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TECNICA<br />

COLTURALE<br />

DISERBO<br />

<strong>MAIS</strong><br />

1


DANNI<br />

CAUSATI DALLE INFESTANTI<br />

DIMINUZIONE DELLE RESE (30-70%)<br />

Competizione per le risorse: luce, acqua, nutrienti<br />

DIFFICOLTÀ DI RACCOLTA<br />

DECADIMENTO QUALITATIVO<br />

Maggiore predisposizione all’attacco di muffe e<br />

conseguente contaminazione da micotossine<br />

2


INFESTANTI<br />

130 spp. selvatiche, 30 molto diffuse, 12 molto aggressive<br />

3


4<br />

Con semine precoci il periodo critico si allunga<br />

di 10-20 gg


INFESTANTI<br />

5


COMPOSIZIONE FLORA<br />

INFESTANTE PIANURA PADANA<br />

SIGNIFICATIVI CAMBIAMENTI NELLA FLORA INFESTANTE SONO<br />

AVVENUTI NEGLI ULTIMI DECENNI, COME CONSEGUENZA DEI<br />

CAMBIAMENTI COLTURALI<br />

6


COMPOSIZIONE FLORA<br />

INFESTANTE PIANURA PADANA<br />

(Portulaca spp.)<br />

Polygonum lapathifolium +++<br />

Polygonum aviculare ++<br />

Polygonum persicaria +<br />

Amaranthus retroflexus +++<br />

Amaranthus hybridus ++<br />

Amatanthus lividus +<br />

Chenopodium album +++<br />

Chenopodium polyspermum +<br />

Chenopodium opulifolium<br />

Solanum nigrum +++<br />

Solanum carolinense<br />

Solanum dulcamara<br />

7


Polygonum lapathifolium (Poligono nodoso)<br />

8


10.000 semi/pianta<br />

Amaranthus retroflexus (Amaranto)<br />

9


70.000 semi/pianta<br />

Chenopodium album (Farinello)<br />

10


8.000 semi/pianta<br />

Abutilon theophrasti (Cencio molle)<br />

11


Solanum nigrum (Erba morella)<br />

12


Portulaca oleracea (Porcellana comune)<br />

13


COMPOSIZIONE FLORA<br />

INFESTANTE PIANURA PADANA<br />

(glauca)<br />

14


Echinochloa crus-galli (Giavone comune)<br />

15


<strong>Di</strong>ffusione per seme e rizomi<br />

Sorghum halepense (Sorghetta)<br />

16


<strong>Di</strong>gitaria sanguinalis (Sanguinella)<br />

17


Setaria glauca (Pabbio)<br />

18


Cynodon dactylon (Dente di cane,<br />

Gramigna)<br />

<strong>Di</strong>ffusione per rizomi<br />

19


Panicum dichotomiflorum (Panico)<br />

20


Evoluzione della tecnica e modificazione<br />

delle infestanti<br />

• Monosuccessione e resistenza all’atrazina<br />

Sorghetta da rizoma, giavone,<br />

<strong>Di</strong>cot. annuali:Amaranthus spp., Solanum spp.,<br />

Chenopodium spp.<br />

<strong>Di</strong>cot. perenni: Cirsium, Convolvulus, Calystegia, ecc.<br />

● <strong>Di</strong>vieto dell’atrazina e diffusione nuove specie<br />

Abutilon, Bidens, Xanthium, ecc.<br />

● Set aside e minima lavorazione<br />

Acalypha virginica, Apios americana, Sicyos angulatus,<br />

Siegesbeckia orientalis, Humulus lupulus, Helianthus<br />

annuus, Ambrosia spp., ecc.<br />

● Anticipo semina<br />

Polygonum aviculare, Fallopia convolvulus, Picris, Stachys,<br />

Anagallis, Stellaria, <strong>Ve</strong>ronica<br />

21


TECNICHE DI LOTTA ALLE MALERBE<br />

GESTIONE AGRONOMICA<br />

Corretta e razionale rotazione colturale (flora infestante<br />

diversificata e meno competitiva)<br />

GESTIONE MECCANICA<br />

Lavorazione principale terreno (contenimento infestanti perenni)<br />

Buona preparazione letto di semina<br />

Sarchiatura (di norma a completamento del diserbo chimico)<br />

GESTIONE CHIMICA<br />

IN BIOLOGICO<br />

Falsa semina<br />

Strigliatura<br />

22


INFLUENZA DELLA ROTAZIONE<br />

23


Effetto<br />

7+ specie 4+ specie<br />

25


Lotta meccanica alle erbe infestanti<br />

La lotta alle erbe infestanti in passato era<br />

affidata alle sarchiature.<br />

Le sarchiature meccaniche non bastano a<br />

risolvere soddisfacentemente il problema<br />

delle infestanti, infatti gli organi lavoranti<br />

della macchina sarchiatrice operano solo<br />

nell'interfila. Inoltre non sempre si riesce a<br />

entrare nei campi per sarchiare prima che il<br />

mais sia troppo cresciuto in altezza.<br />

26


GESTIONE CHIMICA<br />

La gestione chimica delle malerbe (diserbo)<br />

comporta la necessità di valutare se occorre<br />

effettivamente intervenire, in funzione di<br />

esperienze storiche o di una determinata<br />

presenza di malerbe definita soglia di<br />

intervento, variabile in funzione di ogni specie<br />

infestante.<br />

Occorre poi scegliere quale erbicida<br />

impiegare, in funzione delle caratteristiche<br />

del terreno, delle malerbe presenti, del clima,<br />

etc. e soprattutto se intervenire in pre- o<br />

post-emergenza della coltura.<br />

27


DISERBO CHIMICO<br />

– Pre-semina e Pre-emergenza<br />

Si impiegano erbicidi ad ampio spettro di azione o miscele<br />

di erbicidi con spettro complementare. Non sono mirati e non<br />

sono risolutivi, necessitano quasi sempre di un postemergenza.<br />

Poco idonei nei terreni ricchi di sostanza<br />

organica. Nuovi p.a. di lunga persitenza (terbutilazina)<br />

– Post-emergenza<br />

Si impiegano erbicidi a penetrazione principalmente fogliare,<br />

scelti in base alla flora presente e richiedono l’aggiunta di<br />

coadiuvanti, adesivi o bagnanti. Attuati per colpire obiettivi<br />

definiti, richiedono tempestività di intervento e molta<br />

professionalità. Possono essere effettuati anche per<br />

completare un pre-emergenza non andato a buon fine.<br />

29


TECNICHE DI DISERBO CHIMICO<br />

IN ITALIA<br />

30


EVOLUZIONE DEL DISERBO<br />

Negli anni ’80 il diserbo era incentrato nell’utilizzo in pre- e postemergenza<br />

dell’atrazina, selettiva nei confronti della coltura ed<br />

efficace sulla maggioranza delle infestanti dicotiledoni e graminacee.<br />

Nel 1990 è stato proibito l’uso di tale p.a.<br />

In pre-emergenza sono state proposte nuove triazine<br />

(terbutilazina), impiegate da sole o in miscela con cloroacetamidi,<br />

metalaclor, mesotrione, pendimetalin per potenziarne l’attività<br />

verso graminacee, chenopodiacee e Solanum. Pendimetalin è<br />

impiegato anche in miscela con linuron per eliminare crucifere e<br />

composite.<br />

In post-emergenza la sostituzione dell’atrazina fu più complessa per<br />

la minor disponibilità di p.a.<br />

Negli anni ’90 la ricerca ha portato alla sintesi di numerose molecole<br />

sostitutive dell’atrazina, sia in termini di selettività che di efficacia,<br />

tanto in pre- che post-emergenza, tra queste le sulfoniluree molto<br />

attive sia su dicotiledoni che su graminacee.<br />

32


Graminacee<br />

<strong>Di</strong>cotiledoni<br />

Mais<br />

Primi stadi di sviluppo (2-3 f) -S-metolaclor+mesotrione<br />

Maggiore di tre foglie -Rinsulfuron<br />

« -Nicosulfuron<br />

« -Floramsulfuron<br />

Primi stadi di sviluppo (2-3 f) -Clopiralid<br />

« -<strong>Di</strong>camba<br />

« -Floruxipir<br />

« -Florasulam+fluroxipir<br />

« -Mesotrione<br />

« -Pendimetalin+<strong>Di</strong>camba<br />

« -<strong>Pro</strong>sulfuron<br />

« -Sulcutrione<br />

Pre emergenza, 2-3 foglie -<strong>Di</strong>metamide+terbutilazina<br />

« -S-metolaclor+terbutilazina<br />

« -Acetolaclor+terbutilazina<br />

« -Petoxamide+terbut<br />

Pre emergenza -Pendimetalin+terbutilazina<br />

« -Aclonifen<br />

« -Clomazone<br />

Graminacee e dicotiledoni<br />

33


TECNICA<br />

COLTURALE<br />

LAVORAZIONI<br />

E IRRIGAZIONE<br />

<strong>MAIS</strong><br />

35


IRRIGAZIONE<br />

Il mais ha una buona efficienza di utilizzazione dell’acqua (WUE), ma<br />

per sostenere la sua altissima produttività potenziale (20 e oltre<br />

t/ha di sostanza secca) sono richieste disponibilità d'acqua che solo<br />

in poche zone sono assicurate dalle riserve idriche del terreno e<br />

dalle piogge del periodo di crescita.<br />

Si consideri che il mais svolge il suo ciclo nel periodo dell'anno in cui<br />

la piovosità è al suo minimo e la domanda evapotraspirativa è al suo<br />

massimo. Per questo la maiscoltura in Italia per essere veramente<br />

intensiva non può prescindere dall'ausilio dell'irrigazione.<br />

L'insufficienza d'acqua provoca sempre danni al mais che diventano<br />

di gravità eccezionale quando lo stress idrico si verifica nel momento<br />

estremamente critico della fioritura: in questa fase l'appassimento<br />

anche temporaneo delle piante ha come effetto il fallimento dei<br />

processi fecondativi che si traduce nella riduzione talora anche<br />

totale del numero di cariossidi per spiga.<br />

Il mais in coltura asciutta è quasi scomparso proprio per la<br />

aleatorietà delle sue produzioni legate alla aleatorietà delle piogge<br />

estive, in particolare nel momento della fioritura.<br />

36


IRRIGAZIONE<br />

Il mais ha un coefficiente di evotraspirazione basso: 250 kg di<br />

H 20 per kg s.s. prodotta<br />

CONSUMO MEDIO GIORNALIERO<br />

40 m 3 /ha = 0,6-0,7 l/pianta<br />

AL DI SOTTO DEL 40-50% DELLA CAPACITÀ DI CAMPO<br />

IL <strong>MAIS</strong> RIDUCE L’EVAPOTRASPIRAZIONE<br />

E QUINDI LA PRODUZIONE DI S.S.<br />

DIVENTA PERTANTO NECESSARIO<br />

INTERVENIRE CON L’IRRIGAZIONE<br />

Se una coltura produce 12 t/ha di granella significa anche una<br />

produzione totale di biomassa di circa 24 t/ha, con una necessità di<br />

6000 m3 di H20 pari a 600 mm di pioggia.<br />

Tale quantitativo di acqua deve essere tuttavia disponibile nei<br />

momenti critici del ciclo colturale, conseguentemente l’irrigazione<br />

diventa una tecnica importante per la coltura<br />

37


IRRIGAZIONE<br />

Stagione di adacquamento. Un programma d'irrigazione che voglia<br />

coprire al meglio le esigenze di una coltura di mais deve prevedere<br />

che l'acqua non difetti nel periodo che va dalla emissione del<br />

pennacchio fino almeno alla maturazione latteo-cerosa (circa 5-6<br />

settimane dopo la fioritura) per una stagione irrigua di 50-60<br />

giorni al massimo, situata nei mesi centrali dell'estate: luglio e<br />

agosto.<br />

La fase di fioritura è caratterizzata da straordinaria sensibilità alla<br />

deficienza idrica e da gravissime conseguenze sulla produzione.<br />

Questa fase, che in un campo di mais dura circa una settimana, è<br />

importante che si svolga in perfette condizioni idriche perché uno<br />

stress che in questo momento provocasse anche un lieve e<br />

momentaneo appassimento avrebbe come conseguenza l'infertilità di<br />

una quota altissima di ovuli della spiga, con proporzionale perdita di<br />

produzione.<br />

Prima e dopo la fioritura la deficienza idrica riduce la capacità di<br />

assimilazione della coltura, ma non ha conseguenze così drammatiche<br />

come alla fioritura.<br />

38


IRRIGAZIONE<br />

Volume di adacquamento. Ogni adacquata va fatta con il massimo<br />

di razionalità per evitare sprechi, insufficienze e inefficienze, sulla<br />

base di elementi tecnici precisi attinenti al terreno e alla coltura,<br />

dai quali dedurre il volume di adacquamento.<br />

L'irrigazione deve essere fatta per tempo, prima che la coltura<br />

manifesti il benché minimo segno di sofferenza, quindi molto prima<br />

del punto di appassimento.<br />

Il volume di adacquamento deve essere stabilito in modo da<br />

bagnare lo strato superficiale di suolo di 70 cm circa di spessore.<br />

Turno. Il turno è l'intervallo di tempo che passa tra un'adacquata e<br />

l'altra. Una volta stabilito il volume d'adacquamento, il turno sarà<br />

più o meno breve in funzione della evapotraspirazione della coltura<br />

nei giorni successivi all'adacquata.<br />

L'irrigazione del mais è generalmente eseguita col sistema per<br />

aspersione, o per infiltrazione laterale, da solchi.<br />

In diffusione l’irrigazione a pioggia (pivot).<br />

L'irrigazione alla semina può essere necessaria nel caso di coltura<br />

intercalare per assicurare le nascite.<br />

39


IRRIGAZIONE<br />

METODI<br />

* SCORRIMENTO 700-1000 m 3 /ha PER ADACQUATA<br />

* ASPERSIONE<br />

400-500 m 3 /ha (uso dei Pivot)<br />

TURNI (a partire dalle fasi di pre-fioritura)<br />

IN ASSENZA DI PIOGGIA 6-10 gg al nord, 6-7 gg al sud<br />

NORD = 3-4 INTERVENTI<br />

SUD = 6-7 INTERVENTI<br />

42


IRRIGAZIONE<br />

COME DIMINUIRE I CONSUMI DI ACQUA?<br />

* SCELTA DELL'IBRIDO<br />

* > PENETRAZIONE DELL'ACQUA NEL TERRENO<br />

* CONCIMAZIONE EQUILIBRATA<br />

* SEMINE PRECOCI<br />

* DISERBO ACCURATO<br />

* RIDUZIONE DISTANZA TRA LE FILE<br />

43


IRRIGAZIONE<br />

Limitato sussidio irriguo. Un'azienda con ridotte disponibilità<br />

d'acqua potrebbe limitarne il consumo abbreviando la lunghezza<br />

della stagione irrigua, riducendo il numero (non il volume!) degli<br />

adacquamenti, fino al limite di riservare un'unica irrigazione alla<br />

ricarica idrica del terreno all'inizio della fase di fioritura.<br />

Un sussidio irriguo limitato nel senso ora indicato può<br />

considerarsi una interessante alternativa economica<br />

all'irrigazione totalitaria, che punta alle massime espressioni di<br />

produttività del mais, ma è molto onerosa.<br />

La diminuzione della produzione in termini economici può essere<br />

compensata dal risparmio d'acqua, d'energia e di lavoro per<br />

l'irrigazione, dal risparmio nella concimazione e nell'essiccazione,<br />

visto che con questo tipo di gestione le varietà consigliabili sono<br />

più precoci, più sane e di miglior qualità (esempio: mais vitrei).<br />

44


Altre cure colturali<br />

<strong>Di</strong>radamento.<br />

È l'operazione con la quale in passato si dava alla coltura la giusta<br />

fittezza. Il diradamento va cominciato non troppo tardi, quando sono<br />

trascorse 3-4 settimane dalla nascita e le piantine hanno 3-4 foglie.<br />

Esso deve essere fatto a mano e pertanto risulta oneroso: 40-60 oreuomo<br />

per ettaro.<br />

Nella moderna maiscoltura intensiva il diradamento è reso superfluo<br />

dalla semina di precisione.<br />

Rincalzatura.<br />

È questa un'operazione consistente nell'addossare terra al piede delle<br />

piante di mais per favorirne la radicazione e, soprattutto, per rendere<br />

possibile l'irrigazione col sistema per infiltrazione laterale da solchi.<br />

La rincalzatura, molto diffusa in passato, ha perso molta della sua<br />

importanza nella maiscoltura moderna. Infatti i suoi vantaggi sono<br />

discussi e poco rilevanti, mentre essa porta a diversi inconvenienti, come<br />

quello di ostacolare la trinciatura degli stocchi.<br />

Nel caso di sarchiatura meccanica, spesso risulta molto utile per<br />

controllare meglio le erbacce abbinare la rincalzatura alla sarchiatura<br />

(sarchia-rincalzatura), montando un organo rincalzatore dietro ogni<br />

organo sarchiatore; in questo modo si riesce a controllare,<br />

sotterrandole, le erbe infestanti presenti lungo la fila, nella striscia di<br />

terreno non smosso dai sarchiatori.<br />

45


SARCHIATURA<br />

INDISPENSABILE IN PASSATO<br />

Un problema non ancora convenientemente definito è quello se si<br />

debba sarchiare nel caso in cui il diserbo abbia sortito piena<br />

efficacia nel controllare le malerbe.<br />

La sarchiatura consente di conseguire altri benefici effetti oltre al<br />

controllo delle infestanti, quali la riduzione dell'evaporazione e<br />

l'arieggiamento della rizosfera, oltre all’interramento dei<br />

concimi.<br />

Nelle terre leggere e nelle colture irrigue dove la maiscoltura è oggi<br />

prevalentemente concentrata, questi vantaggi sono poco importanti,<br />

per cui la sarchiatura tende a non essere più praticata essendo<br />

stata sostituita dal diserbo quale mezzo di controllo delle erbe<br />

infestanti,<br />

Con le limitazioni all'uso di alcuni diserbanti efficaci è prevedibile<br />

che la sarchiatura del mais dovrà essere ripresa in considerazione<br />

come intervento ordinario, in sostituzione o a completamento del<br />

diserbo chimico.<br />

Si tenga presente che i campi di mais sono agibili per le macchine<br />

finché le piante non superano i 60-70 cm di altezza. Data l'alta<br />

velocità di crescita del mais in questo periodo, capita spesso di non<br />

riuscire a entrare in tempo nei campi.<br />

46


TECNICA<br />

COLTURALE<br />

RACCOLTA E<br />

CONSERVAZIONE<br />

<strong>MAIS</strong><br />

47


RACCOLTA<br />

• Alla maturazione fisiologica (punto nero, stadio R 6)<br />

inizia la perdita dell’umidità della granella.<br />

• Normalmente questo stadio viene raggiunto nella<br />

prima settimana di settembre, quando le condizioni<br />

climatiche non sempre favoriscono tale perdita.<br />

• Per perdere 5-6 punti di umidità, in condizioni<br />

favorevoli, occorrono 10-12 gg.<br />

• Dalla formazione del punto nero alla raccolta (24-26%<br />

di umidità) passano circa 15-25 gg, ciò costituisce un<br />

rischio sia per la produzione che per la qualità<br />

• Opportuno trovare un compromesso tra i maggiori<br />

oneri dell’essiccazione e la garanzia di produrre una<br />

buona qualità evitando anche la rottura della granella<br />

per azione della mietitrebbia.<br />

48


RACCOLTA<br />

Le mietitrebbiatrici da mais sono normali<br />

mietitrebbiatrici che per operare sul mais vengono<br />

munite di apposita testata spannocchiatrice.<br />

Granella più secca si sgrana con facilità sotto l'azione<br />

degli organi spannocchiatori e così va incontro a<br />

perdite.<br />

Granella più umida si distacca dal tutolo con difficoltà<br />

e si spacca facilmente (un prodotto di buona qualità<br />

non deve presentare più del 10% di semi rotti).<br />

La più comune stagione di raccolta del mais da granella<br />

va dalla seconda metà di settembre alla fine di<br />

ottobre (e oltre, se la varietà è resistente ai marciumi<br />

del fusto).<br />

49


ESSICCAZIONE DELLA GRANELLA<br />

• La granella da commerciare secca deve avere non più del 14%<br />

d'acqua per poter essere immagazzinata senza<br />

autoriscaldamento e ammuffimento, anche se l'umidità standard<br />

commerciale è convenzionalmente del 15,5%.<br />

• Quasi mai il mais è raccolto abbastanza secco, c'è sempre<br />

bisogno di essiccarlo artificialmente in essiccatoi ad aria calda,<br />

aziendali o consortili. Si considera che un impianto aziendale sia<br />

economicamente giustificato solo se lavora almeno 400 t di mais<br />

secco all'anno.<br />

• L’obiettivo dell’essiccazione è di portare l’umidità ad un livello<br />

non superiore al 14%, che costituisce il limite dell’attività<br />

enzimatica. Al di sotto di tale valore i fenomeni di fermentazione<br />

e respirazione vengono ridotti al minimo o annullati.<br />

• Temperatura iniziale di 50-60°C, poi si può aumentare anche fino<br />

a 100°C. Attenzione per mais da seme<br />

50


Ammuffimento<br />

La granella del mais se conservata<br />

impropriamente - non abbastanza secca<br />

- è esposta ad un inconveniente -<br />

l'ammuffimento - che è comune a tutte<br />

le granaglie ma che nel mais assume una<br />

gravità tutta particolare perché<br />

l'agente è un fungo (Aspergillus) che<br />

produce una micotossina (aflatossina) di<br />

straordinaria tossicità.<br />

51


CONSERVAZIONE DELLA GRANELLA<br />

Attualmente sono disponibili<br />

processi di<br />

ventilazione/refrigerazione,<br />

consistenti nell’abbassare la<br />

temperatura della massa di granella<br />

al di sotto di determinati valori<br />

(15°C), tanto più bassi quanto più<br />

elevata è la sua umidità e più lungo è<br />

il tempo di conservazione previsto.<br />

VANTAGGI DEL<br />

RAFFREDDAMENTO<br />

ELIMINARE L’USO DI<br />

ANTIPARASSITARI<br />

RIDURRE LA PERIODICA<br />

MOVIMENTAZIONE<br />

DELLA MASSA CON<br />

MINORI ROTTURE<br />

RIDURRE L’AZIONE DEI<br />

PARASSITI CON<br />

CONSEGUENTE<br />

DIMINUZIONE DELLE<br />

PERDITE<br />

52


QUALITÀ PER<br />

USI ZOOTECNICI<br />

<strong>MAIS</strong><br />

53


USO ZOOTECNICO DEL <strong>MAIS</strong><br />

54


Pianta intera<br />

• Granturchino. <strong>Di</strong>ffuso nel Nord Italia come coltura<br />

intercalare dopo orzo o frumento (30-60 p./m 2 ). Non<br />

idoneo ad essere insilato per l’alto contenuto in acqua<br />

(s.s. 18-25%). <strong>Di</strong> modesto valore nutrizionale. In disuso.<br />

• Insilato. Raccolto 40-45 gg dopo la fioritura<br />

(maturazione cerosa) con biomassa al 35-40% di s.s. e<br />

granella al 50-60% di s.s., ridotta lignificazione della<br />

fibra e dentatura ben pronunciata. Sono indicati ibridi<br />

di taglia alta, con buona resistenza alle malattie, buon<br />

diametro dello stocco e foglie larghe. Sono più<br />

produttivi gli ibridi tardivi, di classe 600 e dotati di<br />

elevate rese in granella.<br />

Investimento ottimale 1-2 piante in più rispetto alla<br />

coltura da granella.<br />

Concimazione con 40-50 kg/ha di N in più rispetto alla<br />

coltura da granella<br />

55


TRINCIATO INTEGRALE<br />

VANTAGGI<br />

• ELEVATA CONCENTRAZIONE ENERGETICA<br />

PER UNITÀ DI SOSTANZA SECCA.<br />

• BUONA APPETIBILITÀ<br />

• COSTANZA DEL VALORE ALIMENTARE<br />

• FACILE CONSERVAZIONE<br />

• FACILE INSERIMENTO NELLE RAZIONI<br />

• BASSO COSTO DELL'UNITÀ FORAGGERA<br />

• UTILIZZATO NELLA ALIMENTAZIONE<br />

DEI RUMINANTI (VACCHE DA LATTE 50%<br />

DELLA DIETA, 100% NEI BOVINI DA<br />

CARNE)<br />

56


MOMENTO IN CUI TRINCIARE<br />

• Il ritardo di raccolta provoca una riduzione della digeribilità e<br />

maggiore rischio di formazione di micotossine.<br />

• Sarebbe meglio trinciare con >30% di s.s. e non aspettare il 35%.<br />

Fare riferimento alla linea lattea*.<br />

• Non tagliare troppo corto. Si tende a tagliare corto per meglio<br />

compattare la trincea, provocando un peggioramento meccanico<br />

della fibra.<br />

• La fibra più lunga aumenta la digeribilità degli alimenti dal<br />

momento che si oppone al turn over veloce e trattiene gli<br />

alimenti nel rumine.<br />

• Lunghezza corretta 0,8/2,0 cm.<br />

• Usare anche il rompigranella per aumentare la digeribilità.<br />

• Uso di silomais da 25 a 18 kg/capo (più basso in estate).<br />

• Le tossine ZEA, DON, T1 e T2 costituiscono una minaccia per il<br />

silomais o il pastone di mais, mentre minore è il rischio delle<br />

Aflatossine.<br />

57


*<br />

58


Basso contenuto di minerali, per cui si ricorre ad integrazioni<br />

con sali di Ca, P, Mg, Na e S (specialmente nell’alimentazione<br />

del bestiame da latte)<br />

62


CONSIGLI TECNICI PER UN BUON<br />

SILO<strong>MAIS</strong><br />

• SCELTA DELL’IBRIDO PIÙ ADATTO<br />

• TECNICA COLTURALE SPECIFICA<br />

• SCELTA DEL MOMENTO OTTIMALE PER<br />

TRINCIARE<br />

63


SCELTA DELL’IBRIDO<br />

• Non sempre gli ibridi da granella più produttivi sono<br />

idonei per il silomais.<br />

• Gli ibridi da silomais, per i quali le foglie e lo stocco<br />

rappresentano delle componenti produttive, devono<br />

avere anche per queste componenti un elevato valore<br />

energetico (selezione per stay-green).<br />

• L’energia dei silomais non deriva solo dall’amido, dagli<br />

zuccheri e dalle pectine (NSC-carboidrati non<br />

strutturali), ma anche dai carboidrati strutturali che<br />

costituiscono l’NDF (fibra totale).<br />

64


TECNICA COLTURALE<br />

• Non fare mai mancare l’acqua e gli elementi<br />

nutritivi, altrimenti si ha un maggiore sviluppo<br />

di lignina e una diminuzione della digeribilità<br />

65


PRECESSIONE COLTURALE<br />

66


SEMINA<br />

67


CONCIMAZIONE AZOTATA<br />

68


RESPONSABILI DELLA<br />

FERMENTAZIONE<br />

71


ADF<br />

NDF = Fibra Neutro Detersa (fibra totale)<br />

ADF = Fibra Acido detersa (fibra digeribile)<br />

ADL = Lignina Acido Detersa (fibra non digeribile)<br />

La digeribilità diminuisce dopo la maturazione cerosa, contemporaneamente<br />

72<br />

aumentano le difficoltà di conservazione in silo.


Pastone integrale e Pastone di granella<br />

La granella di mais o la spiga vengono<br />

raccolti con un anticipo di 10-15 gg<br />

rispetto alla raccolta della granella da<br />

essiccare, ad una umidità del 30-35% e<br />

poi macinate ed insilate per ottenere il<br />

pastone di granella o quello integrale.<br />

Molto utilizzati nell’alimentazione dei<br />

ruminanti e dei monogastrici. Sono molto<br />

digeribili<br />

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Granella e farina di mais<br />

<strong>Di</strong> elevato valore energetico per alto tenore in<br />

amido e grassi<br />

Attenzione alle micotossine, specialmente<br />

aflatossina B1 che viene trasferita nel latte<br />

sotto forma di aflatossina M1<br />

Componente principale di molti mangimi<br />

Fonte energetica per eccellenza nell’alimentazione<br />

dei suini e degli avicoli (1 kg = 1,15 UF). La sua<br />

composizione amminoacidica è tuttavia carente<br />

di lisina e triptofano<br />

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