Codice di buone pratiche per la viticoltura e l'enologia ... - Infowine
Codice di buone pratiche per la viticoltura e l'enologia ... - Infowine Codice di buone pratiche per la viticoltura e l'enologia ... - Infowine
170 3.3. SO 2 – Gestione (Zironi, R.; Comuzzo, P.; Tat, L.; Scobioala, S.) Importanza dell’utilizzo dell’anidride solforosa nei mosti e nei vini Oggigiorno i solfiti sono considerati degli additivi fondamentali in diverse fasi del processo di vinificazione per la loro attività antimicrobica, antiossidante e anti-ossidasica. Nei mosti e nei vini il diossido di zolfo inibisce la crescita di batteri e di lieviti indigeni mentre i lieviti selezionati (Saccharomyces spp.) manifestano una certa resistenza nei confronti di questo additivo. Da un punto di vista tecnologico questo aspetto si dimostra particolarmente importante in quanto determina il predominio dei lieviti selezionati nel mezzo di fermentazione (selezionati appunto sulla base della loro resistenza all’SO 2). Oltre all’azione selettiva nei confronti dei microrganismi responsabili dellla fermentazione, i solfiti hanno altri importanti effetti. I batteri sono molto sensibili al diossido di zolfo e per questa ragione la solfitazione è un ottimo sistema per evitare la fermentazione malolattica (quando è indesiderata) e per ridurre il rischio di inquinamenti microbici (es. sviluppo di batteri acetici o di fermentazioni lattiche senza controllo). L’azione antiossidante dell’SO 2 nei mosti è legata principalmente all’inibizione dell’ossidazione enzimatica. L’aggiunta di solfiti blocca il consumo di ossigeno da parte del mosto inibendo gli enzimi che catalizzano l’ossidazione dei composti fenolici (polifenolossidasi). Uno di questi enzimi, naturalmente presente nelle uve (tirosinasi) è completamente inattivato con un’aggiunta relativamente contenuta di diossido di zolfo (approssimativamente 50 mg/L), mentre un altro enzima, prodotto dalla Botrytis cinerea e quindi presente in uve ammuffite è meno sensibile al diossido di zolfo. Da qui la maggior presenza di problemi di imbrunimento e di ossidazione nei mosti prodotti a partire da uve botritizzate. Un altro vantaggio legato all’impiego di solfiti nelle prime fasi del processo di vinificazione deriva dalla loro capacità di favorire il processo di estrazione degli antociani e delle sostanze fenoliche durante la macerazione delle uve rosse. L’anidride solforosa può denaturare alcune proteine presenti sulla membrana delle cellule della buccia dell’uva, portando alla formazione di micro - pori e incrementando l’estrazione della materia colorante. Inoltre, l’anidride solforosa può legare gli antociani rendendoli più solubili ed estraibili, particolarmente in una soluzione idroalcolica. Il problema di questo tipo di interazione è la leggera perdita di colore dovuta al fatto che l’interazione tra anidride solforosa ed antociani porta alla formazione di composti incolori. Se l’attività antiossidasica coinvolge principalmente il mosto e l’inibizione degli enzimi, l’utilizzo dell’anidride solforosa nel vino finito si basa sulla sua capacità di reagire direttamente con l’ossigeno in presenza di catalizzatori metallici (ferro e rame). Questa reazione riduce la quantità di ossigeno disponibile nel mezzo e la sua capacità di reagire con altre sostanze (es. polifenoli). Per questo motivo l’anidride solforosa è particolarmente importante nella conservazione del vino. Stato dell’anidride solforosa nei mosti e nei vini Nei mosti e nei vini l’anidride solforosa è presente sotto diverse forme che si trovano in equilibrio tra di loro: SO 2 totale, SO 2 libera SO 2 molecolare. Diversi composti (zuccheri, composti carbonilici) sono in grado di agire come leganti dell’anidride solforosa. L’acetaldeide (MeCHO) è il composto più reattivo; il prodotto formato dalla sua interazione con lo ione bisolfito è stabile e la sua formazione reduce l’attività antimicrobica e antiossidante
di questo additivo. La parte di SO 2 legata con l’acetaldeide e con altri composti costituisce la frazione combinata del suddetto additivo. La figura 79 rappresenta l’equilibrio dell’anidride solforosa nei mosti e nei vini. SO 2 TOTAL SO 2 combinata SO 2 libera Legata a MeCHO, zuccheri ed altri composti Al pH del vino principalmente sotto forma di ione bisolfito (HSO 3 - ) Azione * pH, EtOH Temperatura * Contro microrganismi, enzimi polifenolossidasici e ossigeno molecolare Fig. 79: Rappresentazione schematica degli equilibri dell’anidride solforosa nel vino SO 2 MOLECOLARE Anidride solforosa in forma molecolare (SO 2) Al pH del vino, l’anidride solforosa libera è principalmente presente sotto forma di ione bisolfito (HSO 3); anche se questa forma manifesta un’attività piuttosto buona contro i microrganismi e le sostanze ossidanti, la forma più attiva di questo additive è quella molecolare (SO 2). La percentuale di anidride solforosa libera in forma molecolare dipende dal pH ed è maggiore quando il pH è basso. Per questo motivo gli effetti della solfitazione sono più intensi quando il pH è basso. Anche il grado alcolico e la temperatura influenzano l’equilibrio tra lo ione bisolfito e l’SO 2 molecolare: la forma molecolare aumenta quando la gradazione alcolica e la temperatura sono più elevate. Come precedentemente riportato, nei mosti e nei vini l’acetaldeide è il principale composto che si lega all’SO 2. Alcuni ceppi di lieviti possono produrre MeCHO come reazione alla presenza di alte concentrazioni di solfiti nel mezzo di crescita; questo significa che l’aggiunta di grandi quantità di anidride solforosa nel mosto può comportare un incremento dell’acetaldeide prodotta dai lieviti e, di conseguenza, una diminuzione del rapporto tra SO 2 libera e totale alla fine della fermentazione alcolica 6. Per questo motivo i produttori sono inclini a limitare l’utilizzo dei solfiti prima della fermentazione alcolica, con il vantaggio di ridurre l’acetaldeide prodotta. Ciò permette di avere un rapporto più favorevole tra SO 2 libera e totale, e, di conseguenza, un margine di azione più ampio in riferimento a tutte le aggiunte successive di questo additivo. Tossicità dei solfiti Malgrado le azioni fondamentali sopra sottolineate, l’anidride solforosa è riconosciuta come una sostanza tossica e allergenica (LD 50 : 0,7-2,5 mg/kg in funzione della specie animale; massimo apporto giornaliero: 0,7 mg/kg 7), e per questo motivo può avere un forte impatto sull’attenzione del consumatore verso i problemi relativi alla salute. 6 Aumento dell’anidride solforosa in forma combinata; a titolo di esempio, 100 mg/L di SO 2 totale aggiunti prima dell’inizio della fermentazione alcolica possono diventare, all’esaurimento degli zuccheri, 60-70 mg/L, con meno di 10 mg/L in forma libera. 171
- Page 119 and 120: 2.2.3.1. Aggiunte di conservantI Pr
- Page 121 and 122: Fig. 62: Tini di fermentazione per
- Page 123 and 124: conseguente estrazione e aumento si
- Page 125 and 126: ifica. L’aggiunta di enzimi pecto
- Page 127 and 128: 2.2.4.1. Inizio della fermentazione
- Page 129 and 130: 2.2.4.2. Gestione dell’azoto Prin
- Page 131 and 132: 2.2.4.4. Arricchimenti Principi L
- Page 133 and 134: 2.2.5. Macerazione Fig. 67: Vini ro
- Page 135 and 136: Pratiche di vinificazione Estesa La
- Page 137 and 138: 2.2.5.3. Gestione dell’estrazione
- Page 139 and 140: 2.2.5.4. Serbatoi di macerazione Pr
- Page 141 and 142: 2.2.5.5. Torchiatura della vinaccia
- Page 143 and 144: 2.2.6.1. Fermentazione Malolattica
- Page 145 and 146: 2.2.6.3. Contatto con le fecce Prin
- Page 147 and 148: 2.2.6.5. Affinamento in legno Princ
- Page 149 and 150: 2.2.7. Chiarifiche e Stabilizzazion
- Page 151 and 152: 2.2.7.2. Stabilizzazione della fraz
- Page 153 and 154: 2.2.7.4. Coadiuvanti di chiarifica
- Page 155 and 156: 2.2.8.1. Filtrazione sgrossante Pri
- Page 157 and 158: 2.2.8.3. Aggiunta di conservanti Pr
- Page 159 and 160: Fig. 78: Imbottigliatrice per picco
- Page 161 and 162: Bibliografia: Adams, D. O. and Liya
- Page 163 and 164: Suzzi, G. and Romano, P. (1982) Ind
- Page 165 and 166: • Normativa esistente: Conformit
- Page 167 and 168: Indipendentemente dal tipo di sporc
- Page 169: Trattamento del mosto: Quando si vu
- Page 173 and 174: Quando la fermentazione è condotta
- Page 175 and 176: Tiamina: Si raccomanda l’aggiunta
- Page 177 and 178: Temperatura Questa variabile influe
- Page 179 and 180: Reazione dell’ossigeno nei vini A
- Page 181 and 182: acetico e poi in etil acetato, comp
- Page 183 and 184: vengono tenuti sotto controllo ques
- Page 185 and 186: della maggior parte dei microrganis
- Page 187 and 188: Tabella 5: Singole fasi del process
- Page 189 and 190: Vantaggi: Con la stessa quantità d
- Page 191 and 192: Pinot Grigio indice di polifenoli t
- Page 193 and 194: Risultati principali I risultati co
- Page 195 and 196: 5.2. Iperossigenazione (Zironi, R.;
- Page 197 and 198: VCs: vinificazione convenzionale (3
- Page 199 and 200: H: scorze di lievito (400 mg/L) e t
- Page 201 and 202: Un altro importante motivo che port
- Page 203 and 204: SAUVIGNON (VINO FINITO - GENNAIO 07
- Page 205 and 206: Fig. 88: Production of SO2 by one c
- Page 207 and 208: 5.5. Influenza dei nutrienti sulla
- Page 209 and 210: 5.6. Tecnologie e pratiche di vinif
- Page 211 and 212: molto piccole (con aggiunta di 1g /
- Page 213 and 214: Non ci sono state differenze signif
- Page 215 and 216: Tabella 15: Risultati dell’inocul
- Page 217 and 218: Risultati e Conclusioni Il primo es
- Page 219 and 220: 5.8. Valutazione Ambientale (Capri,
<strong>di</strong> questo ad<strong>di</strong>tivo. La parte <strong>di</strong> SO 2 legata con l’acetaldeide e con altri composti costituisce <strong>la</strong> frazione<br />
combinata del suddetto ad<strong>di</strong>tivo.<br />
La figura 79 rappresenta l’equilibrio dell’anidride solforosa nei mosti e nei vini.<br />
SO 2 TOTAL<br />
SO 2 combinata SO 2 libera<br />
Legata a MeCHO, zuccheri<br />
ed altri composti<br />
Al pH del vino principalmente<br />
sotto forma <strong>di</strong> ione bisolfito<br />
(HSO 3 - )<br />
Azione *<br />
pH, EtOH<br />
Tem<strong>per</strong>atura<br />
* Contro microrganismi, enzimi polifenolossidasici e ossigeno moleco<strong>la</strong>re<br />
Fig. 79: Rappresentazione schematica degli equilibri dell’anidride solforosa nel vino<br />
SO 2 MOLECOLARE<br />
Anidride solforosa in<br />
forma moleco<strong>la</strong>re (SO 2)<br />
Al pH del vino, l’anidride solforosa libera è principalmente presente sotto forma <strong>di</strong> ione bisolfito (HSO 3);<br />
anche se questa forma manifesta un’attività piuttosto buona contro i microrganismi e le sostanze ossidanti,<br />
<strong>la</strong> forma più attiva <strong>di</strong> questo ad<strong>di</strong>tive è quel<strong>la</strong> moleco<strong>la</strong>re (SO 2).<br />
La <strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> anidride solforosa libera in forma moleco<strong>la</strong>re <strong>di</strong>pende dal pH ed è maggiore quando<br />
il pH è basso. Per questo motivo gli effetti del<strong>la</strong> solfitazione sono più intensi quando il pH è basso.<br />
Anche il grado alcolico e <strong>la</strong> tem<strong>per</strong>atura influenzano l’equilibrio tra lo ione bisolfito e l’SO 2 moleco<strong>la</strong>re:<br />
<strong>la</strong> forma moleco<strong>la</strong>re aumenta quando <strong>la</strong> gradazione alcolica e <strong>la</strong> tem<strong>per</strong>atura sono più elevate.<br />
Come precedentemente riportato, nei mosti e nei vini l’acetaldeide è il principale composto che si lega<br />
all’SO 2. Alcuni ceppi <strong>di</strong> lieviti possono produrre MeCHO come reazione al<strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> alte concentrazioni<br />
<strong>di</strong> solfiti nel mezzo <strong>di</strong> crescita; questo significa che l’aggiunta <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong> anidride solforosa<br />
nel mosto può comportare un incremento dell’acetaldeide prodotta dai lieviti e, <strong>di</strong> conseguenza,<br />
una <strong>di</strong>minuzione del rapporto tra SO 2 libera e totale al<strong>la</strong> fine del<strong>la</strong> fermentazione alcolica 6.<br />
Per questo motivo i produttori sono inclini a limitare l’utilizzo dei solfiti prima del<strong>la</strong> fermentazione<br />
alcolica, con il vantaggio <strong>di</strong> ridurre l’acetaldeide prodotta. Ciò <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> avere un rapporto più<br />
favorevole tra SO 2 libera e totale, e, <strong>di</strong> conseguenza, un margine <strong>di</strong> azione più ampio in riferimento<br />
a tutte le aggiunte successive <strong>di</strong> questo ad<strong>di</strong>tivo.<br />
Tossicità dei solfiti<br />
Malgrado le azioni fondamentali sopra sottolineate, l’anidride solforosa è riconosciuta come una<br />
sostanza tossica e allergenica (LD 50 : 0,7-2,5 mg/kg in funzione del<strong>la</strong> specie animale; massimo<br />
apporto giornaliero: 0,7 mg/kg 7), e <strong>per</strong> questo motivo può avere un forte impatto sull’attenzione del<br />
consumatore verso i problemi re<strong>la</strong>tivi al<strong>la</strong> salute.<br />
6 Aumento dell’anidride solforosa in forma combinata; a titolo <strong>di</strong> esempio, 100 mg/L <strong>di</strong> SO 2 totale aggiunti prima dell’inizio del<strong>la</strong><br />
fermentazione alcolica possono <strong>di</strong>ventare, all’esaurimento degli zuccheri, 60-70 mg/L, con meno <strong>di</strong> 10 mg/L in forma libera.<br />
171