe
vivente, che è un fiore all’occhiello degli altamurani.
Ma tornando alla “Passione di Gesù”, c’è da dire che
è tutto organizzato per un’ottima rappresentazione.
Ogni figura avrà il suo abito che sarà diverso per ogni
scena. Per l’occasione, le mogli dei componenti della
confraternita si sono dedicate alla realizzazione degli
abiti, aiutate in questo lavoro da alcune signore altamurane
che di solito si dedicano a ritoccare gli abiti
per migliorarli. ■
Metodologia
didattica Clil
scuole
a confronto
[di Margherita Susca]
(docente presso il Liceo
“Federico II di Svevia”)
più importante il
È contenuto disciplinare
o la lingua con la quale si
veicola l’insegnamento? Quali
strategie didattiche possono
essere più funzionali per
migliorare l’apprendimento?
Queste le problematiche che
i docenti del liceo scientifico
e linguistico Federico II
di Svevia di Altamura
hanno discusso durante
il convegno–seminario
“Clil e nuove strategie per
l’apprendimento. Le scuole
internazionali si confrontano”.
La riforma della scuola
secondaria di II grado
prevede che nell’ultimo
anno dei licei si insegni una
disciplina non linguistica
in una lingua straniera, e
nel liceo linguistico già dal
primo anno del secondo
biennio. La riflessione su
questa innovazione didattica
è stata realizzata il 31 marzo
2011 per l’opportunità offerta
dal confronto con i docenti
delle delegazioni delle
scuole straniere presenti ad
Altamura, presso il liceo, in
occasione della “Settimana
Internazionale dei Giovani”.
Durante il convegno,
il dirigente scolastico
dell’istituto la prof.ssa
Giovanna Cancellara
ha considerato il Clil
nell’ambito della riforma
della scuola secondaria di
II grado, sottolineandone
le potenzialità formative,
e le nuove strategie per
l’apprendimento integrato.
La dott.ssa Debora Infante
dell’Ufficio scolastico
Altamura
regionale della Basilicata si è
soffermata sulla formazione
del nuovo docente Clil e sugli
aspetti interculturali sottesi
all’insegnamento secondo la
nuova metodologia. I relatori,
ciascuno nella specificità
del proprio intervento,
hanno suggerito strategie e
spunti nuovi per affrontare
le problematiche della
pianificazione curricolare,
della competenza linguistica
e metodologica del docente,
della valutazione.
Efficace e professionale la
traduzione simultanea in
lingua inglese degli interventi
curata dai docenti di lingua del
liceo “Federico II di Svevia”. «
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
29

Matera
Nell’approvazione trasversale del Piano Casa, il gruppo civico l’unico ad opporsi
Tosto: «Un sistema politico-affaristico
opprime la città»
[di Luigi Mazzoccoli]
► Il suo veemente discorso è stato
ascoltato in un silenzio quasi religioso
dall’intera aula consiliare.
Evidentemente tanti ne sono rimasti
colpiti: del resto l’intervento del
consigliere comunale Angelo Tosto
aveva preso solo spunto dall’unico
punto all’ordine del giorno, il fatidico
Piano Casa. È sembrata infatti
una drammatica e spietata analisi
della situazione attuale in città e
delle possibili pesanti conseguenze
sulle sue prospettive future di questo
strumento urbanistico straordinario.
Che evidentemente tanti temono:
gran parte degli interventi
infatti, sia dalla maggioranza che
dall’opposizione, hanno avuto toni
e contenuti analoghi. Ma alla fine,
con l’eccezione di tre consiglieri del
centrosinistra (Cotugno e Bianchi
del Pd e Morea dei Popolari Uniti),
il gruppo civico è stato l’unico a votare
coerentemente compatto contro
il provvedimento, approvato invece
dalla maggioranza grazie al
fondamentale sostegno del Pdl e di
Fli.
Tosto, ma davvero il Piano Casa stravolgerà
definitivamente l’assetto urbanistico,
ma anche il sistema socioeconomico
della città?
Lo strumento in sé sarebbe anche
valido, del resto era stato concepito
dal Governo nazionale per stimolare
la ripresa economica e consentire
ai comuni di riqualificare aree
degradate e dotarsi di infrastrutture
che le loro finanze asfittiche non
avrebbero consentito. Ma a Matera
si è andati ben oltre, stravolgendo
il senso del provvedimento: tra gli
ambiti approvati ce n’è infatti uno al
di fuori del perimetro urbano (“Matera
90” in contrada S. Francesco, a
ridosso dell’ospedale, ndr) che amplierà
di ulteriori 60 ettari una città
già sin troppo estesa con costi di
gestione eccessivi per una popolazione
di soli 60.000 abitanti.
30 | iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
Gianfranco Traetta
Ma nei tanti interventi che si sono
susseguiti in consiglio comunale in
tanti hanno parlato di “scelta coraggiosa”,
di un provvedimento necessario
che risponde ad esigenze economiche
e sociali di interesse comune.
Sono alibi, è pura ipocrisia. Il sindaco
ha parlato di “fichi da mettere
nel paniere” ma l’albero non dà
frutti se non ci sono foglie e quelle
si sono esaurite perché tanti ne
hanno avuto bisogno per coprirsi
le vergogne…La città intanto è ormai
al collasso, soffocata da un sistema
che la opprime e la sta portando
verso una deriva irreversibile.
Lo stesso Adduce che ora fa la
mammoletta e critica aspramente
gli scempi del passato ne è parte
integrante: lui è stato infatti consigliere
regionale e poi parlamentare
e il suo attuale capo di gabinet-
to ha ricoperto numerosi incarichi
nell’amministrazione comunale negli
ultimi vent’anni.
Il “sistema” però è evidentemente
trasversale: il Piano Casa infatti è passato
grazie al voto favorevole del Pdl
e di Fli.
In effetti è così. Ma se il Pdl potrebbe
avere l’alibi della coerenza con un
provvedimento promosso dal suo
governo nazionale, i consiglieri del
Fli si sono dimostrati doppiamente
incoerenti: intanto hanno tradito
il mandato elettorale, abbandonando
il raggruppamento civico in cui
erano stati eletti; e poi hanno votato
a favore pur esprimendo contrarietà
ma “turandosi il naso”, come ha
sottolineato il consigliere Manuello
durante l’assemblea.
Ma a questo punto sembra che in
consiglio comunale non ci sia più una
maggioranza stabile? Durerà fino alla
fine del mandato?
In effetti questa è un’amministrazione
a maggioranza “variabile”.
Ma arriveranno tranquillamente
fino alla fine, anzi dureranno altri
vent’anni: il sistema ha vacillato
alle ultime elezioni, ma ora si è
riorganizzato ed è ancora più forte.
Ai materani ora non resta che adeguarsi,
opporsi o scappare!
E che ne sarà ora della società civile
che lei aveva inteso rappresentare con
la candidatura a sindaco?
Finché resisto continuerò a fare
politica: in consiglio comunale, ma
sempre all’opposizione, e poi col Per
che alle prossime elezioni amministrative
presenterà propri candidati
in tutti i comuni lucani in cui si
vota. Urge risvegliare le coscienze,
ma onestamente in giro vedo tanta
rassegnazione. ■
«Adduce critica gli scempi del passato, ma
anche lui ne è stato responsabile»

“Venerdì nero per la città”
“Ad Adduce la tessera onoraria
del Partito del Mattone”
► “È stato un venerdì nero il 1°
aprile 2011, un brutto pesce d’aprile
per Matera e i materani ad opera del
Partito del Mattone! Il PdM, come ampiamente
anticipato nei giorni scorsi,
somma i voti di Pd, Pdl ed alcuni ex
civici, conquista la maggioranza in
consiglio comunale ed approva la deregulation
del mattone e del cemento.
Un semaforo verde al mattone incontrollato
che illuderà ancora chi la
casa non ce l’ha perchè non ha redditi
suffi cienti nè per acquistarla nè per
prenderla in fi tto ai prezzi di mercato
attuali. Nessuno nel Consiglio si è sognato
di proporre una integrazione
alla normativa del c.d. Piano Casa
con protocolli obbligatori e specifi ci
da stipulare con le imprese nei quali
prevedere: organismi di controllo ad
hoc (aggiuntivi a quelli ordinari) nonchè
procedure sanzionatorie e clau-
sole penali in caso di inadempienza
ovvero di difformità tra i progetti ed
il realizzato. Con questo Piano Casa
il rischio fortissimo è che invece del
tanto ventilato “housing sociale” prevalga
il “dumping sociale” del PdM:
il profi tto dei palazzinari si farebbe
beffe dei diritti sacrosanti dei materani
ad avere una casa dignitosa in
un contesto urbano vivibile, attrezzato
e con un pò di verde. Una cosa
è certa: il PdM farà prevalere sempre
il profi tto dei costruttori sul diritto
alla casa. E dal 1 aprile 2011 Matera
è governata dal PdM. Le tessere di socio
onorario per il Sindaco Adduce ed
i suoi sodali, conquistate con merito
sul campo, sono già in stampa. Diritto
alla casa ed ad un urbanistica
di qualità, addio?”. ■
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Matera
| iL RESTO sett imanale | 9 aprile 2011
31

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Il 15 aprile la rappresentazione sacra su iniziativa delle parrocchie cittadine
La via Crucis nei Sassi
[di Luigi Mazzoccoli]
► “Cristo è in questa
città, luogo di sofferenza
e di fede, dove la Grazia
si è fatta paesaggio”. Don
Basilio Gavazzeni qualche
mese fa ci esprimeva
con queste semplici ma intense
parole il suo sacrosanto
disappunto per la
stravagante iniziativa del
Presepe d’Amore, “la più
grande rappresentazione
vivente della Natività nel
mondo, da Guinness dei
primati”, calata a Natale
sulla città dai monti potentini.
Matera non ne
aveva bisogno, del resto
questa è già “Terra Santa”,
non solo per la straordinaria
somiglianza del paesaggio,
ma anche e soprattutto
perché i Sassi
raccontano una storia millenaria
fatta di sacrifici e
privazioni, di sofferenza e
di dolore. Come quella di
Cristo. Che spesso è stata
raccontata proprio qui da
registi irresistibilmente attratti
da questo luogo magico.
E ora sarà riproposta
dagli stessi fedeli materani:
“Dalla Croce di Cristo
la relazione di Dio con
gli uomini nel mondo” sarà
infatti il tema della sacra
rappresentazione che nella
serata di venerdì 15 aprile,
dalle 20 alle 23, coinvolgerà
oltre un centinaio di
figuranti, tra bambini, ragazzi,
adulti e intere famiglie,
in gran parte appartenenti
alla parrocchia di
San Giacomo. L’iniziativa
è del giovane parroco Michele
Larocca, che ha voluto
fortemente la seconda
edizione della Via Crucis
nei Sassi, dopo il grande
riscontro della prima il 6
aprile del 2009. Anche stavolta
hanno aderito tutte
le parrocchie della città:
saranno i loro collabora-
[di Lu. Ma.]
F052, codici
culturali per
decifrare la città
tori pastorali ad animare
la rappresentazione, che
sarà presieduta dal vescovo
Salvatore Ligorio:
“Vogliamo così mettere in
evidenza l’unione di tutte
le comunità della città –
dice Don Michele - che si
sentono un’unica Chiesa
di Cristo”. E così, lungo le
14 stazioni da Sant’Agostino
a piazza S.Pietro Caveoso,
i Sassi saranno attraversati
da Maria con la
► È una combinazione di numeri
familiare: F052 identifica infatti
Matera e provincia nel codice catastale
e fiscale. Da qualche giorno
è in rete un sito con questo nome
(www.f052.it, appunto), ma l’iniziativa
non è stata promossa dalla
locale Agenzia delle Entrate: l’idea
è stata invece del giornalista Sergio
Palomba, dell’attore Antonio Andrisani
e del free lance Francesco
Foschino, che hanno dato questo
originale nome alla nuova testata
giornalistica on line, esplicitandone
intenti e contenuti nel sottotitolo
“Codici culturali” (il logo in
pagina): “È uno spazio virtuale in
cui è possibile ritrovare tutte quelle
espressioni della cultura che i circuiti
tradizionali spesso trascurano
– si legge nel “manifesto” del
sito – perché non conformi al mercato
globale sempre più orientato
Matera
Maddalena, Ponzio Pilato
con i Sommi Sacerdoti, il
Cireneo, la Veronica, le
Pie Donne e…da un fremito
al momento della
crocifissione di Gesù. La
Pasqua così diventa un
momento di crescita culturale
per la città, ma soprattutto
“un’occasione di
preghiera per tutti coloro
che si sono smarriti e cercano
Dio per dare un senso
alla propria vita”. ■
al profitto che alla qualità”. Spazio
quindi alle migliori produzioni
culturali locali ma anche nazionali:
letteratura nella rubrica “Letture”,
musica in “Ascolti”, cinema, teatro
e Tv in “Visioni”, e poi “Www” con le
ultime novità dalla Rete, “Xxx” che
tratta temi “caldi”, una rubrica per
i video e il calendario degli appuntamenti
culturali su tutto il territorio
nazionale, selezionati in base
alla linea editoriale del magazine.
Che via via si arricchirà di nuovi
contributi perché “F052 è aperto a
tutti – dicono gli autori – chiunque
può proporre le proprie riflessioni,
recensioni, pensieri e condividere le
proprie espressioni artistiche: video,
musica, reportage e altro”. Niente
politica però: “Di questi tempi non
è il caso. Questo è infatti un luogo
dove rifugiarsi per respirare un po’
di aria pulita…”. ■
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
33

Matera
34 | iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
Con il 26° congresso annuale del Fejs
Forum for european journalism students
Libertà d'informazione
Matera capitale europea
Le esperienze dei giornalisti lucani
Nello Rega e Fabio Amendolara
[di Nino Grilli]
► Matera ha aggiunto un altro
tassello sulla strada che
porta alla candidatura a capitale
europea della cultura
nel 2019. La città dei Sassi
ha ospitato, infatti, il 26°
congresso annuale del Fejs-
Forum for european journalism
students (Forum degli
studenti europei di giornalismo).
L’evento si è svolto per la
prima volta in Italia. Insieme
cento giovani giornalisti europei.
Al centro del dibattito (soprattutto)
la libertà d'informazione.
L’ESPERIENZA
DI NELLO REGA
Giornalista Rai, vittima di un
attentato per il contenuto del
suo libro “Diversi e divisi” sulla
convivenza tra islamici e
cristiani.
E’ un’occasione importante
per affermare alcuni principi fondamentali.
La libertà d'informazione e
d'espressione sancita dalla
Costituzione è un principio
che spesso viene dimenticato,
mentre dovrebbe
essere difeso sempre
e comunque. Porto,
in proposito, anche la
mia personale testimonianza
per essere stato
indotto in una sorta di
vicolo cieco che vorrebbe
impedirmi di esprimermi
liberamente. Un
principio che intendo
difendere strenuamente.
Ai giovani giornalisti
occorre insegnare che la
libertà d'espressione è un diritto
che nessuno può togliere
a chi si occupa d'informazione.
Del resto mi appare del
tutto bizzarro che nel 2011 ci
siano ancora dubbi in proposito.
Abbiamo affrontato molte
battaglie che hanno comportato
anche vittime illustri
per la conquista della libertà,
ma troviamo ancora difficoltà
a svincolarci dai poteri economici
e politici, restando ingabbiati
nel tunnel della disinformazione.
Potremmo tentare
di dare un consiglio
a questi giovani giornalisti?
Rafforzarsi molto
con la professionalità,
avere solide
basi di conoscenza,
non avvicinarsi a
questa professione
con un certo pressapochismo,essere
forti e non avere
paura di chi vuo-
Fabio Amendolara
le limitare i nostri interventi.
Evitare poi l'autocensura nella
convinzione che quello che
facciamo è rivolto al bene dei
cittadini. Bisogna continuare
a informare giustamente
e senza condizionamenti da
parte del potere politico e da
quello economico.
Sulla scorta anche della tua vicenda
personale, cosa ti senti di
dire?
Quando uno è messo sotto
scorta si rende conto di non
poter vivere una vita cosiddetta
normale. Ma io non mi
arrendo, andrò sempre a viso
scoperto per difendere la mia
dignità e per aiutare altri colleghi
che si trovano nella mia
stessa condizione. Bisogna
andare avanti, non indietreggiare
neanche di un passo, altrimenti
diventeremmo uguali
ai nostri carnefici.
L’ESPERIENZA
DI FABIO AMENDOLARA
Giornalista della Gazzetta del
Mezzogiorno-Basilicata che si

è occupato di inchieste scottanti
come il Caso Claps e
che, di recente, ha subito perquisizioni
nella sua casa e nel
suo ufficio.
Il giornalismo d’inchiesta
rappresenta un aspetto affascinante,
ma nello stesso tempo
più complesso da far apprendere
ai giovani.
E’ soprattutto più difficile oggigiorno
metterlo in pratica,
perché viene sempre meno riconosciuto
e rispettato il segreto
professionale che prevede
l'ordinamento giudiziario
per i giornalisti: alcuni magistrati
cercano stratagemmi
o vie alternative per
aggirare l’art.200 del
codice penale che
prevede che il giornalista
possa coprire
le fonti delle proprie
notizie con il segreto
professionale.
I giornalisti che si occupano
di questa materia
sono spesso nel mi-
Nello Rega
rino, come è capitato
anche a te di recente.
Questo avviene perché sono
giornalisti che pubblicano notizie
che il più delle volte non
piacciono alle cosiddette fonti
ufficiali, perché magari scoprono
maggiori elementi inerenti
quelle inchieste.
Il caso Claps è stato da te seguito
con molta attenzione. In
molti si chiedono se si arriverà
mai a scoprire la verità.
Ritengo che la verità sia sempre
più vicina. Il ritrovamento
da parte dei carabinieri del
Ris di Parma del dna dell'indagato
Danilo Restivo sulla
maglia che indossava Elisa
Claps il giorno della scompar-
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sa ha dato un notevole impulso
all'accusa. Da giornalista investigativo
continuo a chiedermi
perché sono state necessarie
due perizie e come mai la prima
non ha individuato le tracce
del dna. Due organi inquirenti
sono giunti a conclusioni
diametralmente opposte. E’
un tipico esempio di necessità
di fornire informazioni.
Altra inchiesta importante per
la Basilicata, quella di “Toghe Lucane”,
archiviata di recente. La
tua impressione su questa decisione.
Ritengo che il magistrato che
ha condotto l’inchiesta sia stato
in buona fede, ma allo stesso
tempo che l’indagine sia stata
portata avanti come un’inchiesta
giornalistica. Sono nella
convinzione che quei fatti
che ha raccontato sono senza
dubbio moralmente deprecabili.
Sulla conduzione delle
indagini esistono alcune evidenti
lacune che, in definitiva,
hanno permesso a un giudice
per l’udienza preliminare
di archiviare l’inchiesta. ■
Matera
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
35

Matera
36 | iL RESTO sett imanale | 9 aprile 2011
Tra le iniziative del consorzio di tutela un concorso di cartoline artistiche
[di Luigi Mazzoccoli]
Da qualche mese
è venduto in tutta
Italia e all’estero
col marchio
«Vero Lucano»
Saluti da tutto il mondo per
il pane di Matera
► A dicembre 2007 il tanto atteso
riconoscimento del marchio
Igp, con cui l’Unione Europea ne
aveva sancito l’Indicazione Geografi
ca Protetta. E dall’inizio di
quest’anno la commercializzazione
in circa trecento attività di ristorazione
e alta gastronomia in tutta
Italia e all’estero: così ora è possibile
gustare ovunque il buon vecchio
pane di Matera. Da giugno del
2009 del resto i quattro aderenti al
Consorzio di tutela (Massimo Cifarelli,
che ne è il presidente, Lucia
e Gennaro Perrone e i fratelli
De Palo) avevano avviato la produzione
e distribuzione col marchio
“Vero Lucano” di un prodotto locale
al 100%, ben oltre il disposto
del disciplinare Igp che prevede invece
una percentuale minima del
20%: viene infatti realizzato per il
30% col pregiatissimo grano duro
“senatore Cappelli”, tipico delle colline
materane, e per il restante 70%
con altri grani lucani, delle varietà
svevo e simeto, tutti lavorati dal
Molino Bruscella di Genzano di Lucania.
Un impegno che sta riscuotendo
consensi unanimi. Dopo il
grande successo nell’annuale rassegna
fi orentina del “Taste” il mese
scorso infatti, il pane di Matera
sarà protagonista nelle prossime
settimane di nuove importanti iniziative,
promosse dal direttore del
consorzio Gianni Schiuma: dal 7 al
14 aprile al Lucania Film Family di
Parigi con cene tipiche preparate
da chef lucani che ogni sera serviranno
anche una forma da 5 chili
del prodotto; dal 12 al 17 aprile al
salone del mobile di Milano con picnic
urbani all’ombra del Duomo
a base di bruschette condite con
olio extravergine delle colline materane;
dal 29 aprile al 2 maggio
a Squisito 2011 a San Patrignano
dove ne saranno illustrate caratteristiche
e modalità di preparazione
nel laboratorio “Pane, lievito e fantasia”.
A maggio poi, in occasione
della trasmissione Rai “I love Italy”,
una forma di pane di Matera da 12
chili andrà in premio alla squadra
vincitrice tra le due (formate da personaggi
noti) che si sfi deranno in
una gara a quiz sulla conoscenza
del nostro Paese. Intanto il Consorzio
ha bandito la prima edizione
del concorso “Il pane è pace”, in
collaborazione con le associazioni
materane Genius Loci e Simdealab:
entro il 31 ottobre prossimo si
potranno inviare da tutto il mondo
cartoline artistiche sul tema, che
poi saranno esposte in una mostra
allestita nel periodo natalizio;
si attendono non meno di 150
opere, che saranno messe all’asta
per fi nanziare due progetti di solidarietà
in Brasile e in Mozambico.
Sembra un’eternità, eppure fi no a
solo sessant’anni fa tutte le famiglie
materane si facevano il pane
da sé per poi portarlo a cuocere
nei tanti forni presenti nei Sassi,
distinguendo il proprio dagli altri
col marchio impresso con i tipici
timbri in legno. Ora sembra che il
pane di Matera stia pian piano riacquisendo
quella genuinità, per
tornare ad essere degno della sua
storia millenaria: “Delle conserve
di grani e lor perfettione – scriveva
infatti Gianfranco De Blasiis nella
sua “Cronologia della Città di Matera”
del 1635 - basta di dire che
ne si conserva sin’ a diece, dodeci
e quindici anni, come se stesse in
una cassa, e per queste conserve
dè grani ci è tradizione che questa
Città fusse stata granaio del populo
Romano”. ■

Bella iniziativa
estiva nel villaggio
di Metaponto
Una vacanza
per tutti al
Magna Grecia
[di G.G.]
“
La vacanza per tutti!”. E’
l’iniziativa lanciata per la
prossima estate dall’Hotel
Village Magna Grecia a
Metaponto. Pacchetti
settimanali pensati in
particolare per i bambini con
disabilità dai 2 ai 10 anni e per
le loro famiglie, in una struttura
che sarà messa completamente
a disposizione dei più piccoli per
annullare ogni tipo di gap fi sico
e creare integrazione a tutti i
livelli. Per i genitori la possibilità
di godersi appieno una vacanza
con tutti i comfort perché
i bambini saranno seguiti
costantemente da un team di
animatori speciali (il rapporto
sarà praticamente di uno a
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PAGANDO IN CONTANTI
Trattative Riservate • Massima Discrezione •Valutazioni a domicilio
uno) selezionati attraverso un
workshop dell’Università di
Foggia. Inoltre la supervisione
tecnica della dottoressa
Valentina Paiotta, educatrice
professionale esperta in Terapia
della Riabilitazione e dell’A.B.A.
e animazione turistica per
pazienti con disabilità. I
pacchetti settimanali dal 2
al 9 luglio, dal 9 al 16 luglio,
dal 16 al 23 luglio, dal 23 al
30 luglio, dal 30 luglio al 6
agosto e dal 6 al 13 agosto. “E’
un’iniziativa a cui tengo molto
e che sto preparando da sei
mesi – spiega Biagio Loiudice,
direttore dell’Hotel Village
Magna Grecia – un modo per
dare le possibilità ai bambini più
sfortunati di godere al meglio
il loro periodo di ferie, ma
anche alle loro famiglie di farlo
in pieno relax demandando
l’assistenza ai nostri animatori
speciali. Le attività, come gli
spettacoli settimanali, saranno
fatte insieme da bambini
disabili e normodotati. Sarà
un bellissimo momento di
integrazione e aggregazione”.
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| iL RESTO sett imanale | 9 aprile 2011
37

Gravina
Il consigliere Lupoli risponde all’ex assessore
“Ecco perché Dibattista
sarà espulso dall’Udc”
[di Antonella Testini]
► Come da copione quando finisce
un amore arriva il momento delle
accuse, dei rimproveri e dei rimpianti
e l’amato improvvisamente
si trasforma in un mostro. La settimana
scorsa avevamo pubblicato
l’intervista all’ex assessore comunale
Aldo Dibattista che senza
troppi giri di parole aveva bocciato
l’intero operato della maggioranza
accusando il sindaco e la squadra
di governo di essere persone poco
affidabili. Da ultimo aveva tacciato
il consigliere Ferrarese di essere
“come la Svizzera, sempre neutrale”
e deposto Lupoli dal ruolo di capogruppo
in consiglio comunale. Infine
aveva confermato l’espulsione
dei due consiglieri dal partito della
Democrazia cristiana nominando
Cappiello nuovo capogruppo.
Ovviamente non si sono fatte attendere
le reazioni dei contendenti che,
statuto alla mano, dimostrano come
l’unico ad essere espulso dal partito
sarà proprio Dibattista.
Il consigliere Lupoli si dice rammaricato
per ciò che sta accedendo all’interno
del partito e conferma di aver
cercato più volte di trovare un accordo
con Dibattista e i suoi fedelissimi
ma di essere sempre stato respinto
Dopo essersi lanciato in una difesa
d’ufficio del sindaco e dell’intera
maggioranza e aver espresso apprezzamento
per il presidente Peragina
(“che è stato sino ad oggi una
figura di garanzia per tutti”) passa
38 | iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
al contrattacco.
In merito al provvedimento di espulsione
sbandierato da Dibattista si
trattiene a malapena: “Potrei risponderle
in maniera sgarbata” ma
subito dopo, occhialini sul naso comincia
a sciorinare: “L’articolo 3
stabilisce che per essere soci della
Dc occorre avere comportamenti
in linea con il partito, in modo particolare:
garantire l’unità operativa
e astenersi da ogni azione e da ogni
atteggiamento che possano essere
di nocumento alla Democrazia Cristiana,
oltre a tenere nei confronti
degli altri soci un comportamento
improntato al massimo rispetto
della dignità e della personalità di
ciascuno. Purtroppo nel nostro partito
sta accedendo ciò che qualcuno
aveva preannunciato a proposito
del modo di essere del signor Dibattista,
persona ineffabile e inaffidabile”.
Inoltre Lupoli, forte del supporto
che viene anche dagli altri simpatizzanti
del partito e del sostegno
incondizionato posto da Ferrarese,
tiene a precisare in merito alla
sua espulsione: “Vorrei ricordare
che sono stato eletto nelle fila della
Dc e democraticamente nominato
capogruppo sottolineando che in
mancanza di un segretario o di un
commissario, è il capogruppo a dover
gestire il partito”.
Ma la vera stoccata all’ex amico
Aldo arriva quando decanta l’arti-
colo n.25 che “spiega efficacemente
perché Dibattista non ci rappresenta:
l’incarico di segretario di sezione
è incompatibile con quello di segretario
provinciale e di sindaco del
comune nel cui territorio è compresa
la sezione”.
Inoltre l’incarico di segretario del
comitato comunale è incompatibile
con quello di sindaco, di assessore,
di capogruppo consiliare comunale
e di segretario provinciale.
In tutti i casi di incompatibilità tra
incarichi di partito e incarichi previsti
dallo Statuto, si decade automaticamente
dall’incarico di partito
trascorsi trenta giorni dal verificarsi
della incompatibilità. Se la matematica
non è un’opinione, mi sembra
che siano passati ben più di 30
giorni dalla nomina di Dibattista in
giunta. Nonostante questa norma il
caro Aldo ha continuato a comportarsi
da padrone del partito” e sempre
secondo Lupoli, Dibattista non
avrebbe potuto espellere nessuno
poiché “l’espulsione è prevista per
gravi violazioni dei doveri morali e
politici che arrechino grave pregiudizio
al partito ed in tal caso spetta
alla direzione nazionale chiedere
al collegio dei probiviri l’espulsione
del socio”.
Insomma anche se Dibattista aveva
tacciato Lupoli di essere una specie
di “capocantiere” anche in partito, il
consigliere risponde colpo su colpo:
“I provvedimenti voluti da Dibattista

non hanno alcun valore nella forma
e nella sostanza anche perché
la gestione commissariale ha durata
di soli 6 mesi che nel suo caso
sono abbondantemente trascorsi.
Evidentemente Aldo non ha letto lo
statuto della Dc ma probabilmente
quello di qualche partito stalinista”.
Infi ne promette di riferire tutto al
senatore Pizza sul comportamento
dell’ex assessore e intanto tende la
mano ai due giovani consiglieri Lapolla
e Cappiello a cui innanzitutto
ricorda che lo statuto comunale
prevede che l’adesione a un gruppo
consiliare avviene solo dopo l’approvazione
del capogruppo in carica
e “io non ho mai approvato nul-
[di A. T.]
Il ministero per i Beni e le
Attività culturali anche
quest’anno ha organizzato
la XIII edizione della
settimana della cultura.
Durante quella che avrà
inizio il prossimo 9 aprile e
terminerà il 17, sarà possibile
accedere gratuitamente a
aree archeologiche, musei,
biblioteche, monumenti
e beni culturali su tutto
il territorio nazionale.
La settimana della cultura
organizzata dal Mibac
rappresenta un’occasione per
potere riscoprire, o scoprire,
i beni culturali che si trovano
in tutto il territorio del
nostro Paese. Per l’occasione
verranno organizzati anche
concerti, rappresentazioni
teatrali e spettacoli in luoghi
suggestivi, non mancheranno
giornate di incontro e di
conoscenza attraverso
convegni, giornate di studio e
laboratori.
Ovviamente all’evento
non poteva mancare
la fondazione Pomarici
Santomasi che per una
settimana aprirà le porte
la. Ma vorrei invitare i due ragazzi a
tornare nelle fi la della maggioranza
dove i vostri elettori vi hanno eletto.
Discutiamo, fi nche siamo in tempo,
per cercare di ricucire i rapporti
interni al partito prima che sia
troppo tardi”. E a proposito di Cappiello
dice: “Non ho nessun rancore
nei suoi confronti anzi mi dispiace
che una brava persona come lui
sia strumentalizzata per fi ni personali
dal Dibattista”
In attesa di registrare nuove reazioni,
che certamente non tarderanno
ad arrivare, chiediamo a Lupoli se
corrispondono al vero le voci che lo
vorrebbero assessore già nei prossimi
giorni: “Ho chiesto al sindaco,
Tanti gli eventi in programma dal 9 al 17 aprile
Una settimana di cultura
con la fondazione Santomasi
della dimora storica del
barone al pubblico gravinese
e ai turisti che soprattutto
in questo periodo ed in
concomitanza con la fi era
San Giorgio arrivano a
Gravina. Si parte sabato 9
con l’inaugurazione di due
importanti mostre sulle armi
della Guardia D’Onore del
Regno d’Italia e la mostra
Gianfranco Traetta
delle opere dei gravinesi
illustri. Obiettivo della
settimana della cultura 2011
è avvicinare i più giovani alla
conoscenza del patrimonio
artistico gravinese che mai
come in questo periodo
storico della città si rende
necessario al fi ne di
sensibilizzare i gravinesi per
salvare il centro culturale
Gravina
in accordo con Ferrarese e Schinco
(componente del gruppo di valutazione,
ndr), di soprassedere
per il momento alla nomina del nostro
rappresentante in giunta, con
la speranza che intanto possa spegnersi
il fuoco appiccato da Dibattista”.
Intanto sul portale nazionale della
Democrazia cristiana non c’è traccia
nè di Dibattista nè tantomeno di
Lupoli e degli altri simpatizzanti della
Dc poiché non è mai stato avviato
nessun tesseramento in città anche
se ora, il capogruppo promette
“una manifestazione per avvicinare
i giovani al partito e aprire una sezione
permanente”. ■
della città, ecco perché tra gli
eventi organizzati c’è anche
il concerto della Blue Rhythm
Band. Inoltre saranno
presentati i libri di Raffaele
Nigro e di Chiara Curione
e i lavori degli alunni della
scuola elementare Tommaso
Fiore, oltre alle visite guidate
in tutto il museo durante
l’intera settimana. «
| iL RESTO sett imanale | 9 aprile 2011
39

liegi
BELGIO
luxemburg
esch sur alzette
FRANCIA
lyon
metz
grenoble
basilea
koln
frankfurt
darmstat
mannheim
karlsruhe
stuttgart
olten
lucerna
SVIZZERA
torino
interscambi
linee internazionali
linee nazionali
singen
zurigo
ulm
augsburg
winterthur
milano
GERMANIA
munchen
lugano
varese malnate
villarboit
busto como
novara brescia
vicenza
cremona verona
salsomaggiore parma
mantova
sassuolo
reggio e. modena
la spezia
montecatini
rimini
genova
empoli
livorno
siena
chianciano
bologna
firenze
LOCALITÀ DI PARTENZA
DA PUGLIA E BASILICATA
pesaro
arezzo ancona
urbino
assisi
foligno
spoleto
perugia
alberobello
altamura
andria
ascoli satriano
avetrana
banzi
bari
barletta
bitonto
boncore (p.to cesareo)
brindisi
canosa
casamassima
casarano
castelluccio dei sauri
ceglie messapica
cerignola
corato
fasano
ferrandina
foggia
francavilla fontana
galatina
galatone
gallipoli
fiuggi
NON TUTTE LE STRADE
PORTANO A ROMA
napoli
genzano di lucania
gioia del colle
grassano
gravina in puglia
grottaglie
irsina
lavello
lecce
locorotondo
lucera
maglie
manduria
margherita di savoia
martina franca
massafra
matera
melfi
minervino murge
modugno
mola di bari
molfetta
monopoli
montemilone
nardò
noci
ordona
palazzo san gervasio
poggiorsini
polignano a mare
potenza
putignano
rionero in vulture
rosa marina (ostuni)
ruvo di puglia
santeramo in colle
san ferdinando
san paolo civitate
san severo
serracapriola
spinazzola
taranto
terlizzi
torrefantine (chieuti)
trani
trinitapoli
troia
turi
venosa
cerignola
bitonto
modugno
gravina gioia
altamura
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Crollata anche la sacrestia di Santa Cecilia
Intero centro storico a rischio
[di Francesco Mastromatteo]
Ancora un edificio che viene giù, un altro
pezzo di Gravina antica che scompare
dalla cartina della città vecchia. Nel pomeriggio
di domenica scorsa è crollata la sacrestia
della chiesa di Santa Cecilia, risalente al
‘600, a due passi dalla centralissima piazza
Scacchi. Nello scorso marzo, dopo un sopralluogo
dell’Ufficio Tecnico comunale che aveva
riscontrato le serie lesioni alle strutture portanti,
venne emanata un’ordinanza sindacale
con cui si invitavano i proprietari (privati e la
diocesi) a puntellare l’edificio, ma era evidentemente
già troppo tardi: ancora una volta l’effetto
del tempo e della natura è stato più veloce
degli uomini. A voler essere superstiziosi,
si potrebbe cedere alla tentazione di credere a
una maledizione che sta inesorabilmente fa-
Spari
di Salvatore U. Digennaro
-Un attimo e sono
subito da te…stanno
per uccidere il boss…
BANG !
La candela era quasi sul
punto di spegnersi, Leonard
sapeva benissimo che l’ultima
candela, l’ultima lettera a
Sylvie e l’ultima notte della sua
vita erano a due centimetri dal
tavolo. E batteva i pugni sul
tavolo. BANG! BANG! BANG!
-Imputato Jacksop, la Corte
dell’Illinois la condanna
al massimo della pena per
l’omicidio di Ero Tavlas,
cittadino slovacco, compiuto
il 23-04-1972. Sedia elettrica.
La Corte si ritira. BANG!
-Aiuta me, fratello americano,
togli questo coltello dal mio
cuore, hanno pugnalato me…
cendo cadere a pezzi il centro storico cittadino.
In realtà, nella vicenda dei crolli gravinesi la
malasorte c’entra ben poco ed è ancor meno
opportuno parlare di imprevisto. Le eccezionali
piogge di qualche settimana fa, oltre a flagellare
duramente le campagne, riformando
in zona Pescara e Pantano, quello che doveva
essere l’antico lago di epoca medievale, hanno
costituito il colpo di grazia per gran parte
dell’area antica di Gravina, ma è chiaro che i
veri responsabili dello sfacelo odierno sono incuria
e lassismo, sia pubblici che privati, che da
decenni regnano sovrani in materia di salvaguardia
dei beni storico culturali nostrani. Di
questo si è parlato nell’incontro organizzato
dall’associazione “Siamo tutti tufi” presso le
Officine Culturali, ospite l’assessore regionale
Lo scomunicato
-Subito, aspetta, ecco…
aspetta ora, non muoverti,
chiamo un’ambulanza.
-Fermo là, sporco negro! Lascia
quel coltello e non muoverti o
ti faccio schizzare le cervella!!
-Agente, c’è un equivoco,
guardi…BANG!
-Obiezione, Vostro Onore,
il mio cliente ha contro di
se solo la testimonianza
dell’agente scelto (chi sa
da chi) Mupp Ettson, che
ha sparato prima che il mio
cliente potesse spiegare.
-Obiezione respinta! BANG!
-Sicura di volermi difendere tu?
-Non sai quanto! Vedrai,
come avvocato valgo un po’
di più di come moglie…
“FINE ORARIO VISITE, SI
PREGANO I FAMILIARI
DI USCIRE”
-Vieni, negro, è finito il tempo
di contemplare le tettine
bianche della mogliettina.
Finito il caffellatte…entra!
BANG bang bang bang
Sylvie, ricordi il giorno che
mi hai detto che mandavi
affanculo i tuoi e venivi a
stare da me. Non te l’ho
mai detto, ma ho pianto di
gioia. L’avvocato va a vivere
col chitarrista squattrinato.
Piangevo. Ora piango perché
Gravina
Barbanente: solo la sinergia fattiva tra amministratori,
esperti e cittadini può gettare le basi
di un piano complessivo e organico di recupero
del centro storico. Martedì si è tenuto il sopralluogo
della Protezione Civile, volto a verificare
la consistenza dei danni del maltempo ai fini
dell’ottenimento dello stato di calamità naturale;
oltre alle zone colpite dalle piogge, la delegazione
di tecnici ha visitato anche via giudice
Montea, ancora chiusa e piena di macerie.
L’ordinanza che ha interdetto il passaggio sul
ponte acquedotto continua fino a quando non
sarà chiaro come intervenire per mettere in sicurezza
il monumento simbolo di Gravina: c’è
da sperare che presto i visitatori giunti con l’arrivo
della bella stagione potranno riprendere a
percorrerlo. «
ti amo e non posso uscire
da questa gabbia. Come
fare a non perdere questa
partita lo so. Ho rubato
la pistola al secondino e
vincerò io. Ti amo. J. L.
-Bang Pantan a
rapporto, Direttore!
-E’ chiaro, Pantan, è tutto
scritto in questo fax, l’avvocato
è riuscito a far spostare il
processo. Il negro non va
allo spiedo, vai a dirglielo.
-Subito, Direttore…
-Ah, Pantan…ti ricordi il
permesso che mi avevi chiesto?
Te lo scordi, perché così impari
a non portare addosso la
pistola d’ordinanza! BANG!
-Non mi dire che
piangi? Tu…il duro?
-Che piangi e piangi?
E’ la sigaretta.
-Bang! Bang!
-Ma la pianti con sto cazzo di
film di gangster più vecchio di
mio nonno e vieni a letto? «
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
43

Vito Cirrottola (EAE di Altamura) critica
il provvedimento governativo “ammazza-rinnovabili”
«Il decreto Romani sul
fotovoltaico va abrogato»
[di G.F.]
ALTAMURA - “Hanno cambiato le regole
del gioco mentre la partita era
ancora in corso. Questo decreto è
sbagliato nella forma e nel metodo e
non recepisce affatto le direttive europee.
Ha creato una gran confusione
nel settore e sta spingendo molti
investitori stranieri ad andare via.
Insomma, deve essere abrogato al
più presto”. Non usa mezzi termini
Vito Cirrottola, proprietario e direttore
tecnico dell’azienda altamurana
EAE (Euro Assistance Elettromeccanica)
per criticare il decreto Romani
sul fotovoltaico, settore che – occorre
ricordarlo – in tutta Italia ha generato
circa 150.000 posti di lavoro,
e che nell’area murgiana negli ultimi
anni in quanto ad occupazione ha di
fatto preso il posto del salotto. Il documento
definito da più parti “ammazza-rinnovabili”
ha congelato le tariffe
incentivanti del terzo conto energia
(che varranno solo per gli impianti
che si connettono alla rete fino al 31
maggio 2011) e ha lasciato nell’indeterminatezza
i criteri che saranno applicati
in futuro (al quarto conto).
“Non si possono cancellare per de-
Foto Gianfranco Traetta
Vito Cirrottola
creto gli incentivi inizialmente previsti
fino a dicembre 2013 – dice Cirrottola,
che fa parte anche del consiglio
direttivo della Cna, Confederazione
nazionale dell’artigianato e della
piccola e media impresa – quando
le aziende avevano già programmato
investimenti in vista di quella
data. La razionalizzazione del settore,
con la riduzione delle tariffe incentivanti,
va bene. Ma davanti a questo
quadro di incertezza le prime a venire
meno sono state le banche: l’accesso
al credito è diventato praticamente
impossibile. La stessa presidenza
della Repubblica nel firmare il decreto
non ha mancato di richiamare l’attenzione
del Governo sugli auspicabili
correttivi da apportare.
Il D.M. non è vero che recepisce le direttive
europee, anzi va esattamente
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nella direzione opposta, perché l’Europa
ci chiede di ridurre le fonti fossili
e di incentivare le rinnovabili. Tra
l’altro il governo ha evitato qualsiasi
forma di concertazione con le associazioni
di categoria”.
Altra questione che Vito Cirrottola ci
tiene a precisare è quella del presunto
peso del fotovoltaico in bolletta: “Il ministro
Romani ha parlato di un 20%
che viene sottratto dalle tasche degli
italiani. E’ una notizia assolutamente
non vera, essendo ben noto che il fotovoltaico
ha pesato mensilmente in
bolletta nel 2010 per non più di 60
centesimi di euro a famiglia, mentre
i contribuenti continuano a sostenere,
sempre in bolletta, oneri ben più
rilevanti per finanziare le cosiddette
“assimilabili”, che nulla hanno a che
vedere con le fonti rinnovabili ma che
continuano a sostenere le solite lobbies
fonti fossili, lo smantellamento
delle centrali nucleari, le agevolazioni
tariffarie per i grandi utenti e diversi
ulteriori oneri e tasse. Credo che se
non fossero accaduti i fatti del Giappone
si sarebbe proseguito sulla strada
del nucleare, una scelta evidentemente
sbagliata anche con impianti
di terza e quarta generazione. Ma
la Germania, che pure non ha il nostro
sole, ha deciso di chiudere sette
centrali nucleari e di puntare decisamente
sulle energie rinnovabili, per
arrivare al 2050 perlomeno all’80% di
produzione di energia da fonti rinnovabili.
Dovremmo andare nella stessa
direzione. L’energia è indipendenza,
ma per ottenerla non dobbiamo
pensare alle vecchie tecnologie ormai
superate, ma alle materie prime che
ci offre la natura”. ■
«Ha creato una gran confusione
nel settore e sta spingendo
molti investitori stranieri ad andare via»
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
45

Certificato n.ro 00205/107

Santeramo
Le dimissioni di 11 consiglieri danno il via al commissariamento
Amministrazione Lillo: game over
[di Vito Silletti]
► Era nell’aria ormai da tempo che
l’amministrazione Lillo fosse vicina
al capolinea. I tre del Gac (Gruppo
Autonomo di Centro) Girardi, Plantamura
e Stasolla avevano ufficialmente
comunicato lunedì 4 aprile
di non fare più parte della maggioranza.
Con una nota dicevano che
“tale decisione è maturata perché
nonostante gli sforzi compiuti non
c’è stata alcuna forma di dialogo né
tantomeno condivisione di un progetto
politico comune che di fatto
non ha mai preso corpo. Infatti il
Gac non è stato mai messo nella
condizione di apportare il proprio
contributo su decisioni fondamentali
per lo sviluppo di Santeramo e
per il futuro dei nostri figli. Perciò
il nostro è un atto doveroso nei riguardi
della città”.
I due assessori Giovanni Ladisi e
Federico Parisi, recentemente nominati,
ed espressione del Gruppo
Autonomo erano stati i primi a dimettersi.
I tre consiglieri Girardi,
Plantamura e Stasolla, speravano
quindi che il sindaco, avendo preso
atto di non avere più la maggioranza,
avesse la sensibilità di lasciare.
Gli eventi hanno preso una direzione
più spedita nella mattinata del
giorno successivo dando il via a un
lungo periodo di commissariamento:
martedì 5 aprile 11 consiglieri, 8
di minoranza più i 3 del Gac (Francesco
Paolo Caponio, Michele Vito
Cardascia, Nicola Lovecchio, Giuseppe
Paolo Terenzio Santoro, Angela
Perulli, Giovanni Petrera, Carlo
Cardinale, Camillo Nicola Giulio
Larato, Pietro Maria Girardi, Giuseppe
Plantamura e Vito Stasolla),
presso lo studio del notaio Alessandrielli,
hanno sottoscritto il documento
nel quale hanno rassegnato
“concordemente, contemporaneamente,
con effetto immediato ed
irrevocabilmente la carica di consiglieri
comunali”. Tutto ciò al fine di
provocare lo scioglimento del consiglio.
Alle ore 12.32 il consigliere Caponio,
designato dai dimissionari, ha
consegnato il documento per il quale
l’amministrazione Lillo è caduta.
48 | iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
Ma per quale motivo si è arrivati a
questa fine anticipata? Con molta
probabilità l’ultimo consiglio comunale,
con la discussione sull’appalto
per l’illuminazione che prevedeva
un impegno ventennale per
8 milioni e 500mila euro, è stato
quello che ha inferto il colpo finale
a una coalizione già in grave
difficoltà, come abbiamo più volte
scritto da queste pagine. Non a
caso la sospensione della delibera
passò con soli 8 voti della maggioranza.
I tre del Gac e la minoranza,
al momento della votazione, erano
volontariamente fuori dall’aula.
Ma le avvisaglie si erano avvertite
qualche mese prima, allorché
il sindaco rassegnò le dimissioni.
Crisi che si risolse con la nomina
dei tre nuovi assessori. Le dimissioni
del primo cittadino furono ritirate
ma restò sul banco un altro
dei motivi di fibrillazione: il progetto
di rigenerazione urbana e la grana
dell’utilizzo del vecchio campo
sportivo.
La minoranza su questo argomento
aveva ribadito che c’è nell’aria
“un profumo di mattone” facendo
riferimento alma presunta speculazione
edilizia in atto.
Un altro motivo di non condivisione
da parte del Gac era il regolamento
per l’assegnazione e l’utiliz-
Vito Lillo
Decisiva
l’uscita dalla
maggioranza
del Gac e le
dimissioni di
due assessori
zo dei beni mobili ed immobili di
proprietà del Comune. Avevano dichiarato
che non avrebbero votato
il punto all’ordine del giorno del
consiglio del 28 marzo senza aver
prima sentito “il mondo dell’associazionismo,
i comitati spontanei
impegnati a promuovere lo sport e
la cultura”.
Le associazioni intravedevano nel
regolamento oneri di natura finanziaria
che non avrebbero potuto assolvere.
Il punto, però, non era stato
affrontato in consiglio comunale,
perché rinviato.
Era prevedibile, pertanto, che i
rattoppi messi in atto dal sindaco
non avrebbero retto alle tensioni.
La caduta si percepiva. La minoranza
è stata abile a cogliere il
momento opportuno e a coagulare
il dissenso. E Carlo Cardinale, uno
dei dimissionari, afferma: “Guardo
quello che rimane della nostra città
dopo solo quattro anni di centrodestra
e vedo molte, troppe macerie
che hanno toccato l’apparato burocratico
comunale, i progetti socioculturali,
la cura e la manutenzione,
il tenore di vita e le aspettative
delle giovani generazioni. Consegnandoci
una città poco comunità,
mortificata nelle energie e non
valutata nelle capacità, ma che è
esaltata solo nei bisogni dei singoli
e nell’esercizio fine a se stesso
del potere. Una città più povera e
molto, molto rassegnata. Sarà durissima
per chi sarà chiamato nel
prossimo futuro a invertire il corso
degli ultimi quattro anni; a riportare
serenità, fiducia ed entusiasmo
tra i santermani”. ■

Progetto di corrispondenza
alla S.Giovanni Bosco
Settimana di
scambio italo
francese
[di V. S.]
Continuano le esperienze tra
i ragazzi delle scuole medie
santermane e i loro coetanei europei.
Ha riscosso un grande successo la
settimana italo-francese nell’ambito del
“progetto corrispondenza” delle classi
terze di lingua francese della scuola
media statale San Giovanni Bosco con gli
alunni francesi del “Collège Olympique”
di Grenoble. Il progetto si è potuto
svolgere grazie anche alla dirigente
Rosa Scarcia e alla professoressa Maria
Lospalluto che hanno creduto in questa
opportunità e che l’hanno portata avanti.
Protagonisti sono stati i ragazzi e le ragazze
delle classi terze sezione C, D e G.
Il programma è stato veramente intenso:
la mattina a scuola i ragazzi francesi
hanno realizzato, in sinergia con i coetanei
italiani, cartelloni illustrati sulle due
scuole di appartenenza vivendo ognuno
la specificità della scuola dell’altro. Sono
entrati nel profondo di alcuni aspetti della
gastronomia pugliese e hanno visionato
clip musicali. Queste canzoni, sotto la guida
della professoressa Di Marsico, hanno avuto
l’opportunità di essere cantate in coro.
I laboratori di musica, con gli allievi di
chitarra del professor Taranto e con quelli
di fisarmonica e piano del professor
Digirolamo, hanno coinvolto tutti
creando un coinvolgente entusiasmo.
Un interesse particolare ha suscitato
il laboratorio di cucina, animato dalla
professoressa Rizzi, che ha visto la grande
ed entusiasta partecipazione dei ragazzi
francesi pronti a sfornare, con l’aiuto
delle mamme e delle nonne santermane,
taralli, orecchiette e cavatelli.
Dal punto di vista sportivo, invece, ci
sono state le partite di rugby con l’“Asd
Rugby Union Santeramo” presso il nuovo
campo sportivo e quelle di pallavolo, a
squadre miste. Ancora una volta il gioco è
stato il modo più intenso per avvicinarsi.
I pomeriggi sono stati dedicati alle visite
del territorio pugliese: Bari, Alberobello,
Martina Franca, Lecce, Otranto.
Ora i ragazzi santermani non vedono l’ora
che arrivi il 15 maggio quando rivedranno
i loro coetanei francesi, questa volta
a Grenoble, per trascorrere insieme la
seconda settimana dello scambio. «
Santeramo
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
49

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50 | iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
L’incontro con il gusto direttamente da te
PE Coffee
e Casa Hausbrandt
un’avvincente storia
italiana
[di Roberto Traetta]
► Hausbrandt è un’azienda triestina
di torrefazione presente sul
mercato sin dal 1892, divenuta famosa
in Italia e all’estero per il suo
caffè pregiato, di altissima qualità.
Il suo successo è innegabile: conta
oltre 20 mila locali tra rinomati ristoranti,
grandi caffetterie e bar selezionati
in tutto il mondo.
Le miscele Hausbrandt sono uniche
e inconfondibili, caratterizzate
da un retrogusto aromatico, rotondo
e delicato, cremoso e dolce con
sentori di frutti rossi e cioccolato.
Alta qualità e un prodotto costante:
il tratto distintivo del marchio
Hausbrandt.
L’espresso Hausbrandt è un caffè
che riscalda di passione e di gusto
luoghi prestigiosi come Palazzo
Chigi e il Campidoglio a Roma,
la Galleria degli Uffizi a Firenze, le
grandi pasticcerie veneziane come
Caffè Quadri o Marchini, il teatro
Petruzzelli a Bari e altri rinomati
locali di tutta Europa e del mondo.
Nell’ottica di un mirato ampliamento,
l’azienda ha pensato di
raggiungere i consumatori finali
con il nuovo progetto “Casa Hausbrandt”,
dando la possibilità di
degustare il miglior espresso direttamente
a casa (e non solo) grazie
alla partnership, in esclusiva
per l’Italia, con PE Coffee, una giovane
società di distribuzione porta
a porta per il caffè in capsule.
Il sodalizio con PE Coffee nasce
da un desiderio: portare le miscele
Hausbrandt, degustabili solo al
bar, nelle famiglie, mantenendo la
qualità e l’efficacia del marchio e
del prodotto. L’incontro tra Martino
Zanetti, titolare di Hausbrandt,
e Michele Motterlini, un imprenditore
del settore della distribuzione
automatica di bevande con
esperienza ultratrentennale, av-
viene, diviene realtà, e i consumatori
appassionati di caffè hanno la
possibilità di gustarne il risultato
esclusivo in tazza, come quello
che si prende al bar. Hausbrandt,
che ha ideato questo concentrato
di tecnologia al servizio del gusto,
attraverso la capillarità della rete
“PE Coffee” intende conquistare
più palati offrendo una miscela di
altissima qualità (oltre al decaffeinato
trattato naturalmente ad acqua,
all’orzo e alle varie bevande
calde), sfruttando le potenzialità di
uno strumento innovativo. Questo
speciale oggetto dal design elegante
e morbido, grazie alla preinfusione
direttamente nella capsula,
estrae infatti solo il nettare del caffè,
lasciando così intatta la purezza
della sua specialità, senza sgradevoli
contaminazioni.
Noto e apprezzato in Italia soprattutto
da Roma in su, “Casa Hausbrandt”,
con il prezioso supporto
di PE Coffee, è in forte espansione
anche al Sud. L’ambizioso progetto
di estendere la rete commerciale
in Puglia e in Basilicata in questi
giorni è in fase di start up ed
è tutto nelle mani dell’altamurano
Filippo Chierico. Lui è un giovane
intrapredente con alle spalle una
ventennale esperienza come venditore
professionale, che ha deciso
di investire nel cosiddetto “oro verde”,
la seconda bevanda più venduta
al mondo.
La sinergia tra “Casa Hausbrandt”
e PE Coffee non intende solo proporre
la tradizione del caffè ma
vuole esaltare la cultura del miglior
espresso all’italiana attraverso
l’innovazione.
Perché scegliere Casa Hausbrandt?
Per un caffè a cinque stelle alla portata
di tutti.
Questo è Casa Hausbrandt. ■

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Cassano
Giovanni Impastato parla
di mafi a
Legalità è
disobbedire
[di Vito Stano]
► “Legalità non è affatto rispetto delle
leggi, ma è rispetto dell’uomo, perché
molte volte le leggi non hanno al centro
l’uomo e la sua dignità”, così ha
sentenziato Giovanni Impastato (fratello
di Peppino Impastato, ucciso da
cosa nostra il 9 maggio 1978 a Cinisi).
La presentazione del volume “Resistere
a mafi opoli” è stata l’occasione
del gradito ritorno di Giovanni Impastato
a Cassano, sempre in compagnia
di Giuseppe Gentile, attualmente
consigliere provinciale e comunale
ed ex sindaco, che ha fatto della legalità
la sua bandiera, non solo politica.
La gente presente nella sala del cinema
Vittoria ha guardato rapita il documentario
proiettato prima degli interventi,
in cui la madre di Peppino
(e di Giovanni, presente in sala) raccontava
ai microfoni dell’intervistatrice
i momenti tragici della morte e dei
successivi anni di depistaggi. La visione
del fi lmato è stato certamente
il momento più toccante della serata,
che è proseguita con gli interventi
52 | iL RESTO sett imanale | 9 aprile 2011
di Giovanni Impastato e di Giuseppe
Gentile, il primo raccontando aneddoti
legati alla vita-morte del fratello,
vissuto e ammazzato negli anni più
bui della storia repubblicana; il secondo
l’esperienza di amministratore
pubblico votato al rispetto ossequioso
della legalità.
Sul termine legalità si è innescato il
corto circuito linguistico che ha portato
Giovanni Impastato a dire che
la “legalità non è affatto rispetto delle
leggi, ma dell’uomo”, riferendosi alle
continue violenze che la Costituzione,
in particolare in questi ultimi anni,
sta subendo dai governanti non illuminati
che decidono le sorti del Paese,
anteponendo le preoccupazioni personali
alle esigenze della collettività e
dell’individuo in quanto tale.
Il ricordo di Peppino Impastato e della
sua breve, ma intensa storia, raccontato
da suo fratello minore nelle
pagine di “Resistere a mafi opoli”, può
aiutarci a comprendere come a volte
la legge e le strutture istituzionali, deputate
al suo controllo, non sono dalla
parte della giustizia.
Questo deve spronare tutti noi e specialmente
le giovani generazioni a capire
la differenza sottile che c’è tra legge
e giustizia, perché a volte queste
due posizioni non coincidono, in questa
Italia appena centocinquantenaria,
già azzoppata da secessionismi,
nuovi razzismi e vecchie modalità affaristico-politiche
sempre in voga nel
Belpaese. ■
Foto di Vito Stano
Confederazione Nazionale
dell’Artigianato e della Piccola
e Media Impresa

Riceviamo e pubblichiamo
Centrosinistra: la realtà
non va mistificata
Egr. dr. Ricci,
Le scrivo dopo aver letto l’intervista
al consigliere Del Re, a firma di
Vito Stano, apparsa sul n. 50 del
vostro settimanale, riguardante il
centrosinistra a Cassano.
Non entro nel merito dell’intervista
e delle dichiarazioni del consigliere
Del Re, che esprime il suo pensiero
liberamente, così come si conviene
in uno stato civile e democratico.
Mi soffermo, invece, sull’incipit
dell’intervista, sulla prima domanda,
che ritengo pretestuosa, fuorviante,
non veritiera.
Per ristabilire la realtà dei fatti, Le
racconto come stanno le cose, augurandomi
che vorrà dare giusto
spazio per una doverosa precisazione.
Il vostro collaboratore ben avrebbe
dovuto sapere alcune cose, ma vista
l’amnesia ve le preciso.
Il centrosinistra cassanese è rappresentato
in consiglio comunale
dal gruppo consiliare “Vivi Cassano”,
che si presentò agli elettori
nella scorsa tornata amministrativa
locale come “Coalizione di centrosinistra”.
Una coalizione, formata
da Pd, Rifondazione Comunista,
Sinistra Democratica e Idv,
che siglò un accordo politico-am-
Il senso del
termine
“riciclare”
ministrativo di mandato e che vedeva
al suo interno anche spezzoni
di società civile. La tornata amministrativa
vide arridere la vittoria al
centrodestra e della lista “Vivi Cassano”
risultarono eletti Quirico Arganese,
attuale capogruppo consiliare,
Domenica Busto e Simeone
Paparella, tutti e tre appartenenti
al Partito Democratico, ma rappresentanti
in consiglio comunale
dell’intera coalizione.
Questo per precisarle lo stato reale
delle cose. I fatti successivi a
quell’accordo dicono anche altro:
l’altra lista civica, “NuovaIdeaDomani”,
ha visto successivamente
due suoi consiglieri eletti dichiarare
un’appartenenza politica. Nello
specifico, il sindaco uscente Giuseppe
Gentile fu contestualmente
candidato in “NuovaIdeaDomani” e
candidato alle provinciali con l’Idv,
e siede oggi nei banchi di opposizione
in consiglio comunale e in consiglio
provinciale appartenendo
all’Idv; in epoca molto più recente,
il consigliere comunale Davide
Del Re, che con Gentile siede con il
gruppo di “NuovaIdeaDomani” nei
banchi dell’opposizione, è diventato
coordinatore del neo-nato partito
di “Sinistra, Ecologia e Libertà”.
In merito alla precisazione che
il sig. Nicola Surico, reggente
del Pd cassanese, ha fatto
pervenire alla redazione de “Il
Resto” in relazione all’intervista
al consigliere comunale
Davide Del Re curata dal
sottoscritto, mi tocca fare un
chiarimento alla precisazione.
Il verbo riciclare, riferito alla
coalizione di centrosinistra
(attualmente rappresentata
in consiglio comunale da tre
consiglieri del Pd), usato nella
domanda ritenuta a torto
pretestuosa, è sembrato al
sottoscritto il più adatto per
comprendere la situazione
politica del centrosinistra
cassanese sostanzialmente
per due motivi: il primo è che
la coalizione elettorale Vivi
Cassano ad oggi rappresenta
il solo Pd e non gli altri partiti
e associazioni facenti parte
della coalizione, per ovvi
motivi di mancanza di dialogo,
sia fuori che dentro la vita
istituzionale. Il secondo motivo
è legato alla volontà di chi
Cassano
Alla luce di quanto detto, è evidente
la pretestuosità e la non realisticità
della domanda posta dall’intervistatore.
A Cassano il centrosinistra
esiste ed è rappresentato
in consiglio comunale da Vivi Cassano
e dai consiglieri del Partito
Democratico. Fa indubbiamente
piacere vedere che c’è una nuova
sensibilità politica ed un senso di
appartenenza che allarga gli orizzonti,
così come fa piacere la voglia
di parlare di un coordinamento
del centrosinistra, ma non c’è nessun
riciclaggio da fare: la coalizione
c’è, esiste, ed è ben lieta che si
parli di un allargamento della partecipazione.
Ed è questa anche la
base di partenza per possibili coordinamenti.
A meno che i partiti
che la composero non la dichiarino
conclusa come esperienza, e qui
aggiungo, a nome degli eletti, ed a
nome del Partito Democratico, che
per noi “Vivi Cassano” rappresenta
la coalizione di centrosinistra a
Cassano. Nuove esperienze o nuovi
soggetti saranno possibili partendo
da questo riconoscimento. ■
Nicola Surico
Coordinatore reggente PD Cassano
scrive di fare riferimento ai
temi ambientali (ai quali sono
molto legato) e al suo lessico
perché facili da comprendere
e fuori dal politichese.
Pertanto l’uso del verbo
riciclare, cioè impiegare
nuovamente, mi è sembrato,
ripeto, il più adatto per spiegare
a chi legge la necessità di
rimettere in ciclo l’esistente
affinchè si produca qualcosa di
nuovo nella politica cassanese.
V.S.
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
53

Bitonto
per il socialE
Società Cooperativa Sociale a r.l.
Onlus
PER INFORMAZIONI
Strada privata laterale piazza Ferdinando II di Borbone 18- 70032 Bitonto (BA)
tel. e fax 080 3756461 cell. 320 8395749 - direzione@personabile.org
54 | iL RESTO sett imanale | 9 aprile 2011
linformazione sul territorio
Percepire
la normalità
di rapporti e
di situazioni
con quanti sono
considerati
anormali
dalla società
costituisce la
caratteristica
più bella e
rassicurante
della nostra
esperienza
in cooperativa
Le banche bocciano
il Comune
[di Francesco Paolo Cambione]
Defi nitivamente accantonato per manifesto
disinteresse degli enti creditizi
contattati il progetto della amministrazione
comunale di realizzare convenzioni
con le banche per consentire alle aziende
creditrici di poter cedere, con la formula pro
soluto, i propri crediti nei confronti dell’ente
pubblico a condizioni di favore. In pratica,
quanti dimostravano di possedere crediti
tra i 5 e i 150mila euro col Comune avrebbero
potuto vedersi anticipare l’intero importo
della fattura - ridotta delle spese di
anticipazione della banca - presentandosi
agli sportelli delle banche convenzionate.
Trasferendo così il rischio di insolvenza del
debitore, non più in capo all’impresa fornitrice,
bensì in capo alla banca.
L’idea - una vera e propria formula di fi -
nanza creativa - era stata presentata come
la soluzione alla oramai atavica incapacità
dell’ente di poter soddisfare i fornitori in
tempi economicamente accettabili. Nell’attuale
congiuntura economica, però, la fi ducia
reciproca tra gli attori del mercato è ai
minimi storici e gli enti pubblici sono ormai
considerati tra i clienti meno affi dabili dalle
banche.
Anche per questo l’avviso pubblico diffuso
dall’amministrazione comunale è andato di
fatto deserto e quando qualche banca ha risposto
lo ha fatto per cortesia istituzionale.
In realtà già nel mese di dicembre un’inchiesta
giornalistica sull’argomento aveva rivelato
come nessuno degli istituti di credito
intervistati, talvolta rasentando l’aperta derisione,
fosse interessato all’iniziativa.
Alla fi ne, l’unica banca ad aver presentato una
manifestazione d’interesse è stata la Banca
Popolare Pugliese. Una reazione logica visto
che è proprio la Popolare Pugliese ad essersi
Nessun istituto
di credito accetta
la formula
del pro soluto
per accollarsi
i debiti di
Palazzo Gentile
aggiudicata il servizio di tesoreria comunale.
Tanto più che la controproposta presentata
si è rivelata inaccettabile per il comune
di Bitonto. La direzione della banca salentina
si è dichiarata sì disponibile a sottoscrivere
la convenzione, ma non per la cessione
dei crediti con la formula del “pro soluto”
bensì con quella del “pro solvendo”. In pratica
avrebbe accettato di anticipare il valore
delle fatture dei creditori, ma riversando il
rischio di insolvenza e gli oneri di recupero
dei denari dal comune in campo all’imprenditore
creditore.
La giunta comunale, nella seduta del 25
marzo scorso, non ha dunque potuto far altro
che prendere atto dell’unica risposta arrivata.
Verifi cando nel contempo che le richieste
erano completamente difformi dallo
schema di convenzione inviato e quindi
inammissibili
Davanti alla mancanza di altre risposte, di
fatto, la delibera del 25 marzo sancisce anche
il fallimento dell’idea di cessione pro soluto
alle banche dei crediti e fa calare il sipario
sulle molte illusioni in cui erano stati
imbevuti gli imprenditori negli ultimi tempi.
I ritardi, anche di molti mesi, accumulati nei
pagamenti delle fatture - sistema utilizzato
anche per rientrare nei parametri del patto
di stabilità - e la mancanza di un bilancio
di previsione su cui operare azioni di pagamento
continuano a funestare le già precarie
condizioni economiche del tessuto produttivo
locale.
Il rischio concreto adesso per le aziende fornitrici
del comune di Bitonto è che quest’ulteriore
stop ai pagamenti si trasformi in una
vera e propria mannaia in grado di generare
gravi ripercussioni sulla solidità fi nanziaria e
trascinare le aziende al tracollo. «

[di Vito Schiraldi]
La sanità
bitontina
resta una
scatola
vuota
Scauro
«La collaborazione
non è servita.
Avremmo ottenuto
di più con
la protesta»
► Doveva essere la proposta in grado
di ammortizzare gli effetti della chiusura
dell’ospedale locale. Alla fine, però, anche
il progetto di sanità territoriale proposto
dal centrosinistra bitontino ha
fatto il gioco del governo regionale ed è
servito come diversivo per perdere altro
tempo e scippare altre risorse al nosocomio
bitontino. La disfatta adesso è totale.
A nulla è servito lo spirito collaborativo
e propositivo delle forze che hanno
studiato e proposto la loro idea di sanità
moderna: «Niente di tutto quello che ci
era stato preannunciato è stato rispettato.
Come temevamo i tanto decantati
day service si sono rivelati delle scatole
vuote, prive di alcun contenuto di servizi».
Sono le parole, a metà strada fra lo
sconforto e la rabbia, di Franco Scauro,
medico dell’ospedale locale e consigliere
del centrosinistra bitontino nelle fila del
Partito Socialista, fra i primi ad avallare
e credere nella proposta presentata in
Regione. Eppure proprio il centrosinistra,
solo poche settimane fa, si diceva
certo che l’idea presentata fosse stata
“accolta con favore e recepita dai vertici
sanitari e regionali che l’hanno trovata
positiva e perseguibile”. Il re, però,
adesso è nudo e a spogliarlo è proprio
il dottor Scauro che spiega di come 'nei
day service in realtà non si può fare
nulla, tanto che ormai dal 21 di marzo
non si eseguono più interventi di chirurgia
in tutto l'ospedale. Nemmeno quelli
che erano stati straconfermati dal patto
nazionale della salute, come le varici, le
sindromi emorroidali, le ernie, l’alluce
valgo ed altri interventi di piccola chirurgia.
Per i day service del tunnel carpale,
del diabete e dell’ipertensione, anche
se presenti nei documenti ufficiali,
non sono stati indicati i percorsi burocratici
e di fatto non si possono eseguire.
In pratica, mancano i codici regionali
e i medici non sanno come scrivere le
prescrizioni per queste prestazioni, che
ticket far pagare, nulla”. A mancare è
un nomenclatore tariffario delle prestazioni
ambulatoriali aggiornato, uno
strumento presente già da mesi in molte
Bitonto
Il dottor Franco Scauro
regioni, anche più indebitate nella sanità
della Puglia, come nel caso della regione
Lazio. Grazie ad esso gli interventi
e le procedure sono codificate e quindi
eseguibili. Tecnicamente l'ospedale di
Bitonto Invece non è nemmeno certificato
ufficialmente quale centro riconosciuto
per fornire tali servizi. Una beffa.
«Dall'oggi al domani la struttura è stata
declassata » denuncia il consigliere socialista
- il pronto soccorso che doveva
diventare punto di primo intervento dal
1° maggio, lo è nei fatti già dal 1° aprile.
I medici del pronto soccorso locale sono
stati trasferiti al San Paolo. Al loro posto
i medici del 118. Stessa sorte per gli
infermieri più giovani e preparati, spostati
con la tecnica della mobilità d'urgenza
nell'ospedale barese. Tutto questo
mentre in ciò che è rimasto del pronto
soccorso continuiamo a fornire, a nostro
rischio e pericolo, consulti specialistici
che non sono previsti per un punto
di prima assistenza». In tutto sono 7 i
medici e 4 gli infermieri spostati a Bari.
La tanto decantata simbiosi col San Paolo
in realtà si è rivelata solo una tecnica
per scippare altre risorse al già vituperato
nosocomio bitontino e solo grazie
alla caparbietà dei medici rimasti non
sono state depredate anche le strumentazioni
presenti nella struttura sanitaria
locale. «Lo spirito propositivo con cui ci
siamo avvicinati a questa fase così delicata
non è servito a niente» conclude
amareggiato Scauro - abbiamo voluto
evitare la demagogia e gli isterismi. Ma
forse con le manifestazioni e la demagogia
avremmo ottenuto di più».
Dei potenziamenti assicurati nemmeno
l'ombra, come della promessa
di trasformare l'ospedale di Bitonto
in un «centro di riferimento all'avanguardia
nei servizi territoriali di qualità»,
come annunciato in una recente
conferenza stampa dai consiglieri regionali
del Pd Romano e Degennaro.
Evidentemente l’ultima delle recite. Il
grande bluff conclusivo di una commedia
che non ha fatto ridere nessuno.
■
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
55

Bitonto
Valla non si
sbottona
Consiglieri di
maggioranza e
opposizione
nemmeno. Ecco
i retroscena
Scossone nella Polizia Municipale
Il comandante lascia?
[di Vito Schiraldi]
► Da settimane ormai le voci sul futuro
del comandate della Polizia Municipale,
Leonardo De Paola, continuano
a rincorrersi per i corridoi di
Palazzo Gentile. Voci che lo vorrebbero
a breve lontano dai destini della
città degli ulivi. Nessuno al momento,
né nella maggioranza, né nell'opposizione,
però, si è ancora 'sbottonato'.
Di sicuro al momento c'è solo che il
sindaco Raffaele Valla, che volle fortemente
il dirigente alla guida dei Vigili
Urbani, ha incontrato il comandante
per confrontarsi con lui sulla vicenda.
A confermarlo è lo stesso primo cittadino
che si è limitato a riportare di
come il De Paola si sia detto 'stanco e
provato dall'esperienza amministrativa.
Al momento però nulla è stato
deciso'. I rumors però non hanno
dubbi sul fatto che a voler silurare il
dirigente sia stato proprio Valla. Era
questo forse un modo per garantire
un’uscita dignitosa al suo vecchio
amico? O piuttosto il primo cittadino
spera che sia lo stesso comandante,
sua sponte, a rassegnare le dimissioni?
A Bolzano
De Paola a
processo
[di V. S.]
iniziato nelle scorse
È settimane a Bolzano il
processo di primo grado a
56 | iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
Di certo si sa solo che, da martedì 29
marzo e per 27 giorni, l'ex poliziotto è
ufficialmente in ferie e ogni decisione
a riguardo è stata rinviata al termine
di questo lungo periodo di pausa. In
molti, in entrambi i corni dell'emiciclo
consigliare, hanno a più riprese rimproverato
al primo cittadino il cospicuo
stipendio sborsato dalle casse comunali
per indennizzare il dirigente:
circa 85mila euro lordi all’anno.
Non meno di una settimana fa, proprio
i vertici della sezione locale del
Pd - il segretario Francesco Fallacara
e il capogruppo in consiglio Giovanni
Rossiello - avevano stigmatizzato
questa circostanza, parlando di
'precisa scelta politica. Scegliere di
corrispondere un così cospicuo stipendio
ad un dirigente esterno, invece
di demandare agli ufficiali già
presenti nel corpo è una responsabilità
che il sindaco si è assunto in
prima persona. Noi pensiamo invece
a come questi denari sarebbero
potuti essere distratti su capitoli in
piena emergenza, come ad esempio
carico di Leonardo De Paola
e del collega Bruno Zermiani
accusati dagli inquirenti di
presunti comportamenti
illeciti ai danni del ministero
dell’Interno. I fatti risalgono
al 2007 quando nei confronti
dell’allora responsabile della
polizia di frontiera in Alto
Adige fu avviata un’inchiesta
che portò all’emissione di una
ordinanza di carcerazione.
Ottenuta la revoca del
provvedimento restrittivo
di natura cautelare, De
Paola decise di lasciare la
polizia, dopo il reintegro
in servizio presso la
divisione anticrimine della
questura di Isernia, per poi
passare a capo della Polizia
Municipale di Bitonto.
Raffaele Valla
la refezione scolastica che tanti disagi
ha creato alle famiglie bitontine'.
“Piuttosto che assoldare questo luminare
della pubblica sicurezza – hanno
poi ribadito i due politici – come un
eroe in grado di sanare ogni male,
sarebbe stato opportuno rimodulare
il tipo di servizio prestato dalla
Pm, commisurandolo alle ridotte
disponibilità di personale sopraggiunte.
Anche perché gli effetti portati
da quest'assunzione prestigiosa
noi ancora non li abbiamo intravisti'.
Anche sul capitolo degli emolumenti
al dirigente però Valla è sibillino e
preferisce non sbilanciarsi. Alla domanda
sul settore che si potrebbe
sostenere con lo stipendio eventualmente
lasciato in cassa da De Paola,
il sindaco si lascia sfuggire solo un
“vedremo”, di difficile interpretazione.
In ogni caso, nessuna decisione è
stata ancora presa, anche perché diversi
sono i connotati, anche politici,
legati a questa vicenda. Sarà il rientro
del comandante a fine aprile a dire di
più sulla questione. ■
Dichiaratosi sempre
innocente, il dirigente,
secondo l’accusa, avrebbe
segnato ore di lavoro
mentre in realtà si sarebbe
trovato in giro per questioni
personali. A suo carico la
Procura della Corte dei Conti
ha aperto un fascicolo, con
l’ipotesi di danni erariali
per 50mila euro. «

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Bitonto
Con Log-InBitonto si possono
vincere 800 euro
Cercasi logo
per il centro
commerciale
naturale
A.A.A. creativi cercasi. È l’appello lanciato dal
Cat Confesercenti Puglia e dallo staff di Ccn
Bitonto - Centro Commerciale Naturale - a
quanti studiano e lavorano nel mondo della
comunicazione, del design, dell’architettura,
della grafica. È stato bandito infatti, lo scorso
14 marzo, “Log-InBitonto”, concorso per
la ideazione del logo del Ccn di prossima realizzazione
nella cittadina nordbarese. In palio
un premio in denaro del valore di 800 euro.
Il concorso di idee punta a individuare un
logo da assumere come simbolo ufficiale per
l’aggregazione delle attività commerciali aderenti
all’iniziativa. Il simbolo grafico sarà, infatti,
utilizzato come marchio esclusivo, usa-
58 | iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
to per contraddistinguere tutti gli
strumenti di comunicazione istituzionali,
promozionali e pubblicitari.
Partecipare è facile: basta sfoderare
la propria immaginazione e seguire
le indicazioni contenute nel bando
pubblicato sul sito istituzionale
del concorso (www.loginbitonto.it).
La documentazione, da presentare
entro e non oltre le 13 del 14 aprile
2011, dovrà contenere la domanda
di partecipazione, la dichiarazione
sostitutiva e la proposta progettuale, presentata
sia su supporto cartaceo - 4 tavole formato
A3 orizzontali - sia su cd-rom.
Tutti i loghi candidati saranno poi esaminati
e valutati secondo una griglia di parametri.
A stilare la graduatoria una commissione
composta da un rappresentante dell’amministrazione
comunale di Bitonto, tre delle
associazioni di categoria partner di progetto
(Confesercenti Bitonto, Upsa Confartigianato
Bitonto, Cna) e da un esperto esterno nominato
dal Cat. La scelta del vincitore avverrà
entro il 30 aprile 2011. Per maggiori info è
possibile consultare la sezione FAQ del sito
ufficiale www.loginbitonto.it o contattare la
Segreteria del Concorso mezzo mail (info@
loginbitonto.it) e via telefono (+39 080.521
14 29). ■
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Nicola Magrone chiama a raccolta quanti credono nel suo progetto
[di Fabiano Di Liso]
La rivoluzione della legalità
► Un incontro politico diverso dai soliti è
stato organizzato nei giorni scorsi dall’associazione
“Italia Giusta secondo la costituzione”:
sono stati i cittadini a chiedere al
magistrato Nicola Magrone di scendere in
campo. La serata ha visto una serie d’interventi
di vari esponenti delle associazioni
che hanno appoggiato Italia Giusta tra cui,
il movimento politico “Azione e Tradizione”,
il Comitato per la salvaguardia del centro
storico “La Motta” e l’associazione “Nuova Italia”.
Ognuno ha analizzato e illustrato i punti nevralgici
della situazione politico-amministrativa di Modugno.
Si è passati poi alle domande all’ex procuratore
capo di Larino, il quale ha chiuso la serata
illustrando il percorso intrapreso da Italia
Giusta.
Smentita una volta per tutte la questione
“Magrone candidato della Puglia prima di
tutto”, il magistrato ha analizzato le problematiche
e i grandi fallimenti politici che
hanno caratterizzato questi ultimi dieci anni
di amministrazione a partire dalla centrale
turbogas di Sorgenia “realizzata – dichiara -
in violazione di tutte le leggi vigenti” passando
per la nomina del direttore generale con
designazione diretta in barba alle procedure
che prevedono la scelta del candidato solo in
seguito a un regolare concorso. Si è parlato
poi di questioni d’interesse nazionale come
il federalismo. “È necessario riflettere sugli
aspetti positivi: questa riforma - sostiene
Magrone - tenta di stroncare il malaffare, la
clientela, l’esorbitante lievitazione dei prezzi
degli appalti, invitando al rigore nell’amministrazione.
Non possiamo continuare a fare
i meridionali piangenti né continuare a rimpinguare
clientele che non fanno altro che
svuotare le casse comunali”. “Quello di cui
ha bisogno Modugno – continua - è una vera
rivoluzione. Non una rivoluzione come quelle
storiche ma una rivoluzione non violenta,
civile ed etica che abbia al centro il rispetto
Modugno
Foto Giuseppe Martino
per le persone. In particolare per l’umanità
che non conta nulla. Noi siamo per le persone
che non servono, per le persone scartate”.
Magrone si è detto disponibile ad accogliere
tutti coloro che risultassero scartati dalle altre
liste invitando anche Vasile lì presente a
indirizzargli i suoi “scarti”.
Il tema principale di una riflessione politica
dovrebbe esssere la “legalità”. “Chiediamoci –
continua Magrone – se la legalità sia un danno
o un vantaggio; se sia una minaccia per la
popolazione o un modo per farla vivere più civilmente.
Ma la legalità fa davvero così paura?
Davvero siamo un paese in via di sviluppo
in cui bisogna fare ancora educazione civica?
A Modugno chi parla di legalità rischia di
essere considerato un bandito, un terrorista”.
“La realtà è che in questi ultimi anni Modugno
è diventata un feudo nelle mani di un unico
padrone. Una situazione unica nel suo genere
nella quale è possibile assistere alla scomparsa
di una qualsivoglia opposizione”. Il centrodestra,
alla luce dell’analisi del procuratore,
“cercando di mantenere a galla l’attuale amministrazione,
non è diventato altro che un carro
attrezzi di questo centrosinistra”.
“Questa assemblea – conclude Magrone - non
chiude un percorso. In situazioni drammatiche
come quella di Modugno un’obiezione di
coscienza s’impone nell’interesse vero di tutti.
Non so proporvi nulla - ha detto - forse non
abbiamo ancora concluso un’ipotesi di lista
ma vi faccio una proposta. Chi avesse il desiderio
di far diventare Modugno il paese della
legalità, venisse da noi a dare la sua disponibilità”.
Oggi i lavori procedono per la composizione
delle liste che saranno definite nei
prossimi giorni: una per “Italia Giusta”, una
per il comitato del centro storico “La Motta”,
una nella quale convergono “Azione e Tradizione” e
“Nuova Italia” e una per “I Verdi”. Tutte che
sostengono Nicola Magrone come unico candidato
sindaco. ■
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
59

Modugno
[di Isabella Maselli]
► Quando i giochi sono ancora
tutti da definire, cominciano le migrazioni
da una lista all’altra. Battista
Bia lascia il Pianeta Solidale di
Peppino Scognamillo e accoglie la
proposta di candidatura nell’Udc. Il
28 marzo scorso Bia ha rassegnato
le proprie dimissioni “per la mancata
trasparenza degli accordi sanciti
inizialmente tra le parti – si legge
in una nota a sua firma - Ho creduto
nel programma e l’ho condiviso da
subito – scrive Bia - accettando la
candidatura propostami da Peppino
Scognamillo inerente l’asses-
Raffaele Ventola è il
candidato sindaco di Io
Sud a Modugno. “In una
situazione confusa e turbata
da conflittualità sempre
più aspre – si legge in una
nota – Io Sud ha scelto di
correre da solo, presentando
come candidato sindaco un
volto nuovo della politica,
un imprenditore, un uomo
del fare, che ha deciso di
scendere in campo per il bene
della sua città e di sposare
60 | iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
sorato alla Cultura in caso di vittoria
delle elezioni. Fin dal primo
giorno in cui ho visto sui manifesti
la candidatura di Peppino Scognamillo
a sindaco della lista, tra l’altro
a mia insaputa, ho chiesto subito
un incontro chiarificatore. Scognamillo
mi risponde che giammai la
sua intenzione era quella di candidarsi
sindaco, che il suo era solo
un nome di bandiera e che avrebbe
fatto un passo indietro” nel momento
in cui ci fosse stato l’accordo
sul nome di tutta la coalizione di
centrosinistra. “Durante l’ultima ri-
il progetto meridionalista
della senatrice Adriana Poli
Bortone. Oggi abbiamo
bisogno di uomini liberi da
qualsiasi compromesso, fuori
dai partiti tradizionali, dai
vecchi e logori carrozzoni
e dalle logiche ‘io ti voto
perché tu mi dai’ – sottolinea
la professoressa Fazio
Bonina, a cui è stato affidato
da qualche settimana il
commissariamento del
partito - Il paese ha bisogno
“A causa della mancata trasparenza degli accordi”
Bia lascia Pianeta
Solidale e si candida
con l’Udc
L’ultimo (il sesto ufficiale) aspirante
sindaco è Ventola di Io Sud
[di I. M.]
Battista Bia
di politiche nuove, libere,
oneste, capaci di produrre
sviluppo per tutti e non
per i pochi e che possa
permettere ai giovani,
alle future generazioni di
poter disegnare finalmente
un progetto di vita”.
E “Modugno, in questo
momento politico caotico
che disorienta e turba la
cittadinanza, ha bisogno più
che mai di voltare pagina,
e di tornare a credere
unione – racconta Bia - viene presentato
un nuovo ulteriore candidato
consigliere, dichiarando così
esplicitamente che Scognamillo ha
deciso da solo la propria incoronazione
a candidarsi sindaco della lista
e che saremmo andati alle elezioni
da soli. Ciò vuol dire andare al
suicidio”. Nell’annunciare le proprie
dimissioni, Battista Bia comunica
quindi di aver accolto la proposta
di candidatura nell’Udc del consigliere
regionale Peppino Longo,
con un unico obiettivo: “Resuscitare
l’assessorato alla Cultura”. ■
negli ideali e nei valori che
sono fondamento della
democrazia della buona
politica, ha bisogno –
afferma Andrea Silvestri,
segretario provinciale di Io
Sud - di trovare un punto
di riferimento fermo e una
guida sicura per la città che
non si pieghi a compromessi
e a facili vie di mezzo.
Modugno, per cambiare
ha bisogno di un uomo
come Raffaele Ventola”. «

Un dibattito con Nicola
Magrone sulla
difesa dei diritti
Disabilità e
Costituzione
[di Francesco Taldone]
► L’ex procuratore della
Repubblica Nicola Magrone,
autore del “Piccolo libro della
Costituzione” e ora direttore
della rivista on line www.sudcritica.it,
è impegnato nella
difesa della Carta Costituzionale
del 1948. Recentemente
è stato relatore di un meeting
organizzato dai Lions di Bari
presso il Palazzo della Cultura,
moderato dal giornalista
Gustavo Delgato e con la
partecipazione di Vito Grittani
dei Lions. Tema dell’incontro
“Disabili, ma di sana
e robusta Costituzione. Così
Magrone, riagganciandosi ai
150 anni di Unità d’Italia, ha
aperto il suo intervento dicendo
che “l’Unità s’è fatta il
primo di gennaio del 1948,
quando con gli schieramenti
politici più forti si fece uno
sforzo di sintesi che diventò
carta d’identità del paese, la
Carta Costituzionale”. Il tema
della disabilità è stato affrontato
con l’articolo 3. Tanto
imprescindibile quanto misconosciuto.
“Nei nostri tribunali
si legge – ha fatto notare
Magrone - che ‘la legge è
uguale per tutti’. Mentre, secondo
la nostra Costituzione
è vero esattamente il contrario:
‘Tutti i cittadini sono
uguali davanti alla legge’, è
scritto. Che cosa vuol dire?
Che uno straniero arrestato
in Italia non può essere interrogato
se non ha l’interprete.
Bisogna portarlo in
condizioni di uguaglianza
con gli altri, perché possa
godere dei suoi diritti. Altro
esempio: l’autorizzazione a
parcheggiare anche dove
non si deve. Non si tratta di
concessioni caritatevoli, ma
di principi che derivano imperativamente
dalla nostra
Costituzione. Ma l’articolo
3 comprende anche un secondo
principio secondo il
quale la Repubblica deve rimuove
gli ostacoli perché
sia garantito il primo principio”.
Dall’articolo 3, il legislatore
ha ricavato “una selva
di leggi, belle, ricche, ma applicate
a metà o non applicate
affatto”. Magrone ha citato
alcuni esempi clamorosi
d’inapplicazione: dalla legge
del ‘71 che prevede che in
nessun luogo aperto al pubblico
debba essere vietato
l’accesso ai disabili; a quella
per la quale i nuovi edifici
pubblici e quelli d’interesse
sociale devono essere sprovvisti
di barriere architettoniche;
alla norma secondo
la quale i luoghi di manifestazioni
e spettacolo devono
avere posti riservati ai disabili
non deambulanti; agli alloggi
di edilizia economica e popolare
posti a piano terra, che
devono essere riservati ai disabili
e altre.“Queste norme
sono perlopiù disattese: basti
pensare al caso Modugno”-
ha affermato l’autore
del libro. Secondo l’ex procuratore
“tutto l’insieme del nostro
ordinamento è all’avanguardia.
Il difficile è vederlo
attuato. Problema di questi
giorni: siamo testimoni di
una guerra che non è legit-
Modugno
tima. Il caso più accecante
di norme che stanno lì, ma
come abrogate. La guerra,
secondo la nostra Costituzione,
la deliberano le Camere
e la dichiara il Presidente
della Repubblica.
Invece lo abbiamo saputo
dalla tv e nessuno ha consapevolezza
reale dei motivi per
i quali l’Italia vi partecipa”.
Inoltre “se nella quotidianità
siamo grossolani verso la disabilità,
siamo anche capaci
di grandi gesti. A San Giuliano
di Puglia, per esempio,
dopo il terribile terremoto,
pompieri e civili sono
stati capaci di gesti incredibili”.
Il Lions Vito Grittani ha
offerto la sua testimonianza
di disabile: “Ho conosciuto la
vita di persona camminante
e, dal 91, da seduto. Io invito
sempre a non andare dove ci
sono le barriere. Ci sono casi
di disabili che non escono
dalle loro case, perché mancano
le strutture adeguate.
L’handicap più serio è quello
mentale dei normali”. Tra gli
interventi quello di un’insegnante
di sostegno, che
ha sottolineato come il suo
ruolo è di solito considerato
di serie b. I tagli economici
per questa categoria hanno
avuto l’effetto di una mannaia:
a un handicap grave
sono riservate solo 18 ore su
33 effettive”. La serata si è
chiusa con l’invito del presidente
dei Lions Rocco Salentino
rivolto a Magrone perché
collabori con la sua associazione.
■
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
61

Bitetto
L’udiccino lascia il Pdl: “Hanno il verme solitario”
Costa solo o con la Paladino?
Possibile l’ultimo colpo di scena prima della
definizione delle liste
[di Lucia Carbonara]
► Ore decisive per la definizione
delle liste mentre si attende almeno
un altro colpo di scena. L’Udc, il partito
che a livello nazionale ha fatto
notoriamente da ago della bilancia
tra destra e sinistra, potrebbe offrire
anche a livello locale non poche
sorprese. Il suo esponente Armando
Costa, classe ’43, due volte
sindaco e in politica da 41 anni,
dopo il litigio con il Pdl bitettese per
“l’appetito - spiega - di interessi personali
da verme solitario”, lavora
alacremente per una squadra di sedici
“d’esperienza e novità” con almeno
una decina di giovani colti e
“pronti ad imparare la politica”. Era
il tentativo - con proporzioni ovviamente
diverse - cercato e non trovato
nell’alleanza con Stefano Occhiogrosso,
candidato sindaco del
Pdl; tentativo fallito dopo l’ingresso
in lista, al numero 2, di Giuseppe
(Pinuccio) Cramarossa e l’intervento
del partito di Berlusconi regionale
che non poteva rischiare di
perdere Bitetto, sull’onda dell’autogol
dell’amministrazione di centrosinistra,
scendendo in campo diviso
(con due candidati: Occhiogrosso e
Cramarossa, appunto).
Bitetto 1487
tra storia e
leggenda
[di L. C.]
Niente mercato medioevale
dopo la caduta anticipata
dell’amministrazione
comunale, ma un eccezionale
corteo storico rievocativo. Si
terrà a Bitetto il 1° maggio. La
Proloco Juvenilia Vitetum ha
definito l’articolazione della
giornata come di seguito:
in prima mattinata visita
62 | iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
In fondo erano stati Costa e Occhiogrosso
(meno votati di Cramarossa
cinque anni fa), spalla a spalla,
a lavorare per costruire una lista
alternativa al centrosinistra e
il secondo aveva annunciato senza
remore che proprio Costa sarebbe
stato il suo vice. Ma l’inserimento
di Cramarossa e di altri soliti “vecchi”
nella lista “non coesa e senza
pari dignità”, hanno generato quella
che Costa chiama una “questione
morale: non posso, non voglio e
non devo esserci”. Eppure Occhiogrosso
ci spera ancora: “Spero che
Armando faccia un passo indietro
- afferma il dottore commercialista
45enne dopo l’intesa raggiunta con
Cramarossa - e torni nell’alleanza
del centrodestra esattamente come
guidata del centro storico,
della cattedrale e della chiesa
della Veterana, il tutto a cura
dell’associazione Archeoclub,
costo per chi fosse interessato
3euro a persona; ore 16,30
partenza dalla Chiesa della
Veterana del Corteo Storico
di Andrea Matteo Acquaviva
verso il convento; ore 17,15
incontro del duca e dei nobili
presso la Cattedrale con il
Vescovo Francesco IV e la
sua corte; ore 18,30 sosta del
duca e dei nobili in piazza
per lo spettacolo del Gruppo
Sbandieratori e Musici
“Rione San Basilio”Oria (Br)
e dei giullari, giocolieri e
sputafuoco che animeranno i
visitatori presenti all’evento.
Al termine degli spettacoli
ispirati ai fasti delle corti
Rinascimentali, il Duca,
i nobili e il popolo tutto
nel 2001 per spazzare via il centrosinistra
diviso nei due candidati”,
Piero De Renzio (Sel e Pd) e Anna
Paladino (candidata alle Regionali
con La Puglia per Vendola). A questo
punto ci chiediamo quanto convenga
a Costa concorrere alla poltrona
di sindaco con una lista civica
prevalente di neofiti della politica.
E se entrasse nella “Bitetto futura”
di Anna Paladino che si vocifera
in trattativa con la Lista Schittulli?
Sarebbe un bel colpo di scena
non così clamoroso se lo stesso
Costa afferma da tempo che “io e la
Paladino in fondo siamo molto simili:
caratterialmente spigolosi ma
con le idee chiare”. Due ex sindaci,
uno di centrodestra, l’altra di centrosinistra,
insieme?
Nell’eventualità che le idee diventino
comuni, oltre che chiare, ricordiamo
i dati dell’ultima tornata,
nel 2006: la lista di Costa candidato
sindaco guadagnò 2.186 voti, 257
solo al sindaco; quella della Paladino
- sindaco Iacovelli 3.069, 655
solo alla Paladino; la lista di Occhiogrosso
candidato sindaco 1.771
voti, 196 solo al sindaco e 303 al
suo capolista Cramarossa. ■
proseguono alla volta del
convento; ore 21 conclusione
del corteo, presso il santuario
del Beato Giacomo dove il
Duca incontrerà fra Giacomo
e dove avverrà “il miracolo
della bambina muta”. «

“É più conveniente
adoperare un unico
camion per la raccolta
di carta e plastica
per dimezzare le spese
di trasporto”
Differenziata
per finta?
Il sindaco
smentisce
[di Mauro Schiraldi]
► Il sindaco Vito Siciliano tranquillizza
i cittadini e offre le sue spiegazioni
sulle modalità di raccolta dei
rifiuti a Binetto. Lo fa, chiamato direttamente
in causa, davanti a una
platea di binettesi in occasione di un
incontro promosso dalla Lab (Libera
Associazione Binetto), mirato a illustrare
il ciclo dei rifiuti e le tecnologie
adoperate per trattarli.
Non pochi cittadini si sono accorti che
a Binetto c’è un unico camion che ritira
la carta e la plastica, mette tutto insieme
e porta via. “Ma come - ci si è domandati
- noi occupiamo spazio in casa
via Eritrea, 26
Altamura (Ba)
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per tenere tutto separato in contenitori
diversi e poi viene mescolato tutto?”.
Ad alcuni è sorto anche il dubbio che
questi materiali non vengano nemmeno
riciclati, ma trasportati in discarica
o addirittura adoperati come combustibile
per i termovalorizzatori.
Il sindaco ha risposto prontamente a
queste domande e ha sfatato la leggenda:
“Da qualche tempo – ha spiegato –
c’è una nuova ditta che ritira i rifiuti di
Binetto: è la Daniele Ambiente, ha vinto
una pubblica gara ed è un’azienda
che si trova a Mottola (Ta). Secondo la
stessa azienda è più conveniente adoperare
un unico camion per la raccolta
di carta e plastica, per dimezzare le
spese di trasporto (Mottola non è vicina).
Una volta arrivati a destinazione,
questi materiali vengono selezionati da
un nastro trasportatore che li divide in
base al loro peso specifico”. Anche questo
è un costo, ma evidentemente conviene
fare così. Anche perché, diciamolo
Binetto
chiaramente, sono ancora pochi quelli
che conferiscono la differenziata in maniera
corretta, non tolgono le etichette
dalle bottiglie e dalle lattine, non separano
i tappi di plastica dai contenitori in
vetro, etc. Ed è a questo proposito che
Vito Siciliano insiste sul ruolo delle amministrazioni
comunali, che dev’essere
quello di moltiplicare l’opera di sensibilizzazione.
Molta gente, moltissima,
non usa differenziare i rifiuti e tantissimi
si disfano dei materiali ingombranti
abbandonandoli in campagna, pur essendo
attivo un servizio comunale che
passa a ritirarli a domicilio. “Tra due o
tre mesi – aggiunge il sindaco – partirà
la sensibilizzazione nelle scuole elementari,
con due o tre incontri fino alla fine
dell’anno scolastico. Se i bambini fanno
proprio questo principio, convinceranno
anche i loro genitori e un po’ alla volta
le cattive abitudini cambieranno in
buone”. Il prossimo obiettivo sarà la raccolta
dell’umido: “Abbiamo un struttura
urbanistica che conta pochi condomini
e molte case singole. Non sarà difficile
piazzare i bidoncini del compost presso
ogni abitazione. La raccolta dell’umido
è importante, perché fa passare la differenziata
dal 20% al 60%, si parla di cifre
di un certo peso”. Ricordiamo che i
volantini che spiegano come differenziare
correttamente sono sempre in distribuzione
presso il comune e visibili anche
sul sito internet istituzionale del Comune
di Binetto. ■
COSTRUZIONI E
IMPIANTISTICA
CIVILE E
INDUSTRIALE
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
63

Palo del Colle
Trasparenza e partecipazione dei cittadini: ecco il programma di Nicola Terlizzese
«La politica nell’interesse collettivo»
64 | iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
di Donata Pellegrino
► La prossima campagna
elettorale si preannuncia
abbastanza accesa. Il candidato
sindaco del movimento
‘Alleanza per Palo’, Nicola
Terlizzese infatti ha dichiarato
che “vogliamo trasparenza
amministrativa, rendere
pubblici non solo gli
atti, come prevede la legge,
ma consentire la partecipazione
dei cittadini alla politica”.
Nell’intervista che ci ha
rilasciato, ha detto ancora di
più.
Quali sono i punti qualificanti
del suo programma?
La trasparenza, la partecipazione
dei cittadini alla vita
pubblica per farli avvicinare
a palazzo San Domenico finora
chiuso, perché meno
informazioni si danno, più
cose si possono fare che rasentino
l’illegittimità. Inoltre
vogliamo creare (sempre
se la disponibilità di bilancio
lo consente) strutture di intrattenimento
e aggregazione
per i cittadini. Vorremmo
un palazzetto dello sport
che faccia avvicinare i giovani
allo sport o una struttura
per gli anziani da individuare
nel plesso dell’ex macello
ormai abbandonato. Inoltre
dobbiamo capire perché
paghiamo tante tasse per la
nettezza urbana: il servizio
che la ditta deve rendere è
quello che in realtà offre? Finora
queste poche cose non
sono mai state assicurate al
cittadino. Non vogliamo promettere
il libro dei sogni, con
il rischio che le risorse economiche
non ci permetteranno
di realizzare nulla, ma
poche cose necessarie.
Cosa era necessario fare
nella legislatura precedente?
Si è solo attestata sull’approvazione
di un piano regolatore.
Per questo Pug (piano
urbanistico generale, ndr) si
sono persi 5 anni, notevole
risorse economiche per ricorsi
e modifiche e, alla fine,
non è stato approvato e giace
presso il Consiglio di Stato
come un contenzioso. Palo
avrà quindi perso altri anni.
A mio avviso il piano doveva
prevedere interessi collettivi
e non privati, per cui nei
primi tre anni avrebbe dovuto
già decollare e in questa
amministrazione avremmo
dovuto goderne dei suoi
benefici.
Cosa farà nei primi cento
giorni da sindaco?
Puntualizzeremo il nostro
programma e creeremo le
basi e le premesse per una
corretta gestione amministrativa.
Con una coalizione così ampia
come quella a
cui lei appartiene
non si rischia di
perdere la propria
identità politica?
No, perché abbiamo
una coalizionemoderata
e trasversale
di persone che
si dedicano alla
politica nell’interessecollettivo,
quasi tutte
nuove, tranne
me che con
la mia esperien-
za amministrativa potrei essere
d’aiuto alla coalizione e
qualche altro consigliere comunale
in questa amministrazione,
anche se all’opposizione.
Questa è una risorsa
importante a nostro favore:
energie fresche che mancano
nelle vecchie amministrazioni
dei soliti noti.
A tal proposito, teme un giovanissimo
Domenico Conte,
suo avversario?
No, non per lui a cui va tutta
la mia stima , ma per ciò
che nasconde, cioè i vecchi
politici che guarda caso sono
dietro di lui. E sappiamo tutti
chi sono. Per questo l’elettorato
palese capirà e perderà
fiducia.
Tre buoni motivi per cui i palesi
dovrebbero votare lei?
Per la mia esperienza amministrativa
e la politica del
‘dare’, sono stato un punto
di riferimento nella provincia
come l’assessore che ha ricoperto
gli incarichi più prestigiosi:
questo significa saper
fare gli interessi del territorio.
Non ho mai comprato
voti dai palesi perché avrei
offeso la mia dignità. La dicono
lunga quei mega cartelloni
pubblicitari di Domenico
Conte. A cosa serve questo
sperpero di soldi? Noi agiamo
con trasparenza, con dignità
nell’interesse della collettività.
Nel vostro programma amministrativo
rientra anche l’attenzione
al Pirp?
Il Pirp avvantaggia realmente
Palo del Colle o no? Bisogna
capire bene e leggere i documenti
per avere un’informazione
corretta del problema.
Le periferie palesi hanno bisogno
ma dobbiamo capire
se il programma serve a recuperare
queste zone o avvantaggia
qualcuno che col
Pirp deve costruire appartamenti
in deroga al Pug. ■

Dopo le polemiche
l’assessore
Palumbo e
il sindaco D’Atri
incontrano
dipendenti
e medici
Ospedale: lavori in corso
[di Carmine Errico]
► Un articolo apparso qualche settimana
fa sul nostro settimanale, in merito
all’ospedale di Grumo, ha suscitato forti
polemiche in paese. Secondo quanto riportato,
l’assessore alla Sanità grumese,
Milena Palumbo, avrebbe insinuato che
“l’ospedale di Grumo si è chiuso da tempo”
a causa della “latitanza di alcuni dipendenti
e medici”. Dure le accuse da parte di
chi in quell’ospedale ci lavora, così come
tante sono state le critiche dell’opposizione:
è il “gioco” della politica. L’assessore
in questione è stata poi costretta a
diffondere un comunicato su un sito di
informazione locale, in cui affermava che
“le sue dichiarazioni” erano state “travisate
nella sostanza”. Ricontattata per delucidazioni
non ha voluto rilasciare dichiarazioni
in merito (“D’ora in poi – ha detto
– dovrete parlare solo con il sindaco”). Ma
inutile contattare il primo cittadino che,
chiaramente, non era a conoscenza di
quanto detto dalla sua collega di giunta:
non avrebbe avuto senso una sua replica,
quindi. Ma qualcosa si è mosso. Dopo la
pubblicazione dell’articolo, sia Milena Palumbo
che il sindaco D’Atri, sono andati
nella struttura ospedaliera per incontrare
dipendenti e medici: era quello che questi
ultimi chiedevano da tempo. Si sarebbe
trattato di uno scambio di opinioni “molto
interessante”, secondo l’assessore alla Sanità
che dimostra “l’impegno dell’amministrazione
rispetto alla vicenda”. E su questo
si ha difficoltà a obiettare: basti pensare
Grumo Appula
ai tanti convegni sul tema, organizzati e da
organizzare dalla giunta D’Atri (non che
servano solo questi per migliorare la situazione).
E c’è di più. L’assessore Palumbo
(che ha anche la delega al Piano di Zona)
ha diffuso una nota in cui, assieme all’amministrazione,
“sente la necessità di rendicontare
le attività svolte in questa prima
parte di mandato” e porre “l’accento su
alcune delle attività che giacevano ferme
da anni”. Tra queste “l’apertura dell’Ufficio
Piano di Zona presso l’Ospedale civile
di Grumo”, l’attivazione del progetto
salute mentale, “bloccato dal 2008” e cominciato
“nel marzo 2010” (garantirà assistenza
professionale e non professionale
alle famiglie e alle persone che necessitano
di questa assistenza); riguardo le “barriere
architettoniche” entro il 15 maggio saranno
pronte le schede del fabbisogno e a
fine maggio la graduatoria per il rimborso
a chi ha sostenuto le spese (“anche questi
rimborsi bloccati dal 2008”); il 20 aprile
sarà pubblicato l’avviso per presentare le
domande per usufruire dei seguenti benefici
(Tarsu 2009/2010, Passo carrabile
2008/2009, ticket spese). E tra le righe,
anche una piccola polemica: “Nonostante
le difficoltà, l’assessore al ramo è stato lasciato
quasi in solitudine ma è riuscito
con caparbietà a garantire la continuità
del servizio di assistenza agli anziani”. E
non preoccupatevi voi che vi sentite colpiti
da questa dichiarazione: c’è sempre tempo
per la smentita. ■
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
65

L’assessore Castoro respinge qualche critica e rilancia
Differenziata ok, ma la
Tarsu resta invariata
[di Carmine Errico]
► A Toritto la raccolta differenziata fa
passi da gigante. A dimostrarlo, i dati
relativi al “porta a porta”. Se precedentemente
alle iniziative dell’attuale
giunta, le stime s’aggiravano attorno al
12%, ora si contano picchi da record:
lo scorso novembre si è raggiunto il
40%, a dicembre il 45. Sono cifre importanti
che collocano il paese tra i
primi cinque della regione. Ma non
tutti sono d’accordo. Molti lamentano
l’accumularsi di sporcizia nelle strade,
dovuta alla fuoriuscita dei rifiuti dai
cassonetti e c’è chi addirittura accusa
gli addetti alla raccolta di mischiare
“indifferentemente” la differenziata.
Questo potrebbe provocare sfiducia
nell’operazione e di conseguenza far
abbassare le percentuali di raccolta.
In una nota diffusa dall’assessorato
locale all’Ambiente si prende atto delle
difficoltà (se pur l’assessore di riferimento
Caterina Castoro smentisca le
voci di mescolamenti indifferenziati):
“Il nuovo sistema, tutt’ora in fase di
rodaggio, presenta ancora problemi
legati all’enorme mole di lavoro che
comporta per azienda ed operatori, derivante
dal servizio porta a porta”. E
si precisa: “Chiediamo dunque scusa
per i disservizi registrati, per risolvere
i quali stiamo adottando concreti accorgimenti
che, siamo certi, contribuiranno
a rendere più pulito il centro
Caterina Castoro
abitato”. E, mentre l’amministrazione
chiede sempre più “collaborazione” e
“senso civico” da parte dei cittadini,
sono proprio i torittesi a porsi delle domande:
ci saranno agevolazioni sulla
Tarsu (tassa per lo smaltimento dei
rifiuti solidi urbani)? In che modo il
Comune pensa di reinvestire i soldi
risparmiati attraverso la raccolta differenziata?
L’assessore Caterina Castoro:
“Grazie alla differenziata abbiamo
risparmiato 30mila euro. La
Tarsu resterà invariata. Questo primo
risparmio sarà reinvestito nelle attività
di raccolta: si è esteso il contratto
a due operatori che lavoreranno per
la Lombardi rendendo il servizio disponibile
per tutto l’anno. Si è anche
potuto incrementare il servizio: maggiore
pulizia nel centro storico, acquisto
di nuovi contenitori per la differenziata”.
L’assessore, infine, invita i
cittadini “a segnalare all’amministrazione
i disservizi”, affinché le lamentele
non restino solo chiacchiere da
paese. ■
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| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
67

Cultura e spettacoli
Sul palco
per beneficenza anche
l’assessore Saponaro
Epril fisc
un’ora e mezza
di risate
[di G. P.]
ALTAMURA - Epril Fisc: uno
spettacolo molto divertente quello
presentato il primo aprile al teatro
Mangiatordi. Per un giorno, proprio
quello in cui ogni scherzo vale, tre
amici (il geometra Nicola Ferrulli,
l’assessore comunale Giovanni
Saponaro e Nicola Calia, in arte
Supernicoladibari) hanno messo in
scena sketch di altissima comicità.
Il ricavato della serata è stato
devoluto ai ragazzi delle suore di
Sant’Antonio. Comici per un giorno,
hanno divertito la platea con un’ora
e mezza di risate, intervallate dalle
coreografie a cura della “Freestyle
Sporting club”. Un avanspettacolo
tutto murgiano, che ha tolto
all’agricoltura per qualche ora sei
braccia utili al raccolto. Il tutto
esaurito, già registrato molti giorni
prima dell' esibizione, è la conferma
di una voglia di spensieratezza e
leggerezza che caratterizza molti.
Visto il gradimento e i consensi
ottenuti, c’è la possibilità che lo
spettacolo venga ripetuto. «
68 | iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
Festival a Foggia e Lecce con Lina Wertmuller
e Carlo Verdone
Ad aprile il cinema
protagonista in Puglia
[di Roberto Pagliarulo]
► Aprile, dolce dormire, dice il
detto. La Puglia sfata questo mito,
in particolare Foggia e Lecce con i
loro festival dedicati al cinema.
A partire è Foggia con la prima edizione
del “Foggia Film Festival” che
dal 5 al 15 aprile premierà film, corti,
documentari italiani e corti made
in Puglia. Madrina del festival è l’attrice
Valentina Cervi. Insieme a lei,
molti ospiti illustri che prenderanno
parte alle “Lezioni di cinema” tra
cui Lina Wertmuller l’8 aprile, Sergio
Rubini il 9, Margherita Buy il
13 e il Michele Placido il 21 dopo la
conclusione del festival.
A Lecce, dal 12 al 16 aprile, il Multisala
Adriano ospiterà, invece, il
Festival del Cinema Europeo che
giunto alla sua XII edizione concentrerà
la propria attenzione sul
meglio del cinema europeo. Oltre ai
dieci film in concorso, il festival presenterà
delle anteprime e dei super
ospiti a partire da Toni Servillo, Riccardo
Scamarcio interprete del film
“L’uomo nero” di Sergio Rubini che
verrà presentato proprio durante la
kermesse leccese, e un omaggio a
Emidio Greco, uno dei più grandi
registi italiani originario della Puglia.
Da non perdere assolutamente
anche la rassegna dedicata al cinema
croato, realizzata in collabo-
razione con il Centro Audiovisivo
Croato, e quella dedicata a Paulo
Branco, produttore portoghese tra i
più prolifici in Europa i cui film possono
vantare numerose partecipazioni
e tre vittorie ai Golden Globe.
Puglia show invece premierà il migliore
cortometraggio tra quelli realizzati
da giovani registi pugliesi.
In palio per la prima volta il Premio
Augustus Color, una bella fornitura
di servizi per mt.2000 di negativo
S16mm oppure per mt.5.000
di negativo 35mm. Niente male per
chi si approccia per la prima volta
al cinema. ■

Dall’11 aprile a Roma un’opera dell’artista materano
[di Luigi Mazzoccoli]
I colori di
Di Pede tra
Klimt e
«il pittore
dei fiori»
Franco Di Pede
► Fa parte del ciclo “Requie Post”,
realizzato da Franco Di Pede negli
anni ’80: l’imponente tela “Necrosi
di una città” (4,5 per 2,5 metri) gli
era stata commissionata da una
banca cittadina, che poi l’aveva
rifiutata per l’eccesiva modernità.
Ora però avrà finalmente il giusto
riconoscimento: l’opera dell’artista
materano sarà infatti esposta
da lunedì 11 aprile alla biblioteca
Angelica di Roma, nell’ambito
della XIII Settimana della Cultura.
L’iniziativa è stata promossa da
Mario Resca, dirigente del Ministero
per i Beni e le Attività Culturali
e dalla direttrice della biblioteca
Fiammetta Terlizzi. Di Pede
è stato chiamato per l’occasione
a rappresentare “Matera come
luogo di energia culturale”, tema
dell’incontro che precederà la vernice
della mostra con la presentazione
del relativo catalogo. Arricchito
dai contribuiti dello stesso
Resca, di Mariadelaide Cuozzo,
docente di storia dell’arte all’Università
di Basilicata, e di Raffaello
De Ruggieri, presidente della
Fondazione Zetema: “E’ una città
unica nel suo genere – dice Resca
nella presentazione
– capace
di suscitare nel
visitatore emozioni
diverse,
profonde, contrastanti,
a
volte non facilmentetraducibili”.
E così,
come rileva la
Cuozzo, “nello
sguardo intellettuale
e spiri-
Cultura e spettacoli
“Necrosi di una città”. L’opera sarà esposta a Roma dall’11 aprile
tuale di Di Pede la forma diventa
segno, le aperture buie delle porte
e delle finestre dei Sassi sventrati
si tramutano in cifre astratte ma
dense di contenuti che attingono
a una cultura del territorio profondamente
sentita”. L’artista materano
infatti ha trascorso gran
parte dei suoi 74 anni ad animare
il dibattito culturale sulla
delicata questione del recupero e
della conservazione degli antichi
rioni di tufo: tutta la sua attività
vi è stata ispirata, con le sue opere
esposte in centinaia di mostre personali
e collettive in tutta Italia e
anche all’estero (Giappone, Cina,
Australia, Canada e Stati Uniti,
tra gli altri). E sembra avere un
respiro internazionale anche questa
tela, con l’accostamento al celebre
“Bacio” di Gustav Climt: “È
una provocazione intellettuale –
dice Di Pede – basata però sul confronto
possibile con la sua resa
geometrica delle forme e il suo
simbolismo”. Del resto sono impressionanti
le similitudini tra i
decori floreali della tela di Climt e
quelli presenti negli affreschi della
Cripta del Peccato Originale a Matera
(con la raffigurazione stilizzata
del cisto, fiore mediterraneo
presente sulla Murgia), realizzati
nel IX secolo da un anonimo “pittore
dei fiori”: “Entrambi gli artisti
– sostiene infatti De Ruggieri – utilizzano
l’elemento decorativo floreale
quale magma vitale per esaltare
l’umanità dei personaggi”. Il
ciclo “Requie Post – Necrosi” era
stato ispirato a Di Pede dalla condizione
di abbandono dei Sassi.
Già, l’arte (quella vera) è sempre
attuale… ■
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
69

Cultura e spettacoli
MEDIAVISIoNI
Il cinema digitale
[di Alessandro Sessa]
70 | iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
Roberto Nicola Berloco
“La Croce di Pietra” di
Nicola Roberto Berloco
Alle radici
della fede
[di Giuseppe Proggi]
Da qualche tempo
può accadere, nello
scorrere la programmazione
cinematografica sui quotidiani,
di leggere accanto al nome
della sala una sigla: 2k, 3k,
4k. Questi codici, difficili da
decifrare, stanno ad indicare
che il cinema in questione
è dotato di un sistema
di proiezione digitale; i k
quantificano il grado di
risoluzione del sistema,
maggiore è il numero che
li precede e migliore è (o
dovrebbe essere, poiché il
ALTAMURA - “Croce di Pietra” è
l’ultima fatica letteraria di Nicola
Roberto Berloco. Un libello di 50
pagine, illustrato e denso di spunti
riflessivi, il cui ricavato sarà interamente
devoluto alla Caritas
parrocchiale di San Sepolcro. Un
testo impreziosito dalle prefazioni
di S.E. monsignor Domenico Cornacchie,
vescovo di Lucera, e del
giornalista Francesco Mastromatteo.
In un’epoca contrassegnata
dal secolarismo, materialismo e
disprezzo sistematico di tutto ciò
che è sacro, trascendenza, fede,
l’autore riporta l’attenzione, in
maniera genuinamente lirica, alle
radici spirituali. “Lo stile sobrio
e pacato dei versi non oscurano,
anzi esprimono compiutamente la
religiosità e le solide basi culturali
che li ispirano”. Individua nella
verità di Cristo la materia per cui
valga la pena poetare. Il cristiano,
l’uomo contemporaneo, per ritrovare
il proprio Io errante, deve volgere
il suo sguardo alla speranza
delle salvezza. I versi richiamano
la bellezza della fede attraverso la
croce. Per giungere a Dio, è necessario
partire dalla durezza e atrocità
della croce. “Se la fede è un
dono - scrive l’autore nel preambo-
dato qualitativo è influenzato
anche da molti altri fattori)
l’esperienza visiva.
Il numero di sale
attrezzate con il D-Cinema
sta aumentando
esponenzialmente,
soprattutto per l’abbattimento
dei costi che il nuovo sistema
permette, ma continua
sottobanco un’antica diatriba
tra i sostenitori della pellicola
e quelli della nuova tecnologia.
Ognuno ha dalla sua parte
autorevoli esponenti e
argomentazioni scientifiche.
lo - il più grande dopo quello della
vita, è pur vero che esso sia da
meritare anche con le prove d’ogni
giorno, quelle che fondano e formano
la croce di ciascuno di noi.
Sapendo sempre ed intimamente
che, anche in quelle prove, si cela
un seme di gioia destinato a germogliare,
fino a diventare un albero
che porti frutto, possibilmente
prezioso. Più riusciremo a far vera
e quotidiana la nostra personale
croce, più riusciremo a darle solidità,
come di pietra dura, al punto
da resistere infinitamente nel tempo,
più questa finirà per somigliare
a quella ineguagliabile del Salvatore,
e più potremmo ritenerci
capaci d’essere suoi imitatori, sia
pure sempre indegni nell’imperfezione
che, però, sempre alla Perfezione
deve tendere”. Un lavoro
teologico dai contenuti poetici di
estrema attualità che può essere
acquistato nelle edicole. ■
Cerchiamo di fare chiarezza.
La velocità di proiezione del
cinema è di 24 fotogrammi
al secondo, nella proiezione
digitale ogni informazione
dell’immagine ha una
posizione costante, essendo
generata sempre dallo
stesso pixel, il quale muta
continuamente il suo stato.
Nell’immagine chimica,
invece, la disposizione dei
singoli cristalli di alogenuri di
argento è casuale, sicché le
informazioni che si succedono
non hanno una posizione

La storia di Maria Barbella nel nuovo film della Cavani
L’emigrazione lucana
negli Usa
costante: la struttura della
“grana”, in altri termini, è
dinamica, mentre quella della
matrice è statica. Da un lato,
quindi, abbiamo un’immagine
che si forma attraverso la
distribuzione casuale di
granuli di alogenuro d’argento,
dall’altro lato, invece, la
precisione meccanica delle
immagini numeriche. Da un
lato un’immagine “calda”,
dall’altro un’immagine dall’
impatto visivo decisamente
più freddo, che provoca nello
spettatore una sensazione
[di Giuseppe Balena]
MATERA - Una storia d’emigrazione tutta
lucana arriverà presto sul grande schermo.
La compagnia “Senzateatro” di Ferrandina,
in provincia di Matera, ha reso noto
che la regista Liliana Cavani girerà un film
sulla storia di Maria Barbella, una donna
del borgo aragonese, coinvolta negli Stati
Uniti in un delitto passionale per il quale
fu condanna a morte nel 1895, ma in seguito
graziata per merito dell’interessamento
di una nobildonna italiana che lesse per
caso la sua storia su un giornale dell’epoca.
La regista modenese, dopo il successo
de “Il portiere di notte” del 1974 e la direzione
negli ultimi anni di numerose fiction
Rai, ritorna al cinema d’autore. La pellicola
sarà ispirata alla storia messa in scena
dal monologo in atto unico “Maria Barbella
dal braccio della morte alla vita” interpretato
da Francesco Evangelista e liberamente
tratto dal libro “La signora di Sing Sing” edito
da Giunti dell’antropologa Idanna Pucci.
La vicenda narrata è la storia della giovane
ferrandinese Maria Barbella, emigrata a
Manhattan per lavorare in una fabbrica di
mantelli. Qui s’innamora di Domenico Cataldo,
anch’egli emigrante lucano. Domenico,
però, non intende sposarla e addirittura
cerca di convincerla a prostituirsi. Così
il 16 luglio 1895 si consuma il dramma e la
povera Maria uccide il suo amante aguzzino
con un taglio di rasoio alla gola. La giovane
donna finisce, così, per alcuni anni
nel famigerato carcere di Sing Sing nello
vicina all’estraneità. Dunque
il confronto tra le due forme
di acquisizione delle immagini
è molto complesso e non
valutabile solo in termini di
risoluzione pura.
Ma il nostro occhio cosa vede?
Non esiste un modo per poter
misurare la risoluzione di un
occhio, anzi di due, poiché
vi sono una serie di fattori
connessi alla vista che rendono
la cosa piuttosto complessa.
Ad ogni modo, la teoria più
accreditata sostiene che un
occhio umano abbia una
risoluzione di 576 Megapixel.
Un proiettore 2k ha circa 2,2
Megapixel, una proiezione
1.3k ha invece una risoluzione
di 0,9 Megapixel: ogni
conclusione è arbitraria perché
in realtà la percezione che noi
abbiamo è soggettiva e non
può esistere una misurazione
oggettiva. E’ quindi possibile
che l’imperfezione percepita
nell’immagine digitale sia
invece un eccesso di realismo?
Ovvero che il nostro sistema
percettivo si sia abituato ad un
simulacro di realtà (l’immagine
Cultura e spettacoli
stato di New York. Dopo un processo lampo,
falsato dalle incomprensioni linguistiche
e dal razzismo imperante dell’America
dell’epoca, Maria rischia di essere la prima
condannata alla sedia elettrica. E’ solo grazie
all’impegno tenace di Cora Slocomb (bisnonna
dell’autrice del libro) e sposata con
il conte italiano di Brazzà che Maria ottiene
la libertà nel processo d’appello, trasformatosi
nel frattempo nella prima campagna
pubblica contro la pena di morte. Una storia
totalmente al femminile dove si condensano
speranze, amore, dolore e libertà. Non
ci sarebbe stato modo migliore per festeggiare
il decennale della costituzione della
compagnia “Senzateatro” che nel corso di
questi anni ha spaziato dal teatro brillante
di Salemme fino a quello amaro di Eduardo,
per giungere nell’ultima fatica al teatro
impregnato di caustica ironia inglese della
pièce “Toccata e fuga” di Benfield. Il titolo
provvisorio del film è “La signora di Sing
Sing” e sarà girato entro il 2011 negli Stati
Uniti, sebbene non si escludono sequenze
anche in Italia. La sceneggiatura del film è
stata scritta dal giornalista e scrittore Andrea
Purgatori (reduce dalla sceneggiatura
della miniserie per Raiuno “Evita”), mentre
la produzione è stata affidata a Renzo
Rossellini per Rai Cinema. Resta, invece,
ancora da definire il cast della pellicola.
E’ iniziata, infatti, la rincorsa delle voci su
chi interpreterà il ruolo di Maria, mentre, il
personaggio di Cora, con molta probabilità,
sarà interpretato da un’attrice americana di
spicco. Si prospetta ancora una volta una
pellicola prestigiosa per la Cavani, regista
sempre all’avanguardia e incisiva nel raccontare
storie socialmente ed emotivamente
di un certo spessore. Il cinema ha spesso
la capacità di far rivivere storie ormai dimenticate
e fornire una chiave di lettura dei
fatti d’attualità per non dimenticare che un
tempo anche noi siamo stati emigranti. ■
in pellicola) e recepisca
un’immagine troppo precisa
e definita come irreale? I
sostenitori di questa posizione
ritengono l’immagine digitale
più ricca di dettagli e quindi
iperreale, una visione più
perfetta ma diversa da
quella 35mm che prendiamo
come misura di paragone.
Il gap da superare per
mettere l’immagine digitale
sullo stesso piano o su un
piano superiore a quella in
pellicola è dunque solo una
questione di abitudine? «
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
71

Cultura e spettacoli
L’attrice Terry Paternoster al teatro Vida di Gravina
La violenza sulle donne
“Nel nome del Padre”
[di Paolo Sarpi]
GRAVINA – “Nel nome del Padre” è lo spettacolo
scritto e interpretato da Terry Paternoster
in scena dal 8 al 10 di aprile al teatro
Vida di Gravina. Nel mezzo di una pausa
durante le prove, l’attrice ci ha concesso
un’intervista affiancata dal giovane attore
Domenico Laddaga che in questa occasione
è il regista dello spettacolo.
Parlaci di questo “Nel nome del Padre”.
In realtà c’era un sottotitolo che poi è stato
eliminato: Contumelia. Se facciamo una
meta apofonia vocalica (parola che non mi
piace utilizzare) “Contu” che deriva dal latino,
Cunto, vuol dire racconto e “melia”,
da malia, vuol dire male. Quindi “racconto
del male”. Il tema quindi è la Contumelia,
cioè la violenza. Non una violenza generica,
ma una specifica, quella che si consuma
tra le mura domestiche; quella violenza
che quasi sempre viene taciuta, perchè
considerata un fatto privato.
In questo spettacolo ci sono tre personaggi
tutti interpretati da te.
In scena ci sono tre donne: una figlia, una
mamma, e una nonna. Quindi tre punti di
vista diversi che raccontano questo male,
un racconto che è una sorta di catarsi per
la figlia, colei che ha vissuto direttamente
questi episodi che l’hanno marcata a vita.
Fatti che non si possono cancellare. Raccontare
questa violenza a teatro è un po’
fare in modo che certi episodi non accadano
nella realtà. Una maniera per dire
basta.
Il testo è interamente tuo e prende ispirazione
da un vero fatto di cronaca.
Tante notizie di cronaca raccontano episodi
di questo tipo: violenza familiare, la figlia
scopre la cosa e poi si porta appresso...
... una memoria da rielaborare.
Esatto. In particolare l’elaborazione del testo
è partita da una notizia di qualche anno
fa, il giornale titolava: “Uccide la moglie e
si spara, bimba scopre la strage e corre al
piano di sopra ad avvertire la nonna”. La
domanda che mi sono posta è stata: come
sta oggi quella bambina? Ha trovato sua
madre in una pozza di sangue, e suo padre
si è sparato. La bambina avrà oggi 16
o 17 anni. Il mio lavoro consiste in un’elaborazione
drammaturgica di questa notizia.
Cerco di parlare del fatto umano. La
notizia sul giornale scompare dopo poco.
Il fatto resta lì. Ti scuote qualcosa dentro.
72 | iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
Come hai lavorato alla stesura del copione?
Ho cercato di capire cosa provano tutte
quelle donne che hanno subito violenza
in famiglia, intervistandone alcune che mi
hanno raccontato le loro esperienze vissute
in prima persona. Non è stato affatto facile
sentirle, perchè innanzitutto per loro è
difficile tirare fuori le emozioni e la verità.
Spesso puoi trovare mogli che hanno dei
lividi sul corpo e difficilmente ammettono
di aver subito maltrattamenti dal proprio
marito. Dicono per esempio di aver urtato
uno spigolo o che è stato il gatto, mentre
tu sai, perchè magari qualcuno te l’ha
detto, che viene regolarmente picchiata tra
le mura di casa sua.
Quindi un lavoro sul campo?
Sul campo, per capire come avvengono
certe dinamiche. Molto spesso si immagina
la donna che viene trattata male dal
marito come una persona debole, una vittima
fragile. Invece io ho ascoltato delle donne
con molta forza. Alcune ce l’hanno fatta,
grazie alla loro tenacia. Altre nonostante
la loro forza, si sono spente, del tutto.
Questo testo è stato scritto nel 2008 e ha anche
avuto dei riconoscimenti?
Una prima struttura di 20 minuti si è definita
nel 2008, con quella ho partecipato a
un concorso vinto ad Imola nel 2009, e poi
nel 2010 al premio Calcante, organizzato
dalla Siad (Società Italiana Autori Drammatici
ndr). Il testo è stato selezionato tra
le 20 opere ritenute più meritevoli, e poi
inserite nel catalogo ufficiale del concorso.
A proposito della messa in scena, sentiamo
Domenico Laddaga che oltre alla regia, cura anche
luci e scenografia dello spettacolo.
Vedo il testo di Terry come una sorta di
viaggio interiore dal punto di vista della
ragazza più giovane che ha assistito alla
violenza. E questa interiorità la vedo riflessa
in questa scenografia minimale. Volevo
togliere la troppa teatralità, perchè molto
spesso la messa in scena in teatro ricorre
ad espedienti che rischiano di risultare
un po’ falsi, poco realistici. Il viaggio interiore
che lei fà è un po’ come il viaggio di
Dante nella selva oscura. Abbiamo immaginato
ciò che questa ragazza ha passato
negli anni in cui ha scelto di reprimere la
sua sofferenza. Quello che vediamo sono
degli spiragli che si aprono all’interno della
psiche della ragazza, li vediamo anche
Leo Zagariello
«Raccontarla a
teatro è un po’
fare in modo
che certi episodi
non accadano
nella realtà
Una maniera
per dire basta»

Terry Paternoster (interprete) e Domenico Laddaga (regista)
grazie a certi tagli di luce molto stretti, anche
colorati. E’ un viaggio quindi è l’incontro
di personaggi positivi talvolta, come la
nonna. Il tutto rimane un po’ sospeso comunque,
cioè non sappiamo se una catarsi
avviene realmente.
Parliamo di una situazione più generale. Di
proposte e di produzioni. Che rapporto hai con
Intergea, la vostra casa di produzione e cosa
pensi della situazione generale culturale circostante.
Le istituzioni dovrebbero svolgere la parte
più importante per la diffusione della cultura,
ma attualmente non hanno alcuna
presenza purtroppo. Il rapporto con Intergea
è un rapporto di forte collaborazione e
stiamo lavorando a diversi progetti. Ci confrontiamo
continuamente e ognuno di noi
dà quello che può ad una causa che non
è più il singolo spettacolo, o il singolo cortometraggio.
Abbiamo sposato una causa
comune in tutto e per tutto. Ci muoviamo
insieme per un unico progetto totalizzante.
Una bella realtà. Il teatro in generale
adesso deve fare i conti con i nuovi mezzi
di comunicazione. Le poltrone di casa
sono diventate più comode di quelle di teatri
e c’è una tendenza diffusa a disertare
le sale. Deve guardarsi intorno. Ben vengano
le nuove comunità virtuali, ma non
capisco come faccia un sorriso virtuale ad
equivalere ad un sorriso di una persona
che ti sta accanto. Se in teatro ridono 100
persone, quel riso è contagioso e lo stesso
discorso vale per una lacrima. Sono altre
dinamiche. ■
Cultura e spettacoli
«Cerco di
parlare del
fatto umano.
La notizia sul
giornale
scompare
dopo poco. Il
fatto resta lì
Ti scuote
qualcosa
dentro»
Ambiente
Ecologia
Energia
Rifi uti
Movimento Terra
Direnzo Group
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Altamura (Ba)
Tel. e fax 080 3163103
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
73

74
Il Resto dei ragazzi
Il Tricolore
simbolo di un sogno
divenuto realtà
«La bandiera della Repubblica
è il Tricolore italiano: verde
bianco e rosso, a tre bande
verticali di eguali dimensioni»
(Articolo 12 della Costituzione Italiana)
[di Giovanni Natale]
I C liceo scientifico - Altamura
► Verde, bianco e rosso: i colori
che ci rappresentano. Ma perché
proprio questi?
La risposta va cercata nella storia
del nostro Paese. Infatti tali colori
erano presenti nelle bandiere di
tutti gli antichi Stati Italiani e simboleggiano
il passato storico e culturale
dell’Italia.
A verde, bianco e rosso si aggiunge
l’azzurro che fu inserito nella bandiera
del Regno d’Italia dai Savoia
per non far confondere i colori del
loro stemma con quelli della bandiera
stessa. Da allora, nonostante
non faccia parte del Tricolore, è diventato
un simbolo dell’Italia.
Ma procediamo con ordine: padre
del Tricolore è ritenuto Giuseppe
Compagnoni, anche se si pensa che
a ideare la bandiera siano stati due
patrioti e studenti dell’Università di
Bologna che, nel 1794, la utilizzarono
come simbolo dell’indipendenza
bolognese.
La bandiera italiana, come molte altre,
si ispira a quella francese adottata
con la rivoluzione del 1789. Infatti
una leggenda narra che essa
sia comparsa la prima volta quando
un soldato sventolò una bandiera
francese in cui al posto del blu
c’era il verde, per errore o per mancanza
della tintura blu.
In realtà, la sua prima apparizione
si ebbe nel marzo del 1796 quando
l’esercito napoleonico fu accolto
con il Tricolore dalle repubbli-
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
che giacobine.
L’8 ottobre 1796 la Legione Lombarda,
guardia civile milanese, impiegò
i tre colori come suo distintivo,
influenzando poi anche la Legione
Italiana. Dieci giorni dopo la
Repubblica Cispadana istituì il Tricolore,
che poi, fu reso ufficiale il
7 gennaio 1797. Questa bandiera,
però, presentava i tre colori disposti
in fasce orizzontali che diventarono
verticali l’11 maggio 1798.
In seguito il Regno d’Italia ne conservò
i colori ma vi aggiunse lo stemma
dei Savoia. Infine, nel 1947, il
Tricolore fu adottato dalla Repubblica
Italiana come bandiera nazionale
e lo è ancora oggi.
I colori bianco e rosso derivano dalla
bandiera bianca con croce rossa,
nata ancor prima delle Crociate
e ritrae l’indipendenza dei comuni.
Fu adottata da Milano e in seguito
da Bologna, Padova e Genova,
quest’ultima la diffuse in gran parte
dell’Europa. Il bianco era presente
anche nelle bandiere del Granducato
di Toscana e del Regno delle
Due Sicilie, il rosso, invece, compariva
nelle bandiere della Repubblica
di Venezia e dello Stato Pontificio.
Il verde, invece, nasce dagli stemmi
araldici delle famiglie dei Visconti e
a cura di Roberto Traetta
degli Sforza. Anche molti altri Stati
europei dovevano i colori nazionali
alle famiglie regali: si pensi al
blu francese (Capetingi), al rosso inglese
(Lancaster) o al bianco tedesco
(Asburgo).
L’azzurro sembra risalire al 20 giugno
1366, quando il conte Amedeo
VI di Savoia sbandierò uno scialle
azzurro sulla sua galera in partenza
per una Crociata forse in onore della
Madonna. Da allora l’azzurro fu
impiegato dagli ufficiali che tenevano
annodata alla vita una fascia di
questo colore. Nel corso degli anni
la sciarpa azzurra divenne la principale
insegna dell’ufficiale italiano,
tradizione che si conserva tuttora.
Per questi motivi, l’azzurro è il colore
della squadra nazionale di calcio
e degli altri sport.
Anche la poesia italiana ha interpretato
il significato del Tricolore:
secondo Carducci il bianco sta a indicare
la fede, il verde “la perpetua
rifioritura della speranza”, il rosso
“la passione ed il sangue dei martiri
e degli eroi”. E ancora Giovan Battista
Niccolini scrive: “Il bianco mostra
ch’ella è santa e pura / il rosso
che col sangue è a pugnar presta /
e quell’altro color che vi si innesta /
che mai mancò la speme alla sven-

tura”. Perfino Dante nel Purgatorio
della Divina Commedia narra: “così
dentro una nuvola di fiori / che da
le mani angeliche saliva / e ricadeva
in giù dentro e di fori, / sovra
candido vel cinta d’uliva / donna
m’apparve, sotto verde manto / vestita
di color di fiamma viva”. Infine
secondo le virtù teologali il verde
è simbolo della speranza, il bianco
della fede e il rosso della carità.
La bandiera italiana è quindi il simbolo
di tutta l’Italia nella sua cultura
e nella sua tradizione; simbolo
che tutta la Nazione festeggia il
7 gennaio di ogni anno nella sua
giornata nazionale della bandiera.
La bandiera si festeggia, si rispetta,
infatti anche il codice penale la difende:
sono previste gravi pene per
chi danneggiasse o mancasse di rispetto
al Tricolore.
“… Raccolgaci un’unica bandiera,
una speme, di fonderci insieme già
l’ora suonò…”, così Goffredo Mameli
celebrò la nostra bandiera nell’inno,
il simbolo dell’Italia unita. ■
Fratelli D’Italia
storia di un inno
[di Nicola Berloco]
II E liceo scientifico - Altamura
► Uno dei più importanti simboli
della nazione italiana è il nostro
inno “Fratelli d’Italia”. Il testo
fu scritto da Goffredo Mameli
nel 1847. Mameli era straordinariamente
giovane a quel tempo:
aveva solo 20 anni. Era un poeta
che partecipò entusiasticamente
alle battaglie di quegli anni.
Nel 1849 a Roma combattè al fianco
di Garibaldi contro i francesi e, ferito
ad una gamba, morì per la cancrena,
all’età di 22 anni. Il canto di
Mameli-Novaro (noto con il nome
di “Fratelli d’Italia”, dalle parole
del primo verso) fu subito accettato
dai giovani combattenti del Risorgimento
come il loro Inno nazionale. Il
nostro inno è l’unico chiamato con
il nome dello scrittore (Inno di Mameli),
non con quello del compositore,
Michele Novaro.
In questo inno, Mameli elenca alcuni
dei più importanti eventi avvenuti
nel nostro paese e delle persone
che li hanno vissuti: la storia di
Roma , il generale Scipione, la battaglia
di Legnano, Francesco Ferrucci
, la dominazione austriaca…■
1861-2011, 150 anni insieme
Va’ Pensiero: un
nome una storia
Giuseppe Verdi e le
sue opere ancora
vive nei nostri animi
[di Marzia Colonna e Rosa Carlucci]
I B liceo scientifico - Altamura
► “Va’ Pensiero” è uno dei cori più
noti della storia dell’opera. fu scelto
come inno patriottico dagli italiani
contro l’oppressore austriaco e fu
Il Resto dei ragazzi
musicato da Giuseppe Verdi, compositore
vissuto a cavallo tra l’ 800
e il ‘900, originario di Roncole, una
frazione di Busseto in provincia di
Parma. Verdi inizialmente non era
considerato un buon musicista, ma
nel 1839 alla Scala di Milano venne
rappresentata la sua prima opera
“Oberto, Conte di San Bonifacio”,
che riscosse molto successo. Alla
morte di sua moglie e dei suoi due figli,
decise di abbandonare la musica.
Fu l’impresario della Scala di Milano
a fargli cambiare idea consegnandogli
il libretto del Nabucco. Un aneddoto
racconta che Verdi non voleva
musicarlo e che lo scaraventò sul tavolo
aprendosi sulla pagina di “Va’
Pensiero”. Colpito da questo inno, il
musicista trascorse tutta la notte a
leggerlo e la mattina seguente lo sapeva
quasi a memoria. Così nel 1842
ci fu la prima del Nabucco a Milano
che ottenne un incredibile consenso
da parte del pubblico; infatti, venne
replicata ben 64 volte nel suo primo
anno di esecuzione. Il “Nabucco” e
anche il “Va’ Pensiero” entrarono nel
cuore della gente poiché gli italiani
si immedesimarono negli ebrei che
aspiravano alla libertà. Questi erano
canti melanconici e nostalgici di una
“dolce” terra perduta.
Fu così che il nome di Giuseppe Verdi
divenne sinonimo della rivoluzione.
C’è da sottolineare una curiosità:
il suo nome fu usato come l’acronimo
di Vittorio Emanuele Re D’Italia,
e per non compromettersi, i sostenitori
della rivoluzione spesso gridavano:
“Viva, Verdi!” (cioè Viva Vittorio
Emanuele Re D’Italia). Nel 1946 “Va
Pensiero” fu anche candidato a divenire
inno italiano ma ebbe la meglio
quello di Mameli; comunque quello
di Verdi diventerà l’inno della Padania.
Morì nel 1872 a Milano lasciando disposizioni
riguardo i suoi funerali,
che si sarebbero svolti o all’alba o al
tramonto e con la massima sobrietà.
“Va’ Pensiero” fece da sottofondo
durante il corteo funebre della sua
bara lungo le vie della città.
In occasione dei 150 anni dell’Unità
d’Italia, la Scala di Milano metterà in
scena il Nabucco. Quindi affrettiamoci
a comprare i biglietti! ■
Se volete proporre un articolo per questa rubrica, inviate il materiale all’indirizzo email
roberto.traetta@ilresto.tv
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
75

Sport
Classifica
Latina 52
Trapani 49 (-1)
Milazzo 47
Neapolis M. 42
Avellino 42
Aversa N. 41
Pomezia 40
Matera 33
Isola Liri 29
Fondi 27
Vigor Lamezia 27
Melfi 26 (-3)
Brindisi 26 (-2)
Campobasso 25 (-2)
Vibonese 16 (-1)
Catanzaro 4 (-5)
Risultati 25 a giornata
Avellino – Matera 6-0
Aversa N. - Pomezia 2-5
Brindisi – Fondi 0-0
Campobasso – Melfi 2-1
Latina – Vibonese 2-0
Milazzo – Catanzaro 4-0
Neapolis M. - Trapani 1-1
Vigor Lamezia - Isola L. 0-3
Prossimo turno
26 a giornata
10/04/2011
Catanzaro – Brindisi
Fondi - Pomezia
Latina – Campobasso
Matera - Neapolis M.
Melfi – Vigor Lamezia
Milazzo – Aversa N.
Trapani - Isola Liri
Vibonese – Avellino
76 | iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
Tifoseria inquieta dopo la figuraccia di Avellino
Matera, voglia di riscatto…e di futuro
[di Luigi Mazzoccoli]
► MATERA - La scossa auspicata la settimana
scorsa in effetti c’è stata. Ma la
scarica dev’essere stata così violenta da
paralizzare letteralmente i ragazzi di Cadregari.
Che s lunedì sera si sono lasciati
disinvoltamente travolgere in diretta nazionale
da un Avellino neanche eccezionale.
“Dispiace perchè è un periodo in cui
la squadra si è lasciata andare – è stato
l’amaro commento del tecnico di Crema
a fine gara - in quest’ultima parte di stagione
abbiamo compromesso quanto di
buono avevamo fatto prima. I ragazzi devono
ancora crescere tanto, non hanno capito
che queste partite possono contare
tantissimo. Ma la colpa è anche mia che ho
trascurato alcuni aspetti della loro preparazione.
Forse si è rotto qualcosa e sto valutando
se far giocare la Berretti in queste
ultime partite”. Intanto monta il malcontento
della piazza, con la tifoseria spiazzata
di fronte a questa improvvisa deriva. E
comincia a venir fuori la rabbia. Ma anche
la voglia di riscatto. La contestazione per il
momento si è accesa sulla Rete, con i blog
cittadini in fermento. Tra i tanti commenti
ne abbiano colto uno che condividiamo in
pieno e che probabilmente esprime il pensiero
di tutti i veri appassionati dei colori
biancoazzurri: “Della partita meglio non
parlare, così come di questo inutile finale
di campionato – dice Furia Biancoazzurra
Kick boxing
gran galà di
campioni a
Santeramo
[di Vito Silletti]
SANTERAMO - Il kick boxing
arriva anche a Santeramo.
Domenica 10 aprile, alle
ore 19 si svolgerà infatti
una grande manifestazione
sportiva di rilievo nazionale
e internazionale, presso
il palazzetto comunale
“Maresciallo Vitulli”. Si tratta
di un galà di kick boxing k1
e “muay thai” denominato
“Extreme Fight 6”. A
organizzare l’evento ci ha
pensato il maestro Graziano
Lassandro, presidente
dell’associazione Pro Fighting
Santeramo e presidente
regionale della Fikbms.
Quest’anno, come in passato,
la manifestazione si svolgerà
sotto l’egida delle federazioni
Wako Pro e Fikbms che sono
le uniche organizzazioni
ufficiali riconosciute dal
Coni e dal Cio. In questa
edizione molti saranno gli
incontri in programma.
Lassandro ha affermato che
il galà “si preannuncia di alto
interesse sia sotto il profilo
agonistico che dal punto di
vista dello spettacolo”.
Lelio Ramunni, atleta della
su Sassilive - la squadra ha raggiunto il
suo obiettivo e questa sembra l’unica
cosa importante. Certo, se avessero evitato
di andarsene in vacanza già da oltre
un mese, avrebbero pure evitato a noi e a
loro stessi una figuraccia davvero vergognosa
e memorabile, che rovina completamente
quanto di buono fatto fino a febbraio.
Mi fa ancora più rabbia però che in
una città come Avellino, che non è né più
grande né più ricca di Matera, ci sono forze
tali da investire in una squadra di calcio
che ha sempre come obiettivo minimo accettabile
dal pubblico la C1; e pure una
squadra di basket in A1. A Matera invece
una misera C2 raggiunta dopo 13 anni
viene vissuta come una chimera, un qualcosa
che rischia sempre di scomparire da
un momento all’altro. Sarebbe ora quindi
che la pseudo-classe politica e l’intera opinione
pubblica materana comincino a pretendere
da quei tanti pseudo-imprenditori
locali, quelli che si sono arricchiti e continueranno
ad arricchirsi devastando la
nostra città con le loro colate di cemento,
che restituiscano qualcosa alla città, anche
sotto forma di investimenti nel calcio
o nello sport in generale, che sono sempre
preziosi veicoli di promozione. Imprenditori
e politici materani svegliatevi, iniziate
a fare qualcosa per il bene di Matera e non
solo delle vostre tasche!”. ■
Pro Fighting Santeramo,
affronterà l’atleta romano
Bellotti. In serata, invece, ci
sarà l’attesa rivincita tra la
campionessa del mondo di
savate e k1 Silvia La Notte
appartenente al Doria
Boxing Team di Milano,
e l’atleta croata Zeliana
Piteza, campionessa del
mondo di k1. Infine ci sarà
il combattimento tra Fabio
Giannasi e il campione
mondiale junior di k1
savate, Agron Preteni.
Per la società santermana
della Pro Fighting
combatteranno Giuseppe
Petrone e i santermani
Rossella Baldassarre, Angelo
Stano e il giovanissimo
atleta sedicenne
Michele Dimita. «

Ora il riscatto sul campo del Casarano?
Fortis: altro ko interno
► BITETTO - Cuore,
testa, polmoni,
gambe, mentalità vincente.
Queste le caratteristiche
che portano
una grande squadra a
fare la differenza e a
raggiungere gli obiettivi
e i palcoscenici più
prestigiosi. Il Real Modugno
le ha fatte sue
e ne ha dato dimostrazione
domenica
scorsa a Bitetto, dove
i biancazzurri di mister
D’Amico hanno
vinto forse l’ultimo
incontro “proibitivo“,
senza tralasciare le
ultime due gare in
calendario, verso la
promozione in prima
categoria. Davanti a
circa 300 spettatori
le due squadre hanno
dato vita a un match
che ha visto l’equilibrio
tecnico-tattico
[di G.G]
farla da padrone nella
prima fase di gara fino
a quando, a 3 minuti
dalla fine del primo
tempo, il direttore di
gara ha assegnato un
penalty ai padroni di
casa trasformato dal
proprio portiere. Tensione
in campo e sugli
spalti al fischio
dell’arbitro alla fine
della prima frazione
di gioco.
Al rientro in campo
subito gli ospiti hanno
cercato di cambiare
le sorti della gara.
In 15 minuti si è passati
dall’1–0 all’1–3
grazie alla doppietta
del baby Di Cinque
e al gol di Gattulli.
Al 95’ i padroni di
casa hanno trovato la
rete del definitivo 2-3.
Per il Modugno un’impresa
che sa di pro-
► POTENZA – Altro brutto ko interno
per la Fortis Murgia contro
il Pomigliano. Una sconfitta che
non deve preoccupare (resta comunque
buono il vantaggio sulla
zona play out) ma che comunque
suona come l’ennesimo campanello
di allarme di un momento
non proprio felice per la compagine
di mister Squicciarini.
Il Pomigliano parte subito forte e
colleziona azioni da gol. Solo Gnisci
e Martimucci riescono a spezzare
il predominio ospite con due
azioni nel primo tempo che comunque
non preoccupano troppo
il portiere campano. Sul finire
del primo tempo (43’) Ausiello
va vicinissimo al gol con un
mozione. Ora il Real è
solo al vertice del girone
B con 56 punti a 2
lunghezze sulla Sibillano
Bari, unica squadra
ancora in corsa per
la diretta promozione
in prima categoria.
Appuntamento questa
domenica per l’ultimo
impegno interno
del Modugno contro la
Lupatia Santeramo alle
16. In zona play off l’Atletico
Andria vince facilmente
sul Santeramo
ipotecando l’ultimo
posto utile per disputare
gli spareggi promozione.
In zona play out
importantissimo successo
della Omnia Bitonto
a Giovinazzo che
permette con due giornate
d’anticipo ai bitontini
di evitare gli
spareggi per non retrocedere.
■
Sport
tiro in mischia ma la palla finisce
sul palo.
Nella ripresa continua il predominio
del Pomigliano. Al 19’ clamorosa
occasione: Tarantino crossa
da sinistra, Errichiello respinge
sul primo palo, arriva Pastore a
botta sicuro ma ancora il portiere
della Fortis compie il miracolo.
Un quarto d’ora dopo il vantaggio
ospite: Lenci crossa, irrompe
in anticipo sul primo palo Lupico
e con un tocco mancino batte
Errichiello. La reazione della
Fortis è poco convinta e ancora
i campani allo scadere sfiorano
il raddoppio con Ausiello.
Prossima gara questa domanica
sul campo del Casarano. ■
Seconda categoria: Real Modugno solo
al comando
[di I. M.]
Mister D'Amico
| iL RESTO settimanale | 9 aprile 2011
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