Libro Ospedale Motta per internet.indd - Ospedale riabilitativo Motta ...
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“Cardazzo”), che l’amministrazione comunale fece finalmente<br />
costruire sul terreno dell’ex-orto dei frati, e che costituì il primo<br />
nucleo dell’odierno complesso ospedaliero (FOTO n.23). Nel<br />
1922 il Comune acquistò dai religiosi un altro appezzamento<br />
<strong>per</strong> edificarvi il padiglione delle malattie infettive (FOTO n.24),<br />
progettato dall’architetto Attilio Saccomani, autore di molte altre<br />
o<strong>per</strong>e pubbliche a <strong>Motta</strong> e dintorni. Si trattava di una costruzione<br />
all’avanguardia, tant’è che l’anno dopo il sindaco di Castelfranco<br />
Veneto chiedeva a quello di <strong>Motta</strong> la pianta del padiglione e altre<br />
informazioni tecniche (appendice, doc. 4), dovendo costruirne uno<br />
analogo (FOTO n. 25).<br />
L’INVASIONE AUSTROUNGARICA<br />
Antonio Ludovico Ciganotto (1869-1934), francescano, fu<br />
docente di teologia, storia ecclesiastica e diritto canonico a Malta<br />
e a Gerusalemme, dove venne ordinato sacerdote. Alcuni suoi<br />
saggi sul filosofo medioevale Duns Scoto sono ancor oggi ritenuti<br />
fondamentali. Durante l’invasione austro-ungarica del 1917-1918,<br />
conseguente alla disfatta di Caporetto, si trovava nel convento di<br />
<strong>Motta</strong>, e ci ha lasciato una drammatica cronaca di quei giorni 25 .<br />
In data 7-8 novembre 1917, quando gli austriaci sono alle porte<br />
di <strong>Motta</strong>, annota: “L’<strong>Ospedale</strong> civile è stato sgombrato <strong>per</strong> tempo<br />
dai malati. La clinica e quanto vi aveva di meglio, è stato messo in<br />
salvo. Alcune vecchie ricoverate e impotenti a muoversi, sono state<br />
abbandonate. Ma fortuna <strong>per</strong> loro che un religioso, il Cappellano,<br />
sia andato a farvi un sopraluogo! Se il convento non provvedesse,<br />
quelle povere disgraziate e ignorate sarebbero morte di fame”.<br />
Il 10-11 novembre: “Il saccheggio nel vero senso della parola, si<br />
esercita liberamente. Tutti questi invasori, chi più può più porta<br />
via. Le botteghe e i depositi dei grandi negozianti e i migliori<br />
palazzi sono piantonati da guardie armate, affinché il popolo non<br />
abbia da approfittare di qualche cosa. La rapacità e l’ingordigia,<br />
dirò così, insensata, è qualcosa d’indescrivibile, di frenetico. I<br />
soldati abbrancano qualunque cosa che cada loro fra le mani: libri,<br />
carte, specchi, oggettini di lusso, ninnoli, ecc., tutta roba a loro<br />
inutile che poi gettano nei cortili, nelle strade e nei fossi. Sorte<br />
25 V. www.frontedelpiave.info. Novembre 1917.<br />
31<br />
miseranda <strong>per</strong> mano di questi predoni è toccata all’archivio antico<br />
del municipio, ricco di documenti di primaria importanza”.<br />
Il 13 novembre gli invasori requisiscono metà del convento ad uso<br />
ospedale. Il 14 tocca alla basilica, fino al presbiterio (FOTO n.26).<br />
17 novembre: “A cimitero militare è stato adibito il terreno<br />
all’angolo sud-est dell’ospedale civile. A scavare le fosse vi pensano<br />
già i prigionieri russi!”.<br />
3 dicembre: “Compiuta la rapina ufficiale delle macchine, del<br />
bestiame, dei viveri ecc.: provvedere al mantenimento della<br />
popolazione incombe all’autorità civile del luogo! …il colmo è<br />
che i malati civili possono usufruire della visita gratuita dei medici<br />
militari (che del resto in omaggio alla verità e alla giustizia, si sono<br />
prestati e si prestano con premura… Quando i “civili”, come ora<br />
appellansi, cioè la popolazione soggiacerà alla malattia della…fame<br />
(che già bussa alla porta di molti), i medici militari faranno bensì la<br />
visita, ma daranno poi la medicina?”.<br />
29 dicembre: “Sono arrivati due carri ferroviari di carbon fossile<br />
<strong>per</strong> l’ospedale. Questa notizia <strong>per</strong> l’ufficiale che la dava era un<br />
avvenimento…gli ospedali sono privi delle cose di prima necessità.<br />
Non parlo di stufe (ora improvvisate in qualche modo), o di<br />
bottiglie di riscaldamento <strong>per</strong> i degenti, che potrebbero parere un<br />
lusso, ma di letti, di biancheria, di co<strong>per</strong>te. Per un bel po’ i malati<br />
e i feriti in questa nostra chiesa giacquero sulle pietre sopra un<br />
braccio di fieno, pressoché ignudi”.<br />
Dopo aver descritto i continui saccheggi, ruberie e violenze<br />
delle truppe di occupazione, Ciganotto scrive il 21 gennaio<br />
1918: “Devo rendere ancora una volta omaggio all’umanità degli<br />
ufficiali di quest’ospedale, che prestano la loro o<strong>per</strong>a caritatevole<br />
e gratuita, anche a domicilio, in favore di questa popolazione.<br />
Lo stesso Maggiore oggi pregato da alcune povere donne, non<br />
avendo chi mandare, <strong>per</strong> istrade pressoché impraticabili, andò in<br />
<strong>per</strong>sona sino a Malintrada a visitare alcuni degenti, sacrificando<br />
l’ora del pranzo. Alle visite gratuite aggiungono anche le medicine<br />
parimenti gratuite. Tutti di famiglie signorili questi ufficiali, sono<br />
un fiore di compitezza civile, ma non disdegnano il casolare del<br />
povero. Sono in maggioranza boemi. Tutto questo va notato ad<br />
onore della verità e <strong>per</strong> titolo di giustizia”.