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guancia secca e bianca, senza risponderci>> oppure di sua madre che “ella si gettava sospirando su di una vecchia dormeuse damascata” e che ricorda “il grande candelabro d’argento, sormontato da una candela", l’orologio che scandiva questa passeggiata notturna, e la piccola torre ad ovest, tutti tratti raggruppati ad arte, per farci meglio comprendere il carattere dei genitori, la monotonia di quest’esistenza reclusa, analoga d’altra parte a quella di molti gentiluomini di campagna di quei tempi, e per ricreare l’atmosfera abituale di quelle serate in famiglia così strane. Certo, è una descrizione fatta molto tempo dopo da uno scrittore; chi _racconta è obbligato a tradurre i suoi ricordi, per comunicarli ciò che dice non corrisponde forse esattamente a tutto ciò che egli rievoca. Ma cosi com’è la scena dà, non di meno, con un’avvincente miniatura, l’idea di una famiglia, e pur essendo un riassunto di riflessioni e sentimenti collettivi, essa proietta comunque, sullo schermo di un passato oscuro e confuso, un’immagine di singolare vivacità. Una data scena che è avvenuta in casa nostra, di cui i nostri genitori sono stati protagonisti e che si è impressa nella nostra memoria, non riappare dunque con i tratti di un tempo, così come la vivemmo allora. La ricomponiamo e vi inseriamo elementi presi a prestito da tanti periodi, precedenti o seguenti. L’idea che abbiamo adesso della natura morale dei nostri genitori e dell’avvenimento stesso, giudicato a distanza, s’impone con troppa forza al nostro spirito perché non ne traiamo ispirazione. E lo stesso accade per quegli eventi e quelle figure che si stagliano sullo sfondo della vita familiare, la riassumono e servono come punti di riferimento a chi vuole localizzare tratti e circostanze meno importanti. Pur avendo una data, potremmo in realtà spostarli lungo la linea del tempo senza modificarli: si sono arricchiti di tutto ciò che precede e sono già pregni di tutto ciò che segue. Quanto più spesso si fa riferimento ad essi, quanto più vi riflettiamo, lungi dal semplificarsi, concentrano in sé più realtà, perché si collocano al punto di convergenza di un numero maggiore di riflessioni. Così, nel quadro della memoria familiare, ci sono certo figure e fatti che hanno la funzione di punti di riferimento; ma ognuna di queste figure esprime un carattere nella sua totalità, ognuno di questi fatti riassume un intero periodo della vita del gruppo; sono al tempo stesso immagini e nozioni. Riflettiamo su di essi: sarà indubbiamente come se fossimo nuovamente in contatto col passato. Ma ciò vuoi dire soltanto che a partire dal quadro ci sentiamo capaci di ricostruire l’immagine delle persone e dei fatti. 2. La famiglia ed il gruppo religioso. La famiglia ed il gruppo contadino. Natura specifica dei sentimenti familiari È vero che idee di ogni sorta possono evocare in noi dei ricordi di famiglia. Dato che, in effetti, la famiglia è il gruppo all’interno del quale trascorre la maggior parte della nostra vita, la maggior parte dei nostri pensieri si mescola ai pensieri familiari. Sono i genitori coloro che ci hanno comunicato le prime nozioni su persone e cose. A lungo abbiamo conosciuto il mondo esterno solo attraverso le ripercussioni degli eventi esterni sulla cerchia dei nostri parenti. Pensiamo ad una città? Essa può 6
icordarci un viaggio che vi facemmo un tempo con nostro fratello. Pensiamo ad una professione? Ci ricorda un dato parente che la esercita. Pensiamo alla ricchezza? Ci raffigureremo questo o quel componente della famiglia, sforzandoci di vagliarne la posizione. Non c’è dunque oggetto che si proponga alla nostra riflessione a partire dal quale, grazie ad una serie di associazioni di idee, non sia possibile ritrovare un pensiero che ci rituffi nel passato remoto o recente, in mezzo ai nostri cari. Da ciò non deriva affatto che quello che abbiamo chiamato il quadro della memoria familiare comprenda tutte quelle nozioni che corrispondono ad oggetti del tutto diversi dalla famiglia stessa. Supponiamo che leggendo, per caso, mi cada Sotto gli occhi il nome di una città francese, Compiègne, e che, come ho detto, mi ricordi in quest’occasione di un viaggio che vi feci in compagnia di mio fratello. Delle due cose l’una. O la mia attenzione non si concentra specificamente su mio fratello in quanto tale, ma sulla città che abbiamo visitato, sulla foresta nella quale abbiamo passeggiato: ricordo allora le osservazioni che ci scambiavamo su tutto ciò che colpiva la vista o nella casualità della conversazione e mi sembra di poter sostituire a mio fratello un amico che non ha con me alcun rapporto di parentela, senza che il mio ricordo ne venga seriamente alterato: mio fratello non è, in qualche modo, che un attore tra gli altri, in una scena il cui reale interesse non risiede nei rapporti di parentela che ci uniscono, sia che io pensi soprattutto alla città e cerchi di ricostruirne meglio l’aspetto, sia che ricordi una data idea della quale discutemmo nel corso della passeggiata: allora pur pensando a mio fratello, non ho tuttavia la sensazione di ricordare un evento della mia vita familiare. Oppure con questo ricordo, è proprio su mio fratello in quanto tale che si dirige il mio interesse. Ma allora, se lo osservo con maggiore attenzione, mi accorgo che l’immagine che ho in mente non si riferisce a quel periodo più che ad un altro. Lo vedo piuttosto tale qual era pochi giorni fa, se voglio rievocarne i tratti. Ma ben più che sui suoi tratti, la mia attenzione si concentra sui rapporti che ci sono stati e che ci sono ancora tra lui, me ed i diversi componenti della mia famiglia. Quanto ai dettagli della nostra gita, essi passano a poco a poco sullo sfondo, o destano la mia attenzione solo nella misura in cui sono stati per noi l’occasione di prender coscienza dei legami che esistevano tra noi e con tutti i nostri. In altri termini, quel ricordo qualunque divenuto un ricordo di famiglia solo a partire dal momento in cui, alla nozione che l’aveva fatto riapparire nella mia memoria, nozione di una i città della. Francia che è essa stessa parte della nozione che io ho della Francia, si è sostituita, per inquadrare quest’immagine ed anche per modificarla e rifonderla, un’altra nozione, al tempo stesso generale e particolare, quella della mia famiglia. Sarebbe dunque inesatto dire che l’idea di un luogo evoca un ricordo di famiglia: è solo a condizione di scartare quest’idea e di illuminare l’immagine evocata grazie ad un’altra idea, non più di un luogo, ma di un gruppo di parenti, che possiamo ricollegarla a questo gruppo e che essa prende allora la forma di un ricordo di famiglia. È tanto più importante distinguere da tutte le altre queste nozioni puramente e specificamente familiari, che formano il quadro della memoria domestica, perché in molte società la famiglia non è solo un gruppo di parenti, ma può venir definita, a quel che sembra, sulla base dello spazio che occupa, della professione esercitata dai 7
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