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Subito che abbiano passato visita e medicazione, i feriti che non<br />

sono estremamente gravi, vengono trasportati al treno, e inviati<br />

nell’interno, triste trofeo della Piave, ecatombe dell’esercito e,<br />

come s<strong>per</strong>iamo, tomba dell’Austria”.<br />

Tra alti e bassi, continuano devastazioni, requisizioni e ruberie, in<br />

città e nelle campagne. 7 luglio: “Oggi sono sette giorni che siamo<br />

all’acqua. Del vino ce ne sarebbe stato a sufficienza <strong>per</strong> tutti e <strong>per</strong><br />

tutto l’anno se gli ufficiali dell’ospedale si fossero limitati a bere<br />

con moderazione, ma <strong>per</strong> quanto siano eglino di modi signorili<br />

e compiti, sono purtroppo molto lontani dall’essere modelli di<br />

sobrietà…”.<br />

22 luglio: “Serpeggia largamente un’epidemia, che in altri ha<br />

caratteri di colerica, in altri di dissenteria. Non è mortale, ma<br />

molto molesta, e in taluni ribelle. Non è del tutto nuova in questa<br />

stagione, se non <strong>per</strong> l’intensità e <strong>per</strong> la molta sua diffusione,<br />

cosa che a mio credere devesi al sudiciume che quest’invasori ci<br />

hanno regalato, e alle immondezze sparse dovunque: in paese,<br />

ch’è diventato stalla e latrina, nei dintorni, che sono un vasto<br />

letamaio: nelle campagne, dove in luogo dei soavi profumi che si<br />

respiravano una volta, emanano esalazioni fetide da doversi bene<br />

spesso portarsi la pezzuola al naso”.<br />

14 agosto: “In mezzo alle truppe infieriscono varie malattie: la<br />

malaria che contraggono alle Basse: malattie intestinali epidemiche<br />

(delle quali già dissi e sulle quali ritengo debba influire l’abuso<br />

dell’alcool), che, purtroppo, si diffondono anche nelle popolazioni<br />

civili; malattie le quali, <strong>per</strong> i caratteri che hanno di <strong>per</strong>sistenza e di<br />

gravità, debbono ritenersi importate dall’Austria dove sono molto<br />

diffuse, e qui mantenute dalle truppe, che col loro sudiciume<br />

hanno infettato i luoghi e inquinato le acque. Aggiungasi quella<br />

che oggi chiamiamo “influenza spagnuola”, la quale pel momento<br />

non infesta che le truppe. Dai medici è qualificata come scettica, si<br />

sviluppa a preferenza in broncopolmonite, e spessissimo è letale.<br />

“E’ cosa che dà molto pensiero questo fronte del Piave” dissemi<br />

un capitano medico “abbiamo più decessi <strong>per</strong> malattie qui che<br />

morti <strong>per</strong> ferite sul Carso! 26 ”.<br />

35<br />

Il 19 agosto, quando ormai serpeggia la notizia dell’avanzata<br />

italiana padre Ciganotto scrive: “La popolazione è un terzo di<br />

meno del normale: ma il numero dei morti in questi ultimi mesi è<br />

cresciuto in proporzione straordinaria: morti di malattie, morti di<br />

privazioni, di stenti, di miseria”.<br />

29 agosto: “Le truppe sono tormentate, decimate dalle malattie,<br />

specialmente dalla malaria che contraggono al basso Piave, e<br />

dall’influenza, che elegantemente ora chiamano spagnuola, la<br />

quale ha delle manifestazioni gravissime e spessissimo letali. Si<br />

sono avuti casi di decesso in due giorni. “Queste malattie” disse il<br />

comandante dell’ospedale “sono <strong>per</strong> noi peggio d’un’offensiva”…<br />

Gli ospedali di <strong>Motta</strong> si tengono laboriosamente sgombri: pieni<br />

la sera, vuoti la mattina. Da questi e da altri indizi non del tutto<br />

trascurabili, si va consolidando l’opinione divenuta comune, che<br />

gli invasori si tengano pronti ad una ritirata non remota, in vista<br />

dell’offensiva dei nostri…”Partirò <strong>per</strong> tempo” dissemi una dama<br />

della Croce Rossa [austriaca] “non mi farò prendere prigione,<br />

ancorché si dovessero lasciare qui dei malati”. “Perché?”. “Perché<br />

temo gli italiani”. “Ma gli italiani sono buoni: non usano sevizie,<br />

né maltrattamenti ai prigionieri”. “E’ che troppe ne abbiamo fatte<br />

qui, e temo giustamente un’aspra vendetta”. Una confessione<br />

tanto sincera avrebbe, al caso, meritato un’attenuante”.<br />

Il 6 settembre si parla a<strong>per</strong>tamente di ritirata austriaca: “Notevole<br />

è <strong>per</strong> noi che l’abbiamo sotto gli occhi quanto accade in questo<br />

ospedale 808. Una dozzina di giorni fa pareva dovesse comporre i<br />

bagagli: poi non se ne parlò più: è <strong>per</strong>ò un fatto molto significante<br />

che non riceve più malati, e che i medici che non sono della<br />

Sanità sono stati licenziati. Vuol dire o che le malattie sono<br />

miracolosamente scomparse o che non vi sono più soldati che<br />

abbiano da ammalarsi. Nell’uno e nell’altro caso stiamo meglio<br />

tutti”.<br />

7 ottobre: “La notte scorsa è stato pubblicato in mezzo alle<br />

truppe un telegramma del Comando supremo annunziante la pace<br />

prossima a conchiudersi. E’ stato un delirio di allegria: è un gran<br />

parlare che si fa da tutti, ma il popolo, che pur desidera la pace<br />

26 Le riflessioni in materia sanitaria di Ciganotto trovano conferma nelle Relazioni sulla Reale Commissione d’inchiesta sulle violazioni del diritto delle genti<br />

commesse dal nemico. Documenti raccolti nelle Provincie invase. Vol. IV, Milano-Roma, s.i.d., p.81 segg. A pag. 427 dello stesso volume si legge come a <strong>Motta</strong><br />

risultino in buona parte distrutti sia l’Archivio comunale che quello della Congregazione di carità.

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