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MAURICE HALBWACHS Les cadres sociaux de la mémoire Paris ...

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queste concezioni che comprendiamo e nelle quali ci compenetriamo per il solo fatto<br />

di entrare nel gruppo domestico o di farne parte Ben presto il bambino adotta nei<br />

confronti <strong>de</strong>l padre, <strong>de</strong>l<strong>la</strong> madre e di tutti i suoi un atteggiamento che non si spiega<br />

solo con l’intimità di vita, con <strong>la</strong> differenza d’età, con i sentimenti abituali d’affetto<br />

per coloro che ci circondano, di rispetto nei confronti di esseri più forti di noi e dai<br />

quali dipendiamo e di riconoscenza per i servizi che essi ci rendono. Sentimenti di<br />

questo tipo, per spontanei che siano, seguono sentieri già tracciati in prece<strong>de</strong>nza e che<br />

non dipendono da noi, ma <strong>de</strong>i quali <strong>la</strong> società si è curata di stabilire <strong>la</strong> direzione. Non<br />

c’è nul<strong>la</strong> di meno naturale, invero, di questo genere di manifestazioni affettive, niente<br />

che più si conformi a precetti e più risulti da una specie di “dressage”. I sentimenti,<br />

anche mo<strong>de</strong>rati, sono soggetti a molte fluttuazioni e si spostano, o si sposterebbero<br />

spesso, se non li si ostaco<strong>la</strong>sse, da una persona all’altra. Già è davvero straordinario<br />

che <strong>la</strong> famiglia riesca così generalmente ad ottenere dai suoi componenti che si amino<br />

sempre, nonostante <strong>la</strong> lontananza e le separazioni, e che spendano al suo interno <strong>la</strong><br />

maggior parte <strong>de</strong>lle risorse affettive <strong>de</strong>lle quali dispongono. Certo, anche all’interno<br />

<strong>de</strong>l<strong>la</strong> famiglia, non sempre i sentimenti si rego<strong>la</strong>no sui rapporti di parente<strong>la</strong>. Capita<br />

che si amino <strong>de</strong>i nonni ed anche <strong>de</strong>gli zii, <strong>de</strong>lle zie, quanto e più <strong>de</strong>l padre o <strong>de</strong>l<strong>la</strong><br />

madre, che si preferisca un cugino ad un fratello. Ma a stento lo confessiamo a noi<br />

stessi e l’espressione <strong>de</strong>i sentimenti si rego<strong>la</strong> nondimeno sul<strong>la</strong> struttura <strong>de</strong>l<strong>la</strong> famiglia:<br />

ed è ciò che conta, se non per l’individuo, almeno perché il gruppo conservi autorità e<br />

coesione. Certo, ancora, si hanno <strong>de</strong>gli amici al di fuori <strong>de</strong>l<strong>la</strong> famiglia; si possono<br />

amare persone diverse dai propri familiari. Ma in questi casi, o <strong>la</strong> famiglia riesce a far<br />

proprie queste re<strong>la</strong>zioni e questi legami, sia che amici di questo genere, per il<br />

privilegio accordato loro dall’anzianità <strong>de</strong>i nostri rapporti, o perché apriamo loro<br />

l’intimità <strong>de</strong>l<strong>la</strong> nostra casa, divengano quasi <strong>de</strong>i parenti, sia che il matrimonio<br />

trasformi in parente<strong>la</strong> ciò che non era che <strong>la</strong> vicinanza di due individui. Oppure essa<br />

se ne disinteressa, come se tra questo tipo di affettività capricciosa, srego<strong>la</strong>ta, fantastica<br />

ed i sentimenti ben <strong>de</strong>finiti e permanenti sui quali essa si fonda non esistesse<br />

possibile confronto. Oppure, infine, essa pren<strong>de</strong> atto <strong>de</strong>l fatto che uno <strong>de</strong>i suoi<br />

membri è passato in un altro gruppo e si è separato da lei, sia che attenda il ritorno <strong>de</strong>l<br />

figliol prodigo, sia che faccia finta di averlo dimenticato. I nostri sentimenti, dunque,<br />

o si sviluppano nei quadri <strong>de</strong>l<strong>la</strong> nostra famiglia e si conformano al<strong>la</strong> sua organizzazione,<br />

oppure non possono essere condivisi dagli altri componenti <strong>de</strong>l<strong>la</strong> stessa,<br />

che, almeno in punto di diritto, rifiutano di farsi coinvolgere in essi o di prestar loro<br />

attenzione.<br />

È soprattutto quando paragoniamo diversi tipi di organizzazione familiare che<br />

ci sorpren<strong>de</strong> tutto ciò che vi è di acquisito e di esterno in quei sentimenti che<br />

avremmo potuto cre<strong>de</strong>re elementari ed universali quant’altri mai. Ed innanzitutto, a<br />

seconda che <strong>la</strong> discen<strong>de</strong>nza sia maschile o femminile, il figlio riceve o meno il nome<br />

<strong>de</strong>l padre, fa o non fa parte <strong>de</strong>l<strong>la</strong> sua famiglia. In una società a discen<strong>de</strong>nza matrilineare,<br />

il bambino non solo da piccolo, ma in misura tanto maggiore quanto più<br />

diviene consapevole <strong>de</strong>l<strong>la</strong> sua situazione in mezzo agli altri uomini, consi<strong>de</strong>ra <strong>la</strong><br />

madre ed i parenti di quest’ultima come <strong>la</strong> sua famiglia ristretta e trascura invece il<br />

padre, i cui antenati non sono i suoi. Nelle nostre società un fratello ritiene di avere<br />

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