Codice di buone pratiche per la viticoltura e l'enologia ... - Infowine
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senta un massimo di crescita nel succo d’uva intorno ai 35°C. la presenza di alcol riduce l’optimum di temperatura a 26-28°C. Kloeckera è più attiva di Saccharomyces cerevisiae a temperature di 4- 10°C, utilizzate per esempio durante la macerazione a freddo del succo. I batteri lattici hanno bisogno di temperature di 16-18°C per crescere con una velocità sufficiente. I batteri acetici possono sopportare temperature elevate anche in presenza di alcol. Il raffreddamento è una strategia costosa dal punto di vista energetico ma molto efficace nel rallentare la crescita dei microrganismi responsabili di alterazioni sia nel succo che nel vino. Tuttavia, le basse temperature rallentano la crescita e l’attività dei microrganismi, ma non li inattivano o eliminano dal sistema: un successivo aumento della temperatura farà ricominciare lo sviluppo microbico e quindi i fenomeni di alterazioni. Ossigeno L’ossigeno è essenziale per la sopravvivenza di alcuni microrganismi responsabili di alterazioni. I batteri acetici e i lieviti ossidativi necessitano di una grande disponibilità di ossigeno. Alcuni batteri lattici e i Brettanomyces sono microaerofili, e il loro sviluppo dipende dalla presenza di piccole quantità di ossigeno. Saccharomyces cerevisiae non ha bisogno di ossigeno per crescere e fermentare, anche se il suo sviluppo è grandemente favorito dalla presenza dello stesso Evitare che il succo ed il vino entrino in contatto con l’aria attraverso la riduzione dello spazio di testa delle vasche e la protezione con gas si dimostra una strategia molto utile per evitare lo sviluppo della maggior parte dei microrganismi responsabili di alterazioni. pH L’acidità è un fattore molto importante per i batteri lattici. Solo Oenococcus oenii mostra una qualche diminuzione dell’attività a pH inferiori a 2.9; la maggior parte non è in grado di crescere a pH inferiori a 3.2. Tutti i batteri lattici, tuttavia, aumentano enormemente la loro attività man mano che il pH cresce. Quando il pH è vicino a 4 i batteri lattici possono crescere così velocemente da prendere il sopravvento sui lieviti. Tra i lieviti, solo Brettanomyces è influenzato in maniera significativa dal pH e i vini con pH alti sono più sensibili all’attacco di questi microrganismi. L’attività di Saccharomyces cerevisiae, Kloeckera e dei batteri acetici non subisce variazioni importanti nel range di pH del vino. Inibitori La normativa sul vino consente ai produttori di utilizzare un certo numero di sostanze che possono inibire la crescita dei microrganismi responsabili di alterazioni. SO 2 L’efficacia, il basso costo e l’ampio spettro di azione fanno dei solfiti i composti antimicrobici di gran lunga più utilizzati nel settore enologico. L’SO 2 è attiva contro i batteri ed i lieviti. Una delle principali ragioni per cui è così utilizzata nel settore enologico è legata al fatto che, tra i microrganismi presenti nel vino, quello meno sensibile agli effetti dell’SO 2 è Saccharomyces cerevisiae che porta a termine la fermentazione alcolica. L’efficacia dell’SO 2 aggiunta al vino dipende dalla presenza di composti che, al pH del vino, sono in grado di legarla. Piruvato, acetaldeide, 2-chetoglutarato ed altri composti carbonilici, prodotti principalmente dai lieviti durante la fermentazione, sono in grado di combinare i solfiti rendendoli inefficaci nei confronti 184
della maggior parte dei microrganismi. Solo i batteri sono sensibili, anche se in minima parte, a tutta la solforosa, indipendentemente dalla forma in cui è presente. Nell’ambito dell’SO 2 libera, solo la forma molecolare (SO 2 -- ) è attiva nei confronti di tutti i microrganismi responsabili di alterazioni e la sua presenza dipende dal pH. La stessa quantità di SO 2 libera è 10 volte più attiva nei confronti dei microrganismi a pH 3.0 che a pH 4.0 Lisozima Il lisozima, estratto dall’albume d’uovo, è un enzima che è in grado di rompere le pareti cellulari dei lieviti provocando così la loro morte. Ampiamente utilizzato nell’industria casearia, il suo utilizzo è stato recentemente ammesso anche nel settore enologico. Questo enzima non è efficace nei confronti dei lieviti e dei batteri acetici. La sua azione nei confronti di Lactobacillus, Pediococcus ed Oenococcus è maggiore quando questi microrganismi sono nella fase di crescita e pertanto è preferibile utilizzarlo come strategia preventiva. Potassio sorbato È attivo solo nei confronti dei lieviti. Se è presente nel substrato durante lo sviluppo dei batteri può essere da questi metabolizzato portando alla formazione di composti responsabili di una forte nota olfattiva riconducibile al geranio. Per questo motivo il suo utilizzo è limitato alla fase di imbottigliamento, dopo la filtrazione del vino. Dimetil-Dicarbonato (DMDC) Il suo utilizzo è stato recentemente autorizzato nel settore enologico dalla UE sui vini dolci al momento dell’imbottigliamento, e costituisce un’alternativa al sorbato in quanto è efficace solo nei confronti dei lieviti. A causa della sua scarsa solubilità il DMDC è aggiunto direttamente al vino al momento dell’imbottigliamento mediante uno speciale dispositivo in linea. Ha un effetto letale immediato nei confronti dei lieviti e dopo poche ore si decompone in metanolo e anidride carbonica. 185
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senta un massimo <strong>di</strong> crescita nel succo d’uva intorno ai 35°C. <strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> alcol riduce l’optimum<br />
<strong>di</strong> tem<strong>per</strong>atura a 26-28°C. Kloeckera è più attiva <strong>di</strong> Saccharomyces cerevisiae a tem<strong>per</strong>ature <strong>di</strong> 4-<br />
10°C, utilizzate <strong>per</strong> esempio durante <strong>la</strong> macerazione a freddo del succo. I batteri <strong>la</strong>ttici hanno bisogno<br />
<strong>di</strong> tem<strong>per</strong>ature <strong>di</strong> 16-18°C <strong>per</strong> crescere con una velocità sufficiente. I batteri acetici possono<br />
sopportare tem<strong>per</strong>ature elevate anche in presenza <strong>di</strong> alcol. Il raffreddamento è una strategia costosa<br />
dal punto <strong>di</strong> vista energetico ma molto efficace nel rallentare <strong>la</strong> crescita dei microrganismi responsabili<br />
<strong>di</strong> alterazioni sia nel succo che nel vino. Tuttavia, le basse tem<strong>per</strong>ature rallentano <strong>la</strong> crescita e<br />
l’attività dei microrganismi, ma non li inattivano o eliminano dal sistema: un successivo aumento<br />
del<strong>la</strong> tem<strong>per</strong>atura farà ricominciare lo sviluppo microbico e quin<strong>di</strong> i fenomeni <strong>di</strong> alterazioni.<br />
Ossigeno<br />
L’ossigeno è essenziale <strong>per</strong> <strong>la</strong> sopravvivenza <strong>di</strong> alcuni microrganismi responsabili <strong>di</strong> alterazioni. I batteri<br />
acetici e i lieviti ossidativi necessitano <strong>di</strong> una grande <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> ossigeno. Alcuni batteri <strong>la</strong>ttici<br />
e i Brettanomyces sono microaerofili, e il loro sviluppo <strong>di</strong>pende dal<strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> piccole quantità<br />
<strong>di</strong> ossigeno. Saccharomyces cerevisiae non ha bisogno <strong>di</strong> ossigeno <strong>per</strong> crescere e fermentare,<br />
anche se il suo sviluppo è grandemente favorito dal<strong>la</strong> presenza dello stesso Evitare che il succo ed<br />
il vino entrino in contatto con l’aria attraverso <strong>la</strong> riduzione dello spazio <strong>di</strong> testa delle vasche e <strong>la</strong> protezione<br />
con gas si <strong>di</strong>mostra una strategia molto utile <strong>per</strong> evitare lo sviluppo del<strong>la</strong> maggior parte dei<br />
microrganismi responsabili <strong>di</strong> alterazioni.<br />
pH<br />
L’aci<strong>di</strong>tà è un fattore molto importante <strong>per</strong> i batteri <strong>la</strong>ttici. Solo Oenococcus oenii mostra una qualche<br />
<strong>di</strong>minuzione dell’attività a pH inferiori a 2.9; <strong>la</strong> maggior parte non è in grado <strong>di</strong> crescere a pH<br />
inferiori a 3.2. Tutti i batteri <strong>la</strong>ttici, tuttavia, aumentano enormemente <strong>la</strong> loro attività man mano che<br />
il pH cresce. Quando il pH è vicino a 4 i batteri <strong>la</strong>ttici possono crescere così velocemente da prendere<br />
il sopravvento sui lieviti. Tra i lieviti, solo Brettanomyces è influenzato in maniera significativa dal<br />
pH e i vini con pH alti sono più sensibili all’attacco <strong>di</strong> questi microrganismi. L’attività <strong>di</strong><br />
Saccharomyces cerevisiae, Kloeckera e dei batteri acetici non subisce variazioni importanti nel<br />
range <strong>di</strong> pH del vino.<br />
Inibitori<br />
La normativa sul vino consente ai produttori <strong>di</strong> utilizzare un certo numero <strong>di</strong> sostanze che possono<br />
inibire <strong>la</strong> crescita dei microrganismi responsabili <strong>di</strong> alterazioni.<br />
SO 2<br />
L’efficacia, il basso costo e l’ampio spettro <strong>di</strong> azione fanno dei solfiti i composti antimicrobici <strong>di</strong> gran<br />
lunga più utilizzati nel settore enologico. L’SO 2 è attiva contro i batteri ed i lieviti. Una delle principali<br />
ragioni <strong>per</strong> cui è così utilizzata nel settore enologico è legata al fatto che, tra i microrganismi presenti<br />
nel vino, quello meno sensibile agli effetti dell’SO 2 è Saccharomyces cerevisiae che porta a termine<br />
<strong>la</strong> fermentazione alcolica.<br />
L’efficacia dell’SO 2 aggiunta al vino <strong>di</strong>pende dal<strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> composti che, al pH del vino, sono in<br />
grado <strong>di</strong> legar<strong>la</strong>.<br />
Piruvato, acetaldeide, 2-chetoglutarato ed altri composti carbonilici, prodotti principalmente dai lieviti<br />
durante <strong>la</strong> fermentazione, sono in grado <strong>di</strong> combinare i solfiti rendendoli inefficaci nei confronti<br />
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