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MAURICE HALBWACHS Les cadres sociaux de la mémoire Paris ...

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3. I rapporti di parente<strong>la</strong> e <strong>la</strong> storia <strong>de</strong>l<strong>la</strong> famiglia. I nomi propri<br />

A cosa si riducono, infine, questo spirito e questa memoria familiari? Di<br />

quali eventi conservano <strong>la</strong> traccia, tra tutti quelli che si verificano nel<strong>la</strong> famiglia?<br />

Quali nozioni occupano in essi un posto di rilievo, tra tutte quelle che si intrecciano<br />

nel pensiero <strong>de</strong>i membri di un gruppo <strong>de</strong>l genere? Se si cerca un quadro di nozioni<br />

che ci faccia tornar in mente i ricordi <strong>de</strong>l<strong>la</strong> vita domestica, si pensa immediatamente<br />

ai rapporti di parente<strong>la</strong>, come sono <strong>de</strong>finiti in ogni società. Noi vi pensiamo in effetti<br />

continuamente, perché i rapporti quotidiani con i nostri cari, così come con i membri<br />

di altre famiglie, ci obbligano continuamente ad ispirarci ad essi. Essi si presentano<br />

sotto forma di un sistema ben connesso, che offre presa al<strong>la</strong> riflessione; nelle<br />

genealogie familiari c’è una, specie di logica: è questo il motivo per cui <strong>la</strong> storia <strong>de</strong>lle<br />

dinastie, <strong>de</strong>lle successioni e <strong>de</strong>lle alleanze all’interno <strong>de</strong>lle famiglie reali, costituisce<br />

un comodo sistema per ricordare gli eventi <strong>de</strong>l regno. Ugualmente, quando leggiamo<br />

un dramma ricco di peripezie ci troveremmo in difficoltà e ci sentiremmo ben presto<br />

smarriti se non conoscessimo da prima i personaggi e ciò che essi sono l’uno per<br />

l’altro.<br />

Se ci si limitasse al<strong>la</strong> parente<strong>la</strong> in sé, le re<strong>la</strong>zioni che <strong>de</strong>finiscono <strong>la</strong> famiglia<br />

mo<strong>de</strong>rna potrebbero in verità sembrare davvero troppo semplici perché ad esse<br />

possano agganciarsi i ricordi di tutto ciò che ci ha colpito, nel modo di essere <strong>de</strong>i<br />

nostri parenti, nelle loro parole, nelle loro azioni ed i ricordi stessi <strong>de</strong>lle nostre azioni,<br />

<strong>de</strong>lle nostre parole, <strong>de</strong>i nostri pensieri quando noi stessi ci comportiamo da parenti.<br />

Come potrebbe bastarmi il pensare di avere un padre, una madre, <strong>de</strong>i figli, una moglie<br />

perché <strong>la</strong> mia memoria ricostruisca l’immagine fe<strong>de</strong>le di ognuno di essi e <strong>de</strong>l nostro<br />

passato comune? Ma, per semplice che possa sembrarci, questo quadro si complica<br />

nondimeno quando allo schema generale di una famiglia qualsiasi <strong>de</strong>l<strong>la</strong> nostra<br />

società, sostituiamo il disegno più minuzioso e <strong>de</strong>ttagliato <strong>de</strong>i tratti essenziali <strong>de</strong>l<strong>la</strong><br />

nostra famiglia. Si tratta allora in effetti di richiamare al<strong>la</strong> nostra mente non più solo<br />

le diverse specie o gradi di parente<strong>la</strong>, ma le persone che ci sono parenti a quel grado o<br />

in quel modo, con <strong>la</strong> fisionomia che siamo abituati ad attribuire loro nel<strong>la</strong> famiglia.<br />

Nel nostro atteggiamento nei confronti di ciascuno <strong>de</strong>i nostri cari, c’è questo, in<br />

effetti, di abbastanza curioso, che associamo in un unico pensiero l’i<strong>de</strong>a <strong>de</strong>l<strong>la</strong><br />

posizione che essi occupano nel<strong>la</strong> nostra famiglia in virtù solo <strong>de</strong>l<strong>la</strong> parente<strong>la</strong> e<br />

l’immagine di una persona specifica ben <strong>de</strong>finita.<br />

Non vi è nul<strong>la</strong> di più astrattamente imperativo, niente <strong>la</strong> cui rigidità imiti<br />

maggiormente <strong>la</strong> necessità <strong>de</strong>lle leggi naturali, <strong>de</strong>lle regole che fissano i rapporti tra<br />

padre e figli, marito e moglie. Certo questi ultimi possono venir sciolti in casi<br />

eccezionali: il padre romano aveva il diritto di ripudiare i figli; i tribunali hanno<br />

l’autorità necessaria a <strong>de</strong>cretare <strong>la</strong> <strong>de</strong>ca<strong>de</strong>nza paterna o il divorzio. Anche in questo<br />

caso <strong>la</strong> parente<strong>la</strong> o l’affinità <strong>la</strong>scia tracce nel<strong>la</strong> memoria <strong>de</strong>l gruppo e nel<strong>la</strong> società:<br />

chi è uscito in tal modo dal<strong>la</strong> sua famiglia è consi<strong>de</strong>rato da quest’ultima quasi un dannato<br />

sul quale essa riversa <strong>la</strong> sua esecrazione: come si spiegherebbe tutto ciò se egli le<br />

fosse divenuto improvvisamente estraneo o indifferente? In ogni caso finché non si<br />

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