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SCOUT Proposta educativa - Anno XXXVII - n. 01 - 10 ... - Agesci

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...di tutti i colori!culture<br />

di Bill (Paolo Valente)<br />

Terra di confine e dunque sospesa<br />

tra più mondi. È l’Alto Adige, ovvero<br />

la provincia di Bolzano, quella più<br />

a Nord del Paese. Luogo di eterna<br />

contraddizione perché punto di<br />

incontro/scontro tra culture e storie<br />

diverse.<br />

Fino alla Prima Guerra mondiale<br />

l’Alto Adige o Sudtirolo, assieme al<br />

Trentino (e alla Venezia Giulia), ha<br />

fatto parte dell’impero austro-ungarico.<br />

Malgrado la sua popolazione fosse<br />

a grande maggioranza di lingua tedesca,<br />

il territorio fu annesso all’Italia. Il<br />

regime fascista, nemico delle minoranze<br />

politiche, culturali e linguistiche,<br />

cercò di italianizzarne gli abitanti,<br />

vietando l’uso pubblico del tedesco<br />

(ad esempio nella scuola), favorendo<br />

Il confine:<br />

una sfida<br />

l’immigrazione dalle altre province e<br />

scendendo a patti con Hitler per<br />

indurre i sudtirolesi a lasciare la loro<br />

terra. Una politica che non raggiunse<br />

i suoi obiettivi e che ebbe come unico<br />

effetto permanente quello di compromettere<br />

a lungo la pacifica convivenza<br />

tra i tre gruppi linguistici di quella<br />

che un tempo era chiamata la “terra<br />

tra i monti”.<br />

L’Italia democratica e repubblicana<br />

del dopoguerra introdusse nella<br />

Costituzione il principio secondo cui<br />

le minoranze linguistiche vanno tutelate<br />

(art. 6) in quanto rappresentano<br />

– questo lo spirito – una ricchezza<br />

nazionale e non un problema. Nel<br />

1946 Austria e Italia sottoscrissero un<br />

accordo per garantire all’Alto Adige<br />

una vasta autonomia che fu realizzata<br />

dapprima (coinvolgendo anche il<br />

Trentino) nello Statuto del 1948. La<br />

sua attuazione però fu controversa<br />

tanto da provocare il malcontento<br />

generale che generò, tra l’altro, la tragica<br />

stagione degli attentati degli anni<br />

’60. Prevalse infine la via della politica<br />

(quella che ha a cuore il bene comune)<br />

e della diplomazia. Ne scaturì un<br />

nuovo Statuto che entrò in vigore nel<br />

1972.<br />

Da allora i tre gruppi linguistici<br />

della provincia cercano, tra alti e<br />

bassi, slanci ideali e regressioni ideologiche,<br />

di trovare l’equilibrio necessario<br />

a fare sì che ognuno possa sentirsi<br />

inquilino a pieno titolo di una casa<br />

comune.<br />

L’idea che il plurilinguismo e la<br />

convivenza di più culture rappresentino<br />

un’opportunità oggi si fa strada<br />

anche grazie alla presenza ormai consolidata<br />

di molti cittadini immigrati<br />

che impone di pensare più in grande.<br />

Il confine resta così una sfida continua.<br />

Va superato prima nelle teste e<br />

nei cuori, poi sulle carte geografiche,<br />

nell’ottica di un’Europa che sia capa-<br />

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