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SCOUT Proposta educativa - Anno XXXVII - n. 01 - 10 ... - Agesci

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...di tutti i colori!legge scout<br />

di Francesca Triani<br />

Guardandosi intorno e ascoltando<br />

i discorsi che si fanno sui tram, pare che<br />

sia buffamente in aumento il numero<br />

delle persone che si domandano a cosa<br />

serva l’essere noi popoli del mondo<br />

così diversi ed a cosa serva mai incontrarci<br />

tra noi. Perché prenderci la briga<br />

di conoscere uomini diversi, diverse<br />

realtà, differenti culture? Sembrano<br />

domandarsi in molti.<br />

Sarebbe, molti paiono pensare,<br />

molto più semplice se al mondo fossimo,<br />

ad esempio, tutti italiani e ce ne<br />

restassimo solamente tra di noi.<br />

Ma come sarebbe un mondo di<br />

soli italiani? I treni sarebbero sempre in<br />

ritardo? Mangeremmo solo pasta e<br />

pizza 365 giorni all’anno? Berremmo<br />

dell’ottimo espresso in tutti i continenti<br />

del mondo? Probabilmente no.<br />

Esistono italiani puntuali e, che<br />

risulti più o meno credibile, italiani che<br />

proprio non amano la pasta, ci sono italiani<br />

che non hanno mai visto un mandolino<br />

e mai bevuto un caffè. Noi italiani<br />

siamo tutti diversi. Perbacco.<br />

E se al mondo invece ci fossero<br />

solo francesi? Spopolerebbe la baguette?<br />

Senza Svizzeri non ci sarebbero orologi?<br />

Niente cioccolata? E c’è bisogno<br />

degli inglesi per l’umorismo britannico?<br />

Non saprei. Le generalizzazioni<br />

che si basano sulle nazionalità sono<br />

molto tenaci, ma anche piuttosto limitate.<br />

Risulta evidente, appena si mettono<br />

per iscritto quattro banali stereotipi, la<br />

loro natura, appunto, di stereotipi. La<br />

verità è che le persone sono tutte diverse,<br />

anche se condividono la comunanza<br />

di un’unica nazionalità.<br />

Ma le persone sono differenti<br />

anche al di là della loro età, del loro<br />

sesso, della loro religione: non mi viene<br />

in mente una sola ventottenne, cattolica,<br />

che abbia il mio stesso carattere (chi<br />

scrive è una ventottenne, cattolica).<br />

E noi scout? Siamo tutti uguali?<br />

Pensiamo anche a quelli più vicini a<br />

noi, pensiamo alle nostre comunità<br />

capi, sono fatte di persone uguali a noi?<br />

Anche noi scout siamo tutti diversi.<br />

Questo secondo me risponde alla<br />

domanda iniziale: vale la pena incontrare<br />

uomini di culture diverse?<br />

Se siamo aperti all’incontro allora<br />

sappiamo che ogni persona che incontreremo<br />

sarà a suo modo diversa da noi,<br />

che sia italiana, marocchina, svizzera,<br />

scout o no. Allora possiamo solamente<br />

scegliere se vogliamo incontrare altri<br />

uomini, che saranno naturalmente differenti<br />

da noi, o preferiamo rimanere a<br />

parlarci in uno specchio.<br />

La nostra legge ci dice che “la<br />

guida e lo scout sono amici di tutti e fratelli<br />

di ogni altra guida e scout”, io<br />

credo che questo articolo della Legge<br />

non sia da leggere come una utopistica<br />

banalizzazione.<br />

Credo che non descriva affatto<br />

una situazione ideale in cui gli scout<br />

sono naturalmente ed istantaneamente<br />

in armonia con qualsiasi persona incontrino<br />

solo perché questa è scout. Gli<br />

scout sono tutti diversi, dicevamo, così<br />

come tutte le persone, quindi se vogliamo<br />

davvero essere amici e fratelli di<br />

tutti non c’è che un’unica cosa da fare:<br />

conoscerci uno ad uno nella nostra<br />

diversità.<br />

Questo articolo della legge indica<br />

più che una situazione già presente,<br />

piuttosto una predisposizione ed un<br />

atteggiamento verso gli altri che gli<br />

scout non dovrebbero mai abbandonare.<br />

L’atteggiamento di chi incontra gli<br />

altri ed è disposto a divenire loro amico<br />

nell’unico modo in cui si possa diventare<br />

amici: conoscendosi. E vi è un solo<br />

modo in cui gli uomini possono essere<br />

conosciuti: uno per uno, personalmente.<br />

Solo così possiamo sentirci amici e<br />

fratelli di tutti, non inserendo tutti gli<br />

sconosciuti in categorie predeterminate<br />

e anonime, ma incontrando le persone<br />

nella loro singolarità, anche se tutte<br />

sono diverse, proprio perché tutte sono<br />

diverse. Lo scout è aperto all’incontro<br />

con tutti, perché sa che ciascuno è un<br />

incontro irripetibile. La guida e lo<br />

scout sono amici di tutti, perché sono<br />

disposti a conoscere tutti: uno per uno.<br />

Amici<br />

di chi?<br />

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