Libro Ospedale Motta per internet.indd - Ospedale riabilitativo Motta ...
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ituali ben descritti nel Malato immaginario di Molière. Si tenevano<br />
porte e finestre ben a<strong>per</strong>te, mentre su un fornello si bruciavano<br />
sostanze aromatiche. In prossimità del malato, il medico teneva un<br />
mazzetto di erbe profumate vicino alle narici e in mano un ramo<br />
di ginepro acceso <strong>per</strong> scongiurare eventuali miasmi pestilenziali.<br />
Il paziente veniva interrogato da una certa distanza sui sintomi e<br />
sulle manifestazioni dolorose e poi, se necessario, auscultato dal<br />
medico che gli si avvicinava di spalle. Poteva esserci un esame<br />
organolettico di feci e urine, con una prolusione di dotte citazioni<br />
latine che raramente il paziente poteva comprendere, ma che<br />
doveva rassicurarlo sulla competenza del medico. I Provveditori<br />
veneti alla Sanità autorizzavano la pubblicazione e la propaganda<br />
di ricette e medicinali (FOTO n.12 e 13), ma non mancavano i fogli<br />
pubblicitari diffusi dalle singole Spezierie (FOTO n.14).<br />
L’HOSPEDAL DI BORGO DEGLI<br />
ANGELI (1567-1806): PRIMO ESEMPIO<br />
DI SPERIMENTAZIONE PUBBLICO-<br />
PRIVATA?<br />
La fabbrica dell’hospedal novo di Borgo degli Angeli fu lunga e<br />
laboriosa. Nel gennaio del 1567 la Comunità di <strong>Motta</strong> nominò un<br />
“Provveditor sopra l’Ospedal” 12 . Lo scopo è che “unitamente alla<br />
Scuola di San Nicolò siano posti li fondamenti <strong>per</strong> far l’Ospitale<br />
in Borgo, vicino alla Chiesa di S. Maria dei Morti”. Curiosamente,<br />
pare trattarsi di quella che oggi definiremmo “s<strong>per</strong>imentazione<br />
pubblico-privata”, dove il pubblico (la comunità) affida al “privato”<br />
(la confraternita) la costruzione e la gestione dell’ospedale,<br />
mantenendone sempre il controllo, tant’è vero che la confraternita,<br />
più che dipendere dal vescovo diocesano, com’era consuetudine,<br />
sembra rispondere direttamente alla comunità 13 . Il 20 marzo 1567<br />
Francesco Locatello, gastaldo della Scuola di Santa Maria e San<br />
Nicolò, compra da Marino Rizzato “tertiam partem sediminis seu<br />
22<br />
Brojlii esistenti in Burgo Sanctae Mariae Mortuorum”. Notaro<br />
Antonio de Mediis “de honorando Collegio Notariorum Mothae”.<br />
L’acquisto viene fatto “pro facendo unum Ospitalem ut constat<br />
parte in ea capta sub die quarta mensis instantis”. Dunque vi era<br />
stata una regolare delibera in data 4 marzo, ed erano stati stanziati<br />
50 ducati d’oro <strong>per</strong> l’acquisto di quella che era la terza parte di un<br />
terreno che Marino Rizzato deteneva in comproprietà con altri<br />
familiari. L’edificio è certamente quello ancor oggi esistente tra la<br />
fine del Borgo Aleandro e l’inizio di Viale Madonna, di proprietà<br />
Stradiotto, anche se con tutta probabilità fu più tardi ampliato in<br />
altezza e larghezza, come si può presumere da una traccia verticale<br />
visibile anche in vecchie foto sul muro laterale destro, mentre sul<br />
lato sinistro fu accorpato in epoca successiva un altro edificio<br />
(FOTO n. 15 e 16). Dodici anni dopo l’acquisto del terreno la<br />
costruzione non era ancora terminata: il 6 marzo 1579 si pagano<br />
lire 55 a “Bortolo Gusella <strong>per</strong> uno centenaro de tavolle e letti e<br />
<strong>per</strong> gli marangoni [carpentieri] <strong>per</strong> far gli sollari, scale et porte nel<br />
hospedal novo”. Ecco alcuni esempi di spese tratti dal libro dei<br />
conti della Scuola:<br />
27 settembre 1579: salario a Bastian Targa (il priore) “<strong>per</strong> lavar gli<br />
drappi del hospedal”. L.20<br />
18 marzo 1579: “<strong>per</strong> amor de Dio exsborsati in comprar olio,<br />
et altri onguenti, <strong>per</strong> medicar quella povera zotta [zoppa] nel<br />
hospedal”. L.11<br />
7 settembre 1580: <strong>per</strong> tagliare “l’herba del cortivo et prado del<br />
hospedal novo”. L.4<br />
8 gennaio 1581: “al prior 14 <strong>per</strong> suo salario <strong>per</strong> tenir neto l’hospedal”.<br />
L.20.<br />
Tra le spese scrupolosamente annotate, quelle <strong>per</strong> porte e finestre,<br />
che vengono ultimate solo nel 1584, e ancora <strong>per</strong> molte elemosine<br />
a <strong>per</strong>sone “bisognose et vergognose”, <strong>per</strong> il trasporto dei trovatelli<br />
(detti “creature”) all’ospedale di Oderzo, forse più capiente, e<br />
anche alcune spese stravaganti, come quella del 25 marzo 1585<br />
“<strong>per</strong> redimer dal carcere quel pover frate [confratello] retento con<br />
12 Lepido Rocco, <strong>Motta</strong> di Livenza e i suoi dintorni, Treviso, 1897, pp. 531-532. Rocco trae le notizie dal poi dis<strong>per</strong>so Archivio comunale.<br />
13 Altra curiosa coincidenza è che l’attuale Direttore Sanitario dell’<strong>Ospedale</strong> Riabilitativo di <strong>Motta</strong> è Marco Cadamuro Morgante, discendente diretto<br />
del “distinto chirurgo” Bartolomeo Cadamuro, la cui famiglia fu aggregata al Nobile Consiglio di <strong>Motta</strong> nel 1700.<br />
14 Nel 1585 il priore era ancora Bastian Targa.