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SCOUT Proposta educativa - Anno XXXVII - n. 01 - 10 ... - Agesci

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46<br />

...di tutti i colori!bibliografia<br />

di Claudio Cristiani<br />

DA LEGGERE<br />

Enzo Bianchi, L'altro siamo noi,<br />

Einaudi, Torino 2<strong>01</strong>0<br />

Al di là (o al di qua)<br />

di qualsiasi buonismo,<br />

in L’altro siamo<br />

noi Enzo Bianchi<br />

invita a superare le<br />

barriere della propria<br />

cultura e a<br />

guardare all’“altro” come a qualcuno<br />

da incontrare e con il quale dialogare.<br />

Si tratta di un’esortazione anzitutto<br />

all’impegno individuale, senza rinunciare<br />

alla propria identità e senza pretendere<br />

che altri si spoglino della<br />

loro: «È il dialogo che consente di passare<br />

non solo attraverso l'espressione<br />

di identità e differenze, ma anche<br />

attraverso una condivisione dei valori<br />

dell'altro, non per farli propri, bensì<br />

per comprenderli.?Dialogare non è<br />

annullare le differenze e accettare le<br />

convergenze, ma è far vivere le differenze<br />

allo stesso titolo delle convergenze:<br />

il dialogo non ha come fine il<br />

consenso ma un reciproco progresso,<br />

un avanzare insieme. Così nel dialogo<br />

avviene la contaminazione dei confini,<br />

avvengono le traversate nei territori<br />

sconosciuti, si aprono strade inesplorate».<br />

Giorgio Bernardelli, Ponti non muri.<br />

Cantieri di incontro tra israeliani e palestinesi,<br />

Edizioni Terra Santa 2<strong>01</strong>0<br />

Giorgio Bernardelli racconta il dramma<br />

israelo-palestinese in tutta la sua<br />

tragicità ma, nello stesso tempo, rivela<br />

come dentro a una situazione carica<br />

di tensioni e di conflitto non manchino<br />

importanti segni di riconciliazione.<br />

Anche in un contesto segnato<br />

dalla guerra – e<br />

quindi dalla morte<br />

– non è ingenuo o<br />

illusorio ricercare<br />

la pace. Occorre<br />

tornare a riflettere<br />

sulla sfida lanciata<br />

da Giovanni Paolo II: «Non di muri,<br />

ma di ponti ha bisogno la Terra<br />

Santa». Se il muro costruito in Terra<br />

Santa ha riportato all’attenzione di<br />

tutti la difficoltà nel rinunciare alle<br />

barriere che dividono, ancor più<br />

occorre diventare consapevoli che,<br />

prima di ancora di abbattere muri<br />

bisogna imparare a costruire ponti<br />

che uniscano popoli e culture diversi<br />

e talvolta (anche se non geograficamente)<br />

distanti.<br />

Pippo Scudero, Prendiamoci per mano...<br />

più gioia ci sarà, Edizioni Fiordaliso,<br />

Roma 2009<br />

Essere diversi<br />

eppure capaci di<br />

vivere insieme.<br />

Litigare eppure<br />

saper fare pace.<br />

Faticare per<br />

sopravvivere<br />

nelle difficoltà, eppure non perdere il<br />

desiderio di aiutare gli altri... Pippo<br />

Scudero offre in questo libro dieci<br />

racconti semplici, destinati ai ragazzi<br />

ma anche agli educatori, a chi cresce<br />

e a chi vuole aiutare a crescere formando<br />

secondo valori alti e profondi,<br />

oltre la semplice (e già pur preziosa)<br />

tolleranza.<br />

Fabio Geda, Nel mare ci sono i coccodrilli.<br />

Storia vera di Enaiatollah Akbari,<br />

Baldini Castoldi Dalai Editore, Milano<br />

2<strong>01</strong>0.<br />

Nel mare ci sono i coccodrilli è il racconto<br />

di una storia vera: Enaiatollah Akbari<br />

oggi ha poco più di vent’anni e abita a<br />

Torino. La sua vicenda aiuta a medita-<br />

re sulla nobiltà e sulle miserie degli<br />

uomini di ogni ceto sociale, di ogni<br />

etnia e di ogni Paese, guardati con il<br />

volto di un ragazzino che, nonostante<br />

tutto, non perde il sorriso, l’ironia e la<br />

fiducia di potercela fare, sempre.<br />

Fabio Geda restituisce la sua storia con<br />

freschezza e quasi con<br />

incanto, senza fare<br />

pesare il proprio<br />

punto di vista: ogni<br />

commento è implicito.<br />

(vedi il box nell’articolo<br />

dell’autore che trovi<br />

su questo numero)<br />

DA VEDERE<br />

Gran Torino, regia di Clint Eastwood,<br />

USA 2008<br />

Walt Kowalski<br />

(intrerpretato<br />

da Clint<br />

Eastwood) è un<br />

veterano della<br />

guerra di Corea<br />

abituato a una<br />

vita solitaria, quasi compiaciuto del<br />

proprio carattere spigoloso e dei propri<br />

pregiudizi razziali contro i Coreani<br />

contro i quali ha combattuto. La sua<br />

unica passione è un’automobile, una<br />

Ford Gran Torino del 1972. Per ironia<br />

della sorte, Kowalski abita in un quartiere<br />

dove negli anni la comunità<br />

coreana ha prese sempre più il sopravvento,<br />

sicché l’isolamento dell’uomo<br />

appare sempre più grottesco e a tratti<br />

drammatico. Saranno proprio i<br />

Coreani, però, a strappare l’uomo<br />

dalla sua solitudine quando si troverà<br />

solo e per Thao e Sung, fratello e<br />

sorella suoi vicini di casa, Walt metterà<br />

a repentaglio la propria vita. Un film<br />

da vedere per capire come si superano<br />

le barriere verso gli altri e, soprattutto,<br />

dentro se stessi. E la Ford Gran<br />

Torino... inizierà un altro viaggio.

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