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MAURICE HALBWACHS Les cadres sociaux de la mémoire Paris ...

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ispirandosi ad un’altra logica. Quando suor Angelica, in un momento in cui lo spirito<br />

di famiglia combatteva ancora nel suo intimo con il sentimento <strong>de</strong>i nuovi doveri,<br />

ricordava il giorno <strong>de</strong>lle visite a Port Royal, vi ve<strong>de</strong>va indubbiamente <strong>la</strong> prova più<br />

dura che aveva dovuto sopportare. Ma questo ricordo dovette a poco a poco<br />

inquadrarsi <strong>de</strong>l tutto naturalmente nel<strong>la</strong> storia <strong>de</strong>lle tappe <strong>de</strong>l<strong>la</strong> sua conversione ed al<br />

tempo stesso, nell’insieme <strong>de</strong>i suoi pensieri religiosi: esso divenne presto per lei e per<br />

i membri <strong>de</strong>l<strong>la</strong> sua comunità al tempo stesso una tradizione, un esempio e quasi un<br />

aspetto <strong>de</strong>l<strong>la</strong> verità. Qui in effetti si può dire che due concezioni <strong>de</strong>l<strong>la</strong> vita si<br />

fronteggiavano. Ma non acca<strong>de</strong> esattamente lo stesso, a quel che sembra, quando un<br />

membro <strong>de</strong>l<strong>la</strong> famiglia l’abbandona per fondarne un’altra. In effetti mentre una<br />

ragazza che diviene monaca non ritrova nel chiostro, pur sotto altra disposizione o<br />

applicati ad altri oggetti, i pensieri di cui si nutriva nell’ambiente <strong>de</strong>i suoi, al<br />

contrariò quando un ragazzo o una ragazza si sposano si potrebbe cre<strong>de</strong>re che si rifacciano<br />

in fondo ad una logica i<strong>de</strong>ntica o anche al<strong>la</strong> stessa logica che hanno appreso<br />

all’interno <strong>de</strong>l<strong>la</strong> loro famiglia e tra i loro parenti. La famiglia, dopo tutto, non si<br />

riduce ad un insieme di funzioni che gli uomini di generazioni successive sono<br />

chiamati a compiere, l’uno dopo l’altro? Quel familiare che è stato un tempo il padre<br />

non lo è più o lo è a stento oggi, sia che sia scomparso sia che i suoi ragazzi abbiano<br />

sempre meno bisogno di lui. Come potrebbe il suo ricordo non impallidire, nel<br />

momento in cui egli diviene un nome, un viso, o semplicemente un essere che prova e<br />

per il quale si provano <strong>de</strong>i sentimenti che si spiegano meno con <strong>la</strong> funzione che con <strong>la</strong><br />

persona, che promanano dall’uomo piuttosto che dal padre e che sono indirizzati<br />

all’uomo piuttosto che al padre? Come potrebbe tutta <strong>la</strong> forza <strong>de</strong>ll’i<strong>de</strong>a di padre non<br />

gravare su colui che, nel presente, è consapevole di esserlo e di essere consi<strong>de</strong>rato<br />

come tale, nel senso pieno <strong>de</strong>l termine?<br />

La famiglia, tuttavia, non è una forma che da un momento all’altro cambia<br />

bruscamente di contenuto. Quando un figlio si sposa, non si sostituisce al padre come<br />

un re che ne succe<strong>de</strong> ad un altro. Una famiglia che si costituisce si pone inizialmente<br />

di fronte a quelle dalle quali i suoi due capi sono usciti, come una nuova fondazione.<br />

È solo a poco a poco e più tardi che il nuovo padre e <strong>la</strong> nuova madre i<strong>de</strong>ntificano le<br />

loro funzioni con quelle esercitate prima di loro dai loro genitori e questa i<strong>de</strong>ntità non<br />

appare mai loro che come una somiglianza più o meno stretta.<br />

Samuel Butler ha osservato che se si suppone che i ricordi si trasmettano dai<br />

genitori ai figli per via ereditaria, <strong>la</strong> loro esperienza ereditaria non può esten<strong>de</strong>rsi nel<br />

corso <strong>de</strong>l tempo, oltre il momento in cui essi sono stati concepiti, dal momento che a<br />

partire da quel momento non c’è più stata, tra loro ed i loro genitori, nessuna<br />

continuità organica. È questo il motivo per il quale, mentre i processi biologici<br />

verrebbero sviluppandosi con gran<strong>de</strong> sicurezza fino all’età adulta, essendo allora<br />

guidati dall’esperienza ancestrale, a partire dal momento in cui l’uomo è in età di<br />

procreare egli sarebbe preda <strong>de</strong>l<strong>la</strong> casualità <strong>de</strong>lle proprie esperienze ed il suo corpo<br />

non saprebbe più adattarsi così bene alle condizioni in cui <strong>de</strong>ve vivere. Potremmo<br />

dire, al contrario, che <strong>de</strong>l<strong>la</strong> vita <strong>de</strong>i nostri genitori non conosciamo, per esperienza<br />

diretta, che <strong>la</strong> parte che inizia qualche anno dopo <strong>la</strong> nostra nascita: tutto ciò che<br />

prece<strong>de</strong> non ci interessa per nul<strong>la</strong>; all’opposto, quando diventiamo noi stessi mariti e<br />

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