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MAURICE HALBWACHS Les cadres sociaux de la mémoire Paris ...

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suoi componenti, <strong>de</strong>l loro livello sociale, etc. Ma se il gruppo domestico coinci<strong>de</strong><br />

talvolta con un gruppo locale, se talvolta <strong>la</strong> vita ed il pensiero <strong>de</strong>l<strong>la</strong> famiglia sono<br />

invasi da preoccupazioni economiche o religiose, o da altre ancora, esiste tuttavia una<br />

differenza di natura tra <strong>la</strong> parente<strong>la</strong>, da un <strong>la</strong>to, e <strong>la</strong> religione, là professione, <strong>la</strong><br />

ricchezza etc., dall’altro. Ed è per questo che <strong>la</strong> famiglia ha una memoria propria, allo<br />

stesso titolo <strong>de</strong>gli altri tipi di comunità: ciò che passa in primo piano in questa<br />

memoria sono i rapporti di parente<strong>la</strong> e, se vi prendono posto <strong>de</strong>gli eventi che a prima<br />

vista si riconnettono ad i<strong>de</strong>e di tutt’altro tipo, è perché per certi aspetti essi possono<br />

esser consi<strong>de</strong>rati anch’essi come eventi familiari, ed è perché li si consi<strong>de</strong>ra allora<br />

sotto questo aspetto.<br />

È vero che in certe società, antiche o mo<strong>de</strong>rne, si è potuto affermare che <strong>la</strong><br />

famiglia da un <strong>la</strong>to si confon<strong>de</strong>va con il gruppo religioso e che d’altra parte, legata al<br />

suolo, essa faceva tutt’uno con <strong>la</strong> casa ed il campo. I Greci ed i Romani <strong>de</strong>lle età antiche<br />

non distinguevano <strong>la</strong> famiglia dal foco<strong>la</strong>re dove si celebravano i culti <strong>de</strong>gli <strong>de</strong>i<br />

Lari. Ora il foco<strong>la</strong>re “è il simbolo <strong>de</strong>l<strong>la</strong> vita se<strong>de</strong>ntaria... Deve esser posto sul suolo.<br />

Una volta posto, non <strong>de</strong>ve più essere spostato... E <strong>la</strong> famiglia... si radica al suolo<br />

come l’altare stesso. L’i<strong>de</strong>a di domicilio <strong>de</strong>riva naturalmente. La famiglia è legata al<br />

foco<strong>la</strong>re; il foco<strong>la</strong>re lo è al suolo; una stretta re<strong>la</strong>zione si stabilisce dunque tra il suolo<br />

e <strong>la</strong> famiglia. Là <strong>de</strong>ve essere <strong>la</strong> sua dimora stabile che essa non penserà a <strong>la</strong>sciare” 4 .<br />

Ma i foco<strong>la</strong>ri <strong>de</strong>vono essere nettamente separati gli uni dagli altri, come i culti <strong>de</strong>lle<br />

diverse famiglie. “Bisogna che attorno al foco<strong>la</strong>re, ad una certa distanza, vi sia una<br />

recinzione. Poco importa che sia costituita da una siepe, da una divisione di legno, o<br />

da un muro di pietra. Quale che sia, essa segna il limite che separa <strong>la</strong> proprietà di un<br />

foco<strong>la</strong>re dal<strong>la</strong> proprietà di un altro. Questa recinzione è consi<strong>de</strong>rata sacra”. E lo stesso<br />

acca<strong>de</strong> per le tombe. “Come le case non dovevano essere contigue, le tombe non<br />

dovevano toccarsi … I morti sono <strong>de</strong>lle divinità che appartengono esclusivamente ad<br />

una famiglia e che essa so<strong>la</strong> ha il diritto di invocare. I morti hanno preso possesso <strong>de</strong>l<br />

suolo; vivono sotto questo piccolo cumulo; é nessuno, che non sia <strong>de</strong>l<strong>la</strong> famiglia può<br />

pensare di mesco<strong>la</strong>rsi ad essi. Nessuno, d’altra parte, ha il diritto di privarli <strong>de</strong>l suolo<br />

che occupano; una tomba, per gli antichi, non può mai esser distrutta o spostata” 5 .<br />

Ogni campo era circondato, come una casa, da una recinzione. Non era un muro di<br />

pietra, ma “una striscia di terra di qualche pie<strong>de</strong> di <strong>la</strong>rghezza che doveva restare<br />

incolta e che l’aratro non doveva mai toccare. Questo spazio era sacro: il diritto<br />

romano lo dichiarava imprescrittibile: apparteneva al<strong>la</strong> religione... Su questa striscia,<br />

ad intervalli, si piazzavano grosse pietre o tronchi d’albero che venivano chiamati<br />

termini... Il termine posto a terra era in qualche modo <strong>la</strong> religione domestica radicata<br />

al suolo, per sottolineare che quel suolo era per sempre di proprietà <strong>de</strong>l<strong>la</strong> famiglia...<br />

Una volta posto secondo i rituali, non esisteva potenza al mondo che potesse spostarlo”.<br />

Ci fu un tempo in cui casa e campo erano a tal punto “parte <strong>de</strong>l<strong>la</strong> famiglia che<br />

essa non poteva né per<strong>de</strong>rli né disfarsene” 6 . Come avrebbe potuto, dunque, <strong>la</strong> vista<br />

<strong>de</strong>l<strong>la</strong> casa e <strong>de</strong>l campo non ri<strong>de</strong>stare il ricordo di tutti gli eventi, profani o religiosi,<br />

che vi si erano svolti?<br />

Certo in un’epoca in cui <strong>la</strong> famiglia era l’unità sociale fondamentale è nel suo<br />

ambito che doveva venir praticata <strong>la</strong> religione e le cre<strong>de</strong>nze religiose si sono forse<br />

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