MAURICE HALBWACHS Les cadres sociaux de la mémoire Paris ...

famiglia è sempre là, ma non è ad lei, in quel momento, che fa riferimento il pensiero
contadino. O meglio, se esso vi fa riferimento, allora le preoccupazioni propriamente
agricole e contadine improvvisamente spariscono, o almeno sono messe un po’ da
parte; ognuno, tra i compagni di lavoro cerca con lo sguardo i parenti più stretti,
pensa a coloro che restano a casa; il suo orizzonte si limita ora ai suoi cari che si
distaccano dal suolo e dalla comunità contadina, per trovare posto in un altro insieme,
quello definito dalla parentela e da essa sola. Accade lo stesso in quelle veglie nelle
quali ai membri della famiglia vengono ad aggiungersi amici e vicini: allora è lo
spirito della comunità contadina che in qualche modo circola da un focolare all’altro:
ma non appena gli amici si allontanano, i vicini si ritirano: allora la famiglia si ripiega
su se stessa e nasce uno spirito nuovo, uno spirito non comunicabile alle altre
famiglie e che non può irradiarsi al di fuori della cerchia dei suoi membri. Come
potrebbe confondersi con la nozione di terra quale la comprende e la tiene viva dentro
di sé ogni contadino ed ogni comunità contadina?
Si dice talvolta che l’evoluzione della famiglia è consistita nel fatto che essa è
venuta progressivamente spogliandosi delle funzioni religiose, giuridiche,
economiche alle quali adempiva un tempo: il padre di famiglia non è più oggi il
sacerdote, né il giudice, e neppure il capo politico del gruppo domestico. Ma è
probabile che anche all’origine queste funzioni fossero già distinte l’una dall’altra,
che in ogni caso esse non si confondessero con la funzione del padre in quanto padre
e che i rapporti di parentela fossero diversi da quelli risultanti da queste altre forme di
pensiero ed attività. Come avrebbero potuto dissociarsi se non vi fosse stata tra di
loro, fin dall’inizio, una differenza di natura? Certo, esse hanno potuto contribuire a
rinforzare o a modificare la coesione della famiglia, ma se esse hanno prodotto questo
risultato, non è per nulla a causa della loro natura specifica. Dei genitori possono
separarsi, una famiglia può dividersi, lo spirito di famiglia può indebolirsi perché non
si hanno le stesse credenze religiose o si è separati nello spazio, oppure perché si
appartiene a categorie sociali diverse. Ma cause così diverse possono produrre lo
stesso effetto solo perché la famiglia reagisce allo stesso modo in presenza di ognuna
di esse. Questa reazione si spiega essenzialmente con delle rappresentazioni familiari.
La comunanza di credenze religiose, la vicinanza nello spazio, la somiglianza delle
situazioni sociali non sarebbero sufficienti a creare uno spirito di famiglia. Tutte
queste condizioni hanno per la famiglia solo l’importanza che essa attribuisce loro.
Ed essa è capace di trovare in se stessa la forza sufficiente ad ignorarle, a superare gli
ostacoli che esse gli oppongono. Ancor meglio, capita che essa trasformi questi
ostacoli in punti di forza, che essa si irrobustisca grazie alle resistenze stesse che
trova all’esterno. Genitori costretti a vivere lontani l’uno dall’altro possono trovare in
questa temporanea separazione un motivo per amarsi di più, perché non pensano che
a riunirsi e fanno ogni sforzo a questo fine. Per superare la distanza creata tra loro
dalla differenza di credenze religiose, dalla diseguaglianza di livello sociale,
cercheranno di stringere i legami dell’unione familiare. È vero, dunque, che i
sentimenti di famiglia hanno una natura propria e distinta, e che le forze esterne non
hanno presa su di essi se non nella misura in cui essi stessi vi si prestano.
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